Cessione del quinto

Cessione del quinto Cessione del quinto: cos'è, come funziona, a chi è rivolta e i nuovi tassi 2025

Cos’è la cessione del quinto

La cessione del quinto è una forma di estinzione di un prestito personale disciplinata da una normativa specifica, che prevede il rimborso mediante trattenuta diretta su stipendio o pensione, fino a un massimo del 20% dell’importo mensile percepito.

Si tratta di una soluzione sempre più diffusa per la sua semplicità gestionale e il rischio ridotto per il creditore. Vediamo nel dettaglio come funziona, chi può richiederla, quali vantaggi e svantaggi presenta e quali sono i nuovi tassi applicabili da aprile 2025.

Normativa

La cessione del quinto dello stipendio o della pensione è regolata dagli articoli 1260 e seguenti del codice civile e, in ambito pubblico e statale, anche dal D.P.R. n. 180/1950 e dal D.P.R. n. 895/1950. L’istituto prevede la concessione di un prestito non finalizzato, la cui rata non può superare un quinto (ossia il 20%) dell’emolumento netto mensile percepito dal richiedente. Il rimborso avviene tramite trattenuta diretta operata dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale.

Come funziona: stipendio e pensione

La cessione del quinto sullo stipendio è rivolta a

  • dipendenti pubblici e statali;
  • dipendenti di aziende private con contratto a tempo indeterminato.

Il datore di lavoro è obbligato ad accettare la cessione e a trattenere l’importo dalla busta paga. Il contratto può avere una durata massima di 10 anni.

La cessione del quinto sulla pensione invece può essere richiesta dai titolari di pensioni, con esclusione dei beneficiari di:

  • pensioni sociali;
  • pensioni di invalidità civile;
  • assegni al nucleo familiare o di sostegno al reddito.

È l’INPS a trattenere mensilmente la rata e a versarla direttamente al soggetto finanziatore.

Chi può richiederla

Sono ammessi a richiederla:

  • i lavoratori dipendenti pubblici, statali e privati (con contratto a tempo indeterminato);
  • i pensionati con trattamento mensile sufficiente a garantire la quota cedibile, tutelando il cosiddetto minimo vitale.

È inoltre necessaria una polizza assicurativa obbligatoria contro il rischio di morte e perdita dell’impiego (per i lavoratori).

Vantaggi e svantaggi della cessione di 1/5

I vantaggi di questa misura sono i seguenti:

  • rata fissa e trattenuta automatica;
  • nessun obbligo di motivare la richiesta (prestito non finalizzato);
  • accessibilità anche in presenza di segnalazioni in centrale rischi;
  • possibilità di rinnovo o estinzione anticipata.

Gli svantaggi invece sono rappresentati invece:

  • dall’obbligo assicurativo che incide sul costo complessivo;
  • l’indisponibilità per contratti a termine o pensioni minime;
  • il limite della rata (1/5) che riduce l’importo ottenibile.

Costi della cessione del quinto

Il TAN (Tasso Annuo Nominale) e il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) variano in base ai seguenti dati:

  • età del richiedente;
  • durata del prestito;
  • ente erogatore e tipo di assicurazione.

Tra i costi obbligatori da sostenere troviamo:

  • interessi;
  • premi assicurativi;
  • spese di istruttoria;
  • commissioni bancarie o di intermediazione.

I nuovi tassi INPS da aprile 2025

Con il messaggio INPS n. 1166 del 4 aprile 2025, sono stati aggiornati i tassi soglia TAEG da utilizzare per i prestiti che si possono estinguere con la cessione di 1/5 della pensione, quando concessi da banche o intermediari in regime di convenzione ai pensionati:

Fascia di età alla scadenza Fino a €15.000 Oltre €15.000
Fino a 59 anni 9,69% 7,58%
Da 60 a 64 anni 10,49% 8,38%
Da 65 a 69 anni 11,29% 9,18%
Da 70 a 74 anni 11,99% 9,88%

 

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assegno di maternità 2025

Assegno di maternità 2025: importi aggiornati Novità in materia di assegno di maternità 2025: La circolare INPS n. 72/2025 comunica gli importi di riferimento per il calcolo dell'indennità

Assegno di maternità 2025: importi aggiornati

Novità in materia di assegno di maternità 2025. La circolare INPS n. 72/2025 comunica gli importi di riferimento per calcolare le contribuzioni dovute a lavoratori e lavoratrici per erogare l’indennità di maternità e di paternità.

Per calcolare l’indennità di maternità o di paternità si prende come riferimento la retribuzione del mese che precede l’evento, se il lavoratore è dipendente. Per le altre categorie invece si prendono come riferimento gli importi convenzionali. I valori sono adeguati al costo della vita ISTAT.

La circolare indica inoltre i valori di calcolo per le indennità di tubercolosi e malattia.

Assegno maternità 2025: retribuzioni giornaliere 

Per il calcolo delle indennità di maternità e paternità si prendono come riferimento le retribuzioni delle diverse categorie di lavoratori interessati: Questi gli importi:

  • lavoratori soci di società e di enti cooperativi anche di fatto: retribuzione di riferimento del mese precedente non inferiore al minimale di 57,32euro;
  • lavoratori agricoli a tempo determinato: valore non inferiore al minimale di legge pari a Euro 50,99;
  • compartecipanti familiari e piccoli coloni: importo non inferiore a 63,06 euro, da utilizzare in via temporanea e salvo conguaglio;
  • lavoratori italiani operanti all’estero in Paesi extracomunitari con i quali non sono in vigore accordi di sicurezza sociale: retribuzioni previste dal decreto 16 gennaio 2025 per il calcolo delle contribuzioni ai fini della liquidazione anche delle prestazioni economiche di maternità e paternità;
  • lavoratori italiani e stranieri addetti ai servizi domestici e familiari:
  • 8,40 euro per retribuzioni orarie effettive fino a 9,48 euro;
  • 9,48 euro per retribuzioni orarie effettive superiori a 9,48 euro e fino a 11,54 euro;
  • 11,54 euro per retribuzioni orarie effettive superiori a 11,54 euro;
  • 6,11 euro per rapporti di lavoro con orario superiore a 24 ore settimanali.
  • lavoratori autonomi: artigiani e commercianti 57,32; pescatori 31,85 euro;
  • assegno di maternità dei Comuni riconosciuto per le categorie non coperte da un altro sistema previdenziale (disoccupate, prive di tutela previdenziale con ISEE inferiore a 20.382,90 euro): 2037,00 euro (importo complessivo per 5 mesi);
  • assegno statale una tantum per lavoratrici precarie, con contratti a termine o part time ciclici: 2.508,04 euro.

Come fare domanda

Per richiedere gli assegni, è necessario accedere al portale INPS tramite SPID, CIE o CNS, oppure rivolgersi direttamente al proprio Comune di residenza per l’assegno comunale. Chi supera i limiti ISEE stabiliti non ha diritto all’assegno, ma può valutare misure di sostegno alternative come il Reddito di Inclusione Familiare.

Congedo parentale retribuito 2025

Le recenti modifiche legislative hanno ridefinito i criteri reddituali per accedere al congedo parentale retribuito. In particolare, il diritto all’indennità del 30% è ora subordinato a un reddito individuale del genitore lavoratore dipendente che non superi i 19.610,50 euro annui. Questo limite è stato calcolato in base a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione previsto per il 2025, fissato a 7.844,20 euro. Per poter beneficiare dell’indennità durante il congedo parentale, è necessario rientrare quindi in una specifica fascia di reddito.

Leggi anche l’articolo “Assegno di maternità

totalizzazione dei contributi

La totalizzazione dei contributi Totalizzazione dei contributi: cos’è, come funziona e quando conviene

Cos’è la totalizzazione dei contributi

La totalizzazione dei contributi è un istituto previdenziale che consente ai lavoratori di sommare gratuitamente i contributi versati in diverse gestioni previdenziali al fine di ottenere un’unica pensione. È particolarmente utile per chi ha avuto carriere lavorative discontinue o ha versato contributi in più enti previdenziali, senza aver maturato autonomamente il diritto alla pensione in ciascuna gestione.

Normativa

La totalizzazione è un meccanismo che permette di cumulare gratuitamente i contributi versati in più casse previdenziali pubbliche o private per ottenere una pensione unitaria. È regolata dal decreto legislativo n. 42/2006, successivamente modificato dalla legge n. 247/2007, dal decreto legge n. 78/2010; il decreto legge n. 201/2011; dal decreto del Presidente della Repubblica n. 157/2013.

Caratteristiche della totalizzazione dei contributi

L’istituto della totalizzazione presenta le seguenti caratteristiche distintive:

  • gratuità: a differenza della ricongiunzione, non prevede costi per il lavoratore;
  • obbligo di calcolo contributivo: la pensione viene calcolata interamente con il sistema contributivo, anche per i periodi antecedenti il 1996 (se presenti),
  • versamento di contributi in almeno due gestioni previdenziali;
  • minimo di 20 anni complessivi per ottenere la pensione di vecchiaia.

Quando conviene la totalizzazione dei contributi

La totalizzazione è conveniente nei seguenti casi:

  • carriere discontinue: utile per chi ha cambiato più lavori e ha versato contributi in enti diversi senza raggiungere il minimo richiesto in ogni gestione;
  • assenza di un diritto autonomo alla pensione: se un lavoratore non ha maturato la pensione in una singola gestione, può cumulare i contributi per ottenerne una unica;
  • evitare i costi della ricongiunzione: la totalizzazione è gratuita, mentre la ricongiunzione è spesso onerosa;
  • avere diritto a una pensione di anzianità: con la totalizzazione si può accedere alla pensione di anzianità con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.

Tuttavia, la totalizzazione potrebbe non essere conveniente per chi ha maturato contributi prima del 1996 con il sistema retributivo (se non ha maturato un diritto autonomo alla pensione in nessuna delle gestioni interessate) poiché il calcolo contributivo può ridurre l’importo della pensione rispetto a quello ottenibile con una ricongiunzione.

Differenza tra totalizzazione e ricongiunzione

Molti lavoratori si chiedono se sia meglio ricorrere alla totalizzazione o alla ricongiunzione.

Vediamo le principali differenze:

Caratteristica Totalizzazione Ricongiunzione
Costo Gratuita A pagamento (spesso elevato)
Calcolo pensione Contributivo Mantiene il sistema originario (retributivo o contributivo)
Anzianità minima Nessuna Nessun minimo richiesto
Pensione autonoma Unica pensione INPS La posizione viene accentrata in un solo ente
Età pensionabile 66 anni e 7 mesi (vecchiaia), 41 anni di contributi (anzianità) Dipende dall’ente previdenziale di destinazione

In generale, la ricongiunzione è conveniente per chi ha molti contributi retributivi e vuole mantenere un calcolo più favorevole, mentre la totalizzazione è indicata per chi cerca una soluzione gratuita per ottenere una pensione.

Quale pensione si ottiene con la totalizzazione

Chi utilizza la totalizzazione può accedere a diversi tipi di pensione, in base ai contributi maturati:

Pensione di vecchiaia

Richiede 66 anni 

Almeno 20 anni di contributi totali

Almeno 2 gestioni previdenziale coinvolte

Pensione di anzianità

Possibile con 41 anni di contributi a prescindere dall’età

Utile per chi ha avuto carriere lunghe ma frammentate in diverse gestioni

Pensione di inabilità

Spetta a chi ha invalidità totale e permanente

Requisiti contributivi differenti a seconda delle gestioni coinvolte

Pensione ai superstiti

Se il lavoratore deceduto aveva diritto alla totalizzazione, il coniuge o i familiari possono richiedere la pensione di reversibilità

Procedura per la totalizzazione dei contributi

La procedura per totalizzare i contributi è gestita dall’INPS ed è relativamente semplice e si snoda attraverso i seguenti step:

1. presentazione della domanda:il lavoratore deve inviare una richiesta all’INPS per l’applicazione della totalizzazione;

2. verifica dei contributi: l’INPS raccoglie i dati dai diversi enti previdenziali e verifica se il lavoratore ha i requisiti per la totalizzazione;

3. calcolo della pensione: ogni gestione calcola la quota di pensione spettante secondo il sistema contributivo. L’INPS somma le quote per determinare l’importo finale della pensione.

4. erogazione della pensione: la pensione viene erogata direttamente dall’INPS, anche se i contributi erano stati versati ad altri enti.

Considerazioni finali

La totalizzazione dei contributi è una soluzione utile per chi ha lavorato in più settori e ha versato contributi in enti previdenziali differenti. Permette di ottenere una pensione unitaria senza costi aggiuntivi, ma è importante considerare che la pensione verrà calcolata con il sistema contributivo, che potrebbe essere meno vantaggioso per chi ha periodi di lavoro antecedenti al 1996. Prima di scegliere la totalizzazione, è consigliabile valutare attentamente la propria posizione contributiva ed eventualmente confrontarla con la ricongiunzione per capire quale opzione garantisce la pensione più favorevole.

bonus asilo nido

Bonus asilo nido: i documenti da allegare Bonus asilo nido 2025: i chiarimenti INPS sui documenti da allegare alla domanda

Bonus asilo nido 2025: chiarimenti INPS

Con l’anno 2025, l’INPS ha introdotto alcune importanti precisazioni relative alla documentazione necessaria per ottenere il bonus asilo nido, l’agevolazione economica destinata alle famiglie per sostenere le spese di iscrizione e frequenza presso strutture per l’infanzia pubbliche o private autorizzate.

Documenti da allegare alla domanda

Attraverso la circolare n. 60 del 20 marzo 2025, l’Istituto ha fornito indicazioni operative sui documenti da presentare per accedere al contributo. A queste precisazioni si aggiunge il messaggio n. 1165 del 4 aprile 2025, che chiarisce i casi particolari in cui non è necessario allegare la fattura.

In particolare, l’INPS ha evidenziato che, quando il servizio di asilo nido è fornito da enti o istituzioni esonerati dall’applicazione dell’IVA e non obbligati all’emissione della fattura, è possibile sostituire tale documento con una ricevuta di pagamento rilasciata dalla struttura stessa.

Quando è valida la ricevuta di pagamento

La ricevuta può essere utilizzata in alternativa alla fattura, ma deve contenere specifici elementi identificativi, indicati nel messaggio INPS n. 1165/2025. In particolare, il documento deve riportare:

  • i dati anagrafici del minore iscritto;

  • il nome e i dati identificativi della struttura erogante;

  • l’importo del pagamento;

  • la data di versamento;

  • la causale (es. “retta asilo nido mese di marzo 2025”).

Tali requisiti garantiscono la tracciabilità del pagamento e l’idoneità del documento ai fini del riconoscimento del bonus.

Dove trovare informazioni su requisiti e domanda

Per conoscere nel dettaglio i requisiti d’accesso, gli importi aggiornati per il 2025 e le istruzioni per la compilazione e l’invio della domanda, è possibile consultare l’apposita pagina di servizio sul sito INPS.

Leggi anche la guida Bonus asilo nido

cessione del quinto

Cessione del quinto: tassi dal 1° aprile 2025 L'INPS comunica che il MEF ha stabilito i tassi effettivi globali medi per i prestiti da estinguere tramite cessione del quinto in vigore da aprile 2025

Cessione del quinto, nuovi tassi

L’INPS, con il messaggio 4 aprile 2025, n. 1166, informa che il Ministero dell’Economia e delle finanze ha stabilito i Tassi Effettivi Globali Medi (TEGM) per i prestiti da estinguere tramite cessione del quinto dello stipendio e della pensione, in vigore dal 1° aprile 2025 al 30 giugno 2025.

Tassi da aprile 2025

Per i prestiti fino a 15mila euro, il tasso medio è fissato al 13,32%, con un tasso soglia usura di 20,65%. Per gli importi superiori a 15mila euro, il tasso medio scende a 9,23%, con un tasso soglia usura di 15,54%.

Tassi soglia TAEG

Inoltre, i tassi soglia TAEG per i prestiti concessi ai pensionati variano in base all’età del richiedente e all’importo del prestito: è possibile consultare le informazioni nel dettaglio all’interno del messaggio INPS.

 

Leggi anche Cessione del quinto: la procedura INPS

bonus psicologo

Bonus psicologo: dal 15 aprile scorrimento delle graduatorie L'INPS comunica che a partire dal 15 aprile 2025 darà avvio allo scorrimento delle graduatorie per il bonus psicologo

Bonus psicologo 2025, scorrimento graduatorie

A partire dal 15 aprile 2025, l’INPS darà avvio allo scorrimento delle graduatorie relative alle domande presentate nel 2024 per l’accesso al Bonus psicologo, misura finanziata con i fondi stanziati per l’anno 2023. Lo ha reso noto l’Istituto con il messaggio n. 1217 del 9 aprile 2025.

Consultazione esito della domanda

I nuovi beneficiari, che risultano ammessi grazie allo scorrimento, potranno consultare l’esito della domanda, l’importo riconosciuto e il codice univoco associato accedendo all’apposito servizio online disponibile sul portale INPS.

Importo e termini utilizzo

Il contributo – finalizzato a sostenere le spese per sedute di psicoterapia – ricorda l’INPS, prevede un rimborso fino a 50 euro per ogni seduta, entro il limite massimo stabilito in base all’ISEE del richiedente.

Il bonus può essere utilizzato entro 270 giorni dalla data del 15 aprile 2025. Decorso tale termine, il codice assegnato verrà automaticamente annullato.

Per maggiori dettagli e per accedere al servizio online, è possibile consultare la sezione dedicata sul sito ufficiale dell’INPS.

Leggi anche la guida al Bonus psicologo

rendita vitalizia Inps

Rendita vitalizia INPS Cos’è la rendita vitalizia INPS, quando spetta e quali sono le novità introdotte dal Collegato Lavoro

Cos’è la rendita vitalizia INPS?

La rendita vitalizia INPS, disciplinata dall’art. 13 della Legge n. 1338/1962, è un meccanismo che consente ai lavoratori di ottenere il riconoscimento della contribuzione previdenziale non versata dal datore di lavoro e ormai prescritta. In altre parole, permette di trasformare periodi di lavoro non coperti da contributi in periodi utili ai fini pensionistici, mediante il pagamento di un onere a carico del lavoratore o di un terzo.

A chi spetta e quando si può richiedere

La rendita vitalizia INPS può essere richiesta dai lavoratori dipendenti (anche se negli anni sono state ampliate le categorie di lavoratori) che:

  • abbiano prestato attività lavorativa subordinata per la quale il datore di lavoro non ha versato i contributi dovuti;
  • non possano più recuperare i contributi per intervenuta prescrizione (attualmente fissata in 5 anni);
  • dimostrino l’esistenza del rapporto di lavoro mediante documentazione probante (buste paga, contratti, testimonianze, etc.).

L’INPS consente il riscatto di tali periodi attraverso il versamento di un importo determinato sulla base della retribuzione percepita nel periodo scoperto da contribuzione. La disciplina del calcolo e quindi del costo del riscatto della rendita Italia INPS resta quella del decreto legislativo n. 187/1977.

Prescrizione e termini di richiesta

La prescrizione dei contributi previdenziali si verifica, come anticipato, in un periodo di 5 anni, come stabilito dall’art. 3, comma 9, lett. b) della Legge n. 335/1995.

Rendita vitalizia INPS: novità Collegato Lavoro

La recente Legge 13 dicembre 2024, n. 203 (c.d. Collegato Lavoro) ha introdotto importanti modifiche alla disciplina della rendita vitalizia INPS, in vigore dal 12 gennaio 2025. La circolare INPS n. 48/2025 ha illustrato le principali novità.

  • Semplificazione della procedura di richiesta: è possibile presentare la domanda online tramite il portale INPS, con un iter amministrativo più snello e veloce.
  • Possibilità per il lavoratore (e superstiti)  di richiedere la costituzione della rendita vitalizia INPS anche in proprio e a proprio carico e non in via sostitutiva del datore, quando il diritto di questo soggetto è prescritto, ossia quando la stessa non può essere richiesta dal datore di lavoro o dal lavoratore in sua sostituzione.
  • Il termine di prescrizione, in base alla regola generale, decorre dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere ovvero dalla data di prescrizione dei contributi non versati.

 

Leggi anche: Riscatto contributi omessi: le novità del Collegato lavoro

busta paga

Busta paga: cos’è e come si legge Busta paga: cos'è, caratteristiche principali, a cosa serve, come si compone e come si legge

Cos’è la busta paga?

La busta paga è un documento fondamentale per ogni lavoratore dipendente, poiché attesta il compenso percepito e fornisce dettagli sulle ritenute fiscali e previdenziali applicate. Tuttavia, leggere e comprendere una busta paga può risultare complesso a causa della presenza di numerose voci, sigle e codici.

La busta paga è un documento obbligatorio che il datore di lavoro fornisce ai dipendenti per certificare il pagamento dello stipendio. Contiene informazioni relative alla retribuzione lorda e netta, contributi previdenziali, trattenute fiscali e ore lavorate.

Caratteristiche principali  della busta paga

La busta paga presenta alcuni aspetti peculiari:

  • è un documento ufficiale con valore legale;
  • deve essere chiaro e dettagliato nelle sue voci;
  • deve essere consegnato ogni mese al lavoratore;
  • contiene dati anagrafici del lavoratore e del datore di lavoro.

A cosa serve la busta paga?

La busta assolve a una serie di importanti funzioni:

  • dimostrare il reddito del lavoro al fine di poter richiedere per mutui, prestiti e pagare affitti;
  • controllare il corretto pagamento dello stipendio da parte del datore;
  • verificare la regolarità dei contributi previdenziali e delle tasse versate;
  • calcolare il TFR (trattamento di fine rapporto).

Come leggere una busta paga: guida pratica

La busta paga è suddivisa in diverse sezioni, ognuna delle quali riporta informazioni specifiche. Essa si compone di una intestazione, di un corpo e di una parte finale. Vediamo nel dettaglio quali sono approssimativamente le principali voci e il loro significato, tenendo conto che il modello è variabile.

1. Intestazione e dati anagrafici

Nella parte superiore del documento si trovano le seguenti informazioni:

  • dati del datore di lavoro: nome dell’azienda, partita IVA e sede legale;
  • dati del lavoratore: nome, cognome, codice fiscale, qualifica e livello contrattuale;
  • periodo di riferimento: mese e anno della busta paga;
  • posizione Inail di lavoratore e datore;
  • coefficienti di retribuzione.

2. Retribuzione lorda

In questa sezione vengono indicati gli elementi che compongono lo stipendio lordo:

  • retribuzione base: stabilita dal CCNL di riferimento;
  • scatti di anzianità: aumenti retributivi legati agli anni di servizio.
  • straordinari: compensi per ore di lavoro extra rispetto all’orario normale.

Esempio di calcolo della retribuzione lorda

  • Stipendio base: 1.500€
  • Indennità di mansione: 100€
  • Straordinari: 50€
  • Totale lordo: 1.650€

3. Contributi previdenziali e trattenute fiscali

Dalla retribuzione lorda vengono sottratte alcune voci:

Contributi INPS:

  • a carico del lavoratore (attorno al 9%);
  • a carico del datore di lavoro (varia in base al contratto).

Trattenute IRPEF:

  • il calcolo viene effettuato  e in base alle aliquote fiscali in vigore.
  • possono variare in base alle detrazioni per carichi familiari.

Esempio di trattenute fiscali:

  • Reddito annuo: 25.000€
  • IRPEF al 27% = 6.750€ annui
  • Suddiviso in 12 mesi: 562,50€ trattenuti al mese.

Addizionali regionali e comunali: queste percentuali variano da regione e regione e da comune a comune  in base alla regione e al comune di residenza.

4. Retribuzione netta

Dopo aver sottratto contributi e tasse, si ottiene lo stipendio netto, ovvero l’importo effettivamente percepito dal lavoratore.

Esempio di calcolo dello stipendio netto

  • Retribuzione lorda: 1.650€
  • Contributi INPS: -150€
  • IRPEF: -200€
  • Totale netto: 1.300€ (circa)

5. Trattenute aggiuntive e voci accessorie

Oltre ai contributi previdenziali e fiscali, in busta paga possono comparire altre trattenute, come:

  • la quota sindacale (se il lavoratore è iscritto a un sindacato);
  • la cessione del quinto (rata di un prestito trattenuta dallo stipendio).
  • i contributi destinati al fondo pensione complementare.

6. TFR (Trattamento di Fine Rapporto)

La busta paga riporta l’accantonamento del TFR, ovvero la somma che il datore di lavoro mette da parte ogni mese e che verrà corrisposta al dipendente alla cessazione del rapporto di lavoro.

Come si calcola il TFR?
Il TFR annuo è pari a 1/13,5 della retribuzione lorda annua.

Esempio:

  • Retribuzione annua: 20.000€
  • TFR accantonato: 1.481€ annui

7. Dettaglio delle presenze e ferie

In questa sezione troviamo:
i giorni lavorati e le ore ordinarie;
le ferie e i permessi maturati e residui;
le malattie, i congedi e le assenze giustificate.

Esempio di busta paga

Un esempio di struttura di una busta paga potrebbe essere il seguente:

Voce

Importo (€)

Retribuzione base

1.500

Indennità mansione

100

Straordinari

50

Totale lordo

1.650

Contributi INPS

-150

IRPEF

-200

Addizionali regionali

-30

Stipendio netto

1.270

TFR accantonato

123

Considerazioni conclusive

La busta paga è un documento essenziale per ogni lavoratore dipendente, ma comprenderne le varie voci è fondamentale per verificare l’esattezza dello stipendio percepito e tenere sotto controllo tasse e contributi versati. Se si hanno dubbi sulla propria busta paga, è sempre consigliabile consultare un consulente del lavoro o un sindacato per ottenere chiarimenti.

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assegno sociale

Assegno sociale sospeso per chi non comunica i redditi L'avvertimento dell'INPS ai percettori dell'assegno sociale e le informazioni su come comunicare i redditi 2020

Assegno sociale: obbligo comunicazione redditi

Con il messaggio 4 aprile 2025, n. 1173, l’INPS fornisce le indicazioni e le modalità ai percettori dell’assegno sociale per la comunicazione dei redditi.

Comunicazione redditi obbligatoria

L’assegno sociale, ricorda l’istituto, “è una prestazione collegata al reddito e viene corrisposto nel caso in cui il soggetto beneficiario dimostri di non avere un reddito superiore al limite annualmente stabilito dalla legge”. In particolare, per la concessione dell’assegno la legge non solo stabilisce un limite reddituale, “ma impone anche ai soggetti beneficiari di comunicare all’INPS la propria situazione reddituale qualora non siano tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi all’Amministrazione finanziaria o non la comunichino integralmente (cfr. art. 35, comma 10-bis, dl n. 207/2008, convertito, con modificazioni, dalla l- n. 14/2009).

Sospensione e revoca assegno

A seguito delle verifiche effettuate, l’INPS ha individuato i soggetti titolari dell’assegno sociale che non hanno adempiuto a tale obbligo per l’anno 2020. Nei confronti di tali soggetti è stata avviata una campagna di comunicazione tramite raccomandata A/R, con cui si informa l’interessato che, in caso di ulteriore inadempimento all’obbligo di comunicazione reddituale, verrà avviato un procedimento di sospensione e successiva revoca della prestazione.

Come comunicare i redditi all’INPS

La comunicazione all’INPS, pertanto, può essere effettuata attraverso:

  • la procedura telematica disponibile sul sito istituzionale, autenticandosi con la propria identità digitale (SPID almeno di livello 2, CNS o CIE 3.0);
  • i servizi offerti dagli istituti di patronato o da altri soggetti abilitati all’intermediazione con l’INPS.

 

Leggi anche la guida Assegno sociale

assistenza domiciliare

Assistenza domiciliare dipendenti e pensionati: il bando INPS Assistenza domiciliare per dipendenti e pensionati PA: al via il bando INPS Home Care Premium 2025

Assistenza domiciliare dipendenti e pensionati

L’INPS ha pubblicato il bando per il Progetto Home Care Premium (HCP) 2025, un’iniziativa che prevede l’erogazione di contributi economici per l’assistenza domiciliare a favore di dipendenti e pensionati della PA iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Il programma, valido per il periodo 2025-2028, è rivolto anche ai congiunti non autosufficienti dei beneficiari diretti, come coniugi e parenti di primo grado.

Chi può accedere al Progetto Home Care Premium

Il bando si rivolge a:

  • Dipendenti pubblici iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
  • Pensionati della PA iscritti alla stessa gestione.
  • Coniugi e parenti di primo grado non autosufficienti dei soggetti sopra elencati.

Quali sono le agevolazioni previste

Il progetto Home Care Premium 2025 prevede due tipi di benefici per i richiedenti:

  1. Contributo economico per il rimborso delle spese sostenute per l’assunzione di un assistente domiciliare.
  2. Prestazioni integrative, fornite grazie alla collaborazione con gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), per garantire un sostegno più ampio alla persona assistita.

Come presentare la domanda

I richiedenti devono presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’ISEE sociosanitario, anche in modalità ristretta, per la determinazione del posizionamento in graduatoria.

Le domande possono essere inviate a partire dal 1° aprile 2025, accedendo all’area riservata del portale INPS e seguendo questo percorso:

  • Cercare il servizio “Portale Prestazioni Welfare”.
  • Cliccare su “Accedi all’area tematica”.
  • Selezionare “Gestione domanda” > “Presentazione domanda”.
  • Cliccare su “Utilizza il servizio” e infine su “Vai alla prestazione” in corrispondenza di Home Care Premium.

Scadenze e pubblicazione della graduatoria

L’INPS pubblicherà l’elenco dei beneficiari ammessi entro il 31 maggio 2025. Tuttavia, sarà possibile presentare nuove domande fino al 31 gennaio 2028.

Per ulteriori dettagli e per consultare il bando completo, è possibile visitare il sito ufficiale dell’INPS al seguente link: Bando Home Care Premium 2025.