milleproroghe 2025

Milleproroghe 2025: tutte le novità Milleproroghe 2025: sì del Senato alla conversione del decreto che proroga i termini in materia di istruzione, economia e giustizia

Milleproroghe 2025

Il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo (con 97 voti a favore e 57 contrari) sulla conversione in legge del decreto Milleproroghe 2025. Il testo ora passa alla Camera, senza margini di modifica considerato che deve essere convertito entro il 25 febbraio prossimo.

Il provvedimento introduce misure urgenti per estendere termini normativi, tra l’altro, nei settori chiave della PA, della giustizia, della sicurezza e della sanità. Di seguito le disposizioni più rilevanti del ddl di conversione del decreto legge n. 202/2024 come modificato durante l’iter parlamentare.

Rottamazione quater

In materia fiscale l’emendamento finalizzato a ottenere la proroga della rottamazione quater, dopo il suo ritiro, è stato riformulato e approvato. La disposizione prevede nel dettaglio che “Limitatamente ai debiti compresi nelle dichiarazioni precedentemente effettuate per l’adesione alla rottamazione quater, i debitori che al 31 dicembre 2024 sono decaduti dal beneficio possono essere riammessi rendendo la dichiarazione di riammissione entro il 30 aprile 2025.”  Sulle somme dovute dovranno essere calcolati gli interessi del 2% annuo a partire dal 1° novembre e il pagamento potrà avvenire in una soluzione unica entro il 31 luglio 2025 o in dieci rate al massimo dello stesso importo. I dettagli in ogni caso saranno comunicati in seguito.

Il concordato preventivo biennale non è stato prorogato, con il disappunto dei commercialisti, la rottamazione quater invece è stata riaperta. I contribuenti possono  quindi presentare una nuova domanda.

Pubblica Amministrazione

Razionalizzate le assunzioni nella pubblica amministrazione. Le procedure di reclutamento delle amministrazioni statali, delle agenzie e degli enti pubblici, da autorizzare con apposito DPCM, dovranno concludersi entro tre anni. Alla scadenza i termini non saranno più prorogabili.

Dal 2025 le facoltà assunzionali autorizzate per le università statali hanno validità per tre anni, ma non sono previste proroghe ulteriori.

Vengono estesi fino a tutto il 2025 i termini di sospensione delle prescrizioni per i contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti pubblici e dei titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con le pubbliche amministrazioni.

Fino al 31.12.2025 l’avvocatura di Stato potrà avvalersi del personale non dirigenziale senza il nullaosta della pubblica amministrazione di appartenenza e in deroga all’attuale limite del 25%.

Sicurezza e interno: concorsi e carriere

Prorogata al 31.12.2025 la validità delle graduatorie approvate nel 2023 dei concorsi per accedere al Corpo dei Vigili del Fuoco con la qualifica di vigile del fuoco direttore tecnico scientifico in determinati ambiti (chimica e biologia).

Il provvedimento proroga fino al 4 marzo 2026 la possibilità di rinnovare i permessi di soggiorno per i cittadini ucraini beneficiari di protezione temporanea. Per questi ultimi, si introduce anche la possibilità di conversione in permessi per motivi di lavoro.

Economia e finanze

L’annotazione nel registro nazionale degli aiuti di Stato delle misure straordinarie adottate per contrastare il COVID-19, con riferimento all’IMU dovrà essere effettuata entro il 30 novembre 2025.

Viene estesa anche la sospensione delle responsabilità legate alla mancata registrazione di misure straordinarie relative all’IMU fino al 31 dicembre 2025.

Enti locali e regioni potranno richiedere il trasferimento gratuito di immobili pubblici per progetti di riqualificazione finanziati con le risorse del PNRR fino alla fine del 2025.

Si prevede una sospensione di 24 mesi dei procedimenti di revoca dell’autorizzazione all’iscrizione dei confidi nell’albo degli intermediari se vengono meno certi requisiti dimensionali.

Enti sanitari e aziende pubbliche calabresi avranno tempo fino al 31 marzo 2025 per approvare i bilanci pregressi all’anno 2022.

Sanità: i differimenti del Milleproroghe 2025

Fino al 31 dicembre 2027 i professionisti medici ucraini residenti in ucraina prima del 24.02.2024 potranno esercitare temporaneamente sul territorio italiano le professioni sanitarie con la qualifica di OSS.

Per tutto il 2025 per fronteggiare le carenze di personale le aziende e gli enti del SSN potranno conferire incarichi di lavoro autonomo e a tempo determinato a specializzandi, professionisti del settore sanitario, operatori socio sanitari, laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti, anche privi di specializzazione.

Prorogata di un anno la disciplina transitoria che limita la punibilità per gli esercenti delle professioni sanitarie in caso di omicidio colposo e lesioni colpose.

Per ridurre le liste di attesa le Regioni e le province autonome per tutto il 2025 potranno incrementare la tariffa oraria per prestazioni aggiuntive del personale dirigente medico e del personale sanitario. Prorogata per tutto il 2025 la possibilità di conferire incarichi di collaborazione a dirigenti medici, veterinari collocati in quiescenza.

Autorizzata la spesa per il 2025 e il 2026 per avviare progetti finalizzati a rafforzare la prevenzione del tumore al seno.

Per completare l’Ospedale di Siracusa ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2025, per tutto questo periodo e prorogato di conseguenza l’incarico del Commissario straordinario.

Scuola, cultura ed editoria

Nel settore scolastico il provvedimento rimanda al 2025 il possesso dei nuovi requisiti di accesso al concorso per reclutare gli insegnati. Prorogato al 31 dicembre 2025, il termine di chiusura dei contratti a tempo determinato dei dirigenti tecnici del Ministero dell’istruzione e del merito. Prorogata per l’anno scolastico 2025/2026 la previsione che incarica il Ministero dell’istruzione e del merito di individuare le equipe formative territoriali composte da 20 docenti da porre in posizione di comando e da 100 docenti da porre in esonero dall’esercizio delle attività didattiche.

Differito al 3 dicembre 2027 il termine per adeguare gli edifici scolastici alle normative antincendio.

Per il settore museale, le Direzioni Regionali Musei avranno tempo fino al 2025 per completare i progetti con le risorse già allocate.

Per il settore dell’editoria si prorogano le misure Covid-19: per il 2025-2026, si abbassa la soglia minima di copie vendute.

Infrastrutture e trasporti

Fino al 31 agosto 2026 il Commissario incaricato potrà assumere le determinazioni necessarie per avviare e proseguire i lavori del tunnel sub portuale di Genova.

Per fronteggiare nel 2025 i maggiori oneri relativi alla realizzazione degli interventi finanziati anche dal P NRR e affidati al contraente generale dalle società del gruppo ferrovie dello Stato è rinviato al 31 dicembre 2025 il termine relativo alle lavorazioni eseguite o contabilizzate “per le quali sono riconosciute al contraente generale, anche in deroga a specifiche clausole contrattuali, maggiori somme a titolo di revisione dei prezzi.”

Turismo, ambiente e sport

Gli operatori turistici potranno accedere a i crediti fiscali e ai contributi a fondo perduto fino al 2025 per migliorare le loro strutture.

In relazione al maggior flusso turistico ricollegabili al Giubileo della Chiesa cattolica del 2025 per sostenere l’accoglienza dei pellegrini è rifinanziata l’autorizzazione di spesa per il Comune di Pietralcina.

La normativa proroga al 31 dicembre 2027 l’obbligo per le società sportive professionistiche di prevedere, nei propri atti costitutivi, un organo consultivo con pareri obbligatori ma non vincolanti per tutelare gli interessi dei tifosi.

Si estende poi al 31 dicembre 2027 la possibilità per l’Agenzia del Demanio di utilizzare la procedura negoziata, senza bando di gara, per affidare progettazione ed esecuzione dei lavori di riqualificazione dell’area destinata alla «Città dello sport».

Giustizia e sicurezza

La riduzione a 12 mesi del periodo di tirocinio richiesto per i magistrati ordinari è prorogata fino al 2025.

In fase di conversione è stato proposto e poi approvato l’emendamento finalizzato alla proroga del termine della disciplina transitoria relativa alle modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione alla professione forense. Anche nel 2025 l’esame consisterà in una prova scritta (atto giudiziario) e un orale in tre fasi.

Proroga anche per gli avvocati cassazionisti che potranno iscriversi all’albo delle giurisdizioni superiori con le vecchie regole.

Si estendono, inoltre, i termini di operatività per le sezioni distaccate di tribunali in aree insulari e per le intercettazioni centralizzate.

Prorogata al 30 giugno 2025 l’estensione delle condotte scriminabili, l’uso di identità di copertura e la qualifica di pubblica sicurezza al personale  e alle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza. Confermata la possibilità per i Servizi di informazione di colloqui con detenuti per prevenire terrorismo.

 

 

Leggi anche: Legge bilancio 2025: cosa prevede

Allegati

passo carrabile

Passo carrabile Passo carrabile: guida completa sulla normativa, la richiesta, le voci di costo da sostenere e le sanzioni per chi trasgredisce

Cos’è il passo carrabile

Il passo carrabile, detto anche passo carraio, è un elemento fondamentale della viabilità urbana e privata. La sua regolamentazione è contenuta negli articoli 3 e 22 del Codice della Strada (Decreto legislativo n. 285/1992).

Articoli 3 e 22 del Codice della Strada

Il passo carrabile è l’accesso a un’area privata destinata alla sosta o al transito di veicoli dalla pubblica via. Si tratta di un’area che interrompe il marciapiede o la carreggiata e che richiede un’autorizzazione specifica per impedire la sosta dei veicoli davanti all’accesso.

L’articolo 3 del Codice della Strada lo definisce come “un accesso ad area laterale idonea al transito di veicoli” e l’articolo 22 stabilisce che la sua installazione è soggetta a specifica autorizzazione del Comune.

Come si richiede il passo carrabile e quanto costa

Per ottenerlo è necessario presentare una domanda al Comune di competenza, allegando:

  • modulo di richiesta fornito dal Comune;
  • planimetria dell’area privata con la posizione dell’accesso;
  • documentazione fotografica dello stato attuale;
  • dichiarazione di proprietà o consenso del proprietario.

L’autorizzazione è soggetta a valutazione tecnica da parte degli uffici comunali, che verificano la conformità urbanistica e la viabilistica dell’accesso.

Costi per l’autorizzazione

I costi variano in base al Comune e alla tipologia del passo carrabile. Le principali voci di spesa sono rappresentate:

  • dai diritti di segreteria, bolli, spese di istruttoria e sopralluogo;
  • dagli oneri per loccupazione di suolo pubblico (TOSAP o COSAP): il costo annuo dipende dalla metratura e dal regolamento comunale, anche se è bene sapere che alcuni Comuni hanno abolito questa tassa;
  • dal costo del cartello segnaletico;
  • dal costo eventualmente richiesto per la tassa di rinnovo annuale. 

Come deve essere il segnale di passo carrabile?

Il cartello è obbligatorio e deve rispettare le seguenti caratteristiche:

  • deve essere di forma rettangolare;
  • deve avere lo sfondo bianco con il bordo nero;
  • deve contenere la scritta “Passo carrabile” in nero, il numero dell’autorizzazione comunale, il Comune di rilascio e il simbolo del divieto di sosta (circolare con sfondo blu e barra rossa).

Il cartello deve essere ben visibile e posizionato frontalmente all’accesso. La mancanza del segnale rende inefficace il divieto di sosta.

Quali sono le multe per i trasgressori?

Il Codice della Strada all’art. 158, comma 5 prevede per chi parcheggia allo sbocco del passo carrabile;

  • multe da 41 a 168 euro (art. 158 CdS) per i ciclomotori e da 87 a 344 per i restanti veicoli;

Se il proprietario di un passo carrabile trova un veicolo in sosta irregolare, può chiamare la Polizia Municipale, che procederà all’irrogazione della sanzione e alla rimozione del mezzo.

 

Leggi anche: Riforma Codice della strada

liberatoria

Liberatoria: guida e modello Liberatoria: cos’è, come e quando viene utilizzata e modulo in bianco da compilare per l'autorizzazione all'uso di immagini e riprese video

Cos’è una liberatoria?

La liberatoria è un documento con cui una persona concede il proprio consenso a terzi per svolgere una determinata attività o per utilizzare materiali, informazioni o contenuti che la riguardano. Rappresenta uno strumento legale fondamentale per evitare conflitti e garantire che tutte le parti coinvolte abbiano chiari i diritti e gli obblighi in relazione all’oggetto della liberatoria.

A che cosa serve?

La liberatoria ha molteplici scopi, tra cui:

  • consentire l’utilizzo di immagini, video o contenuti personali da parte di aziende, organizzazioni o individui;
  • autorizzare lo svolgimento di attività che potrebbero coinvolgere rischi, come eventi sportivi o manifestazioni;
  • permettere la cessione o l’utilizzo di opere protette da diritto d’autore;
  • sollevare una parte da responsabilità in caso di danni o contestazioni legate a un’attività specifica.

Firmare una liberatoria garantisce trasparenza tra le parti, prevenendo eventuali controversie legali.

Quali tipologie di liberatoria esistono?

Esistono diverse tipologie di liberatorie, a seconda dell’ambito di applicazione. Tra le più comuni troviamo quelle:

  • per luso dellimmagine: autorizza l’utilizzo di foto o video per scopi pubblicitari, editoriali o commerciali. È obbligatoria quando si intende pubblicare contenuti in cui una persona è riconoscibile.
  • per attività sportive: esonera gli organizzatori da responsabilità per eventuali danni o incidenti occorsi durante la partecipazione a un evento sportivo.
  • per il diritto dautore: permette l’utilizzo di opere creative come testi, fotografie o musiche protette da copyright.
  • per responsabilità civile: utilizzata in ambiti diversi per sollevare una parte da responsabilità legate a danni o perdite.

Esempio di modulo di liberatoria

Ecco un esempio di modulo di liberatoria per l’uso dell’immagine:

MODULO DI LIBERATORIA PER LUSO DELLIMMAGINE

Io sottoscritto/a ______________________________, nato/a il ____________, a ________________ e residente in ____________________________,

autorizzo __________________________________________________________ (nome dell’organizzazione o individuo) all’utilizzo delle mie immagini fotografiche e/o riprese video per scopi __________________ (specificare: es. pubblicitari, editoriali, commerciali) senza limiti di tempo né restrizioni geografiche.

Dichiaro inoltre di non avere nulla a pretendere in relazione all’utilizzo del suddetto materiale, rinunciando a qualsiasi richiesta economica o rivendicazione futura.

Luogo e data: __________________

Firma: ________________________

mepa

MePA: il Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione MePA: il mercato elettronico della Pubblica Amministrazione grazie al quale le PA possono acquistare in modo trasparente beni e servizi 

Cos’è il MePA?

Il MePA, acronimo di Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione. Si tratta di una piattaforma digitale gestita da Consip che permette alle amministrazioni pubbliche di effettuare acquisti di beni, servizi e lavori sotto soglia comunitaria in modo semplificato, trasparente ed efficace. Il MePA è uno strumento innovativo, che modernizza i processi di approvvigionamento della PA, garantendo trasparenza e competitività.

Qual è la normativa di riferimento

Il MePA trova fondamento nel DPR n. 101/2002, che ha introdotto l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di utilizzare strumenti elettronici per gli acquisti sotto soglia comunitaria.

Tra le altre normative rilevanti, si segnalano:

  • Codice dei contratti pubblici (D.lgs. n. 50/2016): regolamenta le modalità di approvvigionamento delle amministrazioni pubbliche, confermando l’obbligo di utilizzare piattaforme elettroniche per garantire trasparenza e legalità.
  • Direttive europee sugli appalti pubblici (2014/24/UE e 2014/25/UE): prevedono l’adozione di strumenti elettronici per la gestione degli appalti pubblici, in linea con gli obiettivi del MePA.
  • Legge di bilancio: ogni anno può introdurre disposizioni specifiche per rafforzare o ampliare le funzionalità della piattaforma.

Come funziona il MePA

Il MePA è una piattaforma digitale accessibile a fornitori e amministrazioni pubbliche tramite registrazione sul portale Consip. Ecco come funziona:

  • Registrazione: le imprese interessate a vendere i propri beni e servizi si registrano al MePA, inserendo le informazioni richieste e certificando il possesso dei requisiti richiesti. Le amministrazioni pubbliche si iscrivono per accedere ai cataloghi e avviare procedure di acquisto.
  • Catalogo elettronico: i fornitori possono pubblicare i propri beni e servizi nel catalogo della piattaforma. Le amministrazioni possono consultare il catalogo, confrontare le offerte e selezionare i prodotti che soddisfano le loro esigenze.

Fase di acquisto: modalità

  • Ordine diretto (ODA): consente alle amministrazioni di acquistare direttamente dal catalogo senza ulteriori procedure.
  • Richiesta di offerta (RDO): permette di richiedere offerte personalizzate ai fornitori registrati, promuovendo la competizione e il risparmio.

Trasparenza e tracciabilità

Ogni fase del processo di acquisto viene registrata digitalmente, garantendo la massima trasparenza e semplificando eventuali controlli.

I vantaggi del MePA

Il MePA offre numerosi vantaggi sia per la Pubblica Amministrazione che per i fornitori.

  • Trasparenza: tutti i processi sono tracciati e accessibili, riducendo il rischio di irregolarità.
  • Efficienza: la piattaforma semplifica e velocizza le procedure di acquisto, riducendo i tempi e i costi amministrativi.
  • Competitività: promuove il confronto tra offerte, assicurando migliori condizioni economiche per la PA.
  • Accesso al mercato: consente anche alle piccole e medie imprese di partecipare alle forniture pubbliche.

 

Leggi anche gli articoli relativi all’argomento correlato del Codice dei Contratti pubblici

autonomia differenziata

Autonomia differenziata: referendum inammissibile La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza di inammissibilità sul referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata

Inammissibile referendum autonomia differenziata

La Corte costituzionale si è pronunciata sull’ammissibilità del referendum abrogativo della “Legge 26 giugno 2024, n. 86”, relativo all’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. La richiesta riguardava l’abrogazione totale delle disposizioni previste dalla legge.

La decisione della Corte costituzionale

In camera di consiglio, la Corte ha stabilito l’inammissibilità del quesito referendario. L’Ufficio comunicazione e stampa aveva reso noto di recente che tale giudizio è stato emesso in relazione alla legge n. 86 del 2024, già oggetto della sentenza n. 192 dello stesso anno.

Ora, con la sentenza n. 10/2025, la Corte Costituzionale ha depositato le motivazioni di inammissibilità della richiesta di referendum per l’abrogazione della legge numero 86 del 2024, contenente disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni ordinarie ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Motivi dell’inammissibilità

La Corte ha osservato che la sentenza n. 192/2024 ha profondamente inciso sull’architettura essenziale della predetta legge, dichiarando l’illegittimità costituzionale di molteplici disposizioni della stessa legge e l’illegittimità consequenziale di altre disposizioni, fornendo anche l’interpretazione costituzionalmente orientata di ulteriori disposizioni.

In particolare, la Consulta ha sottolineato che la sentenza in parola ha comportato “il trasversale ridimensionamento dell’oggetto dei possibili trasferimenti alle regioni (solo specifiche funzioni e non già materie), nonché la paralisi dell’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti diritti civili o sociali”.

Ne discende che attualmente non c’è modo di determinare i LEP.

Quesito “oscuro”

La conseguenza è che risulta obiettivamente oscuro l’oggetto del quesito, che originariamente riguardava la legge numero 86 e ora riguarda quel che resta della stessa legge a seguito delle numerose e complesse modifiche apportate dalla sentenza numero 192.

“Ciò pregiudica – per il giudice delle leggi – la possibilità di una scelta libera e consapevole da parte dell’elettore, che la Costituzione garantisce.

Il quesito è inoltre “privo di chiarezza quanto alla sua finalità. La rilevata oscurità dell’oggetto del quesito porta con sé un’insuperabile incertezza sulla stessa finalità obiettiva del referendum. Con il rischio che esso si risolva in altro: nel far esercitare un’opzione popolare non già su una legge ordinaria modificata da una sentenza di questa Corte, ma a favore o contro il regionalismo differenziato”.

La consultazione referendaria – ha concluso la Corte – “verrebbe ad avere una portata che trascende quel che i Costituenti ritennero fondamentale, cioè l’uso corretto – e ragionevole – di questo importante strumento di democrazia. Se si ammettesse la richiesta in esame, si avrebbe una radicale polarizzazione identitaria sull’autonomia differenziata come tale, e in definitiva sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo di revisione costituzionale”.

Leggi anche:

decreto cultura

Decreto cultura: ok della Camera alla conversione Decreto cultura: Piano Olivetti per le aree marginali, fondi per editoria, librerie biblioteche e  misure urgenti per il patrimonio culturale

Decreto cultura: la Camera approva

Il Decreto cultura, n. 201/2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2024 con l’obiettivo di valorizzare la cultura come bene comune, in fase di conversione in legge ha subito alcune modifiche testuali. Una delle misure più interessanti è quella finalizzata ad incoraggiare la lettura, considerata una necessità straordinaria e urgente. Degni di nota anche gli interventi per valorizzare il patrimonio culturale, di cui fanno parte integrante il cinema e il settore audiovisivo.

Il ddl di conversione del decreto è stato approvato dal Senato e in data 5 febbraio 2025 la Camera (con 196 voti favorevoli e 112 contrari) ha votato la fiducia posta dal Governo.

Nella seduta di giovedì 6 febbraio l”Assemblea, con 149 voti favorevoli e 98 contrari, ha approvato il ddl di conversione (C. 2183-A). Il provvedimento passa ora al Senato per il sì definitivo.

Sviluppo della cultura e rigenerazione aree marginali

Il Piano Olivetti prevede interventi mirati per potenziare biblioteche, editoria e rigenerazione culturale, con particolare attenzione alle periferie e alle aree svantaggiate. Esso punta nello specifico a:

  • rendere la cultura accessibile e integrata nella vita delle comunità;
  • promuovere la rigenerazione culturale nelle periferie e nelle aree interne, spesso colpite da marginalità sociale ed economica, anche attraverso il riconoscimento della cultura del movimento e tramite il coinvolgimento del terzo settore in attività di co-progettazione;
  • dare impulso alla produzione giovanile di tipo culturale e artistico;
  • valorizzare biblioteche come luoghi di educazione civica e intellettuale;
  • appoggiare la diffusione e la fruizione delle biblioteche e delle librerie destinate ai bambini, rimuovendo gli ostacoli che limitano la lettura nell’età che precede l’età scolare;
  • incoraggiare l’editoria libraria anche sostenendo le librerie di prossimità;
  • favorire le attività dello spettacolo, il cinema e il settore audiovisivo, la digitalizzazione del patrimonio librario e l’alfabetizzazione digitale.

Il Ministro della Cultura adotterà i dettagli del piano, dopo aver sentito anche l’Autorità delegata in materia di sport entro 90 giorni, in linea con le strategie nazionali per lo sviluppo delle aree interne. Prevista inoltre l’istituzione di posizioni dirigenziali per attuare il piano.

Cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo

Un’unità di missione viene creata per rafforzare i legami culturali con l’Africa e il Mediterraneo. Questa struttura:

  • coordinerà progetti culturali con Stati africani e organizzazioni internazionali;
  • favorirà il dialogo tra istituzioni culturali italiane e africane;
  • promuoverà la valorizzazione del patrimonio culturale africano con partenariati pubblico-privati.

L’unità sarà operativa fino al 2028 e lavorerà a stretto contatto con la cabina di regia del Piano Mattei.

Misure di sostegno per editoria e librerie

Per favorire la diffusione del libro, il decreto istituisce:

  • fondi per l’apertura di nuove librerie nelle aree svantaggiate e prive di librerie, con 4 milioni di euro destinati ai giovani imprenditori under 35. Di questi 4 milioni 1 milione è destinato alle iniziative finalizzate all’apertura di attività il cui almeno 30% sia rappresentato dall’attività libraria;
  • sostegno alle librerie storiche, di prossimità e di qualità con 30 milioni di euro tra il 2025 e il 2026;
  • promozione dell’editoria digitale e rafforzamento delle biblioteche.

Queste misure prevedono anche il potenziamento delle sezioni culturali nei quotidiani, con un fondo di 10 milioni di euro nel 2025.

Celebrazione paesaggio e sostegno istituzioni culturali

Nel 2025, il governo celebrerà il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, con 800 mila euro destinati alle attività commemorative.

Nuovi contributi annuali sosterranno importanti istituzioni culturali italiane, come:

  • la Giunta storica nazionale;
  • l’Istituto italiano per la storia antica;
  • l’Istituto storico per l’età moderna e contemporanea;
  • l’Istituto italiano di numismatica;
  • la Domus Mazziniana.

Questi fondi garantiranno la continuità delle attività istituzionali e delle edizioni critiche di opere storiche.

Decreto cultura: bonus cultura e formazione

Rafforzato il Bonus Cultura 18app, la Carta della Cultura e la Carta del merito. In questo modo si vuole favorire l’accesso dei giovani alla cultura, premiando anche il merito scolastico.

Patrimonio culturale: tutela e valorizzazione

Il testo prevede anche misure per semplificare gli interventi sul patrimonio culturale, il cinema e il settore audiovisivo e prevede importanti forme di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale.

Dal 1° gennaio 2025 la segnalazione certificata sostituisce autorizzazioni, concessioni e licenze per incoraggiare la realizzazione di spettacoli dal vivo come teatro, musical, danza, proiezioni cinematografiche nelle ore comprese tra le 8.00 e le ore 1.00 del giorno seguente.

 

Leggi anche: Carta della cultura e del merito: come richiederle

Allegati

spoils system

Spoils System: la guida Spoils System: che cos’è, normativa di riferimento dell'istituto, cosa dice la giurisprudenza e aspetti critici

Cos’è lo Spoils System?

Lo Spoils System, letteralmente “sistema delle spoglie”, è un meccanismo amministrativo-politico che prevede la sostituzione di funzionari pubblici o dirigenti con soggetti scelti direttamente dal governo in carica. Originariamente nato negli Stati Uniti, lo Spoils System si basa sul principio secondo cui, con il cambio di governo, anche gli incarichi apicali nell’amministrazione pubblica possono essere riassegnati per allineare la gestione alle politiche del nuovo esecutivo. Questo sistema è spesso al centro di dibattiti sul bilanciamento tra autonomia della pubblica amministrazione e influenza politica.

Normativa sullo Spoils System in Italia

In Italia, lo Spoils System ha trovato applicazione con specifiche disposizioni legislative, pur rimanendo limitato rispetto al modello statunitense.

  • Legge n. 145/2002: ha introdotto nel nostro ordinamento il principio secondo cui alcuni incarichi dirigenziali nella Pubblica Amministrazione possono cessare anticipatamente in caso di cambio di governo. L’obiettivo dichiarato della legge è quello di garantire maggiore coerenza tra le scelte politiche del nuovo esecutivo e la direzione amministrativa.
  • lgs. n. 165/2001: disciplina il rapporto di lavoro dei dirigenti pubblici, prevedendo che gli incarichi apicali abbiano una durata definita e possano essere revocati in determinate circostanze, tra cui il cambio di governo.
  • lgs. n. 150/2009 (Riforma Brunetta): ha ulteriormente regolamentato la dirigenza pubblica, limitando l’applicazione dello Spoils System a incarichi dirigenziali di carattere fiduciario.

Giurisprudenza delle corti superiori

La giurisprudenza italiana si è più volte pronunciata sullo Spoils System, definendo i limiti e le condizioni di applicazione di questo sistema.

  • La Corte costituzionale ha stabilito che lo Spoils System non può essere applicato indiscriminatamente, ma solo in relazione a incarichi dirigenziali strettamente collegati alla funzione politica. Sentenze come la 103/2007 hanno ribadito che la revoca degli incarichi deve rispettare i principi di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione sanciti dall’art. 97 della Costituzione.
  • Il Consiglio di Stato nel parere n. 1979/2022 ha chiarito che la cessazione degli incarichi dirigenziali dopo 90 giorni dal voto di fiducia non impedisce al nuovo Governo di revocare l’incarico prima di tale termine, che rappresenta solo un limite massimo. Lo spoils system, applicabile a poche figure apicali per garantire coesione tra politica e amministrazione, non vincola il nuovo esecutivo alle scelte del precedente. L’efficienza dell’azione di governo non impone un’attesa obbligata fino ai 90 giorni, né l’ 19, comma 8, del d.lgs. 165/2001 conferisce un diritto alla permanenza per tale periodo.
  • La Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 15971/2024 ha invece sancito che“Ai fini dellapplicazione della normativa sul c.d. spoils system, la natura apicale dellincarico conferito con contratto a un dirigente va valutata tenendo conto, in linea di principio, della qualificazione formale di tale incarico contenuta nel contratto medesimo, senza che rilevi di per sé il semplice richiamo dell 16, comma 1, d.lgs. n. 165 del 2001, il quale individua le funzioni dei dirigenti di uffici dirigenziali generali statali, pur se in astratto incompatibile con la menzionata qualificazione. Per superare il dato formale, dal quale, comunque, occorre partire, è necessario verificare non tanto i poteri attribuiti al detto dirigente in concreto, ma se egli sia stato posto a capo di una struttura che, da un punto di vista organizzativo, abbia le stesse caratteristiche di un ufficio apicale, in modo da distinguersi e aggiungersi, per la sua totale autonomia, a quelli già esistenti”. 

Critiche e implicazioni dello Spoils System

Lo Spoils System è oggetto di critiche per il rischio di politicizzazione della Pubblica Amministrazione e di perdita di competenze tecniche nei ruoli apicali. Tuttavia, i sostenitori sottolineano che esso consente un migliore allineamento tra amministrazione e obiettivi politici del governo in carica.

 

Leggi anche: Spoil system solo per i dirigenti apicali

giurista risponde

Contratto pubblico e affidamento: la motivazione della decisione di non aggiudicare La decisione di non aggiudicare un appalto deve essere motivata anche nella fase antecedente all’aggiudicazione?

Quesito con risposta a cura di Claudia Buonsante

 

Si, la decisione di non aggiudicare un appalto deve essere motivata anche prima dell’aggiudicazione, sussistendo un affidamento dell’operatore economico (T.A.R. Sicilia, Catania, sez. I, 7 novembre 2024, n. 3683).

Preliminarmente, in base all’art. 90 del D.Lgs. 36/2023, la decisione di non aggiudicare un appalto deve essere necessariamente comunicata e la medesima decisione deve essere, senza alcuna attenuazione, espressamente motivata anche nella fase antecedente alla aggiudicazione.

Inoltre, alla luce dell’art. 5 del codice dei contratti pubblici, per il principio di buona fede, anche prima dell’aggiudicazione sussiste un affidamento dell’operatore economico sul legittimo esercizio del potere e sulla conformità del comportamento amministrativo al detto principio.

Pertanto, la caducazione della procedura, per altro a fronte di una posizione comunque differenziata relativa al partecipante alla selezione, la cui offerta, seppur in via provvisoria, è stata ritenuta migliore, deve trovare una solida motivazione.

Il principio della reciproca fiducia non può non confluire nel principio di trasparenza ed efficienza. Il comportamento delle stazioni appaltanti va relazionato all’assoluta rappresentazione, in qualunque fase, delle motivazioni che ne determinano l’operato e ciò ancor più laddove viene messa nel nulla una procedura avviata dalla medesima amministrazione, senza che la stessa, per altro, venga definitivamente caducata, ma eventualmente riproposta emendata da asseriti errori procedurali, che devono essere tali da dover necessariamente determinare l’impossibilità di concludere l’originario procedimento.

 

(*Contributo in tema di “Contratto pubblico e affidamento: la motivazione della decisione di non aggiudicare”, a cura di Claudia Buonsante, estratto da Obiettivo Magistrato n. 80 / Dicembre 2024 – La guida per affrontare il concorso – Dike Giuridica)

difensore civico

Difensore civico: chi è e cosa fa Difensore civico: una breve guida all’organo indipendente che tutela i cittadini fungendo da intermediario con la Pubblica Amministrazione

Chi è il difensore civico?

Il difensore civico è un organo indipendente che opera a tutela dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione, garantendo trasparenza, legalità ed efficienza nell’azione amministrativa. Questa figura, presente a livello comunale, provinciale e regionale, funge da intermediario tra i cittadini e l’amministrazione, raccogliendo segnalazioni, reclami o suggerimenti e promuovendo soluzioni a favore del buon andamento della pubblica amministrazione.

Qual è la normativa di riferimento?

L’importante figura trova il suo fondamento nella Costituzione italiana e nella legislazione ordinaria.

Articolo 97 della Costituzione: prevede il principio di buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione, valori che il difensore è chiamato a garantire.

Legge n. 142/1990: ha introdotto per la prima volta il difensore civico come organo previsto dagli statuti comunali e provinciali.

Decreto legislativo n. 267/2000 (TUEL): conferma la possibilità per gli enti locali di istituire questa figura nei propri statuti, delineandone le competenze e le modalità operative.

Leggi regionali: ogni Regione può disciplinare l’istituzione e il funzionamento del difensore a livello territoriale, definendo compiti specifici e ambiti di intervento.

Quali sono le funzioni del difensore civico?

Il difensore civico ha il compito principale di vigilare sull’attività amministrativa, verificando che essa sia conforme ai principi di legalità ed equità. I suoi compiti principali sono:

  • raccogliere segnalazioni da parte dei cittadini su presunti abusi o disfunzioni amministrative;
  • proporre soluzioni o mediazioni per risolvere controversie tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione;
  • promuovere trasparenza e accesso agli atti amministrativi, garantendo il diritto di informazione e partecipazione;
  • segnalare criticità sistemiche nell’amministrazione ai responsabili degli enti pubblici.

Giurisprudenza sul difensore civico

La giurisprudenza ha contribuito a chiarire sia suoi i limiti che le su prerogative.

  • Consiglio di Stato: ha ribadito che il difensore civico non ha poteri decisionali vincolanti, ma può esercitare un’importante funzione di moral suasion nei confronti della Pubblica Amministrazione, favorendo la risoluzione delle controversie.
  • Corte costituzionale: in diverse sentenze ha sottolineato l’importanza di questo organo come strumento di tutela dei diritti dei cittadini, integrando il sistema di garanzie previsto dall’articolo 97 della Costituzione.
  • Tar: ha riconosciuto il ruolo del difensore nell’accesso agli atti amministrativi, chiarendo che le sue segnalazioni possono spingere l’amministrazione a rivedere le proprie decisioni per rispettare i principi di trasparenza e legalità.

Criticità e prospettive del difensore civico

Nonostante la sua rilevanza, la figura del difensore civico non è presente in tutti gli enti locali, con una distribuzione territoriale disomogenea. Le risorse limitate e la mancanza di obbligatorietà nella sua istituzione rappresentano sfide significative. Il suo ruolo tuttavia è sempre più riconosciuto come fondamentale per garantire un’amministrazione pubblica più accessibile e responsabile.

 

Leggi anche gli altri articoli di diritto amministrativo

decreto flussi

Decreto flussi: cosa prevede la legge Decreto flussi: quote rosa, nulla osta, Carta Blu UE e protezione internazionale, tutte le novità della legge e il calendario del click day

Decreto flussi, in vigore

Il disegno di legge di conversione del Decreto Flussi (decreto legge n. 145/2024), dopo l’ok della Camera con la fiducia del 26 novembre scorso, ha ottenuto il sì definitivo del Senato, sempre con rinnovata fiducia al Governo (99 sì, 65 no e un astenuto) diventando quindi legge dello Stato.

Il testo, in cui è confluito il decreto “Paesi Sicuri”, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 dicembre, per entrare in vigore l’11 dicembre 2024.

La nuova legge n. 187/2024, approvata tra le polemiche, introduce importanti cambiamenti nella gestione dei flussi migratori, concentrandosi sull’inclusione e la protezione dei diritti dei lavoratori stranieri e delle donne.

Per il lavoro subordinato, sia stagionale che non stagionale, è riservata una quota del 40% alle donne nei settori dell’assistenza familiare e sociosanitaria. Le associazioni rappresentative degli stranieri avranno un ruolo chiave nell’accompagnare i nuovi arrivati, offrendo percorsi informativi e facilitando il dialogo con le prefetture. Le richieste di permesso di soggiorno saranno rifiutate se il datore di lavoro è implicato in crimini legati allo sfruttamento o alla tratta di persone. Per i lavoratori altamente qualificati le condizioni per ottenere la Carta Blu UE saranno chiaramente delineate online. I richiedenti che non presenteranno la domanda entro 90 giorni perderanno l’accesso alle misure di accoglienza e saranno soggetti a una procedura accelerata con rischio di rimpatrio.

Decreto flussi: le novità più importanti

Ecco una panoramica delle principali novità introdotte dalla nuova legge.

Contratti di soggiorno digitalizzati

Una delle innovazioni principali riguarda l’obbligo di firmare il contratto di soggiorno in formato digitale entro otto giorni dall’arrivo in Italia. Per i lavoratori stagionali nei settori agricolo e turistico, sarà possibile rinnovare o stipulare nuovi contratti entro 60 giorni dalla scadenza del precedente tramite la piattaforma Siisl. Anche i lavoratori altamente qualificati beneficeranno della digitalizzazione.

Ingressi fuori quota per assistenza familiare

Per il 2025, si prevede l’autorizzazione di 10.000 ingressi fuori quota destinati agli assistenti per anziani e disabili. La gestione delle richieste sarà affidata a enti autorizzati come agenzie per il lavoro o associazioni datoriali che accompagneranno i lavoratori nel processo d’assunzione.

Aumento delle quote per lavoratori stagionali

Il limite degli ingressi per lavoratori stagionali passa da 93.550 a 110.000 unità, privilegiando coloro provenienti da Paesi con accordi di cooperazione attivi. Le quote includono 47.000 ingressi per l’agricoltura e 37.000 per il turismo, ponendo attenzione alla provenienza regolare delle richieste.

Decreto flussi: pianificazione triennale

Fino al 2028 sarà possibile pianificare le quote d’ingresso attraverso Dpcm, continuando la strategia adottata nel triennio 2023-2025. Ogni datore può richiedere fino a tre nulla osta, salvo eccezioni per associazioni di categoria.

Click day 2025: il calendario del Ministero

Nella giornata di martedì 4 febbraio 2025 il Ministero degli Interni ha riepilogato il calendario per il click day necessario per inviare le domande di assunzione:

  • 5 febbraio per i lavoratori subordinati non stagionali (edilizia, meccanica, telecomunicazioni, cantieristica navale, trasporto merci);
  • 7 febbraio per i lavoratori subordinati non stagionali per il settore dell’assistenza familiare socio sanitaria e per i lavoratori residenti in Venezuela, ma di origini italiane. Da questa data e solo per quest’anno sarà possibile inoltrare anche domande, al di fuori delle quote, ma nel limite di 1000 istanze, per assumere lavoratori dell’assistenza familiare o sociosanitaria per disabili e grandi anziani;
  • 12 febbraio per i lavoratori subordinati stagionali del settore agricolo e turistico-alberghiero.

Abolizione del silenzio-assenso

Per i lavoratori provenienti da Paesi considerati ad alto rischio come Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka, è abolito il silenzio-assenso. Entro il 2025 verrà stilato un elenco aggiornato degli Stati ad alto rischio dal Ministero degli Esteri.

Protezione contro lo sfruttamento

Chi denuncia lo sfruttamento avrà diritto a permessi di soggiorno rinnovabili ogni sei mesi e accesso a programmi d’inclusione sociale e lavorativa. Il decreto assegna fondi specifici a queste misure introducendo sanzioni più severe contro gli sfruttatori.

Controllo su ONG e soccorsi

Il Ministro dell’Interno può limitare o vietare il transito delle navi ONG per ragioni di ordine pubblico con multe fino a 50.000 euro e fermo amministrativo della nave. Regole simili valgono anche per gli aerei impiegati nelle operazioni di monitoraggio con sanzioni tra i 2.000 e i 10.000 euro.

Ispezione dei dispositivi elettronici dei migranti

Le procedure di identificazione si rafforzano consentendo l’ispezione dei dispositivi mobili esclusa la corrispondenza privata; ogni operazione deve essere confermata da un giudice entro due giorni.

Decreto flussi: elenco dei “Paesi sicuri”

Viene introdotta una lista comprendente Albania, Marocco e Tunisia tra altri diciannove “Paesi sicuri”, dove le richieste d’asilo saranno trattate con procedura accelerata riducendo i tempi, ma sollevando critiche dalle Corti giuridiche.

“Emendamento Musk” su competenze giudiziarie

Un emendamento sposta la competenza sui trattenimenti migranti alle Corti d’Appello dalle sezioni specializzate in immigrazione generando preoccupazioni tra magistrati sul rischio di rallentamenti nei processi.

Requisiti più severi per ricongiungimenti familiari

Si introducono requisiti più stringenti per chi si vuole riunire alla propria famiglia: due anni consecutivi d’abitazione in Italia necessari ai richiedenti; verifiche più rigorose sull’alloggio; riduzione dei termini per ricorrere contro rigetti.

Fondi aggiuntivi assunzioni e cooperazione internazionale

Sono previsti fondi destinati all’assunzione presso ministeri ed enti esteri dal prossimo anno: ulteriori risorse potenziano progetti cooperativi internazionali incrementando finanziamenti emergenziali nazionali fino cinque milioni insieme ai trentacinque milioni dedicati sviluppando collaborazioni poliziesche terze parti stati coinvolti sotto accordo cooperativo nazionale stabilito precedentemente.

Aspetti critici del Decreto Flussi

Il Decreto Flussi (e la sua legge di conversione) costituisce un passo rilevante nella politica migratoria italiana cercando equilibrio tra controllo flussi integrazione economica straniera, tuttavia alcuni punti, come la gestione dei ricongiungimenti e le limitazioni disposte nei confronti delle ONG stanno sollevando dibattiti piuttosto accesi dentro e fuori dal Parlamento.

 

Leggi anche: Decreto Paesi sicuri