decreto semplificazioni 2025

Decreto semplificazioni 2025 per imprese, fisco e lavoro Decreto semplificazioni 2025: approvato dal CdM il disegno di legge che semplifica lavoro, fisco, ambiente, agricoltura e trasporti

Decreto semplificazioni 2025: arrivato il sì del CdM

Il decreto semplificazioni 2025 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 agosto 2025, con l’obiettivo di snellire la burocrazia e gli adempimenti fiscali e amministrativi. Questo provvedimento rientra nel piano del PNRR e mira a raggiungere 600 procedure semplificate entro il 2026. Il testo interviene su vari settori, tra cui fisco, lavoro, ambiente e sviluppo economico.

Semplificazioni fiscali 

Per quanto riguarda il fisco, le fatture per i crediti d’imposta Transizione 4.0 e 5.0 non richiederanno più il lungo riferimento normativo, ma un più semplice codice identificativo. I contribuenti le cui dichiarazioni fiscali vengano scartate per errori tecnici non saranno sanzionati, a patto di ritrasmetterle correttamente entro un termine prestabilito. Inoltre, per chi decide di rinunciare al contenzioso su sanzioni relative a imposta di registro, successioni e donazioni, è prevista una riduzione a un terzo.

Lavoro e attività economiche: “once only”

Nell’ambito del lavoro e delle attività economiche, viene introdotto il principio del “once only” per le comunicazioni obbligatorie, riducendo le duplicazioni. Le microimprese con meno di cinque dipendenti beneficeranno di adempimenti sulla privacy semplificati e di una procedura più agile per la nomina di un responsabile tecnico temporaneo. Le autorizzazioni per insegne commerciali e distributori automatici vengono semplificate grazie all’uso della SCIA.

Ambiente, agricoltura e trasporti

Le procedure di bonifica ambientale diventeranno più rapide, specialmente per i progetti PNRR. Le imprese già in possesso di un’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) non dovranno più certificare di non svolgere attività insalubri. Anche il riutilizzo delle acque reflue e le norme su classificazione e trasporto dei rifiuti subiscono una semplificazione.

Limitatamente ai primi cinque anni di attività i nuovi imprenditori agricoli professionali (IAP) beneficeranno non dovranno dimostrare i requisiti di reddito. Gli autotrasportatori potranno utilizzare lo stesso veicolo per conto proprio e per conto terzi.

Decreto semplificazioni 2025: le altre novità

Sono inoltre previste misure per supportare le aree colpite da crisi produttive e un decreto legge separato per la giustizia. I contratti di sviluppo saranno più efficienti grazie alla semplificazione e alla rapidità delle procedure e a protocolli d’intesa con le associazioni di categoria.

 

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polizze catastrofali

Polizze catastrofali: per grandi, medie, piccole e micro imprese Polizze catastrofali: cosa sono e in cosa consiste l’obbligo della stipula per le imprese di grandi, medie, piccole e micro dimensioni

Polizze catastrofali: cosa sono

Le polizze catastrofali sono polizze assicurative che la legge di bilancio 2024 (n. 213/2023) ha reso obbligatorie per tutte le imprese che hanno la sede legale in Italia, per proteggerle da eventi catastrofici e calamità naturali (Cat Nat). La normativa è conseguente ai fenomeni climatici che negli ultimi anni si sono abbattuti sul territorio italiano con ripercussioni negative anche sulle attività economiche e produttive.

Il decreto attuativo, DM n. 18 del 30 gennaio 2025 ha dettato le modalità di attuazione e di operatività degli schemi assicurativi dei rischi catastrofali.

Polizze catastrofali: il termine del 31 marzo 2025

L’articolo 1 comma 101 e successivi della legge di bilancio n. 213/2023 aveva stabilito l’obbligo di adeguamento al 31 dicembre 2024.

Il decreto Milleproroghe ha rinviato però tale obbligo al 31 marzo 2025.

Rinvio per medie, piccole e micro imprese

Il Senato il 21 maggio 2025 con 78 voti a favore, nessuno contrario e 53 astenuti ha approvato in via definitiva il “ddl di conversione con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39, recante misure urgenti in materia di assicu­razione dei rischi catastrofali.” Il testo della nuova legge n. 78/2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 31 maggio 2025.

Fatta questa necessaria premessa, che cosa stabilisce il testo definitivo? Chi e quando deve sottoscrivere le polizze catastrofali?

Imprese obbligate e termini per la stipula

Le grandi imprese, con più di 250 dipendenti, devono stipulare dette polizze entro il termine del 30 giugno 2025, anche se l’obbligo è in vigore dal 31 marzo 2025. Il decreto infatti ha previsto per queste imprese un periodo transitorio di 90 giorni, fino al 30 giugno, per permettere alle aziende prive di contratto di adeguarsi.

Le medie imprese con un minimo di 50 dipendenti fino a un massimo di 250, hanno invece altri sei mesi di tempo, ossia fino al 1° ottobre 2025, per stipulare i contratti assicurativi.

Per le micro e piccole imprese l’obbligo è  posticipato al 31 dicembre 2025.

La mancata stipula comporterà il mancato accesso a incentivi statali e risorse pubbliche per sviluppare l’attività. Le imprese che intendono chiedere determinati aiuti dovranno infatti dimostrare di essere in regola con la stipula.

Obbligo assicurativo: eccezioni

Sono esclusi dall’obbligo assicurativo gli immobili che non possono essere assicurati perchè:

  • costruiti o ampliati in assenza di un titolo edilizio valido o ultimati quando il titolo non era obbligatorio;
  • oggetto di sanatoria o con procedimento di sanatoria o condono in corso.

Indennizzo assicurativo

L’indennizzo spettante in caso di evento catastrofale spetta al proprietario dell’immobile se l’imprenditore assicura beni di proprietà altrui impiegati per l’attività di impresa, comunicando al proprietario la stipula della polizza. L’indennizzo, una volta corrisposto, deve essere impiegato solo per ripristinare i beni danneggiati. Se questa regola non viene rispettata all’imprenditore spetta comunque una somma per la riparazione del lucro cessante nel limite del 40% dell’indennizzo massimo indennizzabile.

Polizze catastrofali: le faq del MIMIT

Sul sito Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sono presenti le FAQ sulle polizze assicurative contro eventi catastrofali. Le risposte chiariscono aspetti essenziali in merito all’obbligo assicurativo per le imprese e agli effetti sull’accesso ai benefici pubblici.

Obbligo assicurativo e incentivi pubblici

Il Ministero precisa che la norma relativa allobbligo per le imprese di stipulare polizze assicurative contro calamità naturali – prevista dall’art. 1, comma 102 della Legge n. 213/2023 – non è immediatamente applicabile in modo automatico. Infatti, la disposizione stabilisce che la mancata sottoscrizione della polizza deve essere tenuta in considerazione nella concessione di contributi, agevolazioni e sovvenzioni pubbliche, ma non ne definisce in modo vincolante gli effetti.

Questo significa che l’inadempimento all’obbligo assicurativo non comporta automaticamente lesclusione dai benefici pubblici, ma richiede un’espressa valutazione da parte dell’ente erogatore, secondo i criteri stabiliti nei singoli provvedimenti attuativi.

Nessuna retroattività della norma

Il MIMIT chiarisce inoltre che la disciplina in questione non ha efficacia retroattiva. Pertanto, l’obbligo assicurativo e le eventuali conseguenze sulla concessione di agevolazioni pubbliche si applicano solo a partire dalla data di recepimento della norma da parte delle specifiche misure di incentivazione o dalle eventuali diverse decorrenze indicate nei relativi atti.

Polizze catastrofali: incentivi per chi si adegua all’obbligo

Con il decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy del 18 giugno 2025, di cui è stato dato avviso il 28 luglio 2025, si subordinano tutta una serie di incentivi e di agevolazioni all’adempimento dell’obbligo assicurativo “fermi restando i requisiti di ammissibilità e la disciplina delle cause di esclusione propri della normativa di attuazione di ciascun incentivo.” 

La disciplina riguarda sia le imprese che hanno la sede legale nel territorio italiano che quelle che hanno la sede legale all’estero, ma che hanno in Italia un’organizzazione stabile e che sono tenute all’iscrizione nel registro delle imprese.

Nel rispetto delle scadenze previste per adempiere l’obbligo assicurativo, ossia il 30 giugno 2025 per le grandi imprese, il 1° ottobre 2025 per le medie imprese e il 31 dicembre 2025 per le piccole imprese, il decreto stabilisce che le disposizioni si applicheranno alle domande per gli incentivi che verranno presentate rispettivamente a partire dal 30 giugno, dal 2 ottobre e dal 1° gennaio 2026.

Il comma 3 dell’articolo 1 precisa che l’obbligo assicurativo deve sussistere anche in sede di erogazione degli incentivi elencati nel successivo comma 4.

Per fornire importanti chiarimenti relativi all’applicazione della disciplina prevista dal decreto il MIMIT interviene con un avviso del 5 agosto 2025. 

In esso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy precisa che il decreto si riferisce solo alle agevolazioni che sono di competenza della Direzione Generale regolamentati dai decreti del solo Ministero. L’elenco dei vari incentivi previsti dal decreto quindi non è tassativo, presto infatti la disciplina sarà adeguata agli altri incentivi sempre di competenza della Direzione, ma definiti insieme ad altri Ministeri.

decreto giustizia estate

Decreto giustizia estate 2025 Decreto Giustizia estate 2025: novità per magistrati, tribunali, professioni pedagogiche e indennizzo legge Pinto

Decreto giustizia estate 2025: testo approvato dal CdM

Il Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2025 ha approvato lo schema di un decreto legge, già noto come “Decreto giustizia estate 2025”. Il testo si compone di 11 articoli (di cui il 10 dedicato alle disposizioni finanziarie e l’articolo 11 all’entrata in vigore) che mirano a rendere sempre più efficiente il sistema giudiziario nel rispetto dell’ampio spettro di riforme previste dal PNRR.

Novità per tribunali e magistrati

L’articolo 1 stabilisce misure straordinarie fino al 30 giugno 2026 per affrontare l’arretrato giudiziario in linea con gli obiettivi del PNRR.

In base all’articolo 2 le Corti d’Appello che non raggiungeranno gli obiettivi del PNRR entro il 30 giugno 2025 saranno considerate sedi disagiate.

L’articolo 3 invece prevede che, per accelerare la giustizia civile, il CSM possa disporre applicazioni straordinarie a distanza per un massimo di 500 magistrati, anche fuori ruolo, presso uffici di primo grado specificamente individuati.

I capi degli uffici individuati negli articoli 2 e 3 possono elaborare piani straordinari per raggiungere gli obiettivi del PNRR. L’efficacia di queste misure termina il 30 giugno 2026.

L’articolo 5 prevede per i magistrati che hanno superato il concorso del 2023 un tirocinio 20 mesi.

Decreto giustizia estate 2025: termini differiti  

L’articolo 6 differisce diversi termini normativi, tra i quali si segnalano:

  • prorogato di un anno il termine per l’attuazione della riforma del processo civile;
  • posticipata al 31 ottobre 2026 la scadenza per la riforma della magistratura onoraria;
  • esteso il termine al 31 marzo 2026 per la presentazione delle domande di iscrizione per alcune categorie professionali pedagogiche.

30 giorni per contestare le conclusioni della CTU in sede civile

L’articolo 7 apportate modifiche all’articolo 445-bis del codice di procedura civile. La principale novità è che il conferimento dell’incarico al consulente sospende il procedimento. Le parti hanno 30 giorni dalla comunicazione del deposito della CTU per contestarne le conclusioni.

Decreto giustizia estate: più personale per la magistratura di sorveglianza

In base alle previsioni dell’articolo 8 l’organico della magistratura ordinaria viene aumentato di 58 unità per rafforzare gli uffici di sorveglianza. Il Ministero della Giustizia può bandire un concorso nel 2025 per assumere questi nuovi magistrati a partire dal 1° luglio 2026.

Modifiche indennizzi Legge Pinto

L’articolo 9 modifica la legge sull’equa riparazione per l’irragionevole durata dei processi (Legge Pinto). La domanda potrà essere presentata anche se il processo è ancora in corso, una volta superato il termine ragionevole. Nuovi termini per la dichiarazione di decadenza del creditore e per il rinnovo di tale dichiarazione da parte della pubblica amministrazione.

Leggi anche l’articolo dedicato al decreto giustizia dello scorso anno

Allegati

Codice dei beni culturali e del paesaggio

Codice dei beni culturali e del paesaggio: cosa prevede la riforma Codice dei beni culturali e del paesaggio: in Senato il disegno di legge che delega il Governo a rivedere e semplificare le procedure

Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il disegno di legge n. 1372 contenente la “Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica” è in corso di esame in Commissione al Senato.

Il testo, composto di 4 articoli, vuole cambiare il ruolo delle soprintendenze. L’obiettivo della riforma è doppio: proteggere meglio i beni culturali e semplificare la burocrazia. Oggi, le soprintendenze esaminano troppe pratiche e questo rallenta tutto, bloccando anche lavori semplici, che non riguardano monumenti importanti. Questo sistema rappresenta uno spreco di tempo e risorse.

Il nuovo disegno di legge intende razionalizzare il meccanismo e dare più autonomia ai comuni. Saranno infatti questi I enti a gestire gli interventi più piccoli. La legge fissa anche tempi precisi per i pareri delle soprintendenze per evitare ritardi inutili. Il disegno di legge vuole proteggere il paesaggio in modo più mirato evitando contemporaneamente di bloccare lo sviluppo del Paese.

Tempi della burocrazia ridotti

L’articolo 1 fissa i principi della riforma. L’obiettivo è tagliare i tempi burocratici, rendere più efficaci gli enti locali e dare maggiore certezza al cittadino. La riforma interviene sul codice dei beni culturali contenuto nel decreto legislativo n. 42. Si vogliono gestire le procedure in modo più logico.

Procedure di autorizzazione più rapide

L’articolo 2 introduce modifiche specifiche al codice dei beni culturali e paesaggistici, grazie alle quali le procedure di autorizzazione diventeranno più veloci.

  • Silenzio-assenso: con il nuovo articolo 146, il parere della soprintendenza non può più tardare. Se il parere non arriva entro 30 giorni, si considera favorevole.
  • Pareri non più vincolanti: cambia l’articolo 152. Il parere delle soprintendenze rimane obbligatorio, ma non sarà più vincolante. I comuni avranno così più libertà di decidere.
  • Estensione del silenzio-assenso agli articoli 167 e 181 del Codice. L’inattività della pubblica amministrazione pertanto non bloccherà più i progetti.

Codice dei beni culturali e del paesaggio: il contenuto della delega

L’articolo 3 conferisce una delega al Governo. Entro sei mesi, L’Esecutivo dovrà emanare nuovi decreti con i quali rivedere in modo completo le procedure. Il Ministro della cultura guiderà questo processo e ascolterà anche le Regioni e le Province autonome.

L’articolo 4 stabilisce le modifiche necessarie da apportare al Codice. Verranno abrogate infatti le norme in contrasto e questo assicurerà la coerenza del nuovo sistema.

Revisione Codice dei beni culturali e del paesaggio

Il disegno di legge mira a modernizzare la procedura di rilascio delle autorizzazioni e a proteggere il patrimonio culturale in modo selettivo, senza paralizzare l’attività edile. Le decisioni amministrative saranno più rapide, i compiti saranno distribuiti meglio tra Stato ed enti locali e la tutela del paesaggio sarà di conseguenza più efficace.

 

Leggi anche: Bene culturale: la definizione della Cassazione

carceri e detenuti

Carceri e detenuti: le misure approvate dal Governo Carceri e detenuti: novità in arrivo per istituti penitenziari, detenzione domiciliare, liberazione anticipata e uffici giudiziari

Governo: nuove misure per carceri e detenuti

Cambiano le regole per carceri e detenuti. Il Consiglio dei Ministri nella giornata di martedì 22 luglio 2025 ha comunicato l’approvazione di una serie di misure finalizzate a ottimizzare l’amministrazione della giustizia, contrastare il sovraffollamento carcerario e offrire percorsi di riabilitazione ai detenuti.

Queste iniziative dimostrano l’impegno del governo per una giustizia più moderna, un sistema carcerario più umano e maggiori opportunità di recupero per i detenuti.

Leggi il Comunicato stampa ufficiale 

Carceri e detenuti: cambia la detenzione domiciliare

Un disegno di legge prevede l’introduzione di un nuovo regime di detenzione domiciliare per i condannati che hanno problemi di dipendenze da droga o alcol. Chi deve scontare una pena detentiva fino a otto anni, o quattro anni per reati di maggiore pericolosità sociale, potrà chiedere di essere ammesso a una struttura terapeutica autorizzata, seguendo un programma socio-riabilitativo residenziale.

Questo beneficio, concedibile una sola volta, richiede la valutazione di una Commissione che accerti la dipendenza e la sua correlazione con il reato.

Il responsabile della struttura informerà le autorità sull’andamento del programma, e la detenzione domiciliare potrà essere revocata in caso di insuccesso o comportamento incompatibile.

Se il programma viene completato con successo, si potrà disporre la detenzione domiciliare o l’affidamento in prova per il reinserimento sociale.

Liberazione anticipata: modifiche procedurali

Parallelamente, un decreto del Presidente della Repubblica modifica le procedure per la liberazione anticipata, rendendole più rapide e rigorose tramite l’informatizzazione dei fascicoli dei detenuti. Si prevede inoltre un aumento dei colloqui telefonici settimanali e mensili con i familiari per mantenere i legami personali.

Edilizia penitenziaria: lavori per creare più posti

Il Programma di edilizia penitenziaria 2025-2027 prevede invece 60 interventi strutturali per recuperare sezioni esistenti e creare nuovi posti detentivi. La finalità è di aggiungere circa 9.700 posti totali, migliorando così le strutture e contrastando il sovraffollamento.

Carceri e detenuti: distribuzione migliore degli uffici giudiziari

Infine, un disegno di legge sulle circoscrizioni giudiziarie mira a distribuire più efficientemente gli uffici giudiziari sul territorio, istituendo il nuovo tribunale di Bassano del Grappa e ripristinando altri tribunali e sezioni distaccate per bilanciare prossimità della giustizia e funzionalità del sistema.

Leggi anche gli altri articoli dedicati al tema delle carceri 

femminicidio

Femminicidio: reato autonomo Approvato all’unanimità dal Senato il ddl che introduce il delitto di femminicidio, contrasta la  violenza nei confronti delle donne e tutela le vittime

Il delitto di femminicidio

Il femminicidio è prossimo a diventare reato autonomo. Il Senato in data 23 luglio 2025 ha approvato all’unanimità, il testo già approvato il 7 marzo 2025 dal Consiglio dei Ministri, che introduce nel codice penale il delitto di femminicidio e dispone altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.

La Commissione giustizia del Senato in data 9 luglio 2025 aveva già approvato il testo all’unanimità. Il disegno di legge, modificato rispetto alla versione originaria del CdM,  è pronto a diventare legge, dopo l’approvazione da parte della Camera.

Cosa prevede il testo

Il testo appronta un intervento ampio e sistematico per rispondere alle esigenze di tutela contro il fenomeno di drammatica attualità delle condotte e manifestazioni di prevaricazione e violenza commesse nei confronti delle donne.

Nuova fattispecie penale di femminicidio

Cambia la formulazione della fattispecie penale di “femminicidio”, rispetto a quella prevista inizialmente e che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena dell’ergastolo.

In particolare, si prevede che sia punito con tale pena chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali.”

Negli altri casi il reato resta quello di omicidio.

In linea con tale intervento, le stesse circostanze di commissione del reato sono introdotte quali aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso, con la previsione di un aumento variabile delle pene previste, a seconda del delitto.

Le altre novità

Il testo inoltre, tenendo conto anche delle modifiche apportate:

  • prevede laudizione della persona offesa da parte del pubblico ministero che conduce le indagini, salva la possibilità di delega alla polizia giudiziaria con decreto motivato. L’audizione della persona offesa però non può essere delegata se si procede per il delitto aggravato di cui all’articolo 612 bi, m che punisce gli atti persecutori;
  • introduce specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio, nei casi in cui al condannato sia applicate misure alternative alla detenzione o benefici similari che gli consentono di uscire dal carcere, qualora i destinatari di queste comunicazioni lo abbiano richiesto;
  • dispone che il Tribunale di Sorveglianza debba valutare con molta più attenzione la possibilità di concedere permessi all’indagato o al condannato nelle vicinanze in cui si trovano i congiunti della vittima;
  • non assoggetta al limite temporale di 45 giorni previsto per le intercettazioni reati previsti dal codice rosso ( revenge porn, stalking, violenza sessuale, maltrattamenti, ecc.);
  • non contempla più il parere non vincolante della vittima sulla congruità della pena in caso di patteggiamento per i reati da codice rosso e connessi e l’onere motivazionale del giudice in caso di disaccordo con le indicazione della persona offesa;
  • rafforza gli obblighi formativi dei magistrati, previsti dall’ 6, comma 2, della legge n. 168 del 2023 in materia di violenza contro le donne, e violenza domestica;
  • prevede semplificazioni per accertare violenze sessuali facilitate da sostanze psicotrope. Sarà infatti più facile identificare e provare l’assunzione di tali sostanze da parte della vittima. Questo sarà possibile grazie a un Tavolo tecnico al Ministero della Salute che definirà protocolli uniformi a livello nazionale per il prelievo, l’analisi e la conservazione dei campioni. Le Regioni promuoveranno inoltre campagne di sensibilizzazione sui pericoli delle droghe che favoriscono le violenze sessuali;
  • potenzia il braccialetto elettronico prevedendone l’attivazione a 1 km di distanza in sostituzione dei 500 metri previsti fino ad oggi.
  • si rafforza la tutela delle vittime, garantendo l’accesso ai figli delle donne vittime di violenza che abbiano compiuto 14 anni nei centri antiviolenza senza la preventiva autorizzazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità genitoriali al fine di ricevere informazioni e orientamento.

Convenzione di Istanbul

L’intervento si inserisce anche nel quadro degli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e nel solco delle linee operative disegnate dalla nuova direttiva (UE) 1385/2024 in materia di violenza contro le donne, nonché delle direttive in materia di tutela delle vittime di reato.

bullismo e cyberbullismo

Bullismo e cyberbullismo: cosa prevede il decreto attuativo Bullismo e cyberbullismo: in vigore dal 16 luglio 2025 il decreto legislativo che rafforza la prevenzione e il contrasto in attuazione della legge n. 70/2024

Bullismo e cyberbullismo: il decreto in vigore

Il decreto legislativo n. 99/2025, approvato dal Consiglio dei Ministri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’1 luglio 2025 per entrare in vigore il 16 luglio 2025.

Il testo recante”Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo“, mira a rafforzare la prevenzione e il contrasto a entrambi i fenomeni, in attuazione della legge n. 70/2024, con cui si pone quindi in linea di continuità.

Bullismo e cyberbullismo: emergenza infanzia

Il nuovo decreto potenzia il servizio telefonico “emergenza infanzia 114”, estendendone l’operatività anche a questi fenomeni per tutelare i minori. Il 114, attivo 24 ore al giorno 7 giorni su 7, offrirà una prima assistenza psicologica e giuridica, oltreché una consulenza psicopedagogica e segnalerà i casi gravi alle autorità. L’app del 114 includerà anche la geolocalizzazione (previa acquisizione del consenso) e un servizio di messaggistica istantanea. Il tutto ovviamente nel rispetto della privacy. I dati anonimi sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole, raccolti dal 114, saranno trasmessi annualmente al Ministero dell’Istruzione e del Merito per programmare azioni di sensibilizzazione. Il sito web del 114 garantirà inoltre un’ ampia accessibilità ai servizi.

Indagini statistiche su bullismo e cyberbullismo

L’ISTAT condurrà rilevazioni biennali su questi fenomeni giovanili la fine di identificarne le caratteristiche, i soggetti a rischio, i fattori e le conseguenze psicologiche che producono. La Presidenza del Consiglio dei Ministri invierà alle Camere un rapporto di sintesi con i risultati ISTAT e lo stato di attuazione delle misure nelle scuole secondarie.

Più responsabilità genitoriale

Il decreto aggiorna inoltre le comunicazioni dei fornitori di servizi online, richiamando però sul punto anche la responsabilità genitoriale prevista dall’ articolo 2048 del codice civile per i danni causati dai figli minori nel mondo online.

Campagne su uso responsabile della rete

La Presidenza del Consiglio promuoverà campagne informative sull’uso consapevole della rete e sui suoi rischi. Il Ministero dell’Istruzione e le scuole promuoveranno infine la conoscenza del numero 114, strumento fondamentale per esternare il disagio e chiedere aiuto.

 

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bollo auto

Bollo auto: le novità del decreto approvato dal Governo Bollo auto: uno schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri prevede possibili novità per il 2026

Bollo auto: novità in arrivo per il 2026?

Dal 1° gennaio 2026, il bollo auto subirà significative modifiche per i veicoli di nuova immatricolazione, rivoluzionando scadenze, modalità di pagamento e responsabilità. Le auto immatricolate prima di questa data continueranno a seguire le vecchie regole, salvo diverse disposizioni regionali. Lo prevede lo “schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale n. 276” approvato dal Consiglio dei Ministri che fida attuazione alla delega fiscale, sottoposto a parere parlamentare.

Per approfondire vedi il Dossier del Senato della Repubblica

Nuove scadenze personalizzate

A partire dal 2026, la scadenza del bollo non sarà più fissa, ma personalizzata. Il pagamento dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione. La validità della tassa resterà di 12 mesi, la data di scadenza però sarà legata alla singola data di immatricolazione. Un cambiamento che richiederà maggiore attenzione da parte degli automobilisti.

Addio alla rateizzazione del bollo auto

Un’altra novità è rappresentata dall‘abolizione della possibilità di rateizzare il bollo per i veicoli immatricolati dal 2026. Attualmente, molte Regioni offrono pagamenti trimestrali o semestrali. Dal 2026, invece, il pagamento sarà annuale e in una soluzione unica. Le Regioni potranno comunque introdurre agevolazioni locali.

Bollo dovuto anche per veicoli fermi

Il bollo auto, dal 2026, sarà legato al possesso del veicolo, non al suo utilizzo. Questo significa che anche i veicoli sottoposti a fermo amministrativo o giudiziario dovranno comunque pagare regolarmente la tassa. L’unica eccezione per l’interruzione del pagamento sarà la perdita del possesso (furto, demolizione, esportazione).

Pagamento nei passaggi di proprietà

Le regole sui passaggi di proprietà saranno più chiare. Il bollo sarà a carico di chi risulta intestatario all’inizio del periodo tributario. Se un’auto viene venduta a maggio, ma il periodo del bollo inizia a marzo, il pagamento sarà a carico del venditore. Questo mira a ridurre i contenziosi e a semplificare la definizione delle responsabilità.

Bollo auto: importi e calcoli come sempre

Invariati gli importi e il calcolo. Il. Bollo continuerà infatti a essere determinato in base alla potenza del motore (kW) e alla classe ambientale. Anche il Superbollo per le auto con oltre 185 kW di potenza rimarrà in vigore. Le esenzioni regionali per auto elettriche, ibride o per disabili permarranno, ma le Regioni decideranno come riconfermarle.

Per facilitare i controlli, verrà istituito l’Archivio Nazionale delle Tasse Automobilistiche (ANTA), un database unico che integrerà le informazioni per una verifica più rapida delle posizioni fiscali dei veicoli.

 

Leggi anche:  Bollo auto: guida completa

decreto flussi 2026-2028

Decreto flussi 2026-2028: cosa prevede Approvato in via preliminare il Decreto Flussi 2026-2028: programmati quasi 500mila ingressi regolari di lavoratori non comunitari. Obiettivi, quote e settori interessati

Approvato il Decreto Flussi 2026-2028

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, il 30 giugno 2025, in esame preliminare, il decreto che definisce la programmazione dei flussi migratori regolari per il triennio 2026-2028.

La misura intende rispondere al fabbisogno di forza lavoro indispensabile per numerosi comparti dell’economia italiana e contrastare l’immigrazione irregolare e il lavoro sommerso. Il provvedimento, predisposto congiuntamente da diversi dicasteri, introduce una pianificazione stabile e più ampia rispetto ai decreti precedenti.

Quasi mezzo milione di ingressi autorizzati in tre anni

Il nuovo decreto stabilisce che, tra il 2026 e il 2028, potranno entrare in Italia fino a 497.550 lavoratori non comunitari, così ripartiti:

  • 230.550 unità per lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo;

  • 267.000 unità per lavoro stagionale nei comparti agricolo e turistico.

Per il solo anno 2026, sono previsti 164.850 ingressi, una quota significativa pensata per sostenere i settori produttivi più esposti alla carenza di manodopera.

Le quote derivano da un’analisi dei dati storici relativi alle domande di nulla osta e dai fabbisogni indicati dalle parti sociali, con l’obiettivo di calibrare la programmazione alle reali esigenze delle imprese.

Obiettivi del decreto: regolarità, formazione e click day

Tra le finalità principali della programmazione triennale si evidenziano:

  • Creare canali di immigrazione legale e controllata, che rafforzino la cooperazione con i Paesi di origine dei flussi;

  • Ridurre l’irregolarità nell’ingresso e nella permanenza sul territorio nazionale;

  • Prevenire fenomeni di sfruttamento lavorativo e lavoro nero;

  • Gradualmente superare il meccanismo del “click day”, soprattutto per le figure professionali più richieste, privilegiando percorsi di formazione dei lavoratori nei Paesi di provenienza.

L’obiettivo dichiarato del Governo è costruire un sistema più prevedibile e funzionale, che tuteli sia le esigenze del mercato del lavoro sia la dignità dei lavoratori stranieri.

Le categorie di lavoro previste dal decreto

Il decreto distingue chiaramente le tipologie di rapporto di lavoro interessate dagli ingressi programmati:

  • Lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo, per attività continuative e professionalizzate in vari settori;

  • Lavoro stagionale, prevalentemente nell’agricoltura e nel turismo, comparti che storicamente registrano le maggiori esigenze di reclutamento di manodopera straniera.

Il sistema delle quote sarà accompagnato da ulteriori misure per favorire la formazione linguistica e professionale dei lavoratori, così da facilitare il loro inserimento socio-lavorativo.

Verso un modello di programmazione più stabile

Il decreto rappresenta un passo verso una programmazione strutturale dei flussi migratori regolari, che supera l’approccio emergenziale del passato. La scelta di un orizzonte triennale consente alle imprese di pianificare le assunzioni con maggiore certezza e ai lavoratori di conoscere in anticipo le opportunità disponibili.

Nei prossimi mesi, il provvedimento dovrà completare l’iter di approvazione definitiva e verranno definiti nel dettaglio i criteri e le modalità operative per la presentazione delle istanze.

bonus bollette 2025

Bonus Bollette 2025 Bonus bollette 2025: cos'è, requisiti ISEE, come si ottiene, tempi di erogazione e trasparenza in bolletta

Bonus Bollette 2025: cos’è

Il governo italiano con il decreto bollette n. 19/2025, convertito in legge e in vigore dal 30 aprile 2025, ha introdotto un contributo straordinario di 200 euro destinato ad aiutare le famiglie per fare fronte all’impatto dell’inflazione energetica. Questo bonus, erogato per il pagamento delle utenze domestiche (luce, gas, acqua), mira a fornire un sollievo economico diretto ai nuclei familiari in possesso di certi requisiti ISEE.

Dal punto di vista pratico il bonus si traduce in uno sconto di 600 auto totali, suddiviso in tre rate mensili da 200 euro ciascuna e applicato direttamente in bolletta. Il bonus da 200 euro si va a sommare al già esistente bonus sociale luce e gas. Chi ha già diritto al bonus sociale per disagio economico potrà quindi arrivare a uno sconto annuale superiore ai 500 euro.

Requisiti ISEE bonus bollette 2025

Il contributo da 200 euro è destinato a clienti domestici con ISEE 2025 che rientrano in specifiche fasce di reddito. Queste includono:

  • coloro che sono già titolari del bonus sociale previsto per chi si trova in una situazione di saggio economico (ISEE fino a 9.530,00 euro e ISEE fino 20.000 per inutile famigliari che hanno almeno 4 figli a carico);
  • i nuclei famigliari con ISEE fino a 25.000 euro.

Come si ottiene il bonus 

La procedura per accedere al contributo è stata notevolmente semplificata. Non è richiesta infatti alcuna domanda specifica. Lo sconto verrà automaticamente accreditato in bolletta una volta verificato il requisito economico tramite la presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e l’ottenimento di un’attestazione ISEE valida.

Comunicazione trasparente

Tutti i fornitori di energia elettrica, sia quelli del mercato libero che quelli del mercato a maggior tutela, sono tenuti a riportare in bolletta una comunicazione chiara e trasparente. Questa comunicazione informerà i clienti con ISEE fino a 25.000 euro che il bonus straordinario è stato concesso automaticamente da ARERA e INPS, basandosi sulla DSU presentata. Questa misura di trasparenza mira a garantire che i beneficiari siano pienamente consapevoli del sostegno ricevuto e del suo funzionamento.

Erogazione del bonus bollette 2025

L’erogazione del contributo straordinario è prevista nel primo trimestre utile dopo la presentazione della DSU. Le modalità operative sono state definite dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) con la delibera 135/2025/R/eel. Il documento prevede l’erogazione del contributo unitamente al bonus sociale elettrico per il periodo compreso tra il 1° aprile 2025 e il 31 luglio 2025.

Tempistiche

L’attivazione del bonus sarà automatica a partire da giugno 2025 e verrà gestita dal Gestore del Sistema Informativo Integrato (SII). Quest’ultimo, basandosi sui dati ISEE trasmessi mensilmente dall’INPS, identificherà i titolari delle forniture elettriche idonei al contributo. In seguito attiverà il bonus straordinario in automatico e notificherà i fornitori per l’inserimento dello sconto direttamente in bolletta.

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