call center agenzia entrate

Agenzia Entrate: nuovi numeri call center Sono attivi dal 22 aprile 2024 i nuovi numeri per contattare il call center dell'Agenzia delle Entrate da mobile e dall'estero

Call center Agenzia Entrate

Dal 22 aprile 2024, sono cambiati i contatti dell’Agenzia delle Entrate per chi chiama da mobile o da fuori Italia. I numeri da segnare in agenda sono: 06.97.61.76.89 per le chiamate da cellulare (che sostituisce lo 06.96.66.89.07) e 06.45.47.04.68 per le chiamate da estero (che prende il posto dello 06.96.66.89.33).

Resta invariato, invece, il numero verde da rete fissa: 800.90.96.96.

Con un messaggio audio, il fisco sta comunicando la novità agli utenti del call center in attesa di parlare con un consulente. Inoltre, chi nei prossimi mesi continuerà a utilizzare i vecchi recapiti sarà informato sempre tramite messaggio audio sui numeri corretti.

Assistenza a 360°

I servizi disponibili tramite l’assistenza telefonica dell’Agenzia sono molteplici e spaziano dal chiedere informazioni su novità e scadenze fiscali, fino all’assistenza su comunicazioni di irregolarità, allo stato di un rimborso.

Il costo delle chiamate da cellulare e dall’estero dipende dal piano tariffario del chiamante, mentre da rete fissa il servizio è gratuito.

Per maggiori informazioni è possibile consultare l’apposita sezione del sito internet dell’Agenzia Contatti e assistenza – Assistenza fiscale (agenziaentrate.gov.it).

Niente Imu se si è denunciata l’occupazione abusiva La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 9, comma 1, del DLGS 23/2011 che contempla l'IMU per gli immobili occupati abusivamente anche se è stata presentata tempestiva denuncia penale

IMU e occupazione abusiva immobile

L’Imu non va pagata se si è denunciata penalmente l’occupazione abusiva dell’immobile. Questo quanto si ricava dalla sentenza n. 60-2024, con cui la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale) nella parte in cui non prevede che non sia dovuta l’IMU per gli immobili occupati abusivamente relativamente ai quali sia stata presentata una tempestiva denuncia in sede penale.

La qlc

La questione è stata sollevata dalla sezione tributaria della Cassazione per violazione degli artt. 3, primo comma, 53, primo comma, 42, secondo comma, Cost. e 1 Prot. addiz. CEDU, per contrasto con i principi di capacità contributiva, uguaglianza tributaria, ragionevolezza e di tutela della proprietà privata in quanto per gli immobili abusivamente occupati e di cui sia precluso lo sgombero per cause indipendenti dalla volontà del contribuente verrebbe a mancare il presupposto dell’imposta, ossia l’effettivo e concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene.

Denuncia occupazione immobile

Secondo la Corte costituzionale, “è innegabile che nelle ipotesi in cui un immobile sia stato occupato in esplicito contrasto con la volontà del proprietario il quale si sia anche occupato di denunciare tempestivamente l’accaduto in sede penale, difetti, in relazione all’immobile occupato abusivamente, la capacità contributiva in capo a chi abbia subito impotente la suddetta occupazione, cosicché «si finirebbe per tassare una ricchezza inesistente laddove, invece, ogni prelievo tributario deve avere una causa giustificatrice in indici concretamente rivelatori di ricchezza» (sentenze n. 10 del 2023 e 120 del 2020).
Del resto il legislatore è già intervenuto in questo senso con l’art. 1, comma 81, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, a decorrere dal 1° gennaio 2023, stabilendo che «Sono esenti dall’imposta, per il periodo dell’anno durante
il quale sussistono le condizioni prescritte, gli immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’Autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del
codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale»: la Corte costituzionale, con la sentenza in parola, è come se avesse esteso retroattivamente la portata di tale norma.

Allegati

riforma fiscale

Riforma fiscale: modelli dichiarativi semplificati Dal 730 precompilato al semplificato e dichiarazioni Iva e Irap più snelle, tante le novità in arrivo annunciate dall'Agenzia delle Entrate sul fronte della riforma fiscale

Modelli dichiarativi semplificati

Diverse le novità in arrivo sul fronte delle dichiarazioni dei redditi. Modalità semplificata per il 730, fruibile da lavoratori dipendenti e pensionati già a partire dal 2024 ma anche modelli Iva e Irap più snelli.  Sono solo alcune  delle novità  previste dal decreto Adempimenti tributari (Dlgs n. 1/2024), che recepisce alcuni principi direttivi della riforma fiscale (Legge n. 111/2023) e su cui l’Ageniza delle Entrate con la circolare 8/E fornisce agli uffici le istruzioni operative.

Modello 730 precompilato e presentazione semplificata

Dal 2024, con la presentazione semplificata della dichiarazione dei redditi precompilata, l’Agenzia delle Entrate rende disponibili al contribuente, in modo analitico, le informazioni in proprio possesso, che possono essere confermate o modificate. Queste informazioni, in particolare, saranno disponibili in un’apposita sezione dell’applicativo web della dichiarazione precompilata, accessibile tramite l’area riservata del sito dell’Agenzia.

I contribuenti interessati, spiegano dal fisco, “utilizzando un percorso guidato e semplificato, potranno confermare o modificare le informazioni in possesso delle Entrate che, una volta definite, saranno riportate in via automatica nei campi corrispondenti della dichiarazione dei redditi modello 730, facilitando la compilazione della dichiarazione precompilata”.

Le modalità tecniche di accesso al nuovo sistema di interazione saranno definite da uno specifico provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sentito il Garante per la protezione dei dati personali.

Modello 730 semplificato: platea estesa e redditi esteri

La possibilità di presentare la dichiarazione semplificata sarà progressivamente estesa a tutti i contribuenti non titolari di partita Iva. A titolo esemplificativo, il modello di dichiarazione semplificato potrà essere presentato, a regime, anche da parte dei soggetti, non titolari di partita Iva, che non conseguono redditi di lavoro dipendente o assimilati, ma esclusivamente redditi di capitale.

Un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate stabilirà la graduale inclusione di nuove tipologie reddituali tra quelle dichiarabili mediante il modello 730 semplificato.

Semplificazioni per le partite IVA

Tra le novità, modelli dichiarativi Redditi, Iva e Irap più snelli grazie alla progressiva eliminazione delle informazioni non rilevanti ai fini della liquidazione dell’imposta o acquisibili dall’Agenzia delle Entrate dalle banche dati proprie, oppure, nella titolarità di altre amministrazioni. La riduzione delle informazioni interesserà in particolare i crediti d’imposta derivanti da agevolazioni per gli operatori economici.

Viene estesa inoltre anche a lavoratori autonomi e imprenditori, seppur in fase di sperimentazione, la dichiarazione dei redditi precompilata.

Nuovo calendario dichiarativo

Ad essere modificati anche i termini ordinari di presentazione delle dichiarazioni, in materia di imposte sui redditi (modello Redditi) e Irap, inclusa la dichiarazione dei sostituti d’imposta (modello 770), per gli anni 2024 e seguenti, fermi restando i termini relativi alla presentazione del modello 730.

All’interno della circolare una tabella esplicativa illustra i nuovi termini.

sicurezza lavoro

Infortuni sul lavoro: insediata la commissione Dal 24 aprile 2024 la commissione Sicurezza sul lavoro voluta dal Guardasigilli si insedia a via Arenula con il compito di operare per la prevenzione contro gli infortuni sul lavoro

Commissione Sicurezza sul lavoro

Prevenire gli infortuni sul lavoro. Questo l’obiettivo della Commissione Sicurezza sul lavoro che dal 24 aprile 2024 si insedia in via Arenula. Il gruppo di studio, sulle norme in materia di sicurezza sul lavoro, istituito dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, con decreto del 27 marzo 2024, d’intesa con il ministero del Lavoro delle politiche sociali, guidato da Marina Elvira Calderone, è presieduto dal viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.

Compiti della Commissione

Alla Commissione è affidato il mandato di analizzare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale, verificarne limiti, criticità e prospettive, per poi formulare proposte di intervento.

Punto di partenza è la drammatica frequenza di incidenti e la consapevolezza che a contribuire alla sicurezza sul lavoro concorrono, come indicato nel decreto ministeriale, molteplici fattori tra cui “l’aggiornamento continuo, la formazione di una coscienza diffusa di responsabilità, l’accurata vigilanza e sorveglianza sui posti di lavoro, precise regole di comportamento e una stretta collaborazione tra lavoro e ricerca”.

Membri della Commissione

Accanto al Presidente, Viceministro Francesco Paolo Sisto, fanno parte della commissione:

Silvia Berra – Responsabile dell’area ambiente, sicurezza, sostenibilità dell’Unione industriale biellese,

Matteo Caputo – Ordinario Università cattolica del Sacro cuore

Francesco Comparone – Vicecapo di Gabinetto

Antonio Corbo – Consigliere della Corte di cassazione

Cristiano Cupelli – Ordinario Università di Roma Tor Vergata

Fabrizio D’Ascenzo – Presidente dell’Inail

Emilio Ferrari – Ordinario Università degli studi di Bologna

Giuseppe Nano – Ordinario del Politecnico di Milano

Michele Sarno – Avvocato del Foro di Salerno

Nicola Selvaggi – Vicecapo dell’Ufficio legislativo

Luigi Vimercati – Ordinario dell’Università degli studi di Bari.

La commissione avrà un anno per formulare delle  proposte.

Ai lavori della Commissione partecipano anche i Sottosegretari, il Capo dell’Ufficio legislativo i Capi del Dog e del Dag.

intercettazioni eppo

Intercettazioni EPPO: il parere del Garante Privacy Il Garante Privacy ha dato parere positivo alla costituzione del database nazionale per le intercettazioni della procura UE

Intercettazioni EPPO

Il Garante Privacy ha dato il via libera  al decreto che istituisce l’archivio nazionale dei verbali e delle registrazioni delle intercettazioni disposte dalla Procura europea (EPPO. European Public Prosecutor’s Office) mediante postazioni individuate in alcune Procure nazionali.

L’Autorità ha chiesto, tuttavia, che vengano adottate ulteriori misure tecnologiche a protezione dei dati.

Cos’è EPPO

L’EPPO è un’istituzione indipendente dell’Unione europea, operativa dal 1° giugno 2021, con sede in Lussemburgo competente ad indagare e perseguire reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE.

Il database nazionale intercettazioni

Lo schema di decreto del Ministro della giustizia, esaminato dal Garante, disciplina le modalità di conservazione e di consultazione dei dati contenuti nell’archivio e i soggetti legittimati all’accesso mediante le postazioni istituite presso le sedi di servizio dei Procuratori europei delegati.

Potranno dunque accedere all’archivio nazionale il giudice che procede e i suoi ausiliari; il pubblico ministero e i suoi ausiliari, ivi compresi gli ufficiali di polizia giudiziaria delegati all’ascolto; i difensori delle parti assistiti, se necessario, da un interprete.

L’archivio nazionale, tenuto sotto la direzione e la sorveglianza esclusive del Procuratore europeo o, nei casi previsti, del Procuratore europeo delegato, conserverà la versione integrale di tutti i verbali e di tutte le registrazioni delle intercettazioni eseguite nei procedimenti in cui la Procura europea ha esercitato la sua competenza, nonché ogni altro atto ad esse relativo.

Il parere del Garante

Nel rilasciare parere favorevole, il Garante ha ritenuto che il decreto non presenta particolari criticità sotto il profilo della protezione dei dati, ma ha comunque richiesto – in analogia con i sistemi nazionali – “che venga previsto, riguardo ai flussi informativi e la memorizzazione dei dati, il ricorso a tecniche crittografiche, utilizzando protocolli di rete sicuri e algoritmi di cifratura robusti, anche tenendo conto di eventuali raccomandazioni fornite dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”.

Inoltre, l’autorità ha chiesto di “adottare procedure di autenticazione informatica a più fattori, con credenziali e dispositivi di autenticazione assegnati all’utente e auspicabilmente gestiti direttamente dal Ministero della giustizia”.

Lo schema di decreto, infine, dovrà contenere misure volte a garantire la continuità operativa e il disaster recovery (ripristino dei sistemi), nonché rilevare, tramite specifici alert, comportamenti anomali o a rischio, prevedendo il tracciamento delle operazioni compiute e audit con cadenza almeno annuale.

INPS per tutti: operativo il canale WhatsApp L'INPS comunica la partenza del nuovo canale WhatsApp "INPS per tutti" dedicato a cittadini, famiglie, lavoratori, imprese e pensionati

INPS per tutti

Anche l’INPS approda su WhatsApp con il canale “INPS per tutti”. Ne dà notizia l’istituto stesso con il messaggio n. 1406 del 9 aprile 2024, per informare la cittadinanza che il canale avviato in via sperimentale il 19 febbraio scorso è pienamente operativo.
Il canale è dedicato a imprese, pensionati, lavoratori, famiglie e cittadini.

“L’attivazione del canale WhatsApp, che in fase sperimentale ha visto già l’iscrizione di 78.891 utenti, nasce dalla volontà di utilizzare le potenzialità dell’app di messaggistica più diffusa in Italia con l’obiettivo di facilitare la diffusione capillare di informazioni chiare, tempestive e rilevanti verso un più ampio bacino di utenza” spiega l’istituto.

Le tematiche

Il canale “INPS per tutti” propone contenuti attinenti alle tematiche di maggiore attualità e interesse, attraverso brevi news, video, link, immagini che saranno visualizzati sugli smartphone degli utenti iscritti, offrendo agli stessi  la garanzia di una totale riservatezza dei propri dati personali, tra cui nome e numero di telefono (dati, infatti, non visibili a INPS).

I messaggi saranno contraddistinti da elementi grafici di colore diverso in base ai temi oggetto delle comunicazioni; in particolare:

  • verde per imprese e liberi professionisti,
  • giallo per le informazioni a tema lavoro,
  • arancione per i messaggi a tema pensione e previdenza,
  • rosso per argomenti come sostegni, sussidi e indennità
  • blu per le comunicazioni di carattere istituzionale come eventi o osservatori.

Come iscriversi

Ci si può iscrivere al canale WhatsApp “INPS per tutti”:

  •  cliccando sul link di condivisione del canale (https://whatsapp.com/channel/0029VaPPgwX3rZZXc88ZQM34, generabile da ciascun iscritto);
  • oppure inquadrando il QR-Code allegato al messaggio e presente sui poster affissi nelle sale dedicate al ricevimento al pubblico delle sedi territoriali INPS. Le indicazioni necessarie per acquisire telematicamente il QR code sono, altresì, presenti sul sito istituzionale dell’Istituto, accedendo al quale è possibile scaricare direttamente il QR code.

Una volta effettuata l’iscrizione, gli utenti potranno leggere i messaggi inviati dall’Istituto, cliccare sui link e reagire ai post utilizzando emoji, ma non potranno inviare risposte o chiedere informazioni.

Le sedi territoriali, attraverso i propri URP, sono invitate a dare massima diffusione dell’iniziativa.

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messaggi fisco app IO

Rimborsi e scadenze fiscali sull’app IO L'Agenzia delle Entrate comunica che i messaggi del fisco (rimborsi, scadenze e avvisi personalizzati) arriveranno ai cittadini direttamente sull'app IO

Comunicazioni fiscali via app

Se hai un rimborso in arrivo o la registrazione del tuo contratto di locazione sta per scadere, l’Agenzia delle Entrate ti avvisa con un messaggio personalizzato su IO, l’App dei servizi pubblici sviluppata e gestita da PagoPA. Questa la novità introdotta dal fisco con il fine di tenere aggiornati i cittadini ed aiutare a non dimenticare date e adempimenti fiscali. Grazie all’app IO, infatti, si riceveranno, comunica l’Agenzia delle Entrate in una nota stampa, “comodamente in un’unica app sul cellulare, i messaggi del Fisco insieme a quelli delle altre amministrazioni, locali e nazionali, accreditate al servizio”.

Quali messaggi del fisco arrivano su IO

Nello specifico i messaggi che arriveranno su IO potranno riguardare rimborsi in arrivo, scadenze di contratti, adempimenti e rate, comunicazioni non recapitate: tutti messaggi in forma semplice e chiara che l’Agenzia invia ai cittadini sulle questioni fiscali di maggior interesse.

Gli avvisi potranno riguardare anche le abilitazioni conferite alle persone di fiducia per l’accesso alla propria area riservata e alcune date da ricordare, ma nel tempo si aggiungeranno via via nuovi contenuti.

Come scaricare IO

L’app dei servizi pubblici “IO” è disponibile gratuitamente negli store iOS e Android.

Per poterla utilizzare è necessario effettuare il login con carta d’identità elettronica (Cie) o con Spid.

“L’uso dell’app come canale di comunicazione – precisa infine l’Agenza – permette di eliminare il ricorso agli sms e alle email, che possono prestarsi con più facilità a campagne di phishing”.

bando cassazionisti

Avvocati cassazionisti: pubblicato il bando 2024 E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando 2024 per l'iscrizione nell'albo speciale per il patrocinio in Cassazione e nelle altre giurisdizioni superiori

In GU il bando per avvocati cassazionisti

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (4a serie speciale ‘Concorsi ed esami’ – n. 29 del 9 aprile 2024) il bando 2024 per l’iscrizione nell’albo degli avvocati cassazionisti.
La sessione d’esame per l’iscrizione nell’albo speciale per il patrocinio davanti alla Corte di cassazione e alle altre giurisdizioni superiori è stata indetta con provvedimento del Dipartimento degli Affari di giustizia-Direzione generale degli affari interni. 

Il termine di presentazione delle domande di ammissione scade il 7 giugno 2024, seguendo anche le istruzioni per il pagamento tramite la piattaforma PagoPA allegate al decreto.

Con successivo decreto ministeriale sarà nominata la commissione esaminatrice.

 

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bandi Cassa Forense

Cassa Forense: approvati 15 bandi assistenziali 2024 L'ente previdenziale degli avvocati ha approvato per l'anno 2024 quindici bandi assistenziali in continuità con le iniziative degli anni precedenti

Approvazione bandi anno 2024

Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Forense sulla scorta della ripartizione dei fondi dell’assistenza ha approvato, per l’anno 2024, n. 15 bandi, in continuità con le iniziative degli anni precedenti. Ne dà notizia l’ente previdenziale degli avvocati sul sito istituzionale, ricordando che “con l’entrata in vigore del Nuovo Regolamento dell’Assistenza, dal 1° gennaio 2024, vengono introdotte nuove disposizioni per la partecipazione ai bandi indetti annualmente da Cassa Forense”.

In particolare, per essere ammessi alla graduatoria dei Bandi assistenziali, l’iscritto deve essere in possesso della regolarità dichiarativa e contributiva al momento della presentazione della domanda. L’irregolarità riscontrata alla presentazione della domanda non potrà essere sanata ai fini della partecipazione allo specifico bando.

I requisiti per partecipare

Nello specifico, per essere ammessi alla graduatoria è richiesto di:

  • essere in regola, alla data di presentazione della domanda, con le prescritte comunicazioni reddituali alla Cassa (Modello 5) per l’intero periodo di iscrizione alla Cassa e per i pensionati dall’anno successivo al pensionamento;
  • essere in regola, alla data di presentazione della domanda, con il pagamento dei contributi previdenziali alla Cassa, sia iscritti a ruolo per gli anni successivi al 2000, sia in fase di riscossione diretta, anche se non oggetto di preventivo accertamento;
  • inoltre, l’art. 1 comma 6, del Nuovo Regolamento stabilisce che il richiedente non può beneficiare di più erogazioni relativa ai bandi 2024 per ciascuna tipologia di bandi (professione, salute e famiglia).

I 15 bandi 2024

In attuazione di tale previsione, il CdA ha stabilito la contestuale pubblicazione sul sito di Cassa Forense dei bandi approvati, per fornire una panoramica complessiva delle prestazioni assistenziali.  I periodi di riferimento sono stati individuati in modo progressivo e scaglionato per evitare la sovrapposizione di più domande di partecipazione rientranti nella stessa tipologia di prestazione.

Con riferimento alle due nuove iniziative contenute nei bandi n. 14/2024 e n. 15/2024 dedicati, rispettivamente, all’assegnazione di contributi per favorire l’esercizio della professione da parte di iscritti con disabilità e all’assegnazione di contributi per attrezzare una sala videoconferenze nello studio legale, sono stati previsti uno stanziamento di 400mila e 500mila euro.

Per il bando n. 14/2024 è previsto un contributo pari al 100% della spesa sostenuta al netto di Iva, fino ad un massimo di € 5.000,00, a titolo di rimborso delle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 16 settembre 2024, per l’acquisizione di tecnologie e strumenti atti a favorire lo svolgimento dell’attività professionale.

Per il bando n. 15/2024 è previsto, invece, un contributo pari al 50% della spesa complessiva, al netto dell’IVA, sostenuta a partire dalla data di pubblicazione del bando e fino al 30 settembre 2024, per la realizzazione, all’interno dello studio legale, di una sala videoconferenze attrezzata.  I contributi partono da un minimo di 300 euro e non possono superare i 1.500 euro.

Cassa Forense

Cassa Forense Cassa Forense: natura e funzioni dell’ente previdenziale e assistenziale degli avvocati e obbligatorietà dell’iscrizione. La contribuzione e le relative sanzioni

Natura giuridica di Cassa Forense e vigilanza ministeriale

La Cassa Forense è l’organismo che ha la funzione di provvedere alla previdenza e all’assistenza degli avvocati iscritti all’albo.

Istituita nel 1952, ha natura di fondazione di diritto privato ed è sottoposta, per espressa previsione dello Statuto (art. 33) alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero della giustizia.

Funzioni della Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense

Cassa Forense, che ha sede a Roma, gode di autonomia regolamentare e gestionale e, nello specifico, persegue i seguenti scopi istituzionali (art. 2 dello Statuto):

  • assicurare agli avvocati che hanno esercitato la professione con carattere di continuità ed ai loro superstiti un trattamento previdenziale;
  • erogare assistenza a favore degli iscritti e dei loro congiunti, nonché degli altri aventi titolo in base a leggi, regolamenti e Statuto;
  • gestire forme di previdenza integrativa e complementare nell’ambito della normativa vigente.

Obbligatorietà dell’iscrizione a Cassa Forense

Quanto agli iscritti, l’art. 6 dello Statuto di Cassa Forense prevede che siano obbligatoriamente iscritti alla Cassa gli avvocati iscritti in almeno un albo professionale. Possono, inoltre, iscriversi alla Cassa i praticanti iscritti nel relativo registro.

L’obbligatorietà dell’iscrizione degli avvocati alla Cassa è prevista dalla Legge professionale forense (legge n. 247 del 31 dicembre 2012), il cui art. 21 prevede espressamente che “l’iscrizione agli albi comporta la contestuale iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense.”

L’iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense cessa d’ufficio nei seguenti casi:

  • cancellazione dell’avvocato da tutti gli albi professionali;
  • cessazione dell’iscrizione del praticante avvocato dal relativo registro;
  • negli altri casi previsti dai regolamenti (anche a domanda dell’interessato).

È importante evidenziare che, per gli iscritti alla cassa, non è ammessa l’iscrizione ad alcuna altra forma di previdenza, se non su base volontaria e comunque non alternativa alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense.

Cassa Forense: il Modello 5 e le sanzioni

Dall’iscrizione alla Cassa discende, per i professionisti forensi, l’obbligo di versare i contributi previsti dai regolamenti vigenti.

In particolare, gli avvocati sono tenuti annualmente al versamento dei contributi minimi obbligatori, che sono dovuti indipendentemente dall’entità del proprio reddito professionale. Tali contributi sono il contributo minimo soggettivo, il contributo integrativo e il contributo di maternità.

Gli avvocati sono inoltre tenuti all’invio, entro il 30 settembre di ogni anno, del cosiddetto Modello 5, una comunicazione telematica obbligatoria con cui il professionista rende noto alla Cassa il reddito netto professionale dichiarato ai fini Irpef ed il volume d’affari dichiarato a fini IVA.

Con il Modello 5, l’avvocato procede, altresì, all’autoliquidazione degli eventuali contributi dovuti, da versarsi in unica soluzione entro il 31 luglio, o in due rate dello stesso importo, entro il 31 luglio ed entro il 31 dicembre di ogni anno. Contestualmente all’invio del Modello 5, il software predisposto da Cassa Forense calcola automaticamente gli eventuali contributi in autoliquidazione dovuti in eccedenza rispetto ai contributi minimi obbligatori.

Gli avvocati iscritti alla Cassa possono, inoltre, versare somme a titolo di contribuzione modulare volontaria, che permettono al professionista di costituire una quota di pensione aggiuntiva a quella di base. La contribuzione modulare volontaria può consistere in un versamento annuale facoltativo, dall’ 1 al 10% del reddito professionale Irpef dichiarato.

Il Regolamento di Cassa Forense prevede, infine, un articolato sistema sanzionatorio, che viene applicato in caso di mancato o ritardato adempimento degli obblighi previdenziali, sia dichiarativi sia contributivi, e che comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie e disciplinari.