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Cittadinanza iure sanguinis: nessuna censura La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità sull’articolo 1 della legge 91/1992 riguardanti la cittadinanza iure sanguinis

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Cittadinanza iure sanguinis: la decisione della Consulta

Con la sentenza n. 142 del 2025, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili e non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate da diversi tribunali italiani sull’articolo 1 della legge n. 91/1992.
La norma prevede che sia cittadino per nascita il figlio di padre o di madre cittadini italiani, senza introdurre limiti all’acquisizione della cittadinanza iure sanguinis.

Le questioni sollevate dai tribunali

I giudizi erano stati avviati da discendenti di cittadini italiani nati e residenti all’estero, già in possesso della cittadinanza di altro Stato.
Secondo i giudici rimettenti, la disciplina non assicura un effettivo legame con l’ordinamento italiano, mancando ulteriori criteri idonei a stabilire tale connessione.

Il ruolo del legislatore e i limiti della Corte

La Corte ha sottolineato che la definizione dei presupposti per l’acquisizione della cittadinanza rientra nell’ampio margine di discrezionalità del legislatore.
Il suo intervento è limitato a verificare che i criteri stabiliti non siano estranei o in contrasto con i principi costituzionali.

Le censure dichiarate inammissibili

Le questioni relative agli articoli 1, 3 e 117, primo comma, della Costituzione – quest’ultimo anche in riferimento al diritto dell’Unione europea e agli obblighi internazionali – sono state dichiarate inammissibili.
La Corte ha rilevato che i rimettenti non avevano individuato in modo puntuale quali norme internazionali sarebbero state violate.

Le questioni dichiarate non fondate

Sono state dichiarate non fondate le doglianze che denunciavano una disparità di trattamento rispetto ad altri meccanismi di acquisizione della cittadinanza.
Secondo la Corte, mancava la sostanziale identità delle situazioni giuridiche, condizione necessaria per configurare una violazione del principio di eguaglianza.

La nuova disciplina e i suoi limiti di applicazione

Durante la pendenza del giudizio è intervenuto il decreto-legge n. 36 del 2025, convertito nella legge n. 74 del 2025, che ha introdotto nuovi limiti all’acquisizione della cittadinanza iure sanguinis.
Tuttavia, la Corte ha chiarito che tali disposizioni non trovano applicazione nei procedimenti da cui sono scaturite le questioni di legittimità costituzionale sottoposte al suo esame.