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Avvocato associato e indipendenza professionale: la Corte UE chiarisce i limiti La Corte di giustizia dell’Unione europea, con la sentenza C-776/22, ha stabilito che l’avvocato associato in uno studio legale non è subordinato e può rappresentare il proprio studio dinanzi agli organi giurisdizionali UE

avvocato associato

La vicenda processuale e la questione di rappresentanza

Avvocato associato e indipendenza professionale: la controversia prende avvio da un procedimento in materia di marchi. Uno studio legale aveva richiesto la decadenza del marchio dell’Unione europea «Ughi e Nunziante» per tutti i servizi registrati. L’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) accolse la domanda, escludendo però i «servizi legali».

Il ricorso presentato contro tale decisione fu respinto, e successivamente il Tribunale dell’Unione europea dichiarò manifestamente irricevibile un nuovo gravame. Lo studio legale si rivolse quindi alla Corte di giustizia UE, che invece accolse l’impugnazione.

Il requisito di rappresentanza delle parti non privilegiate

L’articolo 19 dello Statuto della Corte di giustizia prevede che le parti non privilegiate siano assistite da un avvocato abilitato presso un organo giurisdizionale di uno Stato membro.

Il tema centrale riguardava la nozione di “indipendenza” del professionista: la Corte ha ricordato che le parti non possono difendersi personalmente e che il rappresentante deve essere un avvocato indipendente dal cliente, ossia privo di rapporti di impiego o subordinazione.

Il ruolo dell’avvocato associato nello studio legale

Secondo la Corte, il vincolo associativo in uno studio legale non equivale a un rapporto di subordinazione lavorativa. L’avvocato associato, infatti, non si trova nella condizione di un giurista d’impresa o di un legale dipendente, per i quali può presumersi una mancanza di indipendenza.

Al contrario, in assenza di un contratto di lavoro subordinato, l’indipendenza si presume, salvo prova contraria fondata su elementi concreti.

La decisione della Corte di giustizia UE

Con la sentenza del 4 settembre 2024, causa C-776/22, la Corte di giustizia ha:

  • annullato l’ordinanza del Tribunale che aveva dichiarato irricevibile il ricorso;

  • riconosciuto la possibilità per l’avvocato associato di rappresentare lo studio dinanzi agli organi giurisdizionali dell’Unione;

  • rinviato la causa al Tribunale per una nuova decisione di merito.

Implicazioni pratiche per gli studi legali

La pronuncia rafforza il principio secondo cui l’associazione professionale non limita l’autonomia dell’avvocato, consentendo agli studi legali di essere rappresentati dinanzi alle giurisdizioni UE anche da propri associati.

Questo chiarimento tutela l’indipendenza dell’avvocato e delimita ulteriormente i confini tra rapporti di lavoro subordinato e rapporti associativi in ambito forense.