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Pensioni 2025: le novità della manovra Pensioni 2025: la manovra di bilancio prevede misure di poco rilievo, che non portano benefici di rilievo per i  pensionati italiani

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Pensioni 2025: nuove regole, più flessibilità

La legge di bilancio 2025 introduce significative novità sul fronte delle pensioni, con l’obiettivo di migliorare la flessibilità in uscita. Tra le principali modifiche spicca la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni, grazie al cumulo dei fondi di previdenza complementare. Tuttavia, non mancano criticità e dibattiti tra governo e parti sociali.

Pensioni 2025 di tipo contributivo: nuove opzioni di anticipo

Dal 2025, i lavoratori che hanno aderito al sistema contributivo puro potranno richiedere la pensione anticipata a 64 anni. Per farlo, dovranno accumulare almeno 20 anni di contributi e raggiungere un importo minimo di trattamento pari a tre volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili nel 2024).

La grande novità è la possibilità di includere nel calcolo anche la rendita dei fondi di previdenza complementare. Questa modifica permette di colmare eventuali lacune nel raggiungimento della soglia minima richiesta. Tuttavia, il requisito contributivo aumenterà progressivamente: 25 anni nel 2025 e 30 anni dal 2030.

Chi non ha aderito alla previdenza complementare continuerà a seguire le regole attuali. Potrà accedere alla pensione anticipata a 64 anni solo se il trattamento previsto soddisfa i requisiti minimi senza l’apporto di rendite integrative.

Questa differenza ha alimentato critiche da parte dei sindacati, che sottolineano un aumento delle disuguaglianze tra lavoratori. Secondo la CGIL, le nuove regole rendono più oneroso il pensionamento anticipato, limitandolo di fatto a chi dispone di risorse aggiuntive.

 

Le agevolazioni per le donne

Le madri di quattro figli potranno accedere alla pensione con un anticipo di 16 mesi rispetto all’età ordinaria. Questa misura si aggiunge alle agevolazioni già in vigore per le donne con uno o due figli, che possono accedere con soglie ridotte.

 

Pensioni minime 

Per quanto riguarda le pensioni minime, la manovra prevede un incremento simbolico a partire dal 2025. Inoltre, le soglie di reddito massimo per accedere all’assegno sociale aumentano di 100 euro annui.

 

Perequazione pensioni residenti allestero

Per i residenti all’estero, nel 2025 non sarà riconosciuto l’incremento derivante dalla perequazione automatica per i trattamenti pensionistici individuali complessivi superiori all’importo minimo stabilito dal regime generale INPS. Questa esclusione eccezionale avrà effetti anche sui ratei futuri. Resta comunque garantito l’incremento fino a raggiungere l’importo minimo, adeguato secondo la perequazione automatica.

 

Critiche e prospettive future

La manovra ha ricevuto elogi e critiche. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha definito l’emendamento sui fondi complementari un passo storico verso una maggiore flessibilità. Secondo Durigon, la misura affronta il problema delle pensioni povere, sempre più frequenti con il sistema contributivo puro.

I sindacati, invece, accusano il governo di non aver mantenuto la promessa di superare la legge Fornero. Inoltre, sottolineano come l’aumento dei requisiti contributivi penalizzi ulteriormente i lavoratori più giovani e precari.

Il bilancio preventivo dell’INPS per il 2025 prevede un disavanzo di 9,3 miliardi di euro, in linea con i dati dell’anno precedente. La crescita della spesa previdenziale, trainata dall’inflazione e dall’invecchiamento della popolazione, resta una sfida cruciale per il governo.

La legge di bilancio 2025 introduce misure interessanti, ma non risolve i nodi strutturali del sistema pensionistico. Se da un lato incentiva l’uso dei fondi integrativi, dall’altro alza l’asticella per il pensionamento anticipato, creando nuove disuguaglianze. Resta da vedere se queste riforme sapranno garantire un equilibrio tra sostenibilità finanziaria e tutela dei diritti dei lavoratori. Per ora, il dibattito resta aperto.

 

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