Rateizzazione dei debiti contributivi: ancora in stand-by L'Inps chiarisce con messaggio che non è ancora possibile la rateizzazione dei debiti contributi fino a 60 rate in quanto mancano i decreti attuativi

Condono contributivo per le Pubbliche Amministrazioni. Con la circolare n. 118 del 12 agosto 2025, l’INPS ha introdotto importanti novità per le Pubbliche Amministrazioni in materia di adempimenti contributivi, in attuazione della Legge di Bilancio 2024. L’obiettivo è risolvere le criticità storiche legate ai contributi anteriori al 2005, semplificando le procedure e portando certezza per i dipendenti pubblici.
A partire dal 1° ottobre 2025, per i periodi di paga fino al 31 dicembre 2004, le Pubbliche Amministrazioni che trasmettono le denunce mensili sono considerate in regola con gli obblighi contributivi, senza dover versare i contributi mancanti. L’applicativo Nuova PAssWeb sarà progressivamente dismesso, e l’aggiornamento delle posizioni assicurative avverrà esclusivamente tramite flussi di denuncia UNIEMENS/ListaPosPA. A tal fine, sarà introdotto un nuovo strumento che genererà automaticamente i flussi precompilati.
Questa sanatoria riguarda esclusivamente le Pubbliche Amministrazioni elencate nel d.lgs. 165/2001 (come Stato, Regioni, Comuni, scuole, università, ASL), escludendo gli enti di natura privata.
La regolarizzazione dei contributi produce effetti diretti sulle pensioni, TFS (Trattamento fine Servizio) e TFR (Trattamento fine rapporto) dei lavoratori. A seconda delle variazioni retributive che emergeranno dalle nuove denunce, l’INPS potrà ricalcolare le prestazioni già erogate.
Per le pensioni già liquidate, se le nuove denunce comportano una riduzione dell’assegno, l’INPS può intervenire solo se non sono trascorsi più di 3 anni dalla comunicazione del provvedimento. In questo caso, correggerà l’importo e chiederà il recupero delle somme pagate in eccesso alle amministrazioni responsabili dell’errore. Se sono trascorsi più di 3 anni, la pensione non verrà modificata, ma l’INPS potrà comunque richiedere il recupero degli importi indebitamente versati alle amministrazioni.
Viceversa, se le denunce portano a una pensione più alta, l’INPS la aggiornerà e pagherà gli arretrati solo se il provvedimento è stato comunicato da meno di 3 anni. Oltre tale termine, la pensione non potrà essere modificata né verranno pagati gli arretrati.
Anche i trattamenti di fine servizio/rapporto (TFS/TFR) possono essere ricalcolati in base alle nuove denunce, con possibilità di recuperare le somme versate in eccesso.
Leggi anche: Pensioni: inammissibili le questioni sui contributi nocivi dei dipendenti pubblici
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ToggleIl Bonus psicologo, introdotto dal decreto legge n. 228/2021 è un contributo economico introdotto per aiutare le persone che soffrono di ansia, stress, depressione o fragilità psicologica a causa della pandemia e della crisi socio-economica. Il bonus copre fino a 50 euro a seduta di psicoterapia, per un importo massimo variabile in base al reddito ISEE.
Il Bonus Psicologo è rivolto a tutti i cittadini italiani o residenti in Italia che:
Le domande per il bonus psicologo possono essere presentate esclusivamente online tramite il sito web dell’INPS.
Per fare domanda per il Bonus Psicologo è necessario avere:
La domanda può essere presentata anche tramite il Contact Center INPS. Basta contattare il numero verde 803.164, gratuito da tutte le reti fisse o il numero 06 164.164 da rete mobile a pagamento con costo variabile al variare della tariffa del gestore.
I beneficiari accedendo dalla home page del portale INPS, alla pagina dedicata alla prestazione, troveranno il link di accesso al servizio (“Utilizza il servizio”), per il quale è richiesta l’autenticazione con la propria identità digitale, SPID di livello 2 o superiore, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei servizi (CNS); una volta autenticati, i soggetti richiedenti possono visionare l’esito della richiesta e, in caso di esito positivo, l’importo del contributo riconosciuto e il codice univoco assegnato per usufruire delle sedute di psicoterapia.
Una volta presentata la domanda e ricevuta l’approvazione, l’INPS eroga un codice univoco al beneficiario. Il codice deve essere consegnato allo psicologo per usufruire delle sessioni di terapia. Il bonus copre fino a 50 euro a seduta, per un importo massimo che varia in base al reddito ISEE:
Ci sono 270 giorni per utilizzarlo dall’approvazione: tempo limite per utilizzare il codice univoco e usufruire delle sessioni di terapia.
Sulla misura, l’INPS è intervenuto con diversi provvedimenti per fornire i dettagli necessari:
Con il messaggio 2584/2024 l’INPS ha comunicato la pubblicazione delle graduatorie per l’erogazione del bonus psicologo, distinte per Regioni e Province autonome di residenza.
Con il messaggio n. 811/2025, l’INPS ha comunicato lo stanziamento di ulteriori risorse a valere sui fondi 2023 per il bonus psicologo. In particolare, sono stati stanziati 5 milioni di euro destinati a Regioni e province autonome per finanziarie sessioni di psicoterapia. Le graduatorie verranno aggiornate a partire dal 15 aprile 2025.
Con il decreto interministeriale del 10 luglio 2025, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 agosto 2025, sono state definite le modalità di ripartizione delle risorse del bonus psicologo per le annualità 2024 (8 milioni di euro) e 2025 (9,5 milioni di euro), così come indicato nell’allegato 1 del provvedimento.
Con il messaggio n. 2460 11 agosto 2025 l’INPS, previa intesa con il Ministero della Salute, ha stabilito che a partire dal 15 settembre 2025 fino al 14 novembre 2025 sarà possibile inoltrare la domanda per il bonus psicologo nelle modalità sopra indicate.
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ToggleL’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di sostegno economico introdotta a decorrere dal 1° gennaio 2024 con l’articolo 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85. La misura, gestita dall’INPS, mira a contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone in situazioni di disagio economico.
L’ADI è un beneficio economico mensile erogato alle famiglie che rispettano determinati requisiti di reddito e patrimonio. La misura sostituisce il Reddito di Cittadinanza, concentrandosi su politiche attive di lavoro e sul supporto personalizzato. L’importo dell’assegno varia in base alla composizione del nucleo familiare e alle specifiche condizioni economiche dei beneficiari.
I destinatari dell’Assegno di Inclusione sono le famiglie che soddisfano i seguenti requisiti:
L’importo dell’ADI viene calcolato tenendo conto del reddito disponibile del nucleo familiare. L’accredito del beneficio avviene mensilmente su una carta di pagamento elettronica (Carta di Inclusione o Carta ADI) per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi, che può essere rinnovato per ulteriori 12 mesi.
La carta consente non solo di effettuare acquisti di beni di prima necessità, ma anche di prelevare contante entro limiti stabiliti.
Abbiamo appena visto che l’assegno di inclusione, decorrente da 1° gennaio 2024 dura inizialmente 18 mesi, rinnovabili per altri 12, con una sospensione obbligatoria di un mese tra i due cicli.
Per evitare disagi ai soggetti più svantaggiati, il Ministero del Lavoro ha annunciato un “contributo straordinario” per coprire questa pausa di un mese, erogato a fine giugno o inizio luglio 2025. Si tratta di una misura “ponte”, non di una nuova rata dell’assegno e sarà resa operativa con un decreto o una circolare attuativa.
Per chiarire il funzionamento di questa misura straordinaria l’INPS ha emanato il messaggio n. 2458 dell’8 agosto 2025.
Il messaggio spiega che il decreto-legge 26 giugno 2025, n. 92, ha introdotto un contributo straordinario aggiuntivo per i nuclei familiari che beneficiano dell’Assegno di Inclusione. Questo contributo è stato pensato per supportare le famiglie che, dopo aver usufruito dell’ADI per 18 mesi, devono affrontare la sospensione del beneficio per un mese, come previsto dalla legge.
L’INPS chiarisce che la misura straordinaria spetta alle famiglie che, al termine dei primi 18 mesi di ADI, presentano la domanda per il rinnovo del beneficio e superano i controlli necessari. Il contributo è pari all’importo della prima mensilità di rinnovo dell’ADI, non può superare i 500 euro e viene pagato insieme alla prima mensilità di rinnovo dell’ADI. Per le domande di rinnovo presentate a luglio 2025, il pagamento avverrà il 14 agosto 2025. Per le domande successive, il contributo sarà erogato sempre insieme alla prima mensilità di rinnovo, ma comunque non oltre il mese di dicembre 2025. Nelle comunicazioni ufficiali, il contributo sarà identificato con la dicitura: “Contributo straordinario aggiuntivo ai sensi dell’art. 10-ter del DL n. 92/2025”.
L’Assegno di Inclusione non è solo un aiuto economico, ma si inserisce in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. I beneficiari, infatti, devono sottoscrivere un Patto di Inclusione che prevede la partecipazione a programmi formativi, tirocini o attività lavorative. Sono previste esenzioni per chi non è in grado di lavorare per motivi di salute o altre condizioni specifiche.
Il beneficio decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD) all’esito positivo dell’istruttoria.
La richiesta dell’ADI può essere effettuata tramite il portale online dell’INPS, accedendo in via telematica con SPID, CIE o CNS, alla pagina dedicata al servizio, oppure rivolgendosi a un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o ancora presso i patronati.
È necessario presentare tutta la documentazione richiesta, tra cui l’ISEE aggiornato.
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ToggleIl bonus asilo nido è una misura di sostegno al reddito che si traduce nell’erogazione di un contributo da parte dell’INPS in favore dei genitori che sostengono il costo della retta dell’asilo.
Il bonus asilo nido è stato introdotto dalla legge di bilancio per il 2017 n. 232/2016, che ne contiene la disciplina base nel comma 355. L’INPS nel tempo ha chiarito il funzionamento della misura con divise circolari e messaggi:
Dal 2025 però questo contributo presenta delle novità in virtù della legge di bilancio che ha incrementato gli importi e diversificato la misura in base alla situazione economica delle famiglie destinatarie.
La circolare INPS n. 60/2025 del 20 marzo 2025 illustra gli aggiornamenti in vigore dal 2025.
Vai alla scheda dedicata al Bonus asilo nido aggiornata al 2025
Il bonus silo nido spetta ai genitori di figli che non abbiano ancora compiuto i tre anni di età e che frequentano un asilo nido pubblico o privato o che siano affetti da una patologia cronica purché certificata e che necessitano quindi di cure presso la residenza.
I genitori richiedenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti soggettivi:
Per la concessione del bonus inoltre:
L’importo del contributo varia in base al valore dell’ISEE minorenni e alla data di nascita del minore:
Per minori nati prima del 1° gennaio 2024 valgono i seguenti requisiti economici;
Per i bambini nati dopo il 1° gennaio 2024 i requisiti reddituali sono i seguenti:
La legge di bilancio 2025 prevede che nella determinazione dell’ISEE minorenni non si debba tenere conto delle somme erogate a titolo di assegno unico e universale (decreto legislativo n. 230/2021).
Per i nuclei familiari che hanno bambini affetti da una patologia cronica certificata attestante l’impossibilità di frequentare un asilo nido, la circolare n. 60/2025 precisa che completata la richiesta il servizio attribuisce un codice identificativo.
Occorre inoltre, per prenotare le risorse, che il pediatra del minore attesti che il minore, per l’intero anno, si trovi nell’impossibilità di frequentare gli asilo nido a causa della grave patologia. Per il pagamento di questo contributo il servizio è integrato con il “Sistema Unico di gestione IBAN”.
La domanda per il contributo deve essere presentata da quando il servizio di presentazione è aperto. La data viene comunicata ogni anno dall’INSP con messaggio apposito e termina il 31 dicembre dell’anno solare di riferimento. La richiesta va inoltrata attraverso il servizio dedicato presente sul sito INPS o rivolgendosi ai patronati che offrono i loro servizi telematici ai cittadini.
La domanda deve contenere tutta una serie di requisiti:
Per accedere al contributo è necessario presentare i documenti di spesa relativi al contributo entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento della domanda. Per il 2025 ad esempio la documentazione va trasmessa entro il 30 aprile 2026. Le spese rimborsabili sono esclusivamente quelle che si riferiscono alla retta mensile, alla quota che si riferisce ai pasti, all’imposta di bollo e all’IVA.
La somma del contributo asilo nido viene determinata in relazione all’ISEE minorenni in corso di validità, nel mese precedente a quello a cui fa riferimento la mensilità e nei limiti del contributo massimo erogabile, fatti salvi eventuali conguagli.
Per il contributo relativo al supporto presso l’abitazione la somma viene erogata in una soluzione unica e tiene conto dell’ISEE minorenni che risulta valido alla data di protocollo della richiesta.
Il Decreto Legge Economia n. 95/2025, convertito nella legge 118/2025 apporta importanti novità alla misura.
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ToggleAttivo da giugno 2025 e in partenza dal 1° settembre 2025 il Bonus Giorgetti previsto dalla legge di bilancio 2025. L’incentivo è dedicato a quei lavoratori che decidono di restare al lavoro anche se maturano i requisiti necessari per Quota 103 e per la pensione anticipata (per gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi e per le donne con 41 anni e 10 mesi).
I dettagli della misura sono contenuti nella circolare INPS n. 102 del 16 giugno 2025.
In pratica i lavoratori dipendenti iscritti all’AGO o a forme sostitutive/esclusive della medesima, che perfezionano i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata flessibile o alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 2025, hanno la facoltà di optare per la rinuncia all’accredito contributivo della quota a loro carico dei contributi IVS (o equivalenti in forme sostitutive/esclusive), qualora decidano di proseguire l’attività lavorativa dipendente.
Se il lavoratore sceglie di restare al lavoro:
Il lavoratore che vuole beneficiare del bonus Giorgetti deve darne comunicazione all’INPS:
L’istituto verifica la sussistenza dei presupposti necessari per riconoscere l’incentivo e comunica l’esito della verifica al lavoratore e al datore di lavoro entro 30 giorni.
A questo punto il datore, ricevuta la comunicazione INPS, potrà non effettuare il versamento dei contributi a carico del lavoratore.
La misura decorre dalla prima data utile prevista per la pensione anticipata, solo se la domanda è stata presentata nel rispetto dei tempi richiesti dalla normativa. In caso contrario, la misura decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda.
Da settembre 2025 i lavoratori del settore privato potranno beneficiare dell’aumento in busta paga previsto, mentre i dipendenti del settore pubblico dovranno attendere il mese di novembre 2025.
L’incentivo viene meno nei seguenti casi:
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ToggleL’Ape social consiste in una indennità che viene erogata dall’INPS e pagata dallo Stato, a cui possono accedere solo determinate categorie di lavoratori che si trovano in situazioni meritevoli di particolare tutela per accompagnarli alla pensione di vecchiaia.
La misura ha subito alcune restrizioni in virtù della legge di bilancio n. 213/2023 per il 2024 ed è stata confermata fino al 31.12.2025 dalla legge di bilancio 2025 fino al 2028.
Per il 2025 in corso e fino al 2028 il decreto legge n. 95/2025, convertito in legge nella giornata di mercoledì 6 agosto 2025, dopo l’approvazione definitiva da parte della Camera, ha previsto i seguenti incrementi autorizzati di spesa:
Questo incremento comporterà però la riduzione dei fondi destinati al pensionamento anticipato dei lavoratori precoci e a quelli per la povertà e l’inclusione.
Il primo requisito che la legge richiede per poter accedere alla misura è quello anagrafico. Per beneficiare dell’Ape social il richiedente deve aver compiuto 63 anni e 5 mesi.
I richiedenti devono appartenere inoltre alle seguenti categorie di lavoratori:
A questi requisiti si deve accompagnare quello contributivo che è di 36 anni per la categoria dei lavoratori impiegati in attività “gravose”, mentre per gli altri è di 30 anni. Il requisito contributivo per le madri lavoratrici viene ridotto almeno di 12 mesi per ogni figlio, fino a uno sconto massimo di 2 anni.
La misura spetta se l’attività lavorativa è cessata.
Anche nel 2025, l’Ape sociale può essere riconosciuta altresì a coloro che percepiscano redditi da lavoro autonomo purché svolto in modalità occasionale e purché l’importo non superi i 5000 euro annui.
La misura invece è del tutto incompatibile con la titolarità della pensione diretta.
Per ottenere l’APE Sociale nel 2025, è necessario presentare due domande all’INPS: una per la certificazione del diritto e una per la richiesta della prestazione. La domanda di certificazione può essere inoltrata in tre finestre temporali:
Se i requisiti vengono maturati a marzo, la domanda di certificazione deve essere presentata entro fine mese. È possibile inoltrare contemporaneamente anche la domanda di prestazione, purché tutti i requisiti siano già soddisfatti, accelerando così l’avvio del beneficio.
Secondo la Circolare INPS 100/2017, l’indennità APE Sociale decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda. Ad esempio, una richiesta inviata a marzo consentirà di ricevere la prestazione da aprile. Questa strategia può ottimizzare i tempi di approvazione e di erogazione del beneficio.
Una volta presentata la domanda la misura, che non può comunque superare l’importo massimo di 1.500,00 euro, viene erogata, in genere, a partire dal mese successivo.
E’ bene precisare altresì che l’Ape social non prevede il riconoscimento di tredicesima o rivalutazione dell’importo, la stessa inoltre fa reddito, per cui è sottoposta a imposizione fiscale, infine nel periodo in cui la stessa viene fruita non vengono accreditati contributi.
L’indennità di accompagnamento INPS ha una funzione assistenziale, coprendo le spese per l’assistenza continua. Il risarcimento del danno biologico, invece, ha una funzione risarcitoria, mirando a compensare le sofferenze psico-fisiche e la perdita di integrità del danneggiato, non i costi dell’assistenza. Le due prestazioni non sono sovrapponibili. Lo ha chiarito il Tribunale di Bologna nella sentenza n. 944/2025.
Un paziente cita in giudizio un ente ospedaliero per presunta malasanità. L’azione legale viene intrapresa a seguito di un intervento chirurgico al ginocchio avvenuto nel 2013, durante il quale il paziente ha subito un’anestesia spinale. Secondo l’accusa, a causa della negligenza e dell’imperizia nella somministrazione dell’anestesia, il paziente ha sviluppato una grave neuropatia con conseguente paraparesi, disfunzione degli sfinteri e necessità di deambulazione con appoggio.
La consulenza tecnica d’ufficio (CTU) preventiva esclude inizialmente la responsabilità dell’ospedale, attribuendo la patologia a una preesistente e asintomatica “sindrome del midollo ancorato” che l’anestesia avrebbe solo “slatentizzato”.
Il giudice però dispone una nuova CTU con un collegio peritale composto da specialisti in medicina legale e anestesia. La nuova perizia ribalta le conclusioni precedenti. I consulenti accertano infatti che la causa più probabile dei sintomi sia un’aracnoidite adesiva, un’infiammazione delle meningi innescata da una lesione meccanica o chimica durante l’anestesia spinale. I periti nella perizia sottolineano che la sindrome del midollo ancorato può avere cause sia congenite che acquisite e, data la totale assenza di sintomi pregressi nel paziente, stabiliscono che l’anestesia sia stata la causa scatenante. La responsabilità dell’ospedale viene confermata anche dalla mancanza di una documentazione completa della procedura anestesiologica nella cartella clinica. Il giudice, accogliendo le conclusioni della seconda CTU, condanna l’ospedale al risarcimento dei danni subiti dal paziente.
Un punto cruciale del provvedimento riguarda la relazione tra l’indennità di accompagnamento erogata dall’INPS e il risarcimento del danno biologico richiesto. L’ospedale convenuto in giudizio invoca il principio della compensatio lucri cum damno, sostenendo che il risarcimento debba essere ridotto in considerazione delle indennità pubbliche già percepite dal paziente.
Il Tribunale però respinge questa argomentazione, richiamando la giurisprudenza della Corte di Cassazione e in particolare la sentenza a Sezioni Unite n. 12567/2018, che enuncia il principio della diversa funzione delle due prestazioni.
Le due somme pertanto non sono sovrapponibili. Le indennità e le pensioni pubbliche servono a coprire i bisogni assistenziali e a integrare il reddito del danneggiato, mentre il risarcimento per danno biologico ha l’obiettivo di reintegrare il patrimonio della persona lesa per le sofferenze e il danno alla salute. Non si può parlare di un “lucro” da sottrarre al risarcimento dovuto. Il tribunale stabilisce pertanto che l’indennità di accompagnamento non può essere detratta dal risarcimento del danno biologico, in quanto le due prestazioni hanno natura, finalità e scopi distinti.
Leggi anche: Indennità di accompagnamento
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ToggleLa legge di bilancio 2025 ha introdotto un bonus per i nuovi nati, una nuova misura di sostegno dedicato alle famiglie, con obiettivo primario di incentivare la natalità e alleggerire il peso economico derivante dall’arrivo di un bambino.
Il bonus per i nuovi nati consiste in un importo di 1.000 euro, erogato una tantum, spettante alle famiglie con un ISEE inferiore a 40.000 euro.
La circolare INPS n. 76 del 14 aprile 2025 definisce i requisiti di accesso, le modalità di presentazione delle domande e il regime fiscale della misura.
Il bonus nuovi nati consiste in un importo, che verrà erogato una tantum e che potrà essere utilizzato per l’acquisto di beni e servizi destinati al neonato.
La misura spetta per ogni figlio nato o adottato dopo il 1° gennaio 2025.
Il Bonus non concorre alla formazione del reddito imponibile.
Il bonus viene erogato a chi è in possesso dei seguenti requisiti soggettivi e reddituali:
Il Bonus nuovi nati 2025 si richiede tramite apposita domanda, presentabile da uno dei genitori (o dal genitore convivente in caso di non convivenza).
Per genitori incapaci o minorenni, la domanda è inoltrata dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore, verificando i requisiti del genitore del neonato.
Il termine per presentare la domanda (che originariamente andava presentata entro 60 giorni dall’evento di nascita, adozione, affido), a pena di decadenza, è stato esteso dall’INPS, con il messaggio n. 2345/2025, a 120 giorni dalla data dell’evento. Inoltre, per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio al 24 maggio 2025, per i quali non è stata presentata la domanda entro il termine di 60 giorni, è possibile presentarla entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del messaggio Inps (ossia dal 24 luglio).
Ai fini dell’istanza, è necessario possedere un ISEE minorenni valido o aver presentato la DSU per il suo calcolo.
La domanda si inoltra (giià a partire dal 17 aprile scorso) tramite il portale INPS (SPID, CIE, CNS, eIDAS), l’app INPS mobile, il Contact Center INPS o gli istituti di patronato.
All’atto della domanda va indicata la modalità di pagamento (accredito su conto IBAN o bonifico domiciliato), con possibilità di utilizzare IBAN già registrati presso l’INPS o indicarne uno nuovo.
L’erogazione avviene in ordine cronologico di ricezione delle domande accolte, nei limiti dei fondi disponibili.
Leggi anche: Legge bilancio 2025
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ToggleIl Fascicolo previdenziale INPS del cittadino è uno degli strumenti digitali più importanti messi a disposizione dall’INPS per la gestione online della posizione contributiva, previdenziale e assistenziale. Accessibile con credenziali personali, consente a lavoratori e pensionati di consultare in autonomia documenti, certificazioni e comunicazioni ufficiali.
Il portale è concepito per offrire una visione completa e personalizzata della situazione previdenziale del cittadino. Attraverso l’accesso online, è possibile:
monitorare i contributi versati;
consultare e scaricare certificazioni sanitarie e reddituali;
accedere alla corrispondenza ricevuta dall’INPS;
seguire lo stato di domande e richieste;
verificare pagamenti, pensioni e prestazioni in corso.
Il Fascicolo previdenziale è rivolto a diverse categorie di utenti, in particolare:
pensionati;
lavoratori dipendenti, pubblici e privati;
lavoratori autonomi e iscritti alla Gestione Separata;
cittadini italiani e stranieri con posizione contributiva INPS;
soggetti coinvolti in procedimenti per l’invalidità civile.
Per entrare nel portale, è necessario autenticarsi con una delle seguenti credenziali:
SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
CIE (Carta d’Identità Elettronica);
CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Il servizio è disponibile 24 ore su 24, direttamente dal sito www.inps.it.
Queste le funzionalità disponibili nel fascicolo previdenziale INPS:
Consultazione dell’estratto conto contributivo e della posizione assicurativa;
Accesso alle informazioni anagrafiche di riepilogo;
Visualizzazione di provvedimenti emessi dalla Gestione Dipendenti Pubblici.
Dettagli su pensioni attive, incluse deleghe, riscossione e cambio ufficio pagatore;
Informazioni su domande di pensione, accettate o respinte;
Monitoraggio di richieste presentate, pagamenti ricevuti e dichiarazioni reddituali;
Accesso ai dati relativi al Bonus 80 euro e alle campagne RED.
Visualizzazione del certificato medico introduttivo;
Stato dell’iter sanitario e delle domande presentate.
Consultazione della cassetta postale online per documentazione ufficiale INPS;
Accesso a modelli fiscali, come Certificazione Unica (CU), CUD storici e certificato OBIS/M.
Gestione dei piani di cessione del quinto;
Servizio INPS Risponde per domande inviate agli sportelli informativi;
Dati su rapporti assicurativi e previdenziali, anche per genitori lavoratori.
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ToggleI contributi volontari rappresentano un’opportunità per i lavoratori che hanno interrotto o cessato l’attività lavorativa. La finalità di questi contributi è di permettere di integrare i requisiti contributivi necessari per accedere alla pensione o, per chi è già in possesso dei requisiti, aumentare l’importo della futura rendita pensionistica.
Questi contributi possono essere versati per tutte le più importanti tipologie di pensione:
I contributi volontari riguardano i lavoratori che non svolgono più un’attività lavorativa, sia dipendente che autonoma, o che l’hanno interrotta. Anche gli iscritti alla Gestione Separata possono beneficiarne.
Essi servono a coprire periodi in cui il lavoratore:
Possono fare istanza per ottenere l’autorizzazione al versamento di questi contributi diversi soggetti. Essi però non devono essere già iscritti all’INPS o ad altre forme di previdenza obbligatoria per l’attività corrente.
Tra questi vi rientrano:
L’autorizzazione di solito viene concessa quando il rapporto di lavoro che ha generato l’obbligo assicurativo è cessato o interrotto. Una volta ottenuta, l’autorizzazione non decade mai. I versamenti quindi possono riprendere anche senza presentare una domanda nuova.
È importante notare che l’autorizzazione può essere concessa anche se il rapporto di lavoro non è del tutto cessato, in casi specifici come:
Inoltre, possono versare questi contributi anche alcune categorie di lavoratori e pensionati iscritti a forme di previdenza diverse dall’INPS, se autorizzati prima di determinate date.
Per ottenere l’autorizzazione, il lavoratore deve dimostrare di possedere uno dei seguenti requisiti contributivi:
Questi requisiti devono essere maturati con contribuzione effettiva (obbligatoria) o confluita tramite trasferimento, ricongiunzione, riscatto e alcuni tipi di contribuzione figurativa.
La decorrenza dell’autorizzazione e l’importo della contribuzione variano in base alla categoria di appartenenza del lavoratore.
I contributi volontari possono essere versati comodamente tramite il servizio “Versamenti volontari” sul Portale dei pagamenti INPS, scegliendo tra:
Uno dei vantaggi più significativi dei contributi volontari è la loro deducibilità fiscale. Essi possono essere indicati come “oneri deducibili” nella dichiarazione dei redditi.
La domanda per l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari deve essere presentata in modalità telematica tramite il servizio dedicato.
In alternativa, è possibile rivolgersi :
In sintesi le principali differenze tra contributi volontari e contributi figurativi.
I contributi volontari
I contributi figurativi
Leggi anche: Contributi figurativi
La pensione anticipata consente ai lavoratori di andare in pensione prima di aver maturato i requisiti necessari per la pensione di vecchiaia. Quest’ultima può essere conseguita infatti solo da coloro che, fino al 2026, abbiano compiuto 67 anni di età e abbiano versato almeno 20 anni di contributi.
Nel corso degli anni la legislazione in materia pensionistica ha subito diverse modifiche. Le novità più importanti sono rappresentate senza dubbio dall’introduzione di diverse modalità di pensionamento anticipato. Facciamo una breve carrellata delle varie tipologie di pensione anticipata prima di passare alla descrizione degli 8 passi necessari per andare in pensione in anticipo.
Possono accedervi i lavoratori che hanno 42 anni e 10 mesi di contributi versati e le donne con 41 anni e 10 mesi di contributi versati. Non è richiesto alcun requisito anagrafico, per cui vi si può accedere a qualsiasi età. Prevista la finestra di tre mesi dalla maturazione dei requisiti e il momento in cui si percepisce la pensione.
Possono accedervi sono i lavoratori che rientrano nel regime contributivo, ossia coloro che hanno versato i contributi esclusivamente dopo il 1995. I requisiti necessari per accedervi sono: compimento di 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi versati.
Vi possono accedere i lavoratori fragili come i disoccupati, i lavoratori con una invalidità minima del 74, i caregiver e gli addetti a mansioni gravose. I requisiti richiesti sono: 63 anni e 5 mesi di età e, in base alla categoria, il versamento di contributi per almeno 30, 32 o 36 anni.
Vi accedono i soggetti di ogni età che abbiano almeno 41 anni di contributi versati e un anno di contributi versati prima del compimento dei 19 anni. Questi lavoratori inoltre devono:
Vi possono accedere i lavoratori con 62 anni di età che abbiano versato 41 anni di contributi che abbiano maturato questi requisiti entro il 31 dicembre 2025.
Per poter andare in pensione anticipata è necessario seguire i seguenti 8 passaggi.
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ToggleE’ partito il 2 gennaio 2025 il Bonus anziani, la nuova Prestazione Universale che l’INPS ha iniziato a erogare, in via sperimentale. Questo beneficio è destinato agli ultraottantenni non autosufficienti con un bisogno assistenziale classificato come “gravissimo”, come stabilito dall’articolo 34 del decreto legislativo 29/2024 recante “Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33”.
Il progetto pilota, ha reso noto l’INPS specificando tutti i dettagli del nuovo bonus anziani nel messaggio n. 4490 del 30 dicembre 2024, avrà durata biennale, con decorrenza dal 1° gennaio 2025 e conclusione al 31 dicembre 2026.
La Prestazione Universale assorbirà l’indennità di accompagnamento (prevista dalla legge n. 18/1980) e alcune prestazioni fornite dagli ATS (Agenzie di Tutela della Salute), limitatamente agli ambiti di loro competenza, come previsto dall’articolo 1, comma 164, della legge 234/2021.
Dal 2 gennaio 2025, è possibile presentare la domanda online tramite la pagina dedicata sul sito INPS, intitolata “Decreto Anziani – Prestazione Universale”.
L’accesso potrà avvenire mediante:
Con il messaggio 8 luglio 2025, n. 2193 l’INPS ha comunicato che, all’interno del servizio di presentazione delle domande per la Prestazione Universale, sono stati effettuati i seguenti aggiornamenti:
Per ottenere il beneficio, è necessario soddisfare i seguenti criteri:
Con il messaggio 10 giugno 2025, n. 1842, l’INPS ha chiarito che, per il riconoscimento della Prestazione Universale, è valido anche l’ISEE sociosanitario recante un nucleo ristretto e non solo quello recante un nucleo ordinario, come precedentemente dichiarato. Restano fermi il valore dell’attestazione ISEE, che non deve essere superiore a 6.000 euro, e gli ulteriori requisiti previsti per il riconoscimento della prestazione. L’Istituto procederà d’ufficio al riesame delle domande presentate.
Il beneficio verrà erogato mensilmente e comprende:
L’INPS si occuperà di monitorare le spese legate alla Prestazione Universale. Qualora si riscontrassero scostamenti tra il numero di richieste e le risorse finanziarie disponibili, potrebbe essere necessario rivedere l’importo mensile della quota integrativa.
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