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Pensione di reversibilità Pensione di reversibilità: definizione, beneficiari, riduzioni per reddito del beneficiario, perdita, coma fare domanda e giurisprudenza

pensione di reversibilità

Cos’è la pensione di reversibilità?

La pensione di reversibilità, detta anche “pensione ai superstiti”, è una prestazione economica erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un pensionato deceduto. Se il lavoratore era ancora in attività al momento del decesso e aveva maturato almeno 15 anni di contributi o 5 anni (di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni), la prestazione viene riconosciuta sotto forma di “pensione indiretta”.

A chi spetta la pensione di reversibilità?

L’INPS eroga la pensione di reversibilità ai seguenti soggetti, secondo un ordine di priorità stabilito dalla normativa vigente:

  1. coniuge superstite (o l’unito civilmente): inclusi il coniuge separato e divorziato (se titolare di assegno divorzile e non risposato);
  2. figli: minori, studenti fino a 26 anni (se a carico del defunto) o inabili al lavoro;
  3. genitori: se a carico del defunto e di età superiore a 65 anni.
  4. fratelli e sorelle: se inabili al lavoro, a carico del defunto e non titolari di altra pensione.

Importo della pensione di reversibilità

L’importo della pensione varia in base al rapporto di parentela con il defunto:

  • Coniuge: 60% della pensione del deceduto.
  • Coniuge e un figlio: 80%.
  • Coniuge e due o più figli: 100%.
  • Un solo figlio: 70%.
  • Due figli: 80%.
  • Tre o più figli: 100%.
  • Genitori, fratelli e sorelle: 15% ciascuno, fino a un massimo del 100%.

Riduzione per reddito

L’importo della pensione di reversibilità può essere ridotto in base al reddito del beneficiario. Per il 2025 questi i tagli:

  • Nessuna riduzione se il reddito non supera i 23.579,22 euro;
  • Riduzione del 25% se il reddito è compreso tra 23.579,22 e 31.438,96 euro;
  • Riduzione del 40% se il reddito è compreso tra 31.438,96 e 39.298,70 euro;
  • Riduzione del 50% per redditi che superano i 39.298,70 euro.

Quando si perde la pensione di reversibilità?

La pensione di reversibilità può essere revocata nei seguenti casi:

  • Nuovo matrimonio del coniuge superstite: viene erogata un’indennità pari a due annualità della pensione e poi cessata.
  • Perdita dei requisiti di età o di dipendenza economica per figli, genitori, fratelli e sorelle.
  • Condanna per omicidio del pensionato da parte del beneficiario (art. 463 c.c.).

Come fare domanda

La richiesta va presentata online tramite il sito dell’INPS, tramite patronato o al Contact Center INPS al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 da cellulare.

Documenti necessari

  • Documento d’identità e codice fiscale del richiedente.
  • Certificato di morte del pensionato/lavoratore deceduto.
  • Autocertificazione di stato di famiglia.
  • Dichiarazione reddituale del richiedente.
  • Se separato/divorziato: sentenza di separazione/divorzio e attestazione assegno divorzile.

Giurisprudenza rilevante

La Corte di Cassazione ha emesso diverse sentenze fondamentali in materia:

Cassazione n. 14287/2024: Chi era a carico di un familiare che percepiva una pensione di reversibilità, e non una pensione diretta, non ha diritto a ottenere, a sua volta, la pensione di reversibilità alla morte di quest’ultimo.

Cassazione civile SU n. 22434/2018: Il coniuge divorziato che ha ricevuto l’assegno divorzile in un’unica soluzione non ha diritto alla pensione di reversibilità. Ai fini del riconoscimento di tale prestazione, secondo l’art. 9 della L. 1 dicembre 1970, n. 898, modificato dalla L. 6 marzo 1987, n. 74, è necessario che l’ex coniuge sia titolare di un assegno divorzile attuale e concretamente fruibile al momento della morte dell’ex coniuge. La semplice esistenza di un precedente diritto all’assegno, se già estinto mediante pagamento in un’unica soluzione, non è sufficiente per ottenere la pensione di reversibilità.

Cassazione civile n. 24694/2021: La pensione di reversibilità non spetta alle convivenze di fatto terminate prima dell’entrata in vigore della legge n. 76/2016 sulle unioni civili.

Nel caso esaminato, il partner superstite di un architetto deceduto prima della legge aveva richiesto l’applicazione retroattiva della norma per ottenere la pensione di reversibilità. La Corte d’Appello aveva accolto la richiesta, basandosi sull’art. 2 della Costituzione e senza coinvolgere la Corte Costituzionale. Tuttavia, la Cassazione ha annullato la decisione, ribadendo il principio di irretroattività delle leggi ed escludendo un contrasto diretto con la Costituzione.

 

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