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Amministratore di condominio più caro: delibera a rischio Il Tribunale di Milano ha annullato la delibera che nominava un nuovo amministratore di condominio con compenso superiore al precedente, ritenendola viziata da eccesso di potere

amministratore di condominio

Il caso deciso dal Tribunale di Milano

Amministratore di condominio più caro: con la sentenza n. 4949 del 17 giugno 2025, il Tribunale di Milano ha dichiarato nulla la delibera assembleare di un piccolo condominio che aveva nominato un nuovo amministratore, stabilendone il compenso in 2.500 euro annui, contro i 600 richiesti dal precedente professionista.

Il giudice ha ritenuto sproporzionata la scelta, tenuto conto che i bilanci condominiali annuali non superavano i 12mila euro, ravvisando così un eccesso di potere nell’intento di avvantaggiare il nuovo amministratore.

Perché la decisione lascia perplessità

L’applicazione del vizio di eccesso di potere in questo contesto suscita critiche. Secondo molti interpreti, la pronuncia rischia di penalizzare la professionalità degli amministratori e di comprimere la libertà dei condomini di scegliere non soltanto in base al costo, ma anche alla qualità e all’efficienza del servizio.

Il principio consolidato in giurisprudenza, infatti, stabilisce che il controllo giudiziario sulle delibere condominiali riguarda solo la legittimità e non il merito delle scelte, che restano affidate all’assemblea come organo sovrano della volontà dei condomini.

Il confine dell’eccesso di potere nelle delibere condominiali

L’eccesso di potere viene normalmente riconosciuto quando la decisione assembleare persegue interessi estranei al condominio o favorisce alcuni condomini a scapito di altri. In tali ipotesi, il giudice verifica che la volontà non sia stata esercitata nell’interesse comune, ma per finalità distorte.

Nel caso milanese, però, la nullità è stata dichiarata confrontando il nuovo compenso solo con quello, eccezionalmente basso e fuori mercato, del precedente amministratore, senza tenere conto dei valori medi praticati a Milano o dei parametri suggeriti dalle associazioni di categoria.