La direttiva UE sulla parità di genere
Da dicembre 2024 è in vigore nell’Unione Europea la direttiva 2381/2022 sulla parità di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate. L’obiettivo è garantire una maggiore rappresentanza del sesso sottorappresentato e promuovere la parità di genere in tutta l’UE.
Obiettivi della direttiva
La direttiva stabilisce che entro il 30 giugno 2026 le grandi società quotate debbano raggiungere i seguenti risultati:
- almeno il 40% di rappresentanza del sesso sottorappresentato tra gli amministratori senza incarichi esecutivi;
- almeno il 33% di rappresentanza in tutti i ruoli di amministratore, includendo sia quelli con che senza incarichi esecutivi.
Questi obiettivi mirano a superare le attuali disuguaglianze di genere e promuovere un processo decisionale più inclusivo e bilanciato.
La situazione attuale in Europa sulla parità di genere dei CdA
Secondo i dati del 2024, la presenza di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in Europa si attesta al 34% in media. Tuttavia, esistono significative differenze tra gli Stati membri:
- nei paesi con quote di genere vincolanti, la rappresentanza femminile è pari al 39,6%.
- nei paesi con misure non vincolanti, la percentuale scende al 33,8%;
- nei paesi senza misure specifiche, le donne occupano appena il 17% dei posti nei consigli di amministrazione.
Questi dati dimostrano l’efficacia delle normative vincolanti nel migliorare la parità di genere.
Criteri di selezione trasparenti
Le società quotate che non raggiungono gli obiettivi fissati dovranno adeguare le proprie procedure di selezione e nomina. I nuovi processi dovranno essere basati su:
- criteri chiari, neutrali e trasparenti.
- valutazioni comparative dei candidati, focalizzandosi sulle loro qualifiche e sul merito.
- preferenza per il candidato del sesso sottorappresentato in caso di pari qualifiche, salvo obiettive ragioni contrarie.
Queste disposizioni mirano a garantire che le nomine nei consigli di amministrazione siano eque e inclusive.
Benefici della parità di genere
L’UE riconosce che un maggiore equilibrio di genere nei consigli di amministrazione contribuisce a rafforzare la crescita economica, migliorare la competitività delle imprese e affrontare le sfide demografiche.
Inoltre, una maggiore partecipazione femminile ai processi decisionali in ambito economico può generare effetti positivi sull’occupazione femminile e sull’intera economia.
Obblighi degli Stati membri
Gli Stati membri dovevano recepire la direttiva entro il 28 dicembre 2024. Le norme prevedono:
- misure vincolanti per garantire una selezione trasparente e neutrale dal punto di vista del genere;
- obblighi di comunicazione per le società quotate, che dovranno fornire informazioni annuali sulla rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione;
- sanzioni proporzionate per le società non conformi, incluse ammende e possibili annullamenti delle nomine irregolari.
Gli Stati membri dovranno inoltre pubblicare un elenco delle società che raggiungono gli obiettivi della direttiva e designare organismi per monitorare e promuovere l’equilibrio di genere.
Progressi e sfide sulla parità di genere
Dal 2010, la presenza femminile nei consigli di amministrazione è migliorata, ma i progressi restano disomogenei. Nei paesi con misure vincolanti, i risultati sono decisamente più evidenti. L’indice 2024 dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere assegna un punteggio di 57,6 su 100 per l’emancipazione femminile nei processi decisionali economici, con un incremento di 2,9 punti rispetto all’anno precedente.
La Commissione Europea monitorerà l’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri. Saranno inoltre avviate procedure di infrazione per coloro che non recepiranno correttamente le disposizioni. La Commissione supporterà gli Stati membri con seminari e consulenze bilaterali per garantire un recepimento efficace.
La direttiva UE sull’equilibrio di genere rappresenta un passo importante verso la parità di genere nelle società quotate. Grazie a obiettivi chiari e a criteri di selezione trasparenti, l’UE punta a superare le attuali disparità, promuovendo una governance aziendale più inclusiva. Tuttavia, il successo dipenderà dall’impegno degli Stati membri e delle società nel rispettare e attuare le nuove disposizioni.
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