Cos’è il Concordato Preventivo Biennale
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è uno strumento di compliance fiscale introdotto dal Decreto Legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024, finalizzato a incentivare il rispetto volontario degli obblighi dichiarativi di imprese e professionisti. Il suo scopo è di stabilizzare le posizioni fiscali per un periodo di due anni al fine di favorire una pianificazione tributaria e ridurre il rischio di contenziosi con l’Amministrazione finanziaria.
Concordato Preventivo Biennale: destinatari
Possono aderire al CPB i contribuenti che svolgono attività d’impresa, arti o professioni e che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (articolo 9-bis del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50).
Per l’ammissione il contribuente:
- non deve avere debiti tributari o contributivi definitivamente accertati con sentenza irrevocabile;
- se ha debiti residui, questi devono essere inferiori a 5.000 euro, comprensivi di interessi e sanzioni.
Sono esclusi dal CPB coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti, o che hanno subito condanne per reati fiscali negli ultimi tre anni.
Proposta e calcolo del concordato
Il CPB prevede la possibilità per il contribuente di proporre una definizione biennale del reddito derivante dall’attività esercitata e del valore della produzione netta rilevanti ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP. La proposta viene calcolata utilizzando il software “Il tuo ISA 2024 CPB”, che consente di determinare gli importi tenendo conto dei dati forniti per l’applicazione degli ISA e degli altri elementi specifici per il CPB.
Il software considera anche eventuali eventi straordinari che possono influenzare i risultati del primo anno di applicazione del Concordato, permettendo al contribuente di segnalare questi eventi nel modello dichiarativo.
Cause di esclusione
L’adesione al CPB è soggetta a determinati requisiti e limitazioni. Tra le principali condizioni ostative si segnalano:
- la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi nei periodi d’imposta precedenti;
- l’aver riportato condanne per reati fiscali o per specifici reati del codice penale;
- aver conseguito reddito esente o escluso dalla base imponibile per oltre il 40% del reddito totale nel periodo precedente;
- aver aderito al regime forfetario durante il primo periodo d’imposta oggetto del concordato;
- aver realizzato operazioni societarie straordinarie (fusioni, scissioni, conferimenti) durante il biennio.
In caso di dichiarazioni false, sono previste sanzioni penali ai sensi del DPR n. 445/2000.
Oggetto del concordato
Il CPB riguarda principalmente:
- il reddito da lavoro autonomo, senza considerare plusvalenze e minusvalenze straordinarie;
- il reddito d’impresa, senza includere componenti straordinarie come sopravvenienze attive e passive; utili e perdite derivanti da partecipazioni societarie o in gruppi di interesse economico (GEIE).
Il reddito dichiarato non può essere inferiore a 2.000 euro e deve essere riportato in tutte le dichiarazioni annuali. Anche il valore della produzione netta, rilevante ai fini IRAP, non può scendere sotto questa soglia.
Effetti dell’adesione al concordato preventivo biennale
L’adesione al concordato produce diversi effetti per il contribuente:
- l’esenzione dagli accertamenti previsti dall’articolo 39 del DPR n. 600/1973, salvo specifiche cause di decadenza;
- l’accesso ai benefici premiali del regime ISA, inclusi vantaggi sull’imposta sul valore aggiunto (IVA);
- l’obbligo di rispettare i normali adempimenti contabili e dichiarativi per i periodi d’imposta coperti dal Concordato.
L’adesione al Concordato non produce effetti per l’IVA, ma il contribuente deve comunque rispettare i requisiti previsti per le dichiarazioni fiscali.
Cessazione e decadenza
Il CPB può perdere efficacia in determinati casi:
- cessazione dell’attività o modifica significativa dell’attività svolta rispetto al periodo precedente.
- eventi eccezionali che riducono significativamente i redditi o i valori della produzione, oltre il 30% rispetto agli importi concordati;
- adesione al regime forfetario o realizzazione di operazioni societarie straordinarie durante il biennio;
- superamento dei limiti di ricavi o compensi previsti dagli ISA.
In caso di decadenza dal Concordato, restano comunque dovute le imposte calcolate sul reddito e sul valore della produzione concordati, se superiori a quelli effettivamente conseguiti.
Termini riaperti fino al 12 dicembre 2024
Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri martedì 12 novembre 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 novembre (dl n. 167/2024), ha riaperto, fino a l 12 dicembre 2024, i termini scaduti il 31 ottobre 2024 per consentire l’adesione al patto biennale. Questa riapertura però è riservata a chi ha presentato la propria dichiarazione entro il 31 ottobre e non ha preso parte alla prima tranche di concordato preventivo biennale. I forfettari sono esclusi.
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