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Il danno endofamiliare Danno endofamiliare: cos’è, normativa, presupposti, tipologie, quantificazione, prescrizione del diritto risarcitorio

danno endofamiliare

Cos’è il danno endofamiliare

Il danno endofamiliare rappresenta la conseguenza di una particolare ipotesi di responsabilità civile, che si verifica in ambito familiare. Si tratta di un danno non strettamente patrimoniale, causato da un comportamento illecito di un componente della famiglia che viola i doveri derivanti dal rapporto familiare. La sua risarcibilità è stata oggetto di un’evoluzione giurisprudenziale significativa, culminata in un riconoscimento sempre più ampio da parte della Corte di Cassazione.

Con il termine “danno endofamiliare” si indica il pregiudizio che una persona subisce all’interno della propria famiglia a causa della violazione dei doveri giuridici derivanti dai rapporti familiari, così come delineati dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, nonché dagli articoli 143 e ss. del Codice civile. Esempi classici di danno familiare sono quelli che conseguono alle seguenti condotte:

  • violenze domestiche;
  • tradimento coniugale lesivo della dignità del partner;
  • privazione affettiva nei confronti dei figli;
  • abbandono della prole o del coniuge in condizione di bisogno.

Normativa di riferimento

Non esiste una norma codificata che disciplini espressamente il danno endofamiliare. Tuttavia, il suo riconoscimento si fonda sull’interpretazione sistematica delle seguenti disposizioni:

  • Art. 2043 c.c.: prevede l’obbligo di risarcire ogni fatto illecito che cagiona un danno ingiusto;
  • Art. 2059 c.c.: legittima il risarcimento del danno non patrimoniale nei casi previsti dalla legge;
  • Art. 143 c.c. e ss.: sancisce i doveri coniugali e genitoriali;
  • Art. 2, 3, 29, 30 e 31 Cost.: proteggono i diritti inviolabili della persona e i diritti della famiglia.

Fondamentale è stata la Cassazione a Sezioni Unite n. 26972/2008, che ha chiarito che il danno non patrimoniale è risarcibile non solo nei casi previsti dalla legge, ma anche quando sussiste una lesione grave di diritti inviolabili della persona.

Presupposti risarcimento danno endofamiliare

Perché il danno endofamiliare sia risarcibile è necessario che sussistano i seguenti elementi:

  1. vi sia una condotta illecita da parte di un componente della famiglia;
  2. la condotta violi obblighi giuridici derivanti da norme costituzionali o codicistiche;
  3. la lesione riguardi diritti inviolabili della persona (es. salute, dignità, integrità morale);
  4. il danno sia serio, grave e ingiusto e non si configuri come un semplice disagio o sofferenza passeggera.

La giurisprudenza esclude il risarcimento in caso di meri conflitti o attriti fisiologici nella vita familiare.

Tipologie di danno risarcibile

Il danno endofamiliare può assumere forme differenti:

  • danno biologico: lesione alla salute psicofisica;
  • danno morale: sofferenza interiore provocata dalla violazione del rapporto affettivo.
  • danno esistenziale: alterazione delle abitudini di vita e del progetto esistenziale.

Quantificazione del danno endofamiliare

La quantificazione del danno endofamiliare avviene in via equitativa, ai sensi dell’art. 1226 c.c., e si basa su criteri oggettivi e soggettivi:

  • gravità della condotta;
  • durata della lesione;
  • intensità del vincolo affettivo leso;
  • prova documentale e testimoniale;
  • eventuale presenza di patologie collegate al trauma (es. disturbi post-traumatici).

Prescrizione del diritto al risarcimento

Il diritto al risarcimento del danno endofamiliare si prescrive in 5 anni, ai sensi dell’art. 2947, comma 1, c.c., decorrenti dal momento in cui il fatto si è verificato. In caso di reato, si applica il termine più lungo previsto per l’azione penale, ex art. 2947, comma 3, c.c.

 

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