decreto cultura

Decreto cultura: cosa prevede la nuova legge Decreto cultura: Piano Olivetti per le aree marginali, fondi per editoria, librerie biblioteche e misure urgenti per il patrimonio culturale

Decreto cultura: legge in vigore

Il Decreto cultura, n. 201/2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2024 con l’obiettivo di valorizzare la cultura come bene comune, in fase di conversione in legge ha subito alcune modifiche testuali. Una delle misure più interessanti è quella finalizzata ad incoraggiare la lettura, considerata una necessità straordinaria e urgente. Degni di nota anche gli interventi per valorizzare il patrimonio culturale, di cui fanno parte integrante il cinema e il settore audiovisivo.

Il ddl di conversione del decreto è stato approvato dalla Camera il 6 febbraio 2025, dopo il sì alla fiducia ed è passato al Senato per il sì definitivo.

La nuova legge (n. 16/2025) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 febbraio per entrare in vigore il giorno successivo (26.2.2025).

Di seguito le novità principali:

Piano Olivetti

Il Piano Olivetti prevede interventi mirati per potenziare biblioteche, editoria e rigenerazione culturale, con particolare attenzione alle periferie e alle aree svantaggiate. Esso punta nello specifico a:

  • rendere la cultura accessibile e integrata nella vita delle comunità;
  • promuovere la rigenerazione culturale nelle periferie e nelle aree interne, spesso colpite da marginalità sociale ed economica, anche attraverso il riconoscimento della cultura del movimento e tramite il coinvolgimento del terzo settore in attività di co-progettazione;
  • dare impulso alla produzione giovanile di tipo culturale e artistico;
  • valorizzare biblioteche come luoghi di educazione civica e intellettuale;
  • appoggiare la diffusione e la fruizione delle biblioteche e delle librerie destinate ai bambini, rimuovendo gli ostacoli che limitano la lettura nell’età che precede l’età scolare;
  • incoraggiare l’editoria libraria anche sostenendo le librerie di prossimità;
  • favorire le attività dello spettacolo, il cinema e il settore audiovisivo, la digitalizzazione del patrimonio librario e l’alfabetizzazione digitale.

Il Ministro della Cultura adotterà i dettagli del piano, dopo aver sentito anche l’Autorità delegata in materia di sport entro 90 giorni, in linea con le strategie nazionali per lo sviluppo delle aree interne. Prevista inoltre l’istituzione di posizioni dirigenziali per attuare il piano.

Cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo

Un’unità di missione viene creata per rafforzare i legami culturali con l’Africa e il Mediterraneo. Questa struttura:

  • coordinerà progetti culturali con Stati africani e organizzazioni internazionali;
  • favorirà il dialogo tra istituzioni culturali italiane e africane;
  • promuoverà la valorizzazione del patrimonio culturale africano con partenariati pubblico-privati.

L’unità sarà operativa fino al 2028 e lavorerà a stretto contatto con la cabina di regia del Piano Mattei.

Misure di sostegno per editoria e librerie

Per favorire la diffusione del libro, il decreto istituisce:

  • fondi per l’apertura di nuove librerie nelle aree svantaggiate e prive di librerie, con 4 milioni di euro destinati ai giovani imprenditori under 35. Di questi 4 milioni 1 milione è destinato alle iniziative finalizzate all’apertura di attività il cui almeno 30% sia rappresentato dall’attività libraria;
  • sostegno alle librerie storiche, di prossimità e di qualità con 30 milioni di euro tra il 2025 e il 2026;
  • promozione dell’editoria digitale e rafforzamento delle biblioteche.

Queste misure prevedono anche il potenziamento delle sezioni culturali nei quotidiani, con un fondo di 10 milioni di euro nel 2025.

Celebrazione paesaggio e sostegno istituzioni culturali

Nel 2025, il governo celebrerà il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, con 800 mila euro destinati alle attività commemorative.

Nuovi contributi annuali sosterranno importanti istituzioni culturali italiane, come:

  • la Giunta storica nazionale;
  • l’Istituto italiano per la storia antica;
  • l’Istituto storico per l’età moderna e contemporanea;
  • l’Istituto italiano di numismatica;
  • la Domus Mazziniana.

Questi fondi garantiranno la continuità delle attività istituzionali e delle edizioni critiche di opere storiche.

Bonus cultura e formazione

Rafforzato il Bonus Cultura 18app, la Carta della Cultura e la Carta del merito. In questo modo si vuole favorire l’accesso dei giovani alla cultura, premiando anche il merito scolastico.

Patrimonio culturale: tutela e valorizzazione

Il testo prevede anche misure per semplificare gli interventi sul patrimonio culturale, il cinema e il settore audiovisivo e prevede importanti forme di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale.

Dal 1° gennaio 2025 la segnalazione certificata sostituisce autorizzazioni, concessioni e licenze per incoraggiare la realizzazione di spettacoli dal vivo come teatro, musical, danza, proiezioni cinematografiche nelle ore comprese tra le 8.00 e le ore 1.00 del giorno seguente.

 

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Allegati

assegno di vedovanza

Assegno di vedovanza Assegno di vedovanza: cos'è, a chi spetta, come richiederlo e che cosa ha chiarito la Cassazione quando lo ha riconosciuto

Cos’è l’assegno di vedovanza?

L’assegno di vedovanza è un’integrazione economica riconosciuta ai titolari di pensione di reversibilità che si trovano in condizioni di invalidità totale o che hanno diritto all’accompagnamento. Questa misura di sostegno è rivolta a vedovi e vedove con gravi difficoltà economiche e viene erogata dall’INPS.

Introdotto per tutelare economicamente i superstiti invalidi, l’assegno di vedovanza può essere cumulato con la pensione di reversibilità.

A chi spetta l’assegno

L’assegno di vedovanza è destinato a:

  • vedovi o vedove titolari di pensione di reversibilità;
  • con un’invalidità riconosciuta del 100% o essere titolari dell’indennità di accompagnamento;
  • in difficoltà economiche, con redditi entro i limiti stabiliti dall’INPS.

Sono esclusi da questo beneficio i veloci e le vedovi di lavoratori autonomi iscritti alla gestione Inps come artigiani, mezzadri, coloni e commercianti.

Come fare domanda

Per ottenere l’assegno di vedovanza, il richiedente deve seguire questi passaggi:

Verifica dei requisiti: controllare il grado di invalidità e la titolarità della pensione di reversibilità.

Raccolta della documentazione:

  • certificato medico che attesti l’invalidità;
  • ultima dichiarazione dei redditi per dimostrare la situazione economica;
  • modulo INPS specifico per la richiesta;
  • certificato di morte del coniuge, per calcolare la decorrenza dello stato di vedovanza;
  • documento di identità e codice fiscale.

Presentazione della domanda

  • Online tramite il portale INPS con SPID, CIE o CNS.
  • Presso un CAF o Patronato, che offre assistenza gratuita.
  • Chiamando il Contact Center INPS (803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare).

Attesa dell’esito: l’INPS risponde entro 90 giorni dalla presentazione della domanda.

Importo dell’assegno di vedovanza

L’assegno di vedovanza viene calcolato in base alla pensione di reversibilità e all’invalidità del richiedente.

L’importo può variare ogni anno in base alla rivalutazione INPS e si attesta attualmente intorno a 53 euro  euro mensili. Tale cifra viene erogata in aggiunta alla pensione di reversibilità e può essere richiesta anche per gli arretrati degli ultimi 5 anni, se in passato non è mai stata avanzata questa richiesta.

Giurisprudenza rilevante

La Cassazione è stata la prima a riconoscere l’assegno di vedovanza e a fornire importanti chiarimenti sulla sua spettanza.

Cassazione n. 7668/1996: ha aperto la strada al riconoscimento dell’assegno di vedovanza. In coniuge inabile al lavoro rientra infatti tra i possibili destinatari dell’assegno nucleo familiare anche in assenza di contitolari della reversibilità. La Cassazione con questa pronuncia ha infatti sancito che l’assegno per il nucleo familiare, regolato dall’art. 2 del D.L. 69/1988 (convertito in L. 153/1988), è un sostegno economico destinato alle famiglie in condizioni di bisogno. L’importo varia in base al numero di componenti, al reddito e alla presenza di soggetti con disabilità o difficoltà permanenti che impediscano lo svolgimento di un lavoro produttivo. Secondo il comma 8 dello stesso articolo, l’assegno spetta anche al coniuge superstite titolare di pensione per i superstiti, se affetto da un’infermità che ne comprometta in modo assoluto e permanente la capacità lavorativa.

 

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contributi figurativi

Contributi figurativi Contributi figurativi: cosa sono, quando si possono riscattare, normativa di riferimento, come chiederli e giurisprudenza  

Cosa sono i contributi figurativi

I contributi figurativi sono periodi di contribuzione accreditati dall’INPS senza un effettivo versamento da parte del lavoratore o del datore di lavoro. Sono riconosciuti in determinate situazioni che impediscono la normale attività lavorativa, in modo da garantire la continuità dei diritti previdenziali e pensionistici. Questi contributi possono essere determinanti per il raggiungimento dei requisiti minimi per la pensione di vecchiaia, anticipata o per altre prestazioni previdenziali.

Quando si possono ottenere i contributi figurativi

I contributi figurativi possono essere riconosciuti automaticamente dall’INPS o su richiesta del lavoratore. Le principali situazioni in cui vengono concessi includono:

  • disoccupazione indennizzata NASpI;
  • cassa integrazione e integrazioni salariali;
  • maternità e congedo parentale (sia per lavoratrici dipendenti che autonome);
  • malattia e infortunio sul lavoro;
  • servizio militare o civile;
  • aspettativa per cariche elettive o sindacali;
  • congedo per donne vittime di violenza:
  • periodi di assistenza a familiari con disabilità grave;
  • permessi per donazione di midollo osseo e sangue
  • periodo di studio universitario riscattato.

Normativa di riferimento

La disciplina dei contributi figurativi è regolata da diverse norme, tra cui:

  • Legge n. 155/1981: ha introdotto il riconoscimento dei contributi figurativi per la disoccupazione indennizzata;
  • Lgs. n. 564/1996: disciplina il riscatto dei periodi di studio universitario;
  • Legge n. 388/2000: ha esteso il riconoscimento automatico di alcuni contributi figurativi;
  • Legge n. 335/1995 (Riforma Dini): ha riformato il sistema previdenziale, introducendo il calcolo contributivo anche per i contributi figurativi;
  • Legge n. 232/2016 (Legge di Bilancio 2017): ha ampliato i diritti ai contributi figurativi per lavoratori in determinate condizioni.

Come fare domanda per il riscatto

Alcuni contributi figurativi vengono accreditati automaticamente, mentre altri devono essere richiesti all’INPS. Ecco come procedere:

  1. Verifica della posizione contributiva: consultando l’estratto conto previdenziale tramite il portale INPS.
  2. Presentazione della domanda: attraverso:
    • Il portale INPS con accesso tramite SPID, CIE o CNS;
    • Patronati o CAF che forniscono assistenza gratuita;
    • Contact Center INPS (numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare).
  3. Attesa dellistruttoria: l’INPS verifica la documentazione e comunica l’esito della richiesta.

Per il riscatto dei periodi di studio universitario, è prevista la possibilità di accedere al riscatto agevolato, introdotto dal Decreto-Legge n. 4/2019, che consente il versamento di contributi a condizioni vantaggiose.

Giurisprudenza rilevante

La Corte di Cassazione ha emesso diverse sentenze in materia di contributi figurativi:

Cassazione n. 20828/2022: Non è ammissibile richiedere in giudizio solo l’accertamento del grado di invalidità per ottenere prestazioni previdenziali o assistenziali, poiché non si possono proporre azioni autonome su singoli elementi di un diritto senza richiederne il riconoscimento complessivo. Nel caso specifico, il contribuente, non avendo presentato domanda amministrativa per la pensione, non poteva chiedere in giudizio l’accredito dei contributi figurativi.

Cassazione n. 4254/2023: La contribuzione figurativa è una copertura assicurativa garantita dallo Stato per proteggere i lavoratori nei periodi in cui, senza loro colpa, l’attività lavorativa è sospesa. Si tratta di un accreditamento fittizio dei contributi per situazioni eccezionali rispetto alla contribuzione obbligatoria, come malattia, infortunio, servizio militare, maternità, disoccupazione e incarichi pubblici. Pur essendo regolata dalla legge, mantiene la sua natura anche se concessa d’ufficio o su richiesta.

Cassazione n. 24916/2024:  Nel sistema previsto dall’art. 24, comma 10, della legge n. 214/2011, che consente la pensione anticipata con un’anzianità contributiva di 42 anni e 1 mese per gli uomini e 41 anni e 1 mese per le donne, è possibile includere la contribuzione figurativa. Diversamente, nel sistema di cui al comma 11, che prevede il pensionamento anticipato anche in base all’età anagrafica, la contribuzione richiesta deve essere effettiva.

 

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raccomandata a mano

La raccomandata a mano La raccomandata a mano cos’è, che valore ha, differenze rispetto alla raccomandata a/r e formula per attestare il ricevimento

Raccomandata a mano: cos’è

La raccomandata a mano rappresenta una modalità diretta e personale di consegna al destinatario di determinati atti. Questa procedura si pone l’obiettivo di garantire che l’interessato abbia conoscenza effettiva della comunicazione e di assicurarne in questo modo la trasparenza e l’efficacia.

Valore legale

La raccomandata a mano prevede la consegna personale di una comunicazione da parte del mittente al destinatario, ottenendo una firma per ricevuta. Il suo valore legale però, se effettuato da un privato, è inferiore rispetto a una raccomandata con avviso di ricevimento inviata tramite servizio postale. Questo perché, in assenza di un intermediario ufficiale come il servizio postale, la prova della consegna si basa esclusivamente sulla firma del destinatario, che potrebbe sempre contestarla.

Differenze tra raccomandata a mano e a/r

Per comprendere meglio la differenza tra raccomandata a mano e raccomandata a/r per mezzo del servizio postale, occorre dire che quando il legislatore richiede l’invio di una comunicazione a mezzo raccomandata lo fa perché desidera che il destinatario la riceva o che comunque si trovi nella condizione di riceverla, anche se ha il diritto di rifiutare la comunicazione.

Fatta questa premessa occorre ricordare che la raccomandata a/r, che si realizza per mezzo del servizio postale garantisce il ricevimento della comunicazione. Il postino al momento della consegna al destinatario, ne accerta l’identità, attesta l’autenticità della sottoscrizione e indica la data in cui la firma viene apposta. Il postino infatti, nella sua qualità di pubblico ufficiale, conferisce valore legale alle sue attestazioni.

Il discorso cambia quando si parla di raccomandata a mano. Il mittente, per provare il ricevimento della comunicazione, deve far controfirmare la comunicazione al destinatario e deve acquisire la firma anche su una copia della comunicazione affinché la possa conservare come prova. Se il destinatario rifiuta di firmare la copia la lettera perde valore perché il mittente non può provare il ricevimento.

La raccomandata a mano ha quindi un valore inferiore rispetto a quella a/r effettuata dal postino, proprio perché il postino, come già detto, è un pubblico ufficiale e come tale conferisce valore legale alla attestazione contenuta nella ricevuta.

Per questo, se si devono fare delle comunicazioni importanti, è sempre meglio rivolgersi al servizio postale e inviare una raccomandata a/r con avviso di ricevimento.

Quando si utilizza?

I casi in cui la raccomandata a mano trova maggiore utilizzo sono i seguenti:

  • diffida ad adempiere un contratto;
  • messa in mora del conduttore in caso di tardivo pagamento dei canoni di locazione;
  • disdetta di un servizio a causa di continue disfunzioni;
  • convocazione all’assemblea condominiale;
  • reclamo per la cattiva esecuzione di un opera.

Formula ricevimento raccomandata a mano

Formula da apporre in fondo alla copia del documento, da far sottoscrivere al destinatario affinché  il mittente abbia la prova del ricevimento:

Io sottoscritto ___________________(nome e cognome del destinatario) dichiaro di ricevere in data ________ dal Sig. _______________(nome e cognome del mittente)  la raccomandata a mano contenente la comunicazione ______________________________

Data e Luogo _____________

Firma

_________________________

 

 

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reato di falso materiale

Reato di falso materiale coprire la targa per sfuggire all’autovelox La Cassazione conferma il reato di falso materiale nei confronti dell'automobilista che ha coperto la targa per sfuggire all'autovelox

Targa manomessa è reato

Con la sentenza n. 5255/2025, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha stabilito un principio importante in materia di violazioni stradali e responsabilità penale: coprire la targa dell’auto con del nastro adesivo per eludere i controlli dell’autovelox costituisce reato di falso materiale. Questo pronunciamento rappresenta un punto fermo nell’interpretazione delle condotte fraudolente tese a sottrarsi alle sanzioni amministrative, chiarendo i confini tra illecito amministrativo e reato penale.

Il caso: l’automobilista e la targa camuffata

Il caso riguarda un automobilista cui veniva rigettata la richiesta di riesame avverso il provvedimento di convalida del sequestro probatorio di una targa contraffatta (con apposizione di nastro adesivo).

Avverso la sentenza, ha proposto ricorso per cassazione l’indagato, per il tramite del proprio difensore, lamentando che il Tribunale aveva ricondotto la condotta alla violazione del precetto penale, anziché all’illecito amministrativo previsto dal comma 12 dell’art. 100 cod. strada, alla luce del quale “chiunque circola con un veicolo munito di targa non propria o contraffatta è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 2.046 a Euro 8.186”. Si deduce altresì vizio di motivazione apparente, per non avere il collegio del riesame adeguatamente valorizzato la circostanza che l’indagato non si era accorto dell’esistenza di nastro adesivo sulla targa, come dimostrato dal fatto che aveva superato – lampeggiando – l’auto dei carabinieri e si era poi fermato spontaneamente.

Insiste il ricorrente nel sostenere l’innocuità del falso, alla luce del fatto che il falso realizzato era macroscopicamente percepibile da chiunque e, a tutto voler concedere, sarebbe ravvisabile, a suo avviso, la violazione dell’art. 102, comma 7, cod. strada che sanziona chi circola con targa non chiaramente ed integralmente leggibile.

La decisione della Cassazione: il falso materiale si configura

La Cassazione ha confermato la condanna, ribadendo che “integra il reato di falsità materiale, commessa dal privato in certificati o autorizzazioni amministrative (artt. 477 e 482 c.p.), la condotta di colui che modifica i dati identificativi della targa della propria autovettura mediante applicazione di nastro adesivo, mentre non è configurabile l’illecito amministrativo previsto dall’art. 100, comma 12, cod. strada., che sanziona chi circola con veicolo munito di targa non propria o contraffatta nel caso in cui questi non sia l’autore della contraffazione. (Sez. 5, n. 20799 del 22/02/2018, Cognetta, Rv. 273035 – 01)”.

Le ulteriori considerazioni dedicate alla innocuità del falso, per gli Ermellini, non colgono nel segno, proprio alla luce della finalità emergente dalle dichiarazioni rese dallo stesso indagato di voler rendere la targa non identificabile ai rilevatori automatici di velocità.

Va ribadito proseguono i giudici che, in tema di falsità in atti, ricorre il cosiddetto “falso innocuo” nei casi in cui l’infedele attestazione (nel falso ideologico) o l’alterazione (nel falso materiale) siano del tutto irrilevanti ai fini del significato dell’atto e non esplichino effetti sulla sua funzione documentale, non dovendo l’innocuità essere valutata con riferimento all’uso che dell’atto falso venga fatto (Sez. 5, n. 5896 del 29/10/2020, dep. 2021, Rv. 280453 – 01).

In tale contesto, “la disinvolta condotta di guida e il fatto che il ricorrente si fosse fermato sono dati che non assumono alcun rilievo rispetto alle conclusioni univocamente ritraibili dagli elementi sopra ricordati”.

Il ricorso è dunque rigettato.

accessione invertita

Accessione invertita L’accessione invertita ex art. 938 del codice civile: presupposti, procedura, e giurisprudenza della Cassazione

Cos’è l’accessione invertita

L’accessione invertita, disciplinata dall’articolo 938 del Codice Civile italiano, rappresenta un’eccezione al principio generale dell’accessione, secondo cui tutto ciò che è costruito su un terreno appartiene al proprietario del suolo. In questo caso particolare, il costruttore che, in buona fede, occupa una porzione del fondo attiguo durante la costruzione di un edificio può, in determinate circostanze, acquisire la proprietà del suolo occupato.

Normativa di riferimento

L’articolo 938 del Codice Civile, intitolato “Occupazione di porzione di fondo attiguo”, prevede che se nella costruzione di un edificio si occupa in buona fede una porzione del fondo confinante e il proprietario di quest’ultimo non fa opposizione entro tre mesi dall’inizio dei lavori, l’autorità giudiziaria può, valutate le circostanze, attribuire al costruttore la proprietà dell’edificio e del terreno occupato. In tal caso, il costruttore è tenuto a pagare al proprietario del suolo il doppio del valore della superficie occupata, oltre al risarcimento dei danni.

Presupposti dell’accessione invertita

Affinché si configuri l’istituto dell’accessione invertita sono necessari i seguenti presupposti:

  1. Buona fede del costruttore: il costruttore deve ignorare di occupare una porzione di fondo altrui nel momento in cui inizia la costruzione;
  2. Occupazione parziale: l’occupazione deve riguardare solo una parte del fondo confinante. Se l’intera costruzione insiste sul terreno altrui, l’articolo 938 non è applicabile.
  3. Mancata opposizione tempestiva: il proprietario del fondo occupato non deve presentare opposizione entro tre mesi dall’inizio della costruzione. Trascorso questo termine senza opposizione, il costruttore può richiedere infatti l’attribuzione della proprietà del suolo occupato.

Procedura e conseguenze

In assenza di opposizione entro il termine previsto, il costruttore può rivolgersi all’autorità giudiziaria per ottenere la proprietà dell’edificio e della porzione di terreno occupata. Il giudice, tenendo conto delle circostanze specifiche del caso, può decidere di attribuire la proprietà al costruttore. In tal caso, il costruttore è obbligato a corrispondere al proprietario del suolo il doppio del valore della superficie occupata e a risarcire eventuali ulteriori danni causati.

Giurisprudenza rilevante

Si riportano alcune pronunce della Cassazione che hanno chiarito aspetti fondamentali dell’istituto:   

Accessione invertita: solo se c’è sconfinamento parziale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16331 del 30 luglio 2020, ha chiarito che l’articolo 938 del Codice Civile si applica esclusivamente ai casi di sconfinamento parziale, ossia quando la costruzione insiste in parte sul terreno del costruttore e in parte su quello altrui. Non trova invece applicazione quando l’intera costruzione è realizzata sul fondo altrui, situazione regolata dall’articolo 936 del Codice Civile.

Caratteristiche della costruzione per l’accessione invertita

L’ordinanza della Cassazione n. 992 /2022 ha chiarito che per orientamento consolidato della Corte di legittimità l’art. 938 c.c., che disciplina l’ipotesi di occupazione di una porzione del fondo confinante mediante una costruzione, stabilisce l’attribuzione della proprietà dell’opera e del suolo al costruttore (c.d. accessione invertita). Tale norma si applica in via esclusiva alla realizzazione di un edificio, inteso come una struttura muraria complessa atta a garantire la permanenza di persone e cose al suo interno. Di conseguenza, essa non può essere invocata per opere di diversa natura, quali muri di contenimento o di divisione (Cass. n. 22997 del 2019, tra le altre).

Buona fede necessaria per l’accessione invertita

Con l’ordinanza n. 9694/2024 la Cassazione, nel richiamare precedenti giurisprudenziali ricorda che la buona fede rilevante ai fini dell’accessione invertita, come previsto dall’articolo 938 del Codice Civile, si identifica nel ragionevole convincimento di chi costruisce di operare sul proprio terreno, senza compiere alcuna usurpazione. In mancanza di una norma simile a quella prevista per il possesso dall’articolo 1147 del Codice Civile, essa non si presume automaticamente, ma deve essere dimostrata dal costruttore. Per quanto riguarda l’onere della prova, è indispensabile valutare la ragionevolezza della persona comune e il convincimento che questa poteva legittimamente formarsi riguardo all’esecuzione dei lavori sul proprio terreno, in base alle conoscenze realmente possedute o che avrebbe potuto acquisire con un comportamento attento e scrupoloso. Pertanto, la buona fede deve essere esclusa qualora, considerando le particolari circostanze del caso specifico, il costruttore avrebbe dovuto fin dall’inizio nutrire anche solo un dubbio sulla legittimità dell’occupazione del terreno altrui (Cass. Sez. 6 – 2 Ordinanza n. 11845 del 06/05/2021; Cass. Sez. 2, Sentenza n. 345 del 10/01/2011; Cass. Sez. 2, Sentenza n. 11836 del 29/11/1993).

 

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art. 415-bis c.p.p.

Art. 415-bis c.p.p. (Avviso di conclusione delle indagini) Art. 415-bis c.p.p: l’avviso della conclusione delle indagini preliminari, novità dell'ultimo correttivo Cartabia e giurisprudenza

Art. 415-bis c.p.p. cosa prevede

L’Art. 415-bis c.p.p italiano disciplina l’avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari. Introdotto con la legge n. 479/1999, questo istituto ha l’obiettivo di garantire il diritto di difesa dell’indagato, informandolo della chiusura delle indagini e permettendogli di esercitare specifiche facoltà prima dell’eventuale esercizio dell’azione penale da parte del pubblico ministero.

Contenuto avviso di conclusione delle indagini preliminari

Secondo quanto previsto dall’Art. 415-bis c.p.p, l’avviso deve contenere determinate informazioni.

  • Una sommaria enunciazione del fatto per il quale si procede, indicando le norme di legge che si assumono violate, la data e il luogo del fatto.
  • L’informazione che la documentazione relativa alle indagini è depositata presso la segreteria del pubblico ministero, con la facoltà per l’indagato e il suo difensore di prenderne visione ed estrarne copia.
  • L’avvertimento che, entro il termine di venti giorni dalla notifica dell’avviso, l’indagato può esercitare i diritti previsti dall’Art. 415-bis c.p.p comma 3, tra cui presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni difensive, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché presentarsi per rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere sottoposto a interrogatorio.
  • Quando il PM, dopo le richieste dell’indagato procede con nuove indagini queste devono essere completate entro 30 giorni dalla richiesta. Questo termine può essere propagato dal GIP per una volta sola e per non più di 60 giorni.

Modifiche della riforma Cartabia all’art. 415-bis c.p.p,

La riforma Cartabia, in seguito all’ultimo correttivo contenuto nel dlgs n. 31/2024 ha apportato significative modifiche all’Art. 415-bis c.p.p, attraverso l’abrogazione dei commi 5 bis, ter, quater, quinquies e sexies.

Giurisprudenza rilevante

La Corte di Cassazione ha più volte affrontato questioni relative all’art. 415-bis c.p.p.:

Cassazione penale, Sez. 5, sentenza n. 20082/2024: “la nullità del decreto di citazione diretta a giudizio per omessa notifica all’imputato dell’avviso di cui all’Art. 415-bis c.p.p implica la lesione del diritto di difesa, ed è inquadrabile nelle nullità di ordine generale, che possono essere eccepite fino alla deliberazione della sentenza di primo grado.”

Cassazione penale,. Sez. V, sentenza n. 7585/2019:  Il pubblico ministero può legittimamente svolgere indagini di propria iniziativa nel periodo tra la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari e l’esercizio dell’azione penale, purché rispetti i termini previsti dagli artt. 405-407 c.p.p. Inoltre, deve depositare immediatamente la documentazione delle attività svolte e informare la difesa, garantendole così le prerogative dell’Art. 415-bis c.p.p commi 2 e 3. Se ciò non avviene, il materiale investigativo non potrà essere utilizzato, ma l’atto di imputazione resterà comunque valido.

Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42037/2008: È stato stabilito che, nel caso in cui gli atti siano trasmessi al pubblico ministero per l’ulteriore corso a seguito dell’annullamento della sentenza di primo grado, non è necessaria la rinnovazione dell’avviso di cui all’Art. 415-bis c.p.p.

Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29931/2006: La Corte ha chiarito che la nullità del decreto di citazione a giudizio per l’omesso avviso di conclusione delle indagini preliminari è una nullità a regime intermedio e deve essere eccepita o rilevata d’ufficio prima della deliberazione della sentenza di primo grado.

Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9205/2003: È stato affermato che l’avviso di conclusione delle indagini preliminari non è dovuto nel caso di “imputazione coatta” formulata dal pubblico ministero a seguito del mancato accoglimento, da parte del giudice, della richiesta di archiviazione.

 

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Nella seduta di giovedì 20 febbraio, la Camera ha approvato definitivamente il ddl di conversione del Milleproroghe 2025, nel testo licenziato da palazzo Madama.

La nuova legge n. 15/2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 25 febbraio 2025, introduce misure urgenti per estendere termini normativi, tra l’altro, nei settori chiave della PA, della giustizia, della sicurezza e della sanità.

Di seguito le disposizioni più rilevanti della legge di conversione del decreto legge n. 202/2024 come modificato durante l’iter parlamentare.

Qui il testo coordinato del dl 202/2024 con la legge n. 15/2025

Rottamazione quater

In materia fiscale prevista la proroga della rottamazione quater. La disposizione prevede nel dettaglio che “Limitatamente ai debiti compresi nelle dichiarazioni precedentemente effettuate per l’adesione alla rottamazione quater, i debitori che al 31 dicembre 2024 sono decaduti dal beneficio possono essere riammessi rendendo la dichiarazione di riammissione entro il 30 aprile 2025.”  Sulle somme dovute dovranno essere calcolati gli interessi del 2% annuo a partire dal 1° novembre e il pagamento potrà avvenire in una soluzione unica entro il 31 luglio 2025 o in dieci rate al massimo dello stesso importo. I dettagli in ogni caso saranno comunicati in seguito da un provvedimento ad hoc dell’Agenzia delle Entrate.

Pubblica Amministrazione

Razionalizzate le assunzioni nella pubblica amministrazione. Le procedure di reclutamento delle amministrazioni statali, delle agenzie e degli enti pubblici, da autorizzare con apposito DPCM, dovranno concludersi entro tre anni. Alla scadenza i termini non saranno più prorogabili.

Dal 2025 le facoltà assunzionali autorizzate per le università statali hanno validità per tre anni, ma non sono previste proroghe ulteriori.

Vengono estesi fino a tutto il 2025 i termini di sospensione delle prescrizioni per i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti pubblici e dei titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con le pubbliche amministrazioni.

Fino al 31.12.2025 l’avvocatura di Stato potrà avvalersi del personale non dirigenziale senza il nullaosta della pubblica amministrazione di appartenenza e in deroga all’attuale limite del 25%.

Sicurezza e interno: concorsi e carriere

Prorogata al 31.12.2025 la validità delle graduatorie approvate nel 2023 dei concorsi per accedere al Corpo dei Vigili del Fuoco con la qualifica di vigile del fuoco direttore tecnico scientifico in determinati ambiti (chimica e biologia).

Il provvedimento proroga fino al 4 marzo 2026 la possibilità di rinnovare i permessi di soggiorno per i cittadini ucraini beneficiari di protezione temporanea. Per questi ultimi, si introduce anche la possibilità di conversione in permessi per motivi di lavoro.

Economia e finanze

L’annotazione nel registro nazionale degli aiuti di Stato delle misure straordinarie adottate per contrastare il COVID-19, con riferimento all’IMU dovrà essere effettuata entro il 30 novembre 2025.

Viene estesa anche la sospensione delle responsabilità legate alla mancata registrazione di misure straordinarie relative all’IMU fino al 31 dicembre 2025.

Enti locali e regioni potranno richiedere il trasferimento gratuito di immobili pubblici per progetti di riqualificazione finanziati con le risorse del PNRR fino alla fine del 2025.

Si prevede una sospensione di 24 mesi dei procedimenti di revoca dell’autorizzazione all’iscrizione dei confidi nell’albo degli intermediari se vengono meno certi requisiti dimensionali.

Enti sanitari e aziende pubbliche calabresi avranno tempo fino al 31 marzo 2025 per approvare i bilanci pregressi all’anno 2022.

Sanità: i differimenti del Milleproroghe 2025

Fino al 31 dicembre 2027 i professionisti medici ucraini residenti in ucraina prima del 24.02.2024 potranno esercitare temporaneamente sul territorio italiano le professioni sanitarie con la qualifica di OSS.

Per tutto il 2025 per fronteggiare le carenze di personale le aziende e gli enti del SSN potranno conferire incarichi di lavoro autonomo e a tempo determinato a specializzandi, professionisti del settore sanitario, operatori socio sanitari, laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti, anche privi di specializzazione.

Prorogata di un anno la disciplina transitoria che limita la punibilità per gli esercenti delle professioni sanitarie in caso di omicidio colposo e lesioni colpose.

Per ridurre le liste di attesa le Regioni e le province autonome per tutto il 2025 potranno incrementare la tariffa oraria per prestazioni aggiuntive del personale dirigente medico e del personale sanitario. Prorogata per tutto il 2025 la possibilità di conferire incarichi di collaborazione a dirigenti medici, veterinari collocati in quiescenza.

Autorizzata la spesa per il 2025 e il 2026 per avviare progetti finalizzati a rafforzare la prevenzione del tumore al seno.

Per completare l’Ospedale di Siracusa ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2025, per tutto questo periodo e prorogato di conseguenza l’incarico del Commissario straordinario.

Scuola, cultura ed editoria

Nel settore scolastico il provvedimento rimanda al 2025 il possesso dei nuovi requisiti di accesso al concorso per reclutare gli insegnanti. Prorogato al 31 dicembre 2025, il termine di chiusura dei contratti a tempo determinato dei dirigenti tecnici del Ministero dell’istruzione e del merito. Prorogata per l’anno scolastico 2025/2026 la previsione che incarica il Ministero dell’istruzione e del merito di individuare le equipe formative territoriali composte da 20 docenti da porre in posizione di comando e da 100 docenti da porre in esonero dall’esercizio delle attività didattiche.

Differito al 3 dicembre 2027 il termine per adeguare gli edifici scolastici alle normative antincendio.

Per il settore museale, le Direzioni Regionali Musei avranno tempo fino al 2025 per completare i progetti con le risorse già allocate.

Per il settore dell’editoria si prorogano le misure Covid-19: per il 2025-2026, si abbassa la soglia minima di copie vendute.

Infrastrutture e trasporti

Fino al 31 agosto 2026 il Commissario incaricato potrà assumere le determinazioni necessarie per avviare e proseguire i lavori del tunnel sub portuale di Genova.

Per fronteggiare nel 2025 i maggiori oneri relativi alla realizzazione degli interventi finanziati anche dal P NRR e affidati al contraente generale dalle società del gruppo ferrovie dello Stato è rinviato al 31 dicembre 2025 il termine relativo alle lavorazioni eseguite o contabilizzate “per le quali sono riconosciute al contraente generale, anche in deroga a specifiche clausole contrattuali, maggiori somme a titolo di revisione dei prezzi.”

Turismo, ambiente e sport

Gli operatori turistici potranno accedere a i crediti fiscali e ai contributi a fondo perduto fino al 2025 per migliorare le loro strutture.

In relazione al maggior flusso turistico ricollegabili al Giubileo della Chiesa cattolica del 2025 per sostenere l’accoglienza dei pellegrini è rifinanziata l’autorizzazione di spesa per il Comune di Pietralcina.

La normativa proroga al 31 dicembre 2027 l’obbligo per le società sportive professionistiche di prevedere, nei propri atti costitutivi, un organo consultivo con pareri obbligatori ma non vincolanti per tutelare gli interessi dei tifosi.

Si estende poi al 31 dicembre 2027 la possibilità per l’Agenzia del Demanio di utilizzare la procedura negoziata, senza bando di gara, per affidare progettazione ed esecuzione dei lavori di riqualificazione dell’area destinata alla «Città dello sport».

Giustizia e sicurezza

La riduzione a 12 mesi del periodo di tirocinio richiesto per i magistrati ordinari è prorogata fino al 2025.

In fase di conversione è stato proposto e poi approvato l’emendamento finalizzato alla proroga del termine della disciplina transitoria relativa alle modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione alla professione forense. Anche nel 2025 l’esame consisterà in una prova scritta (atto giudiziario) e un orale in tre fasi.

Proroga anche per gli avvocati cassazionisti che potranno iscriversi all’albo delle giurisdizioni superiori con le vecchie regole.

Si estendono, inoltre, i termini di operatività per le sezioni distaccate di tribunali in aree insulari e per le intercettazioni centralizzate.

Prorogata al 30 giugno 2025 l’estensione delle condotte scriminabili, l’uso di identità di copertura e la qualifica di pubblica sicurezza al personale  e alle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza. Confermata la possibilità per i Servizi di informazione di colloqui con detenuti per prevenire terrorismo.

 

 

Leggi anche: Legge bilancio 2025: cosa prevede

giurista risponde

Offerte anomale, discrezionalità tecnica e sindacato del giudice Il giudice accertata l’intrinseca irrazionalità/illogicità del giudizio di anomalia può disporre immediatamente l’annullamento dell’aggiudicazione e dichiarare l’inefficacia del contratto?

Quesito con risposta a cura di Claudia Buonsante

 

No, il giudice, accertata l’irrazionalità del giudizio di anomalia, non può disporre immediatamente l’annullamento dell’aggiudicazione in luogo del rinvio degli atti all’Amministrazione, per la rinnovazione globale del subprocedimento di verifica dell’anomalia, da estendersi ad ogni aspetto riguardante l’attendibilità dell’offerta economica (Cons. Stato, sez. V, 21 ottobre 2024, n. 8437 (Offerte anomale, discrezionalità tecnica e sindacato del giudice).

I Giudici di Palazzo Spada evidenziano che il Giudice di prime cure, rilevando profili di criticità, non ha esorbitato dai limiti delle proprie attribuzioni. Nel far ciò, dunque, non si è in alcun modo sostituito alle valutazioni dell’Amministrazione, formulando un proprio giudizio di anomalia diverso da quello svolto in sede di gara – la qual cosa determinerebbe senz’altro uno straripamento del potere giurisdizionale in ambiti riservati alla discrezionalità amministrativa – bensì, si è limitato ad accertare i suddetti elementi di criticità riguardante la stima dei ricavi.

Il Giudice di prime cure si è dunque attenuto al principio giurisprudenziale secondo il quale: “Il procedimento di verifica dell’anomalia non ha per oggetto la ricerca di specifiche e singole inesattezze dell’offerta economica, mirando piuttosto ad accertare se in concreto l’offerta, nel suo complesso, sia attendibile e affidabile in relazione alla corretta esecuzione dell’appalto; pertanto la valutazione di congruità deve essere globale e sintetica, senza concentrarsi esclusivamente e in modo parcellizzato sulle singole voci di prezzo” (Cons. Stato, sez. V, 2 maggio 2019, n. 2879).

Senonché, nella fattispecie in esame, il Giudice di prime cure dopo aver correttamente accertato l’intrinseca irrazionalità/illogicità del giudizio di anomalia, ha esorbitato le proprie attribuzioni, disponendo l’immediato annullamento dell’aggiudicazione e dichiarando altresì l’inefficacia del contratto eventualmente stipulato, in luogo di disporre rinvio degli atti all’Amministrazione, per la rinnovazione globale del sub-procedimento di verifica dell’anomalia, da estendersi ad ogni aspetto riguardante l’attendibilità dell’offerta economica.

La Sezione ha, dunque, aderito ad un precedente orientamento: “L’accertamento di una carenza di istruttoria da parte della stazione appaltante nella verifica di anomalia dell’offerta aggiudicataria comporta sempre la riapertura del relativo sub-procedimento e la valutazione anche delle giustificazioni degli altri concorrenti. Tale sindacato giurisdizionale non può incontrare pertanto un limite nell’art. 34, comma 2, Cod. proc. amm., in quanto, per il solo fatto di determinare un prosieguo procedimentale, non integra una pronuncia su poteri amministrativi non ancora esercitati, limitandosi piuttosto ad un effetto conformativo sulla riedizione del potere”.

Pertanto, l’accertamento di carenze istruttorie nel corso del sub-procedimento di verifica di anomalia non ridonda nel sindacato su poteri non ancora esercitati, poichè l’esito di tale accertamento è la riedizione del potere da parte dell’Amministrazione.

Dunque, solo a seguito di questa ulteriore e completa verifica sarà possibile considerare effettivamente consumata la discrezionalità tecnica dell’Amministrazione, con conseguente possibilità, da parte del giudice amministrativo, di un sindacato diretto sul modo di esercizio di detta discrezionalità da parte dell’Amministrazione.

(*Contributo in tema di “Offerte anomale, discrezionalità tecnica e sindacato del giudice”, a cura di Claudia Buonsante, estratto da Obiettivo Magistrato n. 82 / Febbraio 2025 – La guida per affrontare il concorso – Dike Giuridica)

simulatore pensione inps

Simulatore pensione INPS: la mia Pensione Futura Simulatore pensione INPS: come funziona e come utilizzare il servizio offerto dall’istituto per sapere quando e con quale importo si potrà andare in pensione

Cos’è “La mia pensione INPS Futura”?

Simulatore pensione INPS: “La mia pensione INPS Futura” è un servizio online messo a disposizione dall’istituto che permette ai lavoratori di simulare l’importo della loro futura pensione in base ai contributi versati e alle normative vigenti. Lo strumento offre un’analisi personalizzata, aiutando gli utenti a pianificare con maggiore consapevolezza il loro futuro previdenziale.

A chi è riservato?

Il servizio è destinato ai lavoratori iscritti alle diverse gestioni previdenziali dell’INPS, inclusi:

  • Lavoratori dipendenti pubblici e privati;
  • Lavoratori autonomi e professionisti iscritti alla Gestione Separata;
  • Lavoratori iscritti a fondi pensione integrativi o complementari.

Come funziona il servizio

Per accedere a “La mia pensione INPS Futura”, gli utenti devono autenticarsi sul sito dell’INPS tramite:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
  • CIE (Carta d’Identità Elettronica);
  • CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Dopo l’accesso, il sistema fornisce:

  • Un calcolo stimato dell’assegno pensionistico basato sui contributi già versati;
  • Una simulazione della data di pensionamento in base alla normativa attuale;
  • Possibili scenari di contribuzione futura, permettendo agli utenti di valutare l’effetto di eventuali variazioni nella loro carriera lavorativa.

Il servizio “Pensami”: una simulazione semplificata

L’INPS mette a disposizione anche “Pensami“, un simulatore che consente di ottenere un’idea generale dell’età pensionabile e del possibile importo dell’assegno, senza la necessità di autenticarsi.

Il servizio è disponibile online sul sito dell’INPS e accessibile anche tramite l’app mobile INPS, offrendo una valutazione rapida basata sulle informazioni fornite direttamente dall’utente. Pensami permette di: ottenere una stima dell’età pensionabile e dell’importo della pensione, oltre che di esplorare diverse ipotesi di carriera lavorativa e contribuzione.