contatori congedi parentali

Contatori congedi parentali: come funziona il nuovo servizio INPS Come funziona il nuovo servizio INPS dei contatori congedi parentali che consentono ai lavoratori e ai datori di lavoro di visualizzare i periodi fruiti in tempo reale

Contatori congedi parentali INPS

L’INPS ha introdotto un innovativo servizio digitale per agevolare la gestione dei congedi parentali. Dal 1° luglio 2025 è disponibile nel portale istituzionale una funzionalità che consente di consultare i contatori dei congedi parentali, ossia strumenti che permettono di verificare con immediatezza i periodi di congedo già utilizzati e quelli ancora disponibili.

Il servizio si inserisce in un più ampio progetto di digitalizzazione delle procedure legate alla tutela della genitorialità e punta a semplificare la relazione tra cittadini, imprese e Istituto.

Come funzionano i contatori dei congedi parentali

Il sistema dei contatori è integrato nella procedura di gestione delle domande di congedo parentale. In concreto, accedendo al servizio online, ciascun utente può:

  • Verificare i periodi fruiti di congedo parentale ordinario e prolungato;

  • Controllare i giorni residui spettanti per ciascun genitore;

  • Consultare il dettaglio delle autorizzazioni rilasciate;

  • Visualizzare i periodi eventualmente richiesti, ma non ancora autorizzati.

I dati sono aggiornati in tempo reale sulla base delle informazioni presenti negli archivi INPS, garantendo così un monitoraggio puntuale sia per i lavoratori dipendenti sia per i datori di lavoro che necessitano di verificare le spettanze residue.

Come accedere ai contatori

La consultazione dei contatori può avvenire esclusivamente in modalità telematica. Per accedere al servizio è necessario autenticarsi attraverso una delle seguenti modalità:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);

  • CIE (Carta di Identità Elettronica);

  • CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Una volta effettuato l’accesso, si deve selezionare la voce “Congedi Parentali – Consultazione e gestione domande” e utilizzare la nuova sezione dedicata ai contatori.

Destinatari del servizio

Il servizio è rivolto a:

  • Lavoratori dipendenti privati che fruiscono di congedi parentali e prolungamenti per figli con disabilità;

  • Datori di lavoro, consulenti del lavoro e intermediari autorizzati, che possono consultare i contatori previa delega;

  • Patronati e soggetti abilitati all’assistenza per conto dei lavoratori.

In tutti i casi, è necessario che vi sia una posizione contributiva registrata negli archivi INPS e che siano state presentate domande di congedo parentale tramite i canali telematici istituzionali.

Istruzioni operative

Il nuovo servizio è stato illustrato nel messaggio INPS n. 2078 del 30 giugno 2025, che disciplina in dettaglio modalità di accesso, contenuti informativi e caratteristiche tecniche dei contatori. Il messaggio chiarisce anche che:

  • La consultazione dei contatori ha valore informativo;

  • In caso di incongruenze, il lavoratore può chiedere aggiornamenti agli uffici INPS competenti;

  • La funzionalità riguarda i congedi parentali disciplinati dal Decreto Legislativo n. 151/2001 e successive modifiche.

Vantaggi per lavoratori e aziende

Grazie ai contatori, lavoratori e aziende possono:

  • Ridurre i tempi di gestione delle richieste;

  • Prevenire errori nella fruizione dei periodi spettanti;

  • Avere piena trasparenza sulle spettanze residue e sulla situazione contributiva.

La digitalizzazione di questi dati si inserisce nella strategia INPS di semplificazione e innovazione dei servizi a supporto della genitorialità.

pensione anticipata flessibile

Pensione anticipata flessibile Pensione anticipata flessibile: cos’è, a chi spetta, requisiti, come funziona, quanto spetta, come fare domanda

Pensione anticipata flessibile: cos’è 

La pensione anticipata flessibile consiste in una misura economica che può essere richiesta dai lavori dipendenti e dai lavoratori autonomi che nel 2024 e nel 2025 raggiungono i seguenti requisiti anagrafici e contributivi:

  • 62 anni di età;
  • 41 anni di contributi.

Questa la ragione per cui la pensione anticipata flessibile è nota anche come “Quota 103”.

Principali riferimenti normativi

  • Legge di bilancio 2025
  • Legge di bilancio 2025
  • Circolare n. 53 del 5 marzo 2025 che contiene le indicazioni necessarie per il funzionamento di Quota 103 nel 2025

Chi può chiedere la pensione anticipata flessibile

Questo tipo di prestazione è riservata ai lavori dipendenti e agli autonomi iscritti alle seguenti gestioni pensionistiche:

  • fondo pensioni per i lavori dipendenti;
  • gestioni pensionistiche dei lavoratori autonomi, come quella per i commercianti, gli artigiani, i coltivatori diretti, i coloni e i mezzadri;
  • gestioni sostitutive ed esclusive INPS;
  • gestione separata INPS.

Come funziona la pensione anticipata flessibile

Il funzionamento della pensione anticipata flessibile per i lavoratori autonomi e i dipendenti del settore privato che maturano i requisiti anagrafici e contributivi richiesti (62 anni di età e 41 anni di contributi) prevede la decorrenza del diritto dopo sette mesi.

Sono previste variazioni per la decorrenza del trattamento (finestre) per:

  • i lavoratori dipendenti e gli autonomi iscritti a una gestione diversa da quella esclusiva AGO;
  • i dipendenti iscritti a una gestione esclusiva AGO (gestione separata per i dipendenti statali, cassa pensioni per i dipendenti degli enti locali e cassa pensioni per gli ufficiali giudiziari);
  • i dipendenti della pubblica amministrazione iscritti a una gestione esclusiva AGO o a una gestione diversa dall’AGO;
  • il personale del comparto scuola;
  • il personale dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.

Quanto spetta a titolo pensione anticipata flessibile

Per i lavoratori che raggiungono il requisito anagrafico e contributivo nel 2024 e nel 2025 la pensione è calcolata in base alle regole del sistema contributivo.

Il valore lordo mensile non può essere superiore al quadruplo del trattamento minimo pensionistico per le mensilità anticipate rispetto al momento di maturazione dei requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia.

Nel momento in cui si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia (dal 2023 al 2026 67 anni di età) viene pagato l’importo previsto perequato.

Pensione anticipata flessibile e lavoro autonomo occasionale

Chi diventa titolare della pensione agevolata flessibile può svolgere un’attività di lavoro autonomo occasionale purché il reddito conseguito non raggiunga i 5000 euro annuali.

Il superamento di questo limite comporta la sospensione dell’erogazione della pensione anticipata flessibile nell’anno in cui questo reddito è stato prodotto e l’eventuale recupero delle rate pensionistiche erogate senza titolo.

Domanda: quali requisiti?

Come anticipato, per chiedere la pensione anticipata flessibile è necessario, per il 2024 e il 2025, aver compiuto 62 anni di età e aver cumulato 41 anni di contributi.

Il requisito contributivo, su domanda dell’interessato, si può anche perfezionare cumulando i periodi versati o accreditati presso la gestione separata, l’AGO e forme sostitutive di quest’ultima, sempre gestite dall’INPS.

Come fare domanda

La domanda per conseguire la misura può essere inoltrata all’INPS in tre diverse modalità:

  • attraverso il servizio telematico dedicato;
  • tramite il Contact center INPS;
  • tramite i servizi telematici a disposizione degli enti di patronato e degli intermediari INPS.

Una volta inoltrata la domanda, il temine per emanare il provvedimento con cui l’INPS comunica l’esito è di 30 giorni, fatti salvi termini superiori previsti con regolamento.

Leggi anche gli altri articoli che si occupano della materia pensionistica 

assegno di inclusione

Assegno di inclusione: guida alla misura Cos'è l'assegno di inclusione, misura di sostegno economico introdotta dal 2024 dal dl n. 48/2023 convertito dalla legge n. 85/2023

Assegno di Inclusione (ADI): dal 1° gennaio 2024

L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di sostegno economico introdotta a decorrere dal 1° gennaio 2024 con l’articolo 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85. La misura, gestita dall’INPS, mira a contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone in situazioni di disagio economico.

In cosa consiste l’ADI

L’ADI è un beneficio economico mensile erogato alle famiglie che rispettano determinati requisiti di reddito e patrimonio. La misura sostituisce il Reddito di Cittadinanza, concentrandosi su politiche attive di lavoro e sul supporto personalizzato. L’importo dell’assegno varia in base alla composizione del nucleo familiare e alle specifiche condizioni economiche dei beneficiari.

Chi può richiedere l’ADI

I destinatari dell’Assegno di Inclusione sono le famiglie che soddisfano i seguenti requisiti:

  • Requisiti economici: Un ISEE non superiore a 10.140 euro annui, un patrimonio mobiliare non superiore a 10mila euro (per i nuclei composti da tre o più componenti, soglia aumentata di mille euro per ogni figlio a partire dal terzo; ovvero non superiore a seimila euro per i nuclei di un solo componente e a 8mila euro per i nuclei di due componenti) e immobiliare (in Italia e all’estero), spiega l’INPS, “come definito ai fini ISEE diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini dell’imposta municipale propria (IMU) non superiore a 150.000 euro, non superiore a 30.000 euro”. A seguito dell’entrata in vigore del dpcm 13/2025, del 5 marzo 2025, da aprile 2025, inoltre, titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale sono esclusi dal calcolo dell’ISEE (per un importo massimo di 50mila euro per nucleo familiare) rendendo più semplice ottenere il beneficio;
  • Residenza e cittadinanza: I richiedenti devono essere cittadini italiani, dell’Unione Europea o extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo e residenti in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due continuativi.
  • Requisiti ulteriori: Non essere sottoposti a misure cautelari personali o di prevenzione nè avere sentenze definitive di condanna intervenute nei dieci anni precedenti la richiesta; non essere disoccupati; non risiedere in strutture a totale carico pubblico; aver adempiuto all’obbligo di istruzione per i beneficiari tra i 18 e i 29 anni ovvero “essere iscritto e frequentare percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, funzionali all’adempimento del predetto obbligo di istruzione”.

Modalità di erogazione

L’importo dell’ADI viene calcolato tenendo conto del reddito disponibile del nucleo familiare. L’accredito del beneficio avviene mensilmente su una carta di pagamento elettronica (Carta di Inclusione o Carta ADI) per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi, che può essere rinnovato per ulteriori 12 mesi.

La carta consente non solo di effettuare acquisti di beni di prima necessità, ma anche di prelevare contante entro limiti stabiliti.

Bonus ponte luglio 2025

Abbiamo appena visto che l’assegno di inclusione, decorrente da 1° gennaio 2024 dura inizialmente 18 mesi, rinnovabili per altri 12, con una sospensione obbligatoria di un mese tra i due cicli.

Per evitare disagi ai soggetti più svantaggiati, il Ministero del Lavoro ha annunciato un “contributo straordinario” per coprire questa pausa di un mese, erogato a fine giugno o inizio luglio 2025. Si tratta di una misura “ponte”, non di una nuova rata dell’assegno e sarà resa operativa con un decreto o una circolare attuativa.

Obblighi per i beneficiari

L’Assegno di Inclusione non è solo un aiuto economico, ma si inserisce in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. I beneficiari, infatti, devono sottoscrivere un Patto di Inclusione che prevede la partecipazione a programmi formativi, tirocini o attività lavorative. Sono previste esenzioni per chi non è in grado di lavorare per motivi di salute o altre condizioni specifiche.

Il beneficio decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD) all’esito positivo dell’istruttoria.

Come presentare la domanda

La richiesta dell’ADI può essere effettuata tramite il portale online dell’INPS, accedendo in via telematica con SPID, CIE o CNS, alla pagina dedicata al servizio, oppure rivolgendosi a un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o ancora presso i patronati.

È necessario presentare tutta la documentazione richiesta, tra cui l’ISEE aggiornato.

inps in videochiamata

INPS in videochiamata: come funziona il nuovo servizio dall’1 luglio Come funziona il nuovo servizio sperimentale INPS in videochiamata disponibile dal 1° luglio 2025: vantaggi, sedi coinvolte e come prenotare l’appuntamento online

INPS in videochiamata: servizio dall’1 luglio

INPS in videochiamata: dal 1° luglio 2025, l’INPS inaugura una fase sperimentale del servizio di videochiamata con i cittadini. L’iniziativa, come annunciato nel messaggio n. 1979/2025, rientra in un più ampio progetto di innovazione digitale pensato per semplificare l’accesso alle informazioni e alle pratiche, riducendo i tempi di attesa e gli spostamenti verso gli sportelli fisici.

La sperimentazione riguarderà inizialmente un numero selezionato di sedi e sportelli, con l’obiettivo di estendere progressivamente il servizio a tutto il territorio nazionale.

Cosa offre il nuovo servizio di videochiamata

La videochiamata INPS introduce un’interazione più diretta e completa rispetto alla tradizionale assistenza telefonica, permettendo di vedere e parlare con un operatore qualificato in tempo reale.

Tra i principali vantaggi del servizio:

  • Accessibilità totale: basta un dispositivo (PC, tablet, smartphone) con connessione internet e videocamera per collegarsi da qualsiasi luogo.

  • Appuntamenti strutturati: ogni sessione dura 20 minuti, con possibilità di estensione se necessario.

  • Riduzione dei tempi di attesa: il collegamento è rapido e senza code.

  • Facilità d’uso: la piattaforma è intuitiva e pensata anche per chi ha poca dimestichezza con il digitale.

  • Assistenza personalizzata: puoi parlare con un operatore specializzato su pensioni, NASpI, invalidità civile e altre pratiche.

  • Scambio sicuro di documenti: durante la chiamata puoi inviare o ricevere documenti ufficiali che verranno protocollati.

  • Chat integrata: una live chat testuale consente di scrivere eventuali domande.

  • Benefici ambientali: meno spostamenti significano minori emissioni di CO2.

Come prenotare la videochiamata

Per utilizzare la nuova modalità di assistenza è necessario prenotare un appuntamento nel giorno dedicato dalla sede INPS sperimentale.

Le modalità di prenotazione sono diverse:

  • Accedi al sito inps.it e usa la funzione “Prenota un appuntamento” nell’area MyINPS.

  • Utilizza l’app INPS Mobile nella sezione “Sportelli di sede”.

  • Chiama il Contact Center:

    • Numero gratuito da rete fissa: 803164

    • Da cellulare (a pagamento): 06164164

  • Rivolgiti direttamente agli sportelli di prima accoglienza delle sedi INPS.

Il giorno della videochiamata, troverai il link per avviare la sessione tra le notifiche della tua area personale MyINPS. Non è necessario installare software aggiuntivi.

Dove parte la sperimentazione

La sperimentazione coinvolge una selezione di sedi INPS che offrono giornate dedicate al servizio di videochiamata. L’elenco completo e aggiornato è disponibile sul portale istituzionale nella pagina dedicata agli sportelli in videochiamata.

Guide e assistenza

Per facilitare l’uso del nuovo servizio, l’INPS mette a disposizione (nella sezione “Sportelli di sede” e “Contatti” sul sito ufficiale):

  • Un tutorial PDF dettagliato consultabile online.

  • Un breve video di presentazione che spiega come prenotare e avviare la videochiamata.

quattordicesima 2025

Quattordicesima 2025: arriva a luglio per i pensionati L’INPS comunica il pagamento d’ufficio della quattordicesima a luglio 2025 per pensionati over 64 con redditi nei limiti. Scopri requisiti, importi e come fare domanda

Cos’è e quando viene pagata la quattordicesima 2025

Con il messaggio INPS n. 1966 del 20 giugno 2025, l’Istituto informa che la quattordicesima sarà erogata d’ufficio sulla pensione di luglio 2025, per i pensionati che rispettano requisiti anagrafici e reddituali. 

Chi ha diritto e quali redditi valgono

Per accedere al beneficio:

  • È necessario aver compiuto 64 anni entro il 31 luglio 2025 (o entro il 30 giugno per gestioni pubbliche e ex‑INPGI)

  • Il reddito annuo personale (pensionistico e altri redditi esclusi quelli esenti) deve rientrare in fasce stabilite: fino a 1,5× o 2× il trattamento minimo (603,40 €). Il limite massimo è di 15.688,40 € lordi

Importi in base a contributi e reddito

L’ammontare della quattordicesima varia in funzione degli anni di contribuzione e del reddito:

Anni di contribuzione Reddito ≤ 1,5× TM Reddito tra 1,5× e 2× TM
Fino a 15 anni 437 € (dipend.) 336 €
15–25 anni 546 € 420 €
Oltre 25 anni 655 € 504 €

Clausola di salvaguardia

Se il reddito supera il limite ma resta sotto soglia più importo, si applica un pagamento proporzionato. 

Modalità d’erogazione e aggiornamento dati

  • Erogazione automatica on July 2025 per chi possiede i requisiti; a dicembre 2025 per chi compie 64 anni o diventa titolare di pensione dopo le scadenze indicate

  • L’INPS impiega i redditi certificati fino al 2021/2022, in attesa di dati aggiornati

  • Eventuali importi indebiti verranno recuperati automaticamente .

Come richiedere la quattordicesima se non arriva

Chi non la riceve ma ritiene di averne diritto può presentare domanda di “Ricostituzione reddituale per quattordicesima” tramite SPID/CNS/CIE o rivolgendosi a patronati per assistenza gratuita. 

Come verificare nel cedolino e tramite INPS

La quattordicesima comparirà nel cedolino di luglio (o dicembre) con apposita voce. Le comunicazioni verranno trasmesse tramite MY INPS, email certificata, modello Obis/M e app IO; non saranno inviate lettere cartacee. 

Vedi anche la guida Quattordicesima

naspi 2025

NASpI 2025: nuovo requisito contributivo per chi si dimette Dal 1° gennaio 2025 cambia l’accesso alla NASpI: introdotto un nuovo requisito contributivo per chi ha lasciato volontariamente un lavoro a tempo indeterminato. L'INPS chiarisce le modifiche apportate dalla legge di bilancio

Nuove regole NASpI 2025

La circolare INPS n. 98 del 2025 ha chiarito le modifiche apportate all’articolo 3 del d.lgs. n. 22/2015 dalla Legge di Bilancio 2025, introducendo un nuovo requisito contributivo per accedere alla NASpI, applicabile agli eventi di disoccupazione avvenuti dal 1° gennaio 2025.

NASpI dopo le dimissioni: servono 13 settimane di contributi

Chi ha interrotto volontariamente un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (per dimissioni o risoluzione consensuale) nei 12 mesi precedenti alla nuova disoccupazione, dovrà dimostrare almeno 13 settimane di contribuzione maturate tra i due eventi per accedere alla NASpI.

Dimissioni escluse dalla nuova regola

Non tutte le cessazioni volontarie sono penalizzate. Restano escluse le ipotesi in cui il lavoratore ha diritto alla NASpI senza ulteriori requisiti contributivi, ovvero:

  • dimissioni per giusta causa;

  • dimissioni durante il periodo tutelato di maternità o paternità;

  • risoluzione consensuale avvenuta nell’ambito della procedura di conciliazione ex art. 7 legge n. 604/1966.

Che tipo di rapporti di lavoro sono coinvolti?

Il nuovo requisito si applica alle cessazioni volontarie da rapporti a tempo indeterminato. Tuttavia, la cessazione involontaria successiva, che dà titolo alla NASpI, può riferirsi a rapporti sia a tempo indeterminato che a tempo determinato.

Contributi validi per maturare il requisito NASpI

Sono ritenuti utili ai fini del calcolo delle 13 settimane:

  • i contributi obbligatori versati durante rapporti di lavoro subordinato;

  • i contributi figurativi per maternità obbligatoria se già iniziata con contribuzione attiva;

  • i congedi parentali indennizzati in costanza di lavoro;

  • i periodi di lavoro svolti all’estero in Paesi UE o convenzionati con l’Italia;

  • fino a 5 giorni l’anno di astensione per malattia dei figli sotto gli 8 anni;

  • eventuali settimane agricole, se comprese nel periodo tra la cessazione volontaria e quella involontaria, che sono anch’esse cumulabili.

Il calcolo dell’importo e della durata resta invariato

È importante sottolineare che il nuovo requisito introdotto riguarda solo l’accesso alla prestazione. La misura e la durata della NASpI non subiscono modifiche e continuano ad essere determinate secondo le regole previgenti.

indennità di discontinuità

Indennità di discontinuità: guida e istruzioni INPS Quali sono i nuovi requisiti, le modalità di accesso e le novità per l’indennità di discontinuità secondo la circolare INPS n.101/2025

Cos’è l’indennità di discontinuità (IDIS)

L’indennità di discontinuità (IDIS) è un sostegno economico introdotto dal D.lgs. n. 175/2023, rivolto ai lavoratori del settore spettacolo iscritti al Fondo Pensioni per i Lavoratori dello Spettacolo (FPLS). Fornisce un supporto durante i periodi di inattività lavorativa, anche per chi mantiene contratti in corso, a differenza della NASpI. 

Novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025

Con la Legge n. 207/2024, in vigore dal 1° gennaio 2025, sono state introdotte importanti modifiche:

  • Reddito massimo: il limite IRPEF annuo è stato rialzato a 30.000 €, da non superare nel periodo precedente; 

  • Requisito contributivo: il numero minimo di giornate accreditate al FPLS si riduce a 51, rispetto alle 60 originarie; 

  • Esclusione dell’obbligo formativo: non è più previsto l’obbligo di partecipazione a percorsi formativi per i richiedenti. 

Requisiti per accedere all’IDIS

Al momento della domanda, il richiedente deve:

  1. Essere cittadino UE o straniero con regolare permesso di soggiorno.

  2. Risiedere in Italia da almeno 12 mesi

  3. Avere reddito IRPEF entro 30.000 €

  4. Aver maturato minimo 51 giornate di contribuzione FPLS (esclusi trattamenti NASpI, ALAS, IDIS)

  5. Ottenere reddito lavorativo prevalentemente da attività FPLS .

  6. Non avere un contratto subordinato a tempo indeterminato nell’anno precedente (intermittente escluso)

  7. Non percepire pensioni dirette

Durata e importo dell’indennità

  • Durata: pari a un terzo delle giornate contributive accreditate nell’anno precedente, fino a un massimo di 312 giornate annue

  • Esclusione contributi: non si detraggono più i periodi già coperti da NASpI o altre indennità

  • Importo giornaliero: corrisposto al 60% del minimale contributivo INPS, senza superarlo

  • Riparametrazione: se le risorse insufficienti, l’INPS calcola l’indennità entro 30 giorni dopo il 30 settembre 

Modalità e tempistiche per la domanda

  • Scadenza: entro il 30 aprile di ogni anno (proroga al successivo giorno non festivo) per l’anno precedente

  • Presentazione: esclusivamente online, tramite sito INPS, patronati o Contact Center.

  • Decadenza: mancata presentazione entro la scadenza comporta decadenza dal beneficio

Cumulabilità con altre misure

L’IDIS non è cumulabile, nell’anno e nelle stesse giornate, con:

  • Indennità NASpI, NASpI anticipata, DIS-COLL, ALAS, ISCRO, DS Agricola, invalidità, maternità, malattia, infortunio, integrazioni salariali 

La circolare INPS 101/2025

La circolare INPS n. 101/2025 definisce le istruzioni per il corretto accesso e calcolo dell’indennità di discontinuità, alla luce delle recenti modifiche della legge di bilancio. Con una soglia reddituale più alta, giornate contributive ridotte e semplificazione formativa, la misura diventa più accessibile, garantendo un sostegno puntuale ai professionisti dello spettacolo.

Per evitare decadenze o errori, è fondamentale rispettare il termine del 30 aprile e verificare con cura i requisiti al momento della domanda.

Dsu precompilata

DSU precompilata: esclusione automatica dei titoli di Stato DSU precompilata: quadri del patrimonio mobiliare precompilati con i valori al netto dei titoli di Stato, esclusi dal calcolo dell’ISEE

DSU precompilata: novità sui Titoli di Stato

Novità in materia di DSU precompilata dopo che il DPCM del 13 gennaio 2025 ha previsto l’esclusione dei titoli di Stato dall’ISEE fino al valore di 50.000 euro.

L’INPS, dopo il Circolare del 3 aprile 2025, con cui ha chiarito le novità del Regolamento ISEE e l’esclusione dei titoli di Stato, fornisce ulteriori indicazioni con il messaggio n. 1895 del 16 giugno 2025.

Titoli di Stato: esclusione automatica dalla DSU precompilata

Nel recente messaggio l’INPS chiarisce che il servizio di Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata include ora una novità importante: la riduzione automatica dei valori del patrimonio mobiliare (Quadro FC2, Modulo FC.1). La riduzione si applica ai titoli di Stato, ai buoni fruttiferi postali e ai libretti di risparmio postale, fino all’importo massimo di 50.000 euro per ogni nucleo familiare. L’obiettivo è escludere questi investimenti dal calcolo ISEE, agevolando l’accesso a prestazioni sociali.

Esclusione titoli di Stato dall’ISEE: come funziona

La riduzione agisce sui valori di saldo al 31 dicembre dei rapporti finanziari trasmessi dall’Agenzia delle Entrate. Per quanto riguardai libretti di risparmio postale, la decurtazione si applica al saldo e  alla giacenza media.

L’esclusione viene applicata seguendo un ordine di priorità: prima al dichiarante, poi agli altri componenti del nucleo in ordine decrescente di età, e infine al genitore non coniugato e non convivente.

Per ciascun soggetto, la priorità di applicazione della riduzione è la seguente: prima i titoli di Stato, poi i buoni fruttiferi postali e infine i libretti di risparmio postale.

Il dichiarante può visualizzare il dettaglio delle decurtazioni attraverso un’apposita sezione nel Quadro FC2 e ha la possibilità di accettare o modificare i dati precompilati, che sono già al netto delle esclusioni.

Nella DSU autodichiarata, per i libretti di risparmio postale, la riduzione deve essere applicata sia al saldo che alla giacenza media, sempre entro il limite di 50.000 euro per nucleo familiare.

 

Leggi anche l’articolo: ISEE 2025: cosa prevede il DPCM

dsu precompilata

DSU precompilata: la guida DSU precompilata: cos’è, a cosa serve, accesso alla DSU precompilata, precompilazione e novità ISEE 2025 per la determinazione ISEE

DSU precompilata: cos’è

La DSU precompilata è una modalità di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica. Il documento contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di un determinato nucleo familiare. La modalità di presentazione precompilata è prioritaria rispetto a quella non precompilata.

I dati presenti nella DSU in parte sono autodichiarati e in parti sono acquisiti dalle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, dell’INPS, del Catasto e degli intermediari finanziari.

A cosa serve la DSU precompilata

La DSU precompilata è fondamentale per ottenere l’ISEE. I dati in essa contenuti sono infatti necessari per il calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente. L’ISEE a sua volta è necessario per ottenere agevolazioni e aiuti sociali. L’ISEE infatti fornisce un quadro della situazione economica dei nuclei familiari. A tale fine prende in considerazione il reddito di ogni componente del nucleo, così come il patrimonio e una scala di equivalenza che varia al variare della composizione e delle caratteristiche del nucleo familiare.

Accesso alla DSU precompilata

Chi decide di avvalersi della DSU precompilata deve accedere al Portale unico ISEE previa autenticazione (SPID, CIE di 2° livello) CNS) e autorizzazione alla precompilazione dei dati dei componenti maggiorenni del nucleo familiare. In questo caso il dichiarante deve autodichiarare di aver acquisito le deleghe dai familiari, indicando per ognuno il codice fiscale e il numero di tessera sanitaria completa della data di scadenza.

Il soggetto che effettua la dichiarazione può accedere alla DSU precompilata anche per mezzo dei dati di risconto validati dall’Agenzia delle Entrate, che si riferiscono ai componenti maggiorenni dello stesso nucleo familiare.

I cittadini possono accedere alla propria DSU precompilata autonomamente in modalità telematica o rivolgendosi a un CAF delegato, che provvederà sempre in modalità telematica.

Precompilazione della DSU

La DSU precompilata contiene i dati autodichiarati e i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, dell’INPS e degli altri soggetti già menzionati (dati precompilati).

I dati autodichiarati devono essere sottoscritti. Una volta che il dichiarante presenta la DSU ottiene una ricevuta della DSU protocollata. I dati autodichiarati quindi vengono trasmessi al Sistema Informativo dell’ISEE. In seguito, previa acquisizione dell’autorizzazione o della verifica degli elementi di riscontro forniti dal dichiarante, la precompilata viene completata con i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS. Nel termine di tre mesi il dichiarante deve accettare o modificare i dati precompilati. Decorso il termine di tre mesi senza modifica o accettazione i dati vengono cancellati dall’INPS. Non è possibile ottenere l’ISEE senza aver trasmesso di nuovo la DSU.

Novità ISEE 2025

Il DPCM n. 13 del  14 gennaio 2025 ha modificato il regolamento ISEE mutando le regole di determinazione dell’indicatore e gli ambiti di applicazione.

Approfondisci l’argomento leggendo questo articolo ISEE 2025: cosa prevede il DPCM

Tra le novità più importanti segnalare che hanno modificato la DSU e l’ISEE 2025 si segnalano le seguenti:

  • dai redditi impiegati per la determinazione dell’ISEE sono escluse le prestazioni di natura assistenziale e previdenziali previste per i disabili;
  • la scala di equivalenza per ogni componente disabile del nucleo familiare viene maggiorata dello 0,5;
  • introduzione delle DSU precompilata;
  • dal patrimonio mobiliare impiegato per il calcolo dell’ISEE sono esclusi i titoli di stato, i libretti di risparmio postale e i buoni postali fruttiferi fino all’importo di 50.000,00 euro.

 

Leggi anche: ISEE 2025 precompilato più semplice

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Bonus giovani under 35: come ottenerlo Bonus giovani under 35: in cosa consiste l'esonero contributo previsto dal decreto Coesione e come presentare domanda

Bonus giovani under 35

Bonus giovani under 35: dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 i datori di lavoro privati possono usufruire di un incentivo contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani che non abbiano mai avuto un contratto stabile. Lo ha previsto il decreto-legge n. 60/2024 (decreto Coesione) e le modalità operative sono state dettagliate nella circolare INPS n. 90 del 12 maggio 2025.

A partire dal 16 maggio 2025, è attivo il modulo telematico per richiedere l’agevolazione sul Portale delle Agevolazioni INPS (ex DiResCo), modificato dall’istituto a partire dal 18 giugno 2025 in conformità alle indicazioni del ministero del Lavoro.

A chi spetta il Bonus giovani 2025

L’incentivo, si ricorda, è rivolto a tutti i datori di lavoro privati (esclusi gli enti pubblici) che assumano, o trasformino un contratto da determinato a indeterminato, giovani che:

  • non abbiano ancora compiuto 35 anni alla data di assunzione;

  • non siano mai stati occupati con contratto a tempo indeterminato, in Italia o all’estero.

Quali sono i vantaggi per le imprese?

Il beneficio consiste in un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, per un periodo massimo di 24 mesi, con un tetto mensile di 500 euro per lavoratore.

Per i datori di lavoro con sede in una delle regioni della Zona Economica Speciale (ZES) Unica per il Mezzogiorno – ovvero Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna – il limite dell’incentivo mensile sale a 650 euro per ciascun lavoratore assunto.

Requisito dell’incremento netto dell’occupazione

A seguito della pubblicazione da parte del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del decreto interministeriale 11 aprile 2025, che ha definito i criteri e le modalità attuative del Bonus giovani, sono state fornite nuove indicazioni ai fini della legittima fruizione dell’esonero contributivo.

Come richiesto, nello specifico, dalla Commissione europea, la fruizione del bonus, per le assunzioni/trasformazioni effettuate a decorrere dal 1° luglio 2025, è subordinata, come condizione di ammissibilità, al rispetto del requisito dell’incremento netto dell’occupazione.

Pertanto, l’INPS, con il messaggio n. 1935 del 18 giugno 2025, ha comunicato di aver aggiornato sia le procedure attuative che il modulo di domanda in aderenza alle indicazioni fornite.

Chi sono i lavoratori esclusi?

Non rientrano nell’ambito del Bonus:

  • i dirigenti;

  • i lavoratori domestici;

  • i rapporti di lavoro instaurati con contratto di apprendistato.

Come presentare la domanda

Per accedere all’incentivo, è necessario:

  1. accedere al Portale delle Agevolazioni INPS (ex DiResCo);

  2. compilare e inviare l’apposito modulo online disponibile dal 16 maggio 2025;

  3. seguire le istruzioni operative contenute nella circolare INPS n. 90/2025.

 

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