Congedo parentale 2024: le faq dell’Inps L'Istituto di previdenza ha aggiornato le faq sul congedo parentale 2024 a fronte delle richieste di chiarimento provenienti da vari lavoratori

L’INPS, con il messaggio 4 aprile 2025, n. 1166, informa che il Ministero dell’Economia e delle finanze ha stabilito i Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM) per i prestiti da estinguere tramite cessione del quinto dello stipendio e della pensione, in vigore dal 1° aprile 2025 al 30 giugno 2025.
Per i prestiti fino a 15mila euro, il tasso medio è fissato al 13,32%, con un tasso soglia usura di 20,65%. Per gli importi superiori a 15mila euro, il tasso medio scende a 9,23%, con un tasso soglia usura di 15,54%.
Inoltre, i tassi soglia TAEG per i prestiti concessi ai pensionati variano in base all’età del richiedente e all’importo del prestito: è possibile consultare le informazioni nel dettaglio all’interno del messaggio INPS.
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A partire dal 15 aprile 2025, l’INPS darà avvio allo scorrimento delle graduatorie relative alle domande presentate nel 2024 per l’accesso al Bonus psicologo, misura finanziata con i fondi stanziati per l’anno 2023. Lo ha reso noto l’Istituto con il messaggio n. 1217 del 9 aprile 2025.
I nuovi beneficiari, che risultano ammessi grazie allo scorrimento, potranno consultare l’esito della domanda, l’importo riconosciuto e il codice univoco associato accedendo all’apposito servizio online disponibile sul portale INPS.
Il contributo – finalizzato a sostenere le spese per sedute di psicoterapia – ricorda l’INPS, prevede un rimborso fino a 50 euro per ogni seduta, entro il limite massimo stabilito in base all’ISEE del richiedente.
Il bonus può essere utilizzato entro 270 giorni dalla data del 15 aprile 2025. Decorso tale termine, il codice assegnato verrà automaticamente annullato.
Per maggiori dettagli e per accedere al servizio online, è possibile consultare la sezione dedicata sul sito ufficiale dell’INPS.
Leggi anche la guida al Bonus psicologo
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ToggleLa rendita vitalizia INPS, disciplinata dall’art. 13 della Legge n. 1338/1962, è un meccanismo che consente ai lavoratori di ottenere il riconoscimento della contribuzione previdenziale non versata dal datore di lavoro e ormai prescritta. In altre parole, permette di trasformare periodi di lavoro non coperti da contributi in periodi utili ai fini pensionistici, mediante il pagamento di un onere a carico del lavoratore o di un terzo.
La rendita vitalizia INPS può essere richiesta dai lavoratori dipendenti (anche se negli anni sono state ampliate le categorie di lavoratori) che:
L’INPS consente il riscatto di tali periodi attraverso il versamento di un importo determinato sulla base della retribuzione percepita nel periodo scoperto da contribuzione. La disciplina del calcolo e quindi del costo del riscatto della rendita Italia INPS resta quella del decreto legislativo n. 187/1977.
La prescrizione dei contributi previdenziali si verifica, come anticipato, in un periodo di 5 anni, come stabilito dall’art. 3, comma 9, lett. b) della Legge n. 335/1995.
La recente Legge 13 dicembre 2024, n. 203 (c.d. Collegato Lavoro) ha introdotto importanti modifiche alla disciplina della rendita vitalizia INPS, in vigore dal 12 gennaio 2025. La circolare INPS n. 48/2025 ha illustrato le principali novità.
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La busta paga è un documento fondamentale per ogni lavoratore dipendente, poiché attesta il compenso percepito e fornisce dettagli sulle ritenute fiscali e previdenziali applicate. Tuttavia, leggere e comprendere una busta paga può risultare complesso a causa della presenza di numerose voci, sigle e codici.
La busta paga è un documento obbligatorio che il datore di lavoro fornisce ai dipendenti per certificare il pagamento dello stipendio. Contiene informazioni relative alla retribuzione lorda e netta, contributi previdenziali, trattenute fiscali e ore lavorate.
La busta paga presenta alcuni aspetti peculiari:
La busta assolve a una serie di importanti funzioni:
La busta paga è suddivisa in diverse sezioni, ognuna delle quali riporta informazioni specifiche. Essa si compone di una intestazione, di un corpo e di una parte finale. Vediamo nel dettaglio quali sono approssimativamente le principali voci e il loro significato, tenendo conto che il modello è variabile.
Nella parte superiore del documento si trovano le seguenti informazioni:
In questa sezione vengono indicati gli elementi che compongono lo stipendio lordo:
Esempio di calcolo della retribuzione lorda
Dalla retribuzione lorda vengono sottratte alcune voci:
Contributi INPS:
Trattenute IRPEF:
Esempio di trattenute fiscali:
Addizionali regionali e comunali: queste percentuali variano da regione e regione e da comune a comune in base alla regione e al comune di residenza.
Dopo aver sottratto contributi e tasse, si ottiene lo stipendio netto, ovvero l’importo effettivamente percepito dal lavoratore.
Esempio di calcolo dello stipendio netto
Oltre ai contributi previdenziali e fiscali, in busta paga possono comparire altre trattenute, come:
La busta paga riporta l’accantonamento del TFR, ovvero la somma che il datore di lavoro mette da parte ogni mese e che verrà corrisposta al dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro.
Come si calcola il TFR?
Il TFR annuo è pari a 1/13,5 della retribuzione lorda annua.
Esempio:
In questa sezione troviamo:
i giorni lavorati e le ore ordinarie;
le ferie e i permessi maturati e residui;
le malattie, i congedi e le assenze giustificate.
Esempio di busta paga
Un esempio di struttura di una busta paga potrebbe essere il seguente:
Voce |
Importo (€) |
Retribuzione base |
1.500 |
Indennità mansione |
100 |
Straordinari |
50 |
Totale lordo |
1.650 |
Contributi INPS |
-150 |
IRPEF |
-200 |
Addizionali regionali |
-30 |
Stipendio netto |
1.270 |
TFR accantonato |
123 |
La busta paga è un documento essenziale per ogni lavoratore dipendente, ma comprenderne le varie voci è fondamentale per verificare l’esattezza dello stipendio percepito e tenere sotto controllo tasse e contributi versati. Se si hanno dubbi sulla propria busta paga, è sempre consigliabile consultare un consulente del lavoro o un sindacato per ottenere chiarimenti.
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Con il messaggio 4 aprile 2025, n. 1173, l’INPS fornisce le indicazioni e le modalità ai percettori dell’assegno sociale per la comunicazione dei redditi.
L’assegno sociale, ricorda l’istituto, “è una prestazione collegata al reddito e viene corrisposto nel caso in cui il soggetto beneficiario dimostri di non avere un reddito superiore al limite annualmente stabilito dalla legge”. In particolare, per la concessione dell’assegno la legge non solo stabilisce un limite reddituale, “ma impone anche ai soggetti beneficiari di comunicare all’INPS la propria situazione reddituale qualora non siano tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi all’Amministrazione finanziaria o non la comunichino integralmente (cfr. art. 35, comma 10-bis, dl n. 207/2008, convertito, con modificazioni, dalla l- n. 14/2009).
A seguito delle verifiche effettuate, l’INPS ha individuato i soggetti titolari dell’assegno sociale che non hanno adempiuto a tale obbligo per l’anno 2020. Nei confronti di tali soggetti è stata avviata una campagna di comunicazione tramite raccomandata A/R, con cui si informa l’interessato che, in caso di ulteriore inadempimento all’obbligo di comunicazione reddituale, verrà avviato un procedimento di sospensione e successiva revoca della prestazione.
La comunicazione all’INPS, pertanto, può essere effettuata attraverso:
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ToggleL’INPS ha pubblicato il bando per il Progetto Home Care Premium (HCP) 2025, un’iniziativa che prevede l’erogazione di contributi economici per l’assistenza domiciliare a favore di dipendenti e pensionati della PA iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Il programma, valido per il periodo 2025-2028, è rivolto anche ai congiunti non autosufficienti dei beneficiari diretti, come coniugi e parenti di primo grado.
Il bando si rivolge a:
Il progetto Home Care Premium 2025 prevede due tipi di benefici per i richiedenti:
I richiedenti devono presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’ISEE sociosanitario, anche in modalità ristretta, per la determinazione del posizionamento in graduatoria.
Le domande possono essere inviate a partire dal 1° aprile 2025, accedendo all’area riservata del portale INPS e seguendo questo percorso:
L’INPS pubblicherà l’elenco dei beneficiari ammessi entro il 31 maggio 2025. Tuttavia, sarà possibile presentare nuove domande fino al 31 gennaio 2028.
Per ulteriori dettagli e per consultare il bando completo, è possibile visitare il sito ufficiale dell’INPS al seguente link: Bando Home Care Premium 2025.
L’INPS ha pubblicato il bando Estate INPSieme Senior 2025, finalizzato ad offrire ai pensionati, loro coniugi/uniti civilmente e figli con disabilità conviventi, la possibilità di fruire di soggiorni estivi (da giugno a novembre) sia in Italia che all’estero, con un contributo economico a copertura totale o parziale dei costi.
L’iniziativa permette di soggiornare in località marine, montane, termali o culturali, crociere comprese, con pacchetti organizzati e forniti esclusivamente da tour operator e agenzie di viaggio.
Il bando è destinato a:
Come anticipato, possono beneficiare del contributo anche i coniugi e i figli conviventi con disabilità.
L’INPS assegna un contributo economico massimo per coprire, totalmente o in parte, il costo del soggiorno, che può essere:
Otto giorni e sette notti, con un contributo di 800 euro
Quindici giorni e quattordici notti, con un contributo di 1.400 euro
La domanda di partecipazione deve essere presentata dal soggetto richiedente la prestazione, esclusivamente online, entrando nella propria area riservata del sito Inps, attraverso il servizio “Portale Prestazioni welfare” e cliccando su “Accedi all’area tematica”. Successivamente è necessario cliccare su “Gestione domanda” e in seguito, su “Presentazione domanda”, cliccare “utilizza il servizio”. Infine, cliccare su “Vai alla prestazione” in corrispondenza di “EstateINPSieme Senior”.
La domanda va inviata entro e non oltre le ore 12:00 del 16 aprile 2025.
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ToggleLa pensione di inabilità è una prestazione economica erogata dall’INPS a favore di soggetti che, a causa di una patologia o infortunio, si trovano nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
Questa pensione rientra tra le prestazioni previdenziali ed è distinta dall’assegno ordinario di invalidità, che viene riconosciuto a coloro che presentano una capacità lavorativa nella misura inferiore ad un terzo.
La disciplina della pensione di inabilità è regolata da:
La pensione di inabilità può essere richiesta da coloro che soddisfano i seguenti requisiti:
L’importo della pensione di inabilità viene calcolato sulla base dei contributi versati dal lavoratore fino al momento della cessazione dell’attività. Il calcolo avviene secondo il sistema misto o contributivo, a seconda dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995.
Il pensionato può essere sottoposto a visite periodiche di revisione da parte delle commissioni medico-legali dell’INPS per confermare la persistenza dello stato di inabilità.
La pensione di inabilità cessa nei seguenti casi:
La domanda deve essere presentata all’INPS attraverso:
Questi i documenti richiesti a corredo della domanda:
La Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato hanno emesso diverse sentenze in materia di pensione di inabilità:
Leggi anche: Pensione di inabilità: spese per la CTU non dovute
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ToggleIl bonus asilo nido è una misura di sostegno al reddito che si traduce nell’erogazione di un contributo da parte dell’INPS in favore dei genitori che sostengono il costo della retta dell’asilo.
Il bonus asilo nido è stato introdotto dalla legge di bilancio per il 2017 n. 232/2016, che ne contiene la disciplina base nel comma 355. L’INPS nel tempo ha chiarito il funzionamento della misura con divise circolari e messaggi:
Dal 2025 però questo contributo presenta delle novità in virtù della legge di bilancio che ha incrementato gli importi e diversificato la misura in base alla situazione economica delle famiglie destinatarie.
La circolare INPS n. 60/2025 del 20 marzo 2025 illustra gli aggiornamenti in vigore dal 2025.
Vai alla scheda dedicata al Bonus asilo nido aggiornata al 2025
Il bonus silo nido spetta ai genitori di figli che non abbiano ancora compiuto i tre anni di età e che frequentano un asilo nido pubblico o privato o che siano affetti da una patologia cronica purché certificata e che necessitano quindi di cure presso la residenza.
I genitori richiedenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti soggettivi:
Per la concessione del bonus inoltre:
L’importo del contributo varia in base al valore dell’ISEE minorenni e alla data di nascita del minore:
Per minori nati prima del 1° gennaio 2024 valgono i seguenti requisiti economici;
Per i bambini nati dopo il 1° gennaio 2024 i requisiti reddituali sono i seguenti:
La legge di bilancio 2025 prevede che nella determinazione dell’ISEE minorenni non si debba tenere conto delle somme erogate a titolo di assegno unico e universale (decreto legislativo n. 230/2021).
Per i nuclei familiari che hanno bambini affetti da una patologia cronica certificata attestante l’impossibilità di frequentare un asilo nido, la circolare n. 60/2025 precisa che completata la richiesta il servizio attribuisce un codice identificativo.
Occorre inoltre, per prenotare le risorse, che il pediatra del minore attesti che il minore, per l’intero anno, si trovi nell’impossibilità di frequentare gli asilo nido a causa della grave patologia. Per il pagamento di questo contributo il servizio è integrato con il “Sistema Unico di gestione IBAN”.
La domanda per il contributo deve essere presentata da quando il servizio di presentazione è aperto. La data viene comunicata ogni anno dall’INSP con messaggio apposito e termina il 31 dicembre dell’anno solare di riferimento. La richiesta va inoltrata attraverso il servizio dedicato presente sul sito INPS o rivolgendosi ai patronati che offrono i loro servizi telematici ai cittadini.
La domanda deve contenere tutta una serie di requisiti:
Per accedere al contributo è necessario presentare i documenti di spesa relativi al contributo entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento della domanda. Per il 2025 ad esempio la documentazione va trasmessa entro il 30 aprile 2026. Le spese rimborsabili sono esclusivamente quelle che si riferiscono alla retta mensile, alla quota che si riferisce ai pasti, all’imposta di bollo e all’IVA.
La somma del contributo asilo nido viene determinata in relazione all’ISEE minorenni in corso di validità, nel mese precedente a quello a cui fa riferimento la mensilità e nei limiti del contributo massimo erogabile, fatti salvi eventuali conguagli.
Per il contributo relativo al supporto presso l’abitazione la somma viene erogata in una soluzione unica e tiene conto dell’ISEE minorenni che risulta valido alla data di protocollo della richiesta.
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ToggleI diritti inespressi in ambito previdenziale si riferiscono a quelle prestazioni economiche aggiuntive a cui un pensionato ha diritto, ma che non vengono automaticamente riconosciute dall’INPS. La mancata erogazione avviene perché tali benefici non vengono richiesti esplicitamente dal pensionato, sebbene spettino per legge.
Molti pensionati, infatti, non sono consapevoli di poter ottenere incrementi sulla propria pensione o ulteriori benefici, poiché l’INPS non attiva automaticamente l’erogazione di questi diritti.
Tra i più comuni diritti inespressi troviamo:
I diritti inespressi sono regolati da diverse disposizioni normative, tra cui:
Poiché i diritti inespressi non vengono riconosciuti automaticamente, il pensionato deve attivarsi per ottenerli. Ecco i passaggi da seguire.
Accedere al sito INPS tramite SPID, CIE o CNS per controllare la propria pensione.
Contattare un patronato o un CAF per verificare se si ha diritto a maggiorazioni o supplementi.
La richiesta può essere inoltrata tramite:
L’INPS ha un termine prestabilito per rispondere alla domanda.
In caso di esito negativo, è possibile presentare ricorso amministrativo.
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Bonus anziani: indicazioni INPS
Con il messaggio 18 marzo 2025, n. 949, l’INPS ha fornito nuove indicazioni operative sul bonus anziani, la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti.
La misura, si ricorda, è destinata agli anziani di almeno 80 anni, titolari di indennità di accompagnamento e con un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro, a cui è stato riconosciuto un livello di bisogno assistenziale gravissimo.
L’INPS eseguirà controlli automatici per verificare:
La Prestazione Universale è composta da:
L’uso della quota integrativa sarà soggetto a controlli trimestrali. La mancata dimostrazione della spesa comporterà la decadenza dal beneficio.
La Prestazione Universale, una volta riconosciuta, assorbe l’indennità di accompagnamento di cui alla legge 11 febbraio 1980, n. 18, e le ulteriori prestazioni di cui all’articolo 1, comma 164, della legge 30 dicembre 2021, n. 234. Tuttavia, rammenta l’INPS, la scelta a favore della Prestazione Universale è reversibile e, pertanto, il beneficiario può rinunciare alla medesima con il conseguente ripristino dei contributi di cui all’articolo 1, comma 164, secondo periodo, della legge n. 234/2021 presentando specifica richiesta all’INPS tramite l’apposita funzione disponibile sul portale dell’Istituto. In tale caso, l’INPS provvede alla sospensione della quota integrativa prevista dalla Prestazione Universale, ripristinando l’indennità di accompagnamento.
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ToggleL’INPS cambia orientamento e riconosce l’indennità di malattia anche ai pensionati che avviano un nuovo rapporto di lavoro dipendente. La novità è contenuta nella circolare n. 57/2025, che chiarisce la compatibilità tra il trattamento pensionistico e la prestazione economica che viene riconosciuta in caso di malattia, in risposta alla disposizioni vigenti che permettono ai pensionati di iniziare un nuovo rapporto lavorativo dipendente, anche se con dei limiti, come vedremo.
In precedenza, l’INPS negava il riconoscimento dell’indennità ai lavoratori dipendenti già pensionati, ritenendo che la pensione costituisse una fonte di reddito alternativa. Tuttavia, il nuovo orientamento considera il trattamento pensionistico e l’indennità di malattia due prestazioni autonome e quindi cumulabili. Il riconoscimento di questa tutela previdenziale risponde all’esigenza di compensare la perdita di reddito legata alla malattia, perché incide anche sui pensionati che lavorano.
Non tutti i pensionati lavoratori però possono beneficiare dell’indennità. Restano esclusi coloro che percepiscono una pensione di inabilità, in quanto incompatibile con il lavoro, e gli iscritti alla gestione separata, per i quali la legge non prevede tale diritto.
Per gli operai agricoli a tempo determinato (OTD), il diritto all’indennità di malattia si estingue con la scadenza degli elenchi INPS che attestano il diritto alla prestazione, ovvero il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento. Se l’operaio agricolo è pensionato e non trova un nuovo impiego, perde il diritto all’indennità anche se ancora iscritto negli elenchi.
Con questa revisione, l’INPS garantisce una maggiore tutela ai pensionati che continuano a lavorare. L’indennità di malattia non si configura più come un diritto limitato ai soli lavoratori attivi, ma come una misura di protezione del reddito per tutti i dipendenti, indipendentemente dal loro status pensionistico. Questo adeguamento risponde all’evoluzione del mercato del lavoro, in cui sempre più pensionati scelgono di proseguire l’attività lavorativa.
Leggi anche: Malattia e visite fiscali: tutte le info sul sito INPS