assistenza domiciliare

Assistenza domiciliare dipendenti e pensionati: il bando INPS Assistenza domiciliare per dipendenti e pensionati PA: al via il bando INPS Home Care Premium 2025

Assistenza domiciliare dipendenti e pensionati

L’INPS ha pubblicato il bando per il Progetto Home Care Premium (HCP) 2025, un’iniziativa che prevede l’erogazione di contributi economici per l’assistenza domiciliare a favore di dipendenti e pensionati della PA iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Il programma, valido per il periodo 2025-2028, è rivolto anche ai congiunti non autosufficienti dei beneficiari diretti, come coniugi e parenti di primo grado.

Chi può accedere al Progetto Home Care Premium

Il bando si rivolge a:

  • Dipendenti pubblici iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
  • Pensionati della PA iscritti alla stessa gestione.
  • Coniugi e parenti di primo grado non autosufficienti dei soggetti sopra elencati.

Quali sono le agevolazioni previste

Il progetto Home Care Premium 2025 prevede due tipi di benefici per i richiedenti:

  1. Contributo economico per il rimborso delle spese sostenute per l’assunzione di un assistente domiciliare.
  2. Prestazioni integrative, fornite grazie alla collaborazione con gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), per garantire un sostegno più ampio alla persona assistita.

Come presentare la domanda

I richiedenti devono presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’ISEE sociosanitario, anche in modalità ristretta, per la determinazione del posizionamento in graduatoria.

Le domande possono essere inviate a partire dal 1° aprile 2025, accedendo all’area riservata del portale INPS e seguendo questo percorso:

  • Cercare il servizio “Portale Prestazioni Welfare”.
  • Cliccare su “Accedi all’area tematica”.
  • Selezionare “Gestione domanda” > “Presentazione domanda”.
  • Cliccare su “Utilizza il servizio” e infine su “Vai alla prestazione” in corrispondenza di Home Care Premium.

Scadenze e pubblicazione della graduatoria

L’INPS pubblicherà l’elenco dei beneficiari ammessi entro il 31 maggio 2025. Tuttavia, sarà possibile presentare nuove domande fino al 31 gennaio 2028.

Per ulteriori dettagli e per consultare il bando completo, è possibile visitare il sito ufficiale dell’INPS al seguente link: Bando Home Care Premium 2025.

Estate INPSieme Senior 2025

Estate INPSieme Senior 2025: il bando per i pensionati Pubblicato dall'INPS il bando Estate INPSieme Senior 2025 che prevede contributi per soggiorni in Italia o all'estero per i pensionati

Estate INPSieme Senior 2025

L’INPS ha pubblicato il bando Estate INPSieme Senior 2025, finalizzato ad offrire ai pensionati, loro coniugi/uniti civilmente e figli con disabilità conviventi, la possibilità di fruire di soggiorni estivi (da giugno a novembre) sia in Italia che all’estero, con un contributo economico a copertura totale o parziale dei costi.

L’iniziativa permette di soggiornare in località marine, montane, termali o culturali, crociere comprese, con pacchetti organizzati e forniti esclusivamente da tour operator e agenzie di viaggio.

Chi può partecipare a Estate INPSieme Senior 2025

Il bando è destinato a:

  • Pensionati iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali
  • Pensionati della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP)
  • Pensionati della Gestione Fondo Postelegrafonici

Come anticipato, possono beneficiare del contributo anche i coniugi e i figli conviventi con disabilità.

Importo del contributo e durata del soggiorno

L’INPS assegna un contributo economico massimo per coprire, totalmente o in parte, il costo del soggiorno, che può essere:

  • Otto giorni e sette notti, con un contributo di 800 euro

  • Quindici giorni e quattordici notti, con un contributo di 1.400 euro

Come presentare la domanda

La domanda di partecipazione deve essere presentata dal soggetto richiedente la prestazione, esclusivamente online, entrando nella propria area riservata del sito Inps, attraverso il servizio “Portale Prestazioni welfare” e cliccando su “Accedi all’area tematica”. Successivamente è necessario cliccare su “Gestione domanda” e in seguito, su “Presentazione domanda”, cliccare “utilizza il servizio”. Infine, cliccare su “Vai alla prestazione” in corrispondenza di “EstateINPSieme Senior”.

La domanda va inviata entro e non oltre le ore 12:00 del 16 aprile 2025.

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pensione di inabilità

Pensione di inabilità Pensione di inabilità: guida completa sull'istituto, requisiti, normativa, funzionamento, perdita, domanda e giurisprudenza

Cos’è la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità è una prestazione economica erogata dall’INPS a favore di soggetti che, a causa di una patologia o infortunio, si trovano nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Questa pensione rientra tra le prestazioni previdenziali ed è distinta dall’assegno ordinario di invalidità, che viene riconosciuto a coloro che presentano una capacità lavorativa nella misura inferiore ad un terzo.

Normativa di riferimento

La disciplina della pensione di inabilità è regolata da:

  • Legge 12 giugno 1984, n. 222: che disciplina l’invalidità, l’inabilità e la reversibilità delle pensioni.
  • Circolari INPS: che forniscono dettagli operativi e aggiornamenti normativi.
  • Codice Civile (art. 38 Costituzione): che sancisce il diritto all’assistenza e alla previdenza sociale per i lavoratori inabili.

A chi spetta la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità può essere richiesta da coloro che soddisfano i seguenti requisiti:

  • invalidità totale e permanente: impossibilità assoluta di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
  • contributi versati: almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni antecedenti la domanda.
  • iscrizione a un ente previdenziale: il richiedente deve essere assicurato presso l’INPS.

Come funziona la pensione di inabilità?

L’importo della pensione di inabilità viene calcolato sulla base dei contributi versati dal lavoratore fino al momento della cessazione dell’attività. Il calcolo avviene secondo il sistema misto o contributivo, a seconda dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995.

Il pensionato può essere sottoposto a visite periodiche di revisione da parte delle commissioni medico-legali dell’INPS per confermare la persistenza dello stato di inabilità.

Quando si perde la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità cessa nei seguenti casi:

  • ripresa dell’attività lavorativa: il beneficiario torna a svolgere un’attività lavorativa remunerata;
  • mancata conferma dell’inabilità: in caso di revisione negativa da parte dell’INPS;
  • trasformazione in pensione di vecchiaia: al raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi;
  • decesso del beneficiario: in tal caso, la pensione può essere convertita in pensione ai superstiti per i familiari aventi diritto.

Come fare domanda?

La domanda deve essere presentata all’INPS attraverso:

  • il portale INPS: accedendo con SPID, CIE o CNS.
  • i patronati e CAF: che offrono assistenza gratuita.
  • il contact Center INPS: chiamando il numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare.

Questi i documenti richiesti a corredo della domanda:

  • documento di identità e codice fiscale.
  • certificato medico introduttivo rilasciato dal medico curante.
  • documentazione sanitaria che attesta l’inabilità totale e permanente.
  • estratto contributivo INPS.

Giurisprudenza rilevante

La Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato hanno emesso diverse sentenze in materia di pensione di inabilità:

  • Cassazione n. 19485/2024: il requisito della “vivenza a carico” per il riconoscimento della pensione di inabilità richiede la dimostrazione che il genitore forniva un sostegno economico continuativo e prevalente al figlio inabile, andando oltre la semplice convivenza e senza richiedere una totale dipendenza finanziaria. L’accertamento di questo requisito è affidato alla valutazione del giudice di merito.
  • Cassazione n. 23752/2020: se una sentenza definitiva ha riconosciuto il diritto a una pensione o a un assegno di invalidità, ma l’INPS lo revoca, quella sentenza rimane vincolante. Ciò significa che l’INPS non può rimettere in discussione il diritto accertato, a meno che non siano cambiate le condizioni di fatto o di diritto. Per giustificare la revoca, l’INPS deve dimostrare che la situazione dell’assicurato è migliorata rispetto a quando il giudice ha emesso la sentenza. Questo può includere un miglioramento della salute o un aumento del reddito dovuto a un lavoro adatto alle capacità dell’assicurato.

 

Leggi anche: Pensione di inabilità: spese per la CTU non dovute

bonus asilo nido

Bonus asilo nido Il bonus asilo nido è un contributo per pagare le rette degli asili e avere supporto per l'assistenza di minori affetti da patologie croniche certificate

Bonus asilo nido: cos’è

Il bonus asilo nido è una misura di sostegno al reddito che si traduce nell’erogazione di un contributo da parte dell’INPS in favore dei genitori che sostengono il costo della retta dell’asilo.

Riferimenti normativi

Il bonus asilo nido è stato introdotto dalla legge di bilancio per il 2017 n. 232/2016, che ne contiene la disciplina base nel comma 355. L’INPS nel tempo ha chiarito il funzionamento della misura con divise circolari e messaggi:

Dal 2025 però questo contributo presenta delle novità in virtù della legge di bilancio che ha incrementato gli importi e diversificato la misura in base alla situazione economica delle famiglie destinatarie.

La circolare INPS n. 60/2025 del 20 marzo 2025 illustra gli aggiornamenti in vigore dal 2025.

Vai alla scheda dedicata al Bonus asilo nido aggiornata al 2025

A chi spetta il bonus asilo nido

Il bonus silo nido spetta ai genitori di figli che non abbiano ancora compiuto i tre anni di età e che frequentano un asilo nido pubblico o privato o che siano affetti da una patologia cronica purché certificata e che necessitano quindi di cure presso la residenza.

Requisiti soggettivi per fare domanda

I genitori richiedenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti soggettivi:

  • residenza in Italia;
  • siano cittadini italiani o di un paese UE o di un paese extracomunitario in possesso di un permesso di soggiorno UE valido per i soggiornanti di lungo periodo;
  • se titolari di permesso di soggiorno, almeno semestrale, possono accedere al contributo gli stranieri apolidi, i rifugiati politici o titolari della protezione internazionale;
  • se titolari di Carta Blu devono essere “lavoratori altamente qualificati”
  • titolari di permesso di soggiorno per lavoro autonomo, subordinato, lavoro stagionale, per assistenza minori, per protezione speciale, per casi speciali.

Per la concessione del bonus inoltre:

  • il richiedente deve il genitore che esercita la potestà genitoriale, il tutore, l’affidatario del minore in affido temporaneo o preadottivo.

Requisiti ISEE e importo del bonus

L’importo del contributo varia in base al valore dell’ISEE minorenni e alla data di nascita del minore:

Per minori nati prima del 1° gennaio 2024 valgono i seguenti requisiti economici;

  • 3.000 euro all’anno per chi presenta un ISEE minorenni fino a 25.000,99 euro (per 10 mesi l’importo mensile è di Euro 272,73, per l’undicesima mensilità è di Euro 272,70);
  • 2.500 euro all’anno per chi presenta un ISEE minorenni compreso tra i 25.001,00 e i 40.000,00 (per 10 mesi l’importo mensile è di 227,27 euro, per l’undicesima mensilità è 227,30 euro);
  • 1.500 euro all’anno per chi presenta un ISEE minorenni non presente, difforme discordante, non calcolabile o superiore a 40.000,00 euro (per 10 mensilità l’importo è di 136,37 euro, per l’undicesima è di 136,30 euro).

Per i bambini nati dopo il 1° gennaio 2024 i requisiti reddituali sono i seguenti:

  • 3.600 euro all’anno nell’ipotesi di ISEE minorenni in corso di validità minore o uguale a 40.000 euro (10 rate da 327,27 euro e una da 327,30 euro);
  • 1.500 euro all’anno nell’ipotesi di con ISEE minorenni non presente, difforme, discordante, non calcolabile o superiore alla soglia di 40.000 euro (dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro).

La legge di bilancio 2025 prevede che nella determinazione dell’ISEE minorenni non si debba tenere conto delle somme erogate a titolo di assegno unico e universale (decreto legislativo n. 230/2021).

Forme di supporto presso l’abitazione

Per i nuclei familiari che hanno bambini affetti da una patologia cronica certificata attestante l’impossibilità di frequentare un asilo nido, la circolare n. 60/2025 precisa che completata la richiesta il servizio attribuisce un codice identificativo.

Occorre inoltre, per prenotare le risorse, che il pediatra del minore attesti che il minore, per l’intero anno, si trovi nell’impossibilità di frequentare gli asilo nido a causa della grave patologia.  Per il pagamento di questo contributo il servizio è integrato con il “Sistema Unico di gestione IBAN”.

Quando e come presentare domanda

La domanda per il contributo deve essere presentata da quando il servizio di presentazione è aperto. La data viene comunicata ogni anno dall’INSP con messaggio apposito e termina il 31 dicembre dell’anno solare di riferimento. La richiesta va inoltrata attraverso il servizio dedicato presente sul sito INPS o rivolgendosi ai patronati che offrono i loro servizi telematici ai cittadini.

La domanda deve contenere tutta una serie di requisiti:

  • la precisazione del tipo di domanda: “Contributo asilo nido per il pagamento di rette di frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati o “Contributo per introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione, per il pagamento delle forme assistenza domiciliare per i bambini di età inferiore a tre anni affetti da gravi patologie croniche”;
  • l’indicazione dell’asilo nido frequentato dal figlio, specificando se è pubblico o privato e indicando la denominazione, il codice fiscale, gli estremi del provvedimento di autorizzazione se si tratta di una struttura privata;
  • le mensilità dei periodi di frequenza per le quali si chiede il beneficio (fino a 11 mensilità);
  • l’avvenuta iscrizione del bambino o l’inserimento nella graduatoria se il nido è pubblico;
  • la ricevuta di pagamento di almeno una retta relativa a uno dei mesi di frequenza per i quali si richiede il contributo.

Per accedere al contributo è necessario presentare i documenti di spesa relativi al contributo entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento della domanda. Per il 2025 ad esempio la documentazione va trasmessa entro il 30 aprile 2026.  Le spese rimborsabili sono esclusivamente quelle che si riferiscono alla retta mensile, alla quota che si riferisce ai pasti, all’imposta di bollo e all’IVA.

Pagamento del bonus asilo nido

La somma del contributo asilo nido viene determinata in relazione all’ISEE minorenni in corso di validità, nel mese precedente a quello a cui fa riferimento la mensilità e nei limiti del contributo massimo erogabile, fatti salvi eventuali conguagli.

Per il contributo relativo al supporto presso l’abitazione la somma viene erogata in una soluzione unica e tiene conto dell’ISEE minorenni che risulta valido alla data di protocollo della richiesta.

diritti inespressi

I diritti inespressi Diritti inespressi sulla pensione: cosa sono, quali sono i principali riferimenti normativi e come fare domanda per ottenerli

Cosa sono i diritti inespressi

I diritti inespressi in ambito previdenziale si riferiscono a quelle prestazioni economiche aggiuntive a cui un pensionato ha diritto, ma che non vengono automaticamente riconosciute dall’INPS. La mancata erogazione avviene perché tali benefici non vengono richiesti esplicitamente dal pensionato, sebbene spettino per legge.

Molti pensionati, infatti, non sono consapevoli di poter ottenere incrementi sulla propria pensione o ulteriori benefici, poiché l’INPS non attiva automaticamente l’erogazione di questi diritti.

Quali sono i principali diritti inespressi

Tra i più comuni diritti inespressi troviamo:

  • Maggiorazione sociale: beneficio economico riconosciuto ai pensionati con redditi bassi-
  • Integrazione al trattamento minimo: quando l’importo della pensione è inferiore alla soglia minima stabilita dalla legge.
  • Assegni familiari (ANF) per pensionati: spettano ai pensionati che rientrano in determinate condizioni reddituali;
  • Aumento della pensione per invalidità civile: incremento dell’importo per chi ha riconosciuta un’invalidità superiore al 74%.
  • Supplemento di pensione: per chi ha continuato a versare contributi dopo il pensionamento.

Normativa di riferimento

I diritti inespressi sono regolati da diverse disposizioni normative, tra cui:

  • Legge n. 140 del 1985: miglioramento e perequazione di trattamenti pensionistici e aumento della pensione sociale.
  • Legge n. 544 del 1988: elevazione dei livelli dei trattamenti sociali e miglioramenti delle pensioni.
  • Legge n. 388 del 2000: finanziaria 2001.
  • Legge n. 448 del 2001: finanziaria 2002.
  • Legge n. 127 del 2007: disposizioni in materia finanziaria.
  • Circolari INPS: forniscono indicazioni operative sul riconoscimento di questi diritti e le modalità di accesso ai supplementi di pensione.
  • Corte costituzionale n. 152/2020: i benefici della legge n. 44/2001 sono stati estesi agli invalidi civili totali o ciechi assoluti titolari di pensione o di pensione di inabilità di età compresa tra i 18 e i 60 anni.

Come fare domanda per ottenere i diritti inespressi

Poiché i diritti inespressi non vengono riconosciuti automaticamente, il pensionato deve attivarsi per ottenerli. Ecco i passaggi da seguire.

Verifica della posizione contributiva

Accedere al sito INPS tramite SPID, CIE o CNS per controllare la propria pensione.

Contattare un patronato o un CAF per verificare se si ha diritto a maggiorazioni o supplementi.

Presentazione della domanda

La richiesta può essere inoltrata tramite:

  • Portale INPS (servizi online dedicati alle pensioni);
  • Patronati o CAF, che forniscono assistenza gratuita;
  • Contact Center INPS (numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare).

Attesa dell’esito della richiesta

L’INPS ha un termine prestabilito per rispondere alla domanda.

In caso di esito negativo, è possibile presentare ricorso amministrativo.

 

 

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bonus anziani

Bonus anziani: indicazioni operative INPS L'istituto ha fornito nuove indicazioni operative sul bonus anziani, la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti

Bonus anziani: indicazioni INPS

Con il messaggio 18 marzo 2025, n. 949, l’INPS ha fornito nuove indicazioni operative sul bonus anziani, la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti.

La misura, si ricorda, è destinata agli anziani di almeno 80 anni, titolari di indennità di accompagnamento e con un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro, a cui è stato riconosciuto un livello di bisogno assistenziale gravissimo.

I controlli automatici

L’INPS eseguirà controlli automatici per verificare:

  • il possesso di un ISEE sociosanitario valido;
  • la titolarità dell’indennità di accompagnamento;
  • la sussistenza del bisogno assistenziale gravissimo, valutato tramite commissioni mediche e un questionario sul contesto familiare.

Quota fissa e quota integrativa

La Prestazione Universale è composta da:

  • una quota fissa, corrispondente all’indennità di accompagnamento;
  • una quota integrativa, attualmente pari a 850 euro mensili, utilizzabile esclusivamente per:
    • remunerare assistenti domiciliari regolarmente contrattualizzati;
    • acquistare servizi di assistenza non sanitaria da imprese qualificate.

L’uso della quota integrativa sarà soggetto a controlli trimestrali. La mancata dimostrazione della spesa comporterà la decadenza dal beneficio.

Bonus anziani e indennità di accompagnamento

La Prestazione Universale, una volta riconosciuta, assorbe l’indennità di accompagnamento di cui alla legge 11 febbraio 1980, n. 18, e le ulteriori prestazioni di cui all’articolo 1, comma 164, della legge 30 dicembre 2021, n. 234. Tuttavia, rammenta l’INPS, la scelta a favore della Prestazione Universale è reversibile e, pertanto, il beneficiario può rinunciare alla medesima con il conseguente ripristino dei contributi di cui all’articolo 1, comma 164, secondo periodo, della legge n. 234/2021 presentando specifica richiesta all’INPS tramite l’apposita funzione disponibile sul portale dell’Istituto. In tale caso, l’INPS provvede alla sospensione della quota integrativa prevista dalla Prestazione Universale, ripristinando l’indennità di accompagnamento.

indennità di malattia

Indennità di malattia ai pensionati lavoratori Indennità di malattia: l'INPS con la circolare n. 57/2025 cambia orientamento e riconosce l'indennità di malattia ai pensionati lavoratori

Indennità di malattia ai pensionati: indicazioni INPS

L’INPS cambia orientamento e riconosce l’indennità di malattia anche ai pensionati che avviano un nuovo rapporto di lavoro dipendente. La novità è contenuta nella circolare n. 57/2025, che chiarisce la compatibilità tra il trattamento pensionistico e la prestazione economica che viene riconosciuta in caso di malattia, in risposta alla disposizioni vigenti che permettono ai pensionati di iniziare un nuovo rapporto lavorativo dipendente, anche se con dei limiti, come vedremo.

Cosa cambia per i pensionati lavoratori

In precedenza, l’INPS negava il riconoscimento dell’indennità ai lavoratori dipendenti già pensionati, ritenendo che la pensione costituisse una fonte di reddito alternativa. Tuttavia, il nuovo orientamento considera il trattamento pensionistico e l’indennità di malattia due prestazioni autonome e quindi cumulabili. Il riconoscimento di questa tutela previdenziale risponde all’esigenza di compensare la perdita di reddito legata alla malattia, perché incide anche sui pensionati che lavorano.

Indennità di malattia: eccezioni

Non tutti i pensionati lavoratori però possono beneficiare dell’indennità. Restano esclusi coloro che percepiscono una pensione di inabilità, in quanto incompatibile con il lavoro, e gli iscritti alla gestione separata, per i quali la legge non prevede tale diritto.

Operai agricoli e limiti temporali

Per gli operai agricoli a tempo determinato (OTD), il diritto all’indennità di malattia si estingue con la scadenza degli elenchi INPS che attestano il diritto alla prestazione, ovvero il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento. Se l’operaio agricolo è pensionato e non trova un nuovo impiego, perde il diritto all’indennità anche se ancora iscritto negli elenchi.

Un passo verso una maggiore tutela

Con questa revisione, l’INPS garantisce una maggiore tutela ai pensionati che continuano a lavorare. L’indennità di malattia non si configura più come un diritto limitato ai soli lavoratori attivi, ma come una misura di protezione del reddito per tutti i dipendenti, indipendentemente dal loro status pensionistico. Questo adeguamento risponde all’evoluzione del mercato del lavoro, in cui sempre più pensionati scelgono di proseguire l’attività lavorativa.

 

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certificazione unica

Certificazione Unica 2025 Inps: come scaricarla online L'Inps ha reso noto che è disponibile online la Certificazione Unica 2025, ecco come fare per ottenerla

Online la Certificazione Unica 2025

L’INPS ha reso noto che è disponibile online la Certificazione Unica 2025 relativa ai redditi percepiti nel 2024.

A cosa serve

Il documento è indispensabile per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
La CU è accessibile a tutti i cittadini attraverso le modalità digitali e tradizionali, riflettendo così l’impegno dell’Istituto verso l’innovazione e la semplificazione dei servizi.

Le CU pubblicate all’apertura del servizio hanno raggiunto la cifra di 26.783.143.

Come ottenerla

Per visualizzare, scaricare e stampare il modello CU 2025 è necessario accedere con le proprie credenziali (SPID, CIE, CNS, eIDAS e PIN) all’area personale MyINPS e seguire il percorso: “I tuoi servizi e strumenti” > “Servizi fiscali e pagamenti ricevuti da INPS” > “Certificazione Unica 2025 (Cittadino)”.

I  pensionati possono scaricare il documento anche tramite il servizio online “Cedolino della pensione”.

La CU 2025 è disponibile anche via app su INPS Mobile per dispositivi Android e Apple iOS, utilizzando le credenziali personali e il servizio “Certificazione Unica”.

Altri metodi per ottenere la Certificazione Unica

In alternativa, la Certificazione Unica potrà essere richiesta tramite:

  • patronati, CAF e professionisti abilitati;
  • Posta Elettronica Certificata (PEC) all’indirizzo richiestacertificazioneunica@postacert.inps.gov.it, allegando una copia del documento di identità del richiedente. In questo caso, la Certificazione Unica sarà inviata dall’INPS direttamente alla casella di posta elettronica utilizzata per la richiesta;
  • numero verde dedicato 800 434320;
  • Contact center multicanale al numero 803 164 oppure al numero 06 164164.
pensionati all'estero

Pensionati all’estero: al via l’accertamento dell’esistenza in vita L'INPS ha reso noto che è stata avviata l'operazione di verifica dell'accertamento dell'esistenza in vita dei pensionati all’estero

Pensionati all’estero, al via accertamento INPS

Pensionati all’estero: l’INPS ha definito le modalità per l’accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati che percepiscono trattamenti previdenziali all’estero per il biennio 2025-2026. Questa verifica, affidata a Citibank N.A., è essenziale per garantire la regolarità dei pagamenti e prevenire indebite erogazioni.

Modalità di verifica dell’esistenza in vita

Come indicato nel messaggio INPS del 13 marzo 2025, n. 890, il processo di accertamento si svolgerà in due fasi, con scadenze precise per l’invio delle attestazioni.

Procedura operativa:

  • Citibank N.A. invierà ai pensionati le richieste di attestazione dell’esistenza in vita.
  • I beneficiari dovranno restituire l’attestazione compilata entro i termini indicati.
  • In caso di mancata ricezione del documento, il pagamento della pensione verrà temporaneamente dirottato presso le agenzie Western Union del Paese di residenza.
  • Se il pensionato non ritira personalmente la somma né presenta l’attestazione richiesta, il pagamento verrà sospeso dal mese successivo.

Informazioni aggiuntive

Il messaggio INPS fornisce dettagli su:
Criteri di esclusione dall’accertamento dell’esistenza in vita.
Modalità di produzione della prova dell’esistenza in vita.
Procedure di riemissione delle rate sospese.
Servizi di supporto per chi necessita di assistenza nella procedura.

Per ulteriori aggiornamenti e dettagli ufficiali, è consigliato consultare il sito INPS e le comunicazioni di Citibank N.A. 

pensione supplementare

Pensione supplementare Pensione supplementare: definizione, destinatari, requisiti, funzionamento, domanda e giurisprudenza di rilievo

Cos’è la pensione supplementare?

La pensione supplementare è un trattamento previdenziale erogato su domanda dell’interessato e dei superstiti. Essa consente di far valere i contributi che il lavoratore ha versato in una gestione previdenziale diversa rispetto a quella in cui ha maturato ed è diventato titolare di pensione. Questa prestazione consente quindi di valorizzare i contributi versati, integrando la pensione principale già percepita da un altro ente previdenziale.

In base al soggetto che richiede la prestazione, ossia il titolare della pensione o il parente superstite, la pensione supplementare può essere di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti.

A chi è rivolta la pensione supplementare

Essa spetta:

  • per i contributi versati all’AGO (FPLD – Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e gestioni speciali degli autonomi) ai lavoratori che sono titolari di una pensione a carico di un fondo esclusivo, esonerativo o sostitutivo;
  • ai pensionati già titolari di un trattamento previdenziale principale presso un altro ente (ad esempio, FPLS);
  • ai pensionati che percepiscono il trattamento a carico del Fondo Clero destinato ai ministri del culto di confessioni diverse rispetto a quella cattolica;
  • coloro che percepiscono assegni vitalizi al posto della pensione.

Come funziona

L’importo della prestazione viene calcolato in base ai contributi versati nell’AGO. Il calcolo avviene con il sistema retributivo, misto o contributivo, a seconda della data di versamento dei contributi e dell’anzianità contributiva del richiedente.

Requisiti principali

  • Età pensionabile: il richiedente deve aver raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia nella gestione in cui si richiede la pensione supplementare:
  • Titolarità o liquidazione in corso della pensione principale;
  • Contributi insufficienti per la pensione autonoma nella gestione in cui si chiede la pensione supplementare.

Requisiti specifici sono richiesti per la pensione supplementare di invalidità e ai superstiti.

Quanto spetta con la pensione supplementare

L’importo della pensione supplementare dipende da diversi fattori;

  • contributi versati;
  • sistema di calcolo applicabile (retributivo o contributivo).
  • rivalutazione dei contributi versati.

Non esiste un importo fisso, ma in media la misura è rappresentata da una percentuale limitata della pensione principale.

Come fare domanda per la pensione supplementare

La domanda deve essere presentata telematicamente all’INPS attraverso i seguenti canali:

  • Portale INPS: accedendo con SPID, CIE o CNS.
  • Patronati e CAF: che forniscono assistenza gratuita nella compilazione e invio della richiesta.
  • Contact Center INPS: numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare.

Documenti necessari

  • Documento d’identità e codice fiscale.
  • Certificazione dell’ente previdenziale principale attestante la titolarità della pensione.
  • Estratto conto contributivo INPS per verificare i periodi di contribuzione AGO.

Giurisprudenza rilevante

Diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno chiarito aspetti rilevanti dell’istituto:

Cassazione n. 29247/2023

La pensione supplementare rappresenta un beneficio autonomo e distinto, il cui regime di età pensionabile deve essere determinato in base alla data di presentazione della domanda amministrativa per tale pensione, e non alla data in cui si maturano i requisiti per la pensione principale. Di conseguenza, le clausole di salvaguardia relative ai requisiti anagrafici e contributivi, previste per la pensione di anzianità o di vecchiaia, non sono applicabili al trattamento della pensione supplementare.

Cassazione n. 36199/2023

Un assicurato iscritto alla gestione separata, che possiede anche contributi versati presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), ha la possibilità di scegliere tra due opzioni:

– ottenere una pensione autonoma a carico dell’AGO, utilizzando i contributi maturati in quella gestione, e impiegare quelli della gestione separata per una pensione supplementare.

– concentrare tutti i contributi nella gestione separata, al fine di ottenere un’unica pensione calcolata con il metodo contributivo.

La decisione spetta esclusivamente all’interessato. Pertanto, l’integrazione dei contributi maturati in altre gestioni nella gestione separata può avvenire solo su esplicita richiesta. Fino a quando il pensionato non esprime questa volontà, tali contributi non possono essere considerati nella gestione separata.

Cassazione n. 31519/2021

Il decreto ministeriale 2 maggio 1996, n. 282, art. 1, comma 2, stabilisce che:

  • Pensione supplementare: gli iscritti alla gestione separata che non raggiungono i requisiti per una pensione autonoma possono ottenerne una supplementare se sono titolari di un trattamento pensionistico erogato dall’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) o da altre gestioni previdenziali obbligatorie (come le forme esclusive e sostitutive dell’AGO, le gestioni speciali per i lavoratori autonomi e le casse dei liberi professionisti).
  • Requisiti anagrafici: per accedere al trattamento pensionistico supplementare, è necessario soddisfare il requisito di età previsto dalla L. 335/1995, art. 1, comma 20.
  • Utilizzo dei contributi: i contributi versati nella gestione separata, insufficienti per una pensione autonoma, vengono utilizzati per calcolare il trattamento supplementare.
  • Autonomia del beneficio: la pensione supplementare è distinta dal trattamento principale sia per la decorrenza (dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda) sia per il calcolo, che include eventuali aumenti per i familiari.
  • Aggiornamenti normativi: il requisito anagrafico è soggetto a modifiche legislative nel tempo, in base al regime della gestione presso cui si richiede il trattamento supplementare.

 

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