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Riforma disabilità: certificato medico introduttivo L'Inps illustra la nuova modalità di avvio del procedimento che prevede l'invio telematico del "certificato medico introduttivo"
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ToggleRiforma disabilità: i chiarimenti Inps
Con il messaggio 28 novembre 2024, n. 4014 l’Inps ha comunicato che a partire dal 1° gennaio 2025, nelle province di Brescia, Trieste, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari, prende il via il procedimento per l’accertamento della condizione di disabilità, che prevede l’invio telematico all’INPS del nuovo “certificato medico introduttivo”. Fino al 31 dicembre 2024, inoltre, l’istituto fa presente che per tutti i certificati introduttivi redatti, il medico certificatore deve comunicare al cittadino che, se è residente (e domiciliato) o domiciliato (ovunque sia residente) in una delle nove province sopraindicate, la domanda amministrativa deve essere presentata all’INPS entro il 31 dicembre.
La riforma della disabilità
Il D.Lgs. 3 maggio 2024, n. 62, recante “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato”, ha riformato i criteri e le modalità di accertamento della condizione di disabilità, prevedendo una “Valutazione di Base” affidata in via esclusiva all’INPS su tutto il territorio nazionale a partire dal 1° gennaio 2026 e, dal 1° gennaio 2025, ai sensi dell’articolo 33 del medesimo decreto legislativo, l’avvio di una sperimentazione della durata di dodici mesi, che coinvolgerà 9 province, individuate dall’articolo 9, comma 1, del dl 31 maggio 2024, n. 71, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2024, n. 106, di seguito indicate: Brescia, Trieste, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari.
Il certificato medico introduttivo
Una delle novità della riforma di cui al decreto legislativo n. 62/2024 è rappresentata dalla nuova modalità di avvio del procedimento valutativo di base, che prevede l’invio telematico all’INPS del nuovo “certificato medico introduttivo”, il quale rappresenterà l’unica procedura per la presentazione dell’istanza, volta all’accertamento della disabilità, che non dovrà essere più completata con l’invio della “domanda amministrativa” da parte del cittadino o degli Enti preposti e abilitati (cfr. l’art. 8 del decreto legislativo n. 62/2024).
Per tutti i certificati introduttivi redatti fino al 31 dicembre 2024 il medico certificatore deve comunicare al cittadino che se è residente (e domiciliato) o domiciliato (ovunque sia residente) in una delle 9 province in sperimentazione, la domanda amministrativa deve essere presentata all’INPS entro il 31 dicembre 2024. Pertanto, il certificato introduttivo redatto dal medico certificatore secondo le attuali modalità è utilizzabile, nelle province di Brescia, Trieste, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari, esclusivamente fino al 31 dicembre 2024.
A decorrere dal 1° gennaio 2025, nelle suddette 9 province individuate dal decreto-legge n. 71/2024, l’avvio del procedimento per l’accertamento della condizione di disabilità dovrà avvenire unicamente tramite il nuovo “certificato medico introduttivo”.
Certificato medico introduttivo: profilazione dei medici
L’INPS con il messaggio n. 4512 del 31.12.2024, che segue il n. 4364 del 19.12.2024 e il n. 4465 del 27.12. 2024, precisa che i medici che si profilano per la prima volta per compilare e trasmettere all’INPS il certificato medico introduttivo devono richiedere l’abilitazione tramite il modulo “AP110”, scaricabile dal sito dell’INPS e da inviare tramite PEC alla struttura territorialmente competente dell’Istituto. Una volta abilitati, possono accedere alla procedura per redigere il certificato.
I medici del SSN (art. 8, comma 1, primo periodo, D. Lgs. 62/2024) devono spuntare la struttura sanitaria di appartenenza, mentre gli altri (es. medici di medicina generale, pediatri, liberi professionisti) devono spuntare la dichiarazione attestante il completamento o l’avvio del dossier formativo di gruppo. I medici devono dichiarare inoltre di possedere una firma digitale.
Dal 1° gennaio 2025, per rendere più facile la compilazione del certificato, un “instradatore” guida i medici in base alla provincia di domicilio/residenza del paziente. Nelle 9 province in sperimentazione (es. Brescia, Firenze, Catanzaro), la compilazione del nuovo certificato digitale vale come istanza di valutazione di disabilità. Nelle altre province invece, si utilizza il vecchio certificato, che va associato entro 90 giorni a una domanda amministrativa di invalidità civile o altra condizione prevista dalla normativa.
ISEE 2025 precompilato più semplice ISEE 2025 precompilato: scelta della DSU, vantaggi e limiti di valore dell'indicatore per le agevolazioni 2025
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
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ToggleISEE 2025: guida alla DSU online
ISEE 2025 precompilato: dal 1° gennaio 2025, la compilazione dell’ISEE diventa più semplice grazie alla possibilità di presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) online sul portale dell’INPS. Questo strumento consente di ottenere un ISEE aggiornato, documento necessario per accedere a bonus e agevolazioni fiscali, senza doversi recare presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF). Per accedere al servizio, occorre disporre di un’identità digitale, come SPID, CIE o CNS.
Perché aggiornare l’ISEE ogni anno
L’ISEE, che scade il 31 dicembre, va rinnovato annualmente per garantire la continuità dei benefici. È indispensabile infatti per accedere a numerose prestazioni, tra cui l’Assegno unico, il Bonus asilo nido e l’Assegno di inclusione, che ha sostituito il Reddito di cittadinanza. Non aggiornare l’ISEE significa perdere l’accesso a queste agevolazioni od ottenere importi ridotti.
ISEE 2025 precompilato: quali vantaggi?
L’ISEE precompilato permette di risparmiare tempo, poiché include dati già disponibili presso l’INPS o l’Agenzia delle Entrate, come:
- redditi: informazioni provenienti dall’anagrafe tributaria, come dichiarazioni fiscali e certificazioni uniche;
- spese sanitarie: rilevate dalla dichiarazione dei redditi, utili per famiglie con disabili;
- canoni di locazione: dati sui contratti d’affitto registrati;
- patrimonio immobiliare e mobiliare: comprendente il valore di immobili e le giacenze medie dei conti correnti;
- trattamenti previdenziali: come pensioni o indennità erogate dall’
Sebbene molti dati siano già caricati, è necessario verificare la correttezza delle informazioni e inserire eventuali aggiornamenti, come variazioni nella composizione del nucleo familiare.
Quale modello scegliere: DSU Mini o Integrale?
La scelta del modello DSU da presentare dipende dalle prestazioni richieste:
- DSU Mini: indicata per famiglie senza disabili, con figli minori o maggiorenni non universitari. È adatta ad esempio per richiedere l’Assegno unico e il Bonus asilo nido;
- DSU Integrale: necessaria per situazioni più complesse, come l’ISEE università o l’ISEE socio-sanitario per famiglie con persone disabili.
Il sistema comunque guida l’utente verso il modello più adatto durante la compilazione.
Limiti ISEE agevolazioni 2025
Per accedere ai bonus del 2025, il valore dell’ISEE deve rientrare in specifici limiti. Ecco i principali:
- supporto formazione e lavoro: fino a 6.000 euro;
- carta acquisti: fino a 8.052,75 euro;
- assegno di inclusione: fino a 9.360 euro;
- carta “Dedicata a te”: fino a 15.000 euro;
- assegno unico (importo massimo): fino a 17.000 euro;
- bonus asilo nido: fino a 25.000 euro;
- carta cultura: fino a 35.000 euro.
Superare queste soglie comporta l’esclusione o la riduzione dei benefici.
Novità legislative per ISEE 2025
Si ricorda inoltre che la manovra di bilancio 2025 ha introdotto modifiche importanti. Ad esempio, l’Assegno unico non sarà più considerato nel calcolo dell’ISEE per alcuni bonus, come il Bonus nascita da 1.000 euro. Titoli di stato e buoni postali fino a 50.000 euro saranno invece esclusi dal calcolo dopo l’adozione del decreto attuativo.
Come prepararsi alla compilazione
Compilare correttamente l’ISEE 2025 permette di accedere a numerosi benefici e di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal nuovo anno. Per evitare errori o ritardi è fondamentale raccogliere in anticipo i documenti necessari, tra cui:
- i documenti di identità e quelli che certificano la presenza di eventuali disabilità;
- le dichiarazioni dei redditi 2023 (730 o CU);
- i contratti di locazione e i documenti relativi a patrimoni mobiliari e immobiliari.
Leggi anche: ISEE: cos’è e a cosa serve
DSU Mini precompilata sull’app INPS La DSU Mini precompilata è disponibile anche sull’applicazione dell’INPS per i dispositivi mobili, previa autenticazione con SPID o CIE
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
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ToggleDSU Mini precompilata tramite App INPS Mobile
Grazie al progetto PNRR n. 61, l’app INPS Mobile si arricchisce di una nuova funzionalità che permette di presentare direttamente la DSU Mini precompilata. Lo rende noto l’INPS con il messaggio n. 4508 del 31 dicembre 2024.
L’introduzione di questa dichiarazione sostitutiva nell’app INPS Mobile rappresenta un importante passo avanti verso una pubblica amministrazione sempre più digitale e al servizio dei cittadini. Questa nuova funzionalità semplifica notevolmente le procedure per l’ottenimento di prestazioni sociali e agevolazioni, rendendo i servizi INPS più accessibili e intuitivi.
Cos’è la DSU Mini e a cosa serve
La Dichiarazione Sostitutiva Unica Mini è una versione semplificata del modello tradizionale, utilizzabile nella maggior parte dei casi per richiedere prestazioni sociali e agevolazioni. Grazie a questa nuova funzionalità, i cittadini possono compilare e inviare la dichiarazione in versione mini in pochi click, direttamente dal proprio smartphone.
Quando non si può usare la DSU Mini
Sebbene la Dichiarazione Sostitutiva Unica Mini sia uno strumento versatile, ci sono alcune situazioni in cui è necessario utilizzare il modello completo. In particolare, non è possibile usare la DSU Mini nei seguenti casi:
- diritto allo studio universitario: Per le richieste relative a borse di studio o agevolazioni universitarie è necessario il modello completo.
- presenza di disabili o non autosufficienti: Se nel nucleo familiare sono presenti persone con disabilità o non autosufficienti, è obbligatorio utilizzare il modello tradizionale.
- figli di genitori non coniugati: Nel caso di figli nati fuori dal matrimonio, è necessario il modello completo.
- esonero dalla dichiarazione dei redditi: Se si è esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, non si può utilizzare la DSU Mini.
Come si accede al servizio
Per usufruire di questa nuova funzionalità, è sufficiente scaricare l’app INPS Mobile sul proprio smartphone (disponibile sia per Android che per iOS) e autenticarsi con SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE).
Leggi anche: ISEE: cos’è e a cosa serve
Allegati
- Messaggio-numero-4508-del-31-12-2024 (105 kB)
Bonus anziani 2025: a chi spetta e come richiederlo Al via dal 2 gennaio 2025, il Bonus anziani, la nuova prestazione universale, pari a 850 euro al mese che vanno ad aggiungersi all'indennità di accompagnamento
- Pubblicato da Redazione
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ToggleBonus anziani 2025 INPS
E’ partito il 2 gennaio il Bonus anziani 2025, la nuova Prestazione Universale che l’INPS ha iniziato a erogare, in via sperimentale. Questo beneficio è destinato agli ultraottantenni non autosufficienti con un bisogno assistenziale classificato come “gravissimo”, come stabilito dall’articolo 34 del decreto legislativo 29/2024 recante “Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33”.
Periodo di sperimentazione
Il progetto pilota, ha reso noto l’INPS specificando tutti i dettagli del nuovo bonus anziani nel messaggio n. 4490 del 30 dicembre 2024, avrà durata biennale, con decorrenza dal 1° gennaio 2025 e conclusione al 31 dicembre 2026.
Bonus anziani e indennità di accompagnamento
La Prestazione Universale assorbirà l’indennità di accompagnamento (prevista dalla legge n. 18/1980) e alcune prestazioni fornite dagli ATS (Agenzie di Tutela della Salute), limitatamente agli ambiti di loro competenza, come previsto dall’articolo 1, comma 164, della legge 234/2021.
Modalità di presentazione della domanda
Dal 2 gennaio 2025, è possibile presentare la domanda online tramite la pagina dedicata sul sito INPS, intitolata “Decreto Anziani – Prestazione Universale”.
L’accesso potrà avvenire mediante:
- Identità digitale personale (SPID, CIE o CNS);
- Assistenza dei patronati.
A chi spetta il Bonus anziani 2025
Per ottenere il beneficio, è necessario soddisfare i seguenti criteri:
- Età: avere almeno 80 anni compiuti;
- Bisogno assistenziale: condizione di gravissima non autosufficienza, accertata dalla Commissione medico-legale dell’INPS sulla base delle indicazioni della Commissione tecnico-scientifica (nominata con DM n. 155/2024 e approvate con decreto ministeriale del 19 dicembre 2024);
- Situazione economica: ISEE per prestazioni sociosanitarie agevolate ordinario non superiore a 6.000 euro;
- Indennità di accompagnamento: essere titolari dell’indennità prevista dalla legge n. 18/1980 (l’eventuale sospensione di tale indennità comporta l’impossibilità di ottenere la Prestazione Universale).
Importo del Bonus anziani 2025
Il beneficio verrà erogato mensilmente e comprende:
- Quota fissa monetaria: pari all’importo dell’indennità di accompagnamento di cui alla legge n. 18/1980 (attualmente fissato a 531,76 euro);
- Quota integrativa: un assegno di assistenza di 850 euro mensili, destinato a:
- Coprire i costi per l’assunzione regolare di lavoratori domestici con mansioni di assistenza;
- Finanziarie servizi di assistenza erogati da imprese specializzate, in linea con la programmazione regionale e locale.
Monitoraggio e adeguamenti futuri
L’INPS si occuperà di monitorare le spese legate alla Prestazione Universale. Qualora si riscontrassero scostamenti tra il numero di richieste e le risorse finanziarie disponibili, potrebbe essere necessario rivedere l’importo mensile della quota integrativa.
Ape social: la guida Cos’è l’Ape social, quali sono i requisiti per ottenerla, i limiti, le modalità e i termini da rispettare per fare domanda
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
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ToggleCos’è l’Ape social
L’Ape social consiste in una indennità che viene erogata dall’INPS e pagata dallo Stato, a cui possono accedere solo determinate categorie di lavoratori che si trovano in situazioni meritevoli di particolare tutela per accompagnarli alla pensione di vecchiaia.
La misura ha subito alcune restrizioni in virtù della legge di bilancio n. 213/2023 per il 2024 ed è stata confermata fino al 31.12.2025 dalla legge di bilancio 2025.
Ape sociale: i destinatari della misura
Il primo requisito che la legge richiede per poter accedere alla misura è quello anagrafico. Per beneficiare dell’Ape social il richiedente deve aver compiuto 63 anni e 5 mesi.
I richiedenti devono appartenere inoltre alle seguenti categorie di lavoratori:
- invalidi civili con una percentuale minima di invalidità del 74%;
- lavoratori subordinati, che da almeno 7 anni, nel corso degli ultimi 10, o che negli ultimi 6 durante gli ultimi 7, svolgono attività definite “gravose”;
- i caregiver che negli ultimi 6 mesi e al momento della richiesta si occupano dell’assistenza del coniuge o di un parente di primo grado che presenti un handicap “grave” o che si prendono cura di un parente di secondo grado che abbia i genitori o il coniuge di età superiore a 70 anni o che siano invalidi o deceduti;
- soggetti disoccupati a seguito di licenziamento, dimissioni, risoluzione consensuale del contratto, scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato purché abbiano lavorato almeno 18 mesi negli ultimi 3 anni e non beneficino più dell’indennità di disoccupazione.
A questi requisiti si deve accompagnare quello contributivo che è di 36 anni per la categoria dei lavoratori impiegati in attività “gravose”, mentre per gli altri è di 30 anni. Il requisito contributivo per le madri lavoratrici viene ridotto almeno di 12 mesi per ogni figlio, fino a uno sconto massimo di 2 anni.
La misura spetta se l’attività lavorativa è cessata.
Compatibilità con redditi da lavoro
Anche nel 2025, l’Ape sociale può essere riconosciuta altresì a coloro che percepiscano redditi da lavoro autonomo purché svolto in modalità occasionale e purché l’importo non superi i 5000 euro annui.
La misura invece è del tutto incompatibile con la titolarità della pensione diretta.
Domanda Ape social 2025
Per ottenere l’APE Sociale nel 2025, è necessario presentare due domande all’INPS: una per la certificazione del diritto e una per la richiesta della prestazione. La domanda di certificazione può essere inoltrata in tre finestre temporali:
- entro il 31 marzo, con risposta dall’INPS entro il 30 giugno;
- entro il 15 luglio, con risposta entro il 15 ottobre.
- dal 16 luglio al 30 novembre, periodo in cui le domande vengono elaborate solo se ci sono risorse residue per l’anno in corso.
Se i requisiti vengono maturati a marzo, la domanda di certificazione deve essere presentata entro fine mese. È possibile inoltrare contemporaneamente anche la domanda di prestazione, purché tutti i requisiti siano già soddisfatti, accelerando così l’avvio del beneficio.
Secondo la Circolare INPS 100/2017, l’indennità APE Sociale decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda. Ad esempio, una richiesta inviata a marzo consentirà di ricevere la prestazione da aprile. Questa strategia può ottimizzare i tempi di approvazione e di erogazione del beneficio.
Erogazione Ape social
Una volta presentata la domanda la misura, che non può comunque superare l’importo massimo di 1.500,00 euro, viene erogata, in genere, a partire dal mese successivo.
E’ bene precisare altresì che l’Ape social non prevede il riconoscimento di tredicesima o rivalutazione dell’importo, la stessa inoltre fa reddito, per cui è sottoposta a imposizione fiscale, infine nel periodo in cui la stessa viene fruita non vengono accreditati contributi.
Piattaforma Send per le notifiche digitali L'Inps ha reso nota l'adesione alla Piattaforma Send per le notifiche digitali degli atti della Pubblica amministrazione
- Pubblicato da Redazione
Piattaforma Send per le notifiche
L’Inps con il messaggio n. 4121 del 5 dicembre 2024 ha reso nota l’adesione alla Piattaforma Send per la notificazione degli atti della pubblicazione amministrazione.
Le prime notifiche tramite SEND sono effettuate a partire da dicembre 2024 relative ai provvedimenti di Riscatti, Ricongiunzioni e Rendite della gestione privata; a seguire, di rinuncia, rigetto, decadenza, revoca ADI/SFL 2024 e recuperi di somme non dovute quali bonus indennità una tantum Area Pensioni.
Inps sui social: ecco i canali dell’istituto Disponibili i canali Inps sui social: Facebook, WhatsApp, Instagram, X e LinkedIn, un ponte tra istituzione e cittadini
- Pubblicato da Redazione
Inps sui social
L’Istituto si è impegnato, infatti, a utilizzare i social network per avvicinarsi ai cittadini, semplificando l’accesso ai propri servizi e rafforzando la fiducia attraverso una comunicazione chiara e immediata.
Questo approccio mira a fornire informazioni accurate e complete in un contesto sempre più vulnerabile alla disinformazione.
Ecco le pagine tematiche e come funzionano:
A partire dal 2025, l’INPS sarà presente su Facebook con due pagine tematiche:
- INPS per la Famiglia;
- INPS – Credito e Welfare Dipendenti Pubblici.
Questi profili offriranno notizie aggiornate sui servizi, le prestazioni e, in generale, sul mondo del welfare.Per garantire una comunicazione più efficace e contrastare la diffusione di profili non ufficiali, le precedenti pagine INPS per i Lavoratori Migranti e INPS Giovani saranno integrate nelle pagine verificate.
Da circa un anno, l’INPS è attivo su WhatsApp con il canale ufficiale INPS per tutti, dedicato a imprese, pensionati, lavoratori, famiglie e cittadini.
Questo canale consente di ricevere informazioni tempestive su temi attuali e rilevanti.
Il profilo Instagram inps_social racconta l’Istituto principalmente attraverso immagini.
Grazie a visual tematici, fotografie, storie e quiz, l’account si propone di rendere la cultura previdenziale accessibile anche alle generazioni più giovani.
X
Il canale X @INPS_it offre aggiornamenti e notizie in tempo reale sui servizi e le iniziative dell’Istituto.
I profili LinkedIn INPS_official e Ufficio Stampa INPS pubblicano aggiornamenti sui servizi dell’Istituto e promuovono iniziative di studio e ricerca, come il progetto VisitINPS, oltre a opportunità di lavoro tramite bandi di concorso pubblico.
Canali ufficiali
Questi sono i canali e i profili social ufficiali gestiti dalla comunicazione dell’Istituto. Qualsiasi altro profilo che utilizzi il nome o il logo dell’INPS, avvisa l’istituto, potrebbe fornire informazioni errate, incomplete o inaffidabili.
Portale Libretto Famiglia: tutto quello che c’è da sapere Portale Libretto Famiglia: disponibile sul sito INPS e sulla APP INPS Mobile il servizio dedicato agli utenti
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
Portale Libretto Famiglia: cos’è
L’INPS ha lanciato il nuovo portale dedicato al Libretto Famiglia, disponibile sulla piattaforma telematica e sull’app “INPS Mobile”. L’accesso è semplice: basta utilizzare una identità digitale (SPID, CIE o CNS) e cercare “Prestazioni di lavoro occasionale: Libretto Famiglia” sul sito INPS.
Per tutti i dettagli leggi il messaggio INPS n. 4360 del 19.12.2024
Cosa offre il nuovo portale libretto famiglia
Gli utenti possono registrarsi come utilizzatori del Libretto Famiglia e accedere alla “Scrivania Utilizzatore”. Questo spazio consente di:
- visualizzare i lavoratori associati;
- consultare le ultime prestazioni registrate;
- monitorare le attività in corso;
- controllare il portafoglio elettronico, con i limiti economici.
La “Scrivania Utilizzatore” offre una panoramica completa, rendendo più agevole la gestione delle prestazioni occasionali. La sezione “Documenti” fornisce un manuale utente aggiornato per orientarsi tra le funzionalità del portale.
Libretto di famiglia: come funziona
Si ricorda brevemente che il Libretto Famiglia è stato pensato per gestire piccoli lavori domestici, assistenza domiciliare o insegnamento privato.
Le prestazioni occasionali di soggetti privati verso altri soggetti privati devono ritenersi escluse dalle attività di impresa e alle regole che ne conseguono se rispettano i seguenti limiti annuali:
- un massimo di 5.000 euro per prestatore (sommando tutti gli utilizzatori);
- un massimo 10.000 euro per utilizzatore (sommando tutti i prestatori);
- fino a 2.500 euro per singolo prestatore presso lo stesso utilizzatore.
Il compenso per ogni ora di lavoro è fissato a 10 euro, non frazionabili.
Al termine di ogni prestazione, entro il terzo giorno del mese successivo, l’utilizzatore deve comunicare:
- i dati del prestatore;
- il luogo, durata e ambito della prestazione;
- il costo complessivo.
Queste operazioni possono essere fatte tramite il portale o il Contact Center INPS.
App “INPS Mobile”
Il servizio è disponibile anche su app per dispositivi Android e iOS. Gli utenti possono gestire le operazioni del Libretto Famiglia direttamente dal proprio smartphone, purché abbiano SPID di livello 2 o CIE 3.0. Grazie a questo nuovo strumento, l’INPS punta a semplificare la gestione del lavoro occasionale, offrendo un’esperienza multicanale e accessibile a tutti.
Leggi anche: Leggi anche: Prestazioni lavoro occasionale solo su MyINPS
Assegno di inclusione: le date dei pagamenti Assegno di inclusione: l’INPS comunica le prossime date di pagamento della misura che contrasta povertà ed esclusione sociale
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
Assegno di inclusione contro povertà ed esclusione
L’assegno di inclusione (ADI), si ricorda, è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Promuove l’inserimento lavorativo e la formazione. L’ADI è attivo dal 1° gennaio 2024 (Decreto-Legge 4 maggio 2023, n. 48).
Esso offre sostegno economico e inclusione sociale ed è vincolato alla prova dei mezzi e alla sottoscrizione di un percorso personalizzato. L’ADI rappresenta un’integrazione al reddito familiare fino a una certa soglia e una misura di supporto per le famiglie in affitto con un contratto registrato.
Il beneficio è efficace dal mese dopo alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD), previa istruttoria positiva. Per le domande presentate entro gennaio 2024, il beneficio decorre da gennaio stesso. La durata massima è di 18 mesi, rinnovabili per altri 12 mesi con sospensione di un mese.Il pagamento avviene mensilmente tramite Carta di Inclusione (Carta ADI). L’importo può essere diviso tra i membri adulti della famiglia.
Date dei pagamenti assegno di inclusione
Con il messaggio n. 4326 del 18.12.2024 l’INPS rende note le prossime date di pagamento della misura che sostiene le famiglie vulnerabili con percorsi personalizzati, garantendo stabilità economica e inclusione lavorativa e sociale.
Date di pagamento 2024
- 13 dicembre 2024: primo pagamento e arretrati per domande approvate entro novembre 2024.
- 21 dicembre 2024: rinnovi per beneficiari con requisiti confermati.
Calendario pagamenti 2025
- Primi pagamenti ed eventuali arretrati: 15 gennaio, 15 febbraio, 15 marzo, 15 aprile, 15 maggio, 14 giugno, 15 luglio, 14 agosto, 15 settembre, 15 ottobre, 15 novembre, 15 dicembre 2025.
- Rinnovi mensili: 27 gennaio, 27 febbraio, 27 marzo, 26 aprile, 27 maggio, 27 giugno, 28 luglio, 27 agosto, 27 settembre, 27 ottobre, 27 novembre, 20 dicembre 2025.
Leggi anche: Assegno di inclusione: le indicazioni INPS e Assegno inclusione: le indicazioni del ministero
Bonus asilo nido Il bonus asilo nido, da richiedere entro il 31 dicembre, è un contributo per pagare le rette degli asili e avere un supporto per l'assistenza di minori affetti da patologie croniche certificate
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
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ToggleBonus asilo nido: cos’è
Il bonus asilo nido è una misura di sostegno al reddito che si traduce nell’erogazione di un contributo da parte dell’INPS in favore dei genitori che sostengono il costo della retta dell’asilo.
Riferimenti normativi
Il bonus asilo nido è stato introdotto dalla legge di bilancio per il 2017 n. 232/2016, che ne contiene la disciplina base nel comma 355. L’INPS nel tempo ha chiarito il funzionamento della misura con le seguenti circolari e messaggi:
- circolare INPS 14 febbraio 2020, n. 27;
- messaggio 2 marzo 2023, n. 889;
- messaggio 11 marzo 2024, n. 1024;
- messaggio n. 2553, 8 luglio 2024, non pubblicato sul sito dell’INPS, rende nota la chiusura delle funzioni di allegazioni per il cittadino e i patronati il giorno 31 luglio 2024 e il rilascio di altre funzioni durante il mese di agosto 2024.
Vai alla scheda Bonus asilo nido sul sito INPS
A chi spetta il bonus asilo nido
Il bonus silo nido spetta alle famiglie che hanno figli:
- che non abbiano ancora compiuto i tre anni di età o che li devono compiere nell’anno solare;
- che frequentano un asilo nido pubblico o privato o che siano affetti da una patologia cronica purché certificata e che necessitano quindi di cure presso la residenza.
Per la concessione del bonus sono richieste inoltre le seguenti condizioni:
- il genitore richiedente deve essere quello che paga la retta dell’assolo nido.
- chi richiede invece l’assistenza domiciliare per il figlio deve essere il genitore convivente.
Per i soggetti che abbiano adottato un minore o lo abbiano in affido temporaneo viene presa in considerazione la data più favorevole tra quella del provvedimento di adozione e quella in cui il minore ha fatto ingresso in famiglia.
Requisiti soggettivi per fare domanda
Possono presentare domanda per il bonus quindi anche i genitori adottivi o affidatari di minori in affido temporaneo che siano residenti in Italia e che siano:
- apolidi, rifugiati politici o soggetti a protezione internazionale equiparati ai cittadini italiani;
- titolari della Carta blu in quanto “lavoratori altamente qualificati”;
- lavoratori ordinari del Marocco, Algeria e Tunisia che in virtù di accordi tra l’UE e i paesi mediterranei abbiano diritto alla parità di trattamento con i cittadini UE;
- lavoratori autonomi titolari di permesso perché non discriminati rispetto ai lavoratori subordinati.
A questi soggetti si sommano i titolari dei seguenti permessi di soggiorno:
- per lavoro subordinato o stagionale per almeno 6 mesi;
- per assistere minori presenti sul territorio italiano per motivi legati al loro sviluppo psicofisico;
- per protezione speciale dettata da motivi di persecuzione o tortura;
- per la tutela di soggetti che siano vittime accertate di situazioni di violenza o grave sfruttamento.
Requisiti ISEE e importo del bonus
L’entità della misura varia al variare del valore dell’ISEE minorenni:
- 3.000 euro all’anno per chi presenta un ISEE minorenni fino a 25.000,00 euro (per 10 mesi l’importo mensile è di Euro 272,73, per l’undicesima mensilità è di Euro 272,70);
- 2.500 euro all’anno per chi presenta un ISEE minorenni compreso tra i 25.0001,00 e i 40.000,00 (per 10 mesi l’importo mensile è di 227,27 euro, per l’undicesima mensilità è 227,20 euro);
- 1.500 euro all’anno per chi presenta un ISEE minorenni che parte da 40.0001,00 euro (per 10 mensilità l’importo è di 136,70 euro, per l’undicesima è di 136,30 euro).
La legge di bilancio per il 2024 n. 213/2023 ha previsto che per i nati a partire dal 1° gennaio 2024, i cui nuclei familiari siano titolari di una valore ISEE minorenni fino a 40.000 euro e in cui sia presente almeno un figlio minore che non abbia ancora compiuto 10 anni, l’incremento della misura sale di 2.100 euro.
In base a questa novità i soggetti che sono in possesso di questi ultimi requisiti familiari e reddituali hanno diritto ai seguenti importi:
- 3.600 euro (10 mensilità da 327,27 euro 1 una da 327,30 euro) per i nuclei con ISEE minorenni in corso di validità fino a 40.000,00 euro;
- 1.500 euro (10 mensilità da 136,37 e una da 136,30 euro) per chi ha un ISEE minorenni in corso di validità superiore a 40.000,00 euro.
Bonus per le forme di supporto presso l’abitazione
Per i nuclei familiari che hanno bambini affetti da una patologia cronica certificata attestante l’impossibilità di frequentare un asilo nido, gli importi sono diversi e vengono erogati in una soluzione unica in base ai seguenti ISEE minorenni:
- 3.000 euro per i titolari di ISEE minorenni fino a 25.000,00 euro;
- 2.500 euro per chi ha un ISEE minorenni fino a 40.000,00 euro;
- 1.500 euro per chi ha un ISEE minorenni a partire da 40.001,00 euro.
Se l’ISEE non è valido l’importo massimo erogabile è di 1.500 euro.
I bonus sono soggetti a due limiti: gli importi stanziati dalla legge di bilancio e l’ordine di presentazione delle domande. La presentazione della domanda quindi non comporta il riconoscimento automatico del bonus asilo nido.
Quando e come presentare domanda
Il termine ultimo per fare domanda è il 31 dicembre 2024. Per presentarla è possibile provvedere in autonomia tramite il servizio dedicato presente sul sito INPS o rivolgendosi ai patronati che offrono i loro servizi telematici ai cittadini.
La domanda deve contenere tutta una serie di requisiti:
- la precisazione del tipo di domanda: “Contributo asilo nido per il pagamento di rette di frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati o “Contributo per introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione, per il pagamento delle forme assistenza domiciliare per i bambini di età inferiore a tre anni affetti da gravi patologie croniche”;
- l’asilo nido frequentato dal figlio, specificando se è pubblico o privato e indicando la denominazione, il codice fiscale, gli estremi del provvedimento di autorizzazione se si tratta di una struttura privata; le mensilità dei periodi di frequenza per le quali si chiede il beneficio (gennaio 2024- dicembre 2024);
- l’avvenuta iscrizione del bambino o l’inserimento nella graduatoria se il nido è pubblico;
- la ricevuta di pagamento di almeno una retta per un mese di frequenza o delle rette relative ai mesi di frequenza non oltre il 31 luglio 2025.
Il termine ordinario di lavorazione della richiesta è di 30 giorni, ma l’istituto con regolamento ha stabilito termini superiori.
Pagamento del bonus asilo nido
Il riconoscimento della misura comporta la sua erogazione nei modi che il richiedente ha indicato di preferire nella domanda: a mezzo bonifico domiciliato, con accredito su conto corrente bancario; su conto corrente postale, sul libretto postale, su carta prepagata con IBAN o su conto corrente estero Area SEPA (in questo caso è necessario allegare il documento di identità del beneficiario e il modulo per l ‘identificazione finanziaria).
Pensioni minime: bonus di 154,94 euro Pensioni minime: bonus di 154,94 euro in arrivo a dicembre per i pensionati con redditi bassi per fornire un sostegno concreto
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
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TogglePensioni minime: bonus 154,94 euro in arrivo a Natale
In arrivo a dicembre il bonus da 154,94 euro per oltre 400.000 titolari delle pensioni minime. Il messaggio INPS n. 3821 del 15 novembre 2024 descrive questo beneficio aggiuntivo di 154,94 euro, che rappresenta un sostegno significativo per i pensionati con redditi bassi. L’attenzione verso la trasparenza nei criteri di attribuzione e il rispetto dei limiti reddituali garantisce un approccio equo e mirato. Le nuove disposizioni sottolineano l’impegno dell’INPS nel fornire un aiuto concreto a una platea che necessita di protezione sociale, specie nei periodi critici, come quello natalizio.
Vediamo quindi in cosa consiste questa misura, chi sono i beneficiari e quali limiti reddituali devono essere rispettati.
Cos’è il bonus di 154,94 euro
Il bonus consiste in una somma forfettaria di 154,94 euro che l’INPS erogherà con la rata di dicembre 2024 per sostenere i redditi più bassi. Per i titolari di pensioni con decorrenza infrannuale, l’importo sarà calcolato in proporzione ai mesi di percezione della pensione.
Bonus di 154,94 euro: fonte normativa
Il bonus di 159,94 euro trova la sua fonte normativa nell’articolo 70, comma 7 della finanziario del 2011 (legge n. 388/2010). La somma erogata non è soggetta a tassazione e verrà corrisposta in modo automatico. Per il suo riconoscimento l’INPS terrà conto dell’importo della pensione attuale e dell’ultimo reddito registrato non precedente al 2020.
Pensioni minime: i beneficiari del bonus
Il bonus è destinato ai pensionati che percepiscono trattamenti a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e delle forme sostitutive o integrative, gestite dall’INPS o dagli enti di previdenza regolati dal D.Lgs. n. 509/1994. Sono esclusi dalla misura i titolari di prestazioni non classificate come pensioni e i pensionati con redditi complessivi che superano i limiti fissati.
Limiti reddituali e calcoli
Il limite massimo del trattamento pensionistico per ricevere il bonus è fissato a 7.936,87 euro annui. Per importi di pensione compresi tra 7.781,93 euro e 7.781,93 euro (trattamento minimo INPS), il bonus sarà rappresentato dalla differenza tra 7.936,87 euro e l’importo della pensione.
Il reddito complessivo assoggettabile all’IRPEF, invece, comprensivo del trattamento pensionistico, non deve superare una volta e mezza il trattamento minimo annuale, fissato a 11.672,9 euro. Per i pensionati coniugati, il reddito cumulato con quello del coniuge non può eccedere tre volte il trattamento minimo, pari a 23.345,79 euro. In caso di separazione legale ed effettiva, il reddito del coniuge non viene considerato. Se tali limiti vengono superati, il diritto all’importo aggiuntivo decade.
Modalità di erogazione ed eventuale recupero
Il beneficio sarà indicato nella comunicazione ufficiale ai pensionati, che specificherà anche la normativa di riferimento. Esso sarà corrisposto nella rata di pensione di dicembre 2024, con la dicitura: “Importo Aggiuntivo (Legge 23 dicembre 2000 n. 388) – Credito Anno 2024”. Per i pensionati che non percepiscono trattamenti dall’INPS, l’importo sarà erogato dalla Cassa Professionale competente, individuata tramite il Casellario centrale dei pensionati.
Se dovessero emergere condizioni di reddito o anagrafiche non conformi, l’INPS potrà recuperare le somme indebitamente corrisposte.
Leggi anche: Pensioni: le misure più importanti della manovra
DURC: il documento unico di regolarità contributiva DURC: una breve guida al documento unico che attesta la regolarità contributiva nei confronti di INPS, INAIL e Casse Edili
- Pubblicato da Annamaria Villafrate
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ToggleCos’è il DURC
Il DURC, acronimo di Documento Unico di Regolarità Contributiva, è un certificato che attesta la conformità di un’azienda ai requisiti contributivi e previdenziali previsti dalla legge. Il documento infatti viene rilasciato previa verifica della regolarità dei pagamenti verso INPS, INAIL e verso le Casse Edili. In questo modo si garantisce il corretto adempimento contributivo da parte delle aziende.
Quando è obbligatorio presentare il DURC
Il DURC è un documento obbligatorio in diversi contesti. Vediamo i più importanti.
- Quando si partecipa a un appalto pubblico il DURC deve essere presentato in tutte le fasi: dalla partecipazione alla gara fino al pagamento finale, compresi i pagamenti per gli stati di avanzamento lavori (SAL), per i certificati di collaudo e per la verifica di conformità.
- Se si effettuano opere di edilizia privata il DURC è necessario per ottenere il permesso di costruire e presentare la SCIA. Esso deve essere fornito dalle imprese appaltatrici e dai subappaltatori prima dell’inizio dei lavori.
- Il DURC serve anche per ottenere la certificazione di qualificazione per partecipare agli appalti pubblici.
- Esso serve anche nel caso in cui ci si voglia iscrivere all’albo fornitori e quando si desidera accedere all’erogazione di sovvenzioni, contributi e vantaggi economici.
- Dal 2024 il DURC è necessario anche per richiedere la patente a crediti.
Che cosa contiene il DURC?
Il DURC contiene diverse informazioni essenziali come:
- la denominazione e la sede legale dell’azienda verificata;
- il codice fiscale e l’iscrizione all’INPS, all’INAIL e alle Casse Edili;
- la dichiarazione di regolarità contributiva.
- il numero identificativo, la data di verifica e quella di scadenza del documento (validità di 120 giorni).
Il documento deve essere richiesto mediante il servizio online “Durc online”presente sul sito dell’INPS a cui si accede con le credenziali SPID, CIE o CNS. Il documento viene emesso in formato PDF e non può essere modificato.
Nel caso in cui la risposta non avvenga in tempo reale il documento viene inviato alle sedi territoriali degli enti che eseguiranno un’istruttoria. L’esito della verifica viene quindi inviato all’interessato o al delegato con invito a regolarizzare la posizione nel termine di 15 giorni.
Come richiedere il documento unico
Dal 1° luglio 2015, il DURC può essere richiesto solo online. Le amministrazioni pubbliche, le società di attestazione (SOA) e gli altri soggetti interessati possono accedere tramite il portale INPS o INAIL.
I lavoratori autonomi e le aziende invece possono delegare la richiesta del DURC a consulenti del lavoro o altri soggetti abilitati. La delega deve essere formalizzata e comunicata agli enti coinvolti.
Piattaforma VeRA
Dal giugno 2024 l’INPS ha introdotto nuove funzionalità sulla piattaforma VeRA per migliorare la gestione delle irregolarità contributive. E’ infatti possibile verificare anticipatamente la situazione contributiva, inviando notifiche all’azienda tramite PEC, email o SMS fino a 30 giorni prima della scadenza del DURC. In questo modo le aziende possono intervenire tempestivamente, sanare eventuali posizioni irregolari e prevenire esiti negativi.
Questa funzione “pre-DURC” semplifica il processo, garantisce un servizio più efficace e favorisce la collaborazione tra l’INPS, le aziende e gli intermediari. L’implementazione di VeRA mira a migliorare la trasparenza e la continuità della regolarità contributiva, riducendo il rischio di sanzioni o esclusioni dalle gare d’appalto.
Messaggio INPS: VeRA/Simulazione DURC
Il messaggio INPS n. 3662/2024 informa che nell’ambito della piattaforma unica per la verifica della regolarità contributiva è ora disponibile la procedura VeRA/Simulazione DURC per consentire a chi è in possesso della Delega master (titolare, legale rappresentante dell’azienda o intermediario) di consultare le varie segnalazioni che richiedono un intervento di regolarizzazione.
Irregolarità e sanzioni
La mancata regolarità contributiva può comportare infatti diverse sanzioni, tra cui:
- l’esclusione dalle gare d’appalto;
- la non aggiudicazione del contratto o la mancata stipula del contratto in caso di irregolarità;
- la comunicazione all’Autorità in caso di scoperture significative, con invito all’impresa a sanare la posizione entro 15 giorni.
In caso di scoperture minori (fino al 5% del dovuto o inferiori a 100 euro), il DURC viene comunque rilasciato, ma l’azienda deve sanare il debito entro 30 giorni. Se l’impresa non regolarizza la propria posizione, l’irregolarità viene indicata nei DURC emessi per le successive fasi dell’appalto.
Nel settore dell’edilizia privata, la mancanza del DURC regolare può comportare invece la sospensione del permesso di costruire o dei lavori in corso. La presentazione di un DURC regolare però consente di riprendere l’attività.
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