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Pensione di inabilità Pensione di inabilità: guida completa sull'istituto, requisiti, normativa, funzionamento, perdita, domanda e giurisprudenza

pensione di inabilità

Cos’è la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità è una prestazione economica erogata dall’INPS a favore di soggetti che, a causa di una patologia o infortunio, si trovano nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Questa pensione rientra tra le prestazioni previdenziali ed è distinta dall’assegno ordinario di invalidità, che viene riconosciuto a coloro che presentano una capacità lavorativa nella misura inferiore ad un terzo.

Normativa di riferimento

La disciplina della pensione di inabilità è regolata da:

  • Legge 12 giugno 1984, n. 222: che disciplina l’invalidità, l’inabilità e la reversibilità delle pensioni.
  • Circolari INPS: che forniscono dettagli operativi e aggiornamenti normativi.
  • Codice Civile (art. 38 Costituzione): che sancisce il diritto all’assistenza e alla previdenza sociale per i lavoratori inabili.

A chi spetta la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità può essere richiesta da coloro che soddisfano i seguenti requisiti:

  • invalidità totale e permanente: impossibilità assoluta di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
  • contributi versati: almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni antecedenti la domanda.
  • iscrizione a un ente previdenziale: il richiedente deve essere assicurato presso l’INPS.

Come funziona la pensione di inabilità?

L’importo della pensione di inabilità viene calcolato sulla base dei contributi versati dal lavoratore fino al momento della cessazione dell’attività. Il calcolo avviene secondo il sistema misto o contributivo, a seconda dell’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995.

Il pensionato può essere sottoposto a visite periodiche di revisione da parte delle commissioni medico-legali dell’INPS per confermare la persistenza dello stato di inabilità.

Quando si perde la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità cessa nei seguenti casi:

  • ripresa dell’attività lavorativa: il beneficiario torna a svolgere un’attività lavorativa remunerata;
  • mancata conferma dell’inabilità: in caso di revisione negativa da parte dell’INPS;
  • trasformazione in pensione di vecchiaia: al raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi;
  • decesso del beneficiario: in tal caso, la pensione può essere convertita in pensione ai superstiti per i familiari aventi diritto.

Come fare domanda?

La domanda deve essere presentata all’INPS attraverso:

  • il portale INPS: accedendo con SPID, CIE o CNS.
  • i patronati e CAF: che offrono assistenza gratuita.
  • il contact Center INPS: chiamando il numero 803 164 da rete fissa o 06 164 164 da cellulare.

Questi i documenti richiesti a corredo della domanda:

  • documento di identità e codice fiscale.
  • certificato medico introduttivo rilasciato dal medico curante.
  • documentazione sanitaria che attesta l’inabilità totale e permanente.
  • estratto contributivo INPS.

Giurisprudenza rilevante

La Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato hanno emesso diverse sentenze in materia di pensione di inabilità:

  • Cassazione n. 19485/2024: il requisito della “vivenza a carico” per il riconoscimento della pensione di inabilità richiede la dimostrazione che il genitore forniva un sostegno economico continuativo e prevalente al figlio inabile, andando oltre la semplice convivenza e senza richiedere una totale dipendenza finanziaria. L’accertamento di questo requisito è affidato alla valutazione del giudice di merito.
  • Cassazione n. 23752/2020: se una sentenza definitiva ha riconosciuto il diritto a una pensione o a un assegno di invalidità, ma l’INPS lo revoca, quella sentenza rimane vincolante. Ciò significa che l’INPS non può rimettere in discussione il diritto accertato, a meno che non siano cambiate le condizioni di fatto o di diritto. Per giustificare la revoca, l’INPS deve dimostrare che la situazione dell’assicurato è migliorata rispetto a quando il giudice ha emesso la sentenza. Questo può includere un miglioramento della salute o un aumento del reddito dovuto a un lavoro adatto alle capacità dell’assicurato.

 

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