legge bilancio 2025

Legge bilancio 2025: tutte le misure Legge bilancio 2025, approvata definitivamente dal Senato il 28 dicembre 2024, è in vigore dall'1 gennaio 2025

Manovra 2025 in vigore

La legge di bilancio 2025, approvata definitivamente dal Senato il 28 dicembre 2024, con la fiducia (anche alla Camera), è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2024.

Il testo della legge n. 207/2024 è entrato in vigore l’1 gennaio 2025.

Legge di bilancio 2025: le misure principali

La manovra punta a ridurre la pressione fiscale, sostenere le famiglie e incentivare il lavoro. Tante anche le micro norme tra cui, tra le quali meritano di essere segnatale quelle dedicate alla formazione dei cani guida, quelli per la casa Museo di Matteotti e quelle dedicate ad incrementare la presenza degli psicologi all’interno dei carceri con l’obiettivo di contrastare i reati di tipo sessuali e la violenza domestica.

Materia fiscale:  riforma IRPEF e detrazioni

La riforma dell’IRPEF, valida dal 2025, riorganizza le aliquote fiscali:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro.
  • 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro.
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro.

Cambiano anche le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente. I lavoratori con redditi complessivi sotto i 20.000 euro beneficeranno di incentivi fiscali proporzionali al reddito. Ad esempio:

  • 7,1% per redditi fino a 8.500 euro.
  • 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro.
  • 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.

Questi importi non concorreranno alla formazione del reddito, riducendo così l’imposizione fiscale.

La Legge modifica anche le detrazioni per interventi sugli edifici:

Ridotta dal 36% al 30% la detrazione per le spese di riqualificazione edilizia ed energetica dal 2025.

Per l’Ecobonus, le detrazioni tra il 50% e il 65% scendono al 50% (abitazione principale) e al 36% (altri immobili) a partire dal 2026.

Le nuove aliquote escludono gli interventi con caldaie alimentate a combustibili fossili. Inoltre, il Bonus Mobili è confermato per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici fino a 5.000 euro.

Un contributo del 30% sul costo di elettrodomestici efficienti (classe B o superiore), fino a 100 euro per l’acquisto è disponibile per le famiglie con un ISEE fino a 25.000 euro. Questo incentivo si applicherà a un solo elettrodomestico per nucleo familiare.

La web tax sarà applicata solo alle grandi aziende con ricavi superiori a 750 milioni di euro. La tassazione sulle plusvalenze delle criptovalute subirà un ridimensionamento: nel 2025 tornerà al 26%, per poi salire al 33% dal 2026, abbandonando l’ipotesi iniziale del 42%. Viene abolita la no tax area fino a 2.000 euro, imponendo imposte anche sulle piccole transazioni.

Ridotta di 4 punti l’Ires per aziende che, sugli utili del 2024, accantonano almeno l’80% e reinvestono almeno il 30%. Gli investimenti devono superare i 20.000 euro e prevedere un aumento dell’occupazione a tempo indeterminato dell’1%.

Famiglia: bonus e altri sostegni

Dal 2025, è previsto un bonus di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato. Il beneficio è riservato a:

  • famiglie con ISEE sotto i 40.000 euro;
  • residenti in Italia con requisiti di cittadinanza o permesso di soggiorno.

L’INPS gestirà le domande e l’erogazione.

L’indennità per il congedo parentale sale all’80% della retribuzione per un mese aggiuntivo, entro il sesto anno di vita del figlio. Questa misura si estende anche ai genitori adottivi.

Il bonus asili nido sale a 3.600 euro per famiglie con ISEE sotto i 40.000 euro.

Previsti sgravi contributivi per madri lavoratrici con figli fino a 10 anni, estesi fino a 18 anni per madri con almeno tre figli.

Prorogata fino al 2027 la garanzia statale per i mutui prima casa, destinata a giovani coppie, famiglie numerose e under 36.

Rifinanziamento della carta “Dedicata a te” per acquisti alimentari di base.

Scuola e istruzione

Viene istituito un fondo di 500.000 euro per promuovere corsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole.

Aumentano i contributi per le scuole paritarie che accolgono studenti con disabilità, e un fondo è destinato a sostenere le famiglie in difficoltà economica nel pagamento della mensa scolastica. Inoltre, cresce il fondo per gli alloggi degli studenti universitari fuori sede e vengono stanziati 2 milioni di euro per borse di studio dedicate agli studenti atleti.

Lavoro: decontribuzioni e benefici

Il governo ha previsto un importante taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti:

  • per redditi fino a 20.000 euro, una somma calcolata in percentuale decrescente;
  • per redditi tra 20.000 e 40.000 euro, un contributo fisso di 1.000 euro, decrescente oltre i 32.000 euro e azzerato a 40.000 euro.

Viene prorogato lincentivo fiscale per le nuove assunzioni fino al 2026, incentivando le imprese a creare posti di lavoro.

La Legge di Bilancio 2025 conferma anche i fringe benefit esentasse fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e 1.000 euro per gli altri. Nuovi assunti che trasferiscono la residenza oltre 100 chilometri riceveranno importi maggiorati.

La detassazione triennale dei premi di risultato scende dal 10% al 5%.

Aumenta dal 25% al 30% il limite di detassazione delle mance per il personale di bar e ristoranti, con il tetto di reddito ampliato da 50.000 a 75.000 euro.

Rinnovo contratti pubblici

La Manovra 2025 prevede un investimento di 800 milioni di euro per aggiornare i contratti dei dipendenti pubblici nel triennio 2025-2027. Il governo mira a garantire che il personale pubblico non subisca ritardi nelle retribuzioni durante la fase di negoziazione. Nel caso in cui le risorse si rivelassero insufficienti, è prevista l’erogazione di un’indennità di vacanza contrattuale per compensare il mancato rinnovo.

Pensioni: cumulo con la previdenza complementare

La Manovra 2025 consente ai lavoratori nel sistema contributivo puro di cumulare previdenza obbligatoria e complementare per raggiungere la soglia minima necessaria e anticipare la pensione a 64 anni. Non è stata prevista la riapertura del semestre di silenzio-assenso per il trasferimento automatico del TFR alla previdenza complementare.

Sanità e salute mentale

Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale crescerà da 136,5 miliardi a 141,3 miliardi nel 2025. Nuove risorse sono destinate alla salute mentale:

  • fondo per il sostegno psicologico nelle scuole: 10 milioni di euro nel 2025;
  • incremento del Bonus Psicologo: 1,5 milioni nel 2025.

Investimenti e infrastrutture

Incrementati i fondi destinati al Ponte sullo Stretto con un’aggiunta di 1,5 miliardi di euro, portando il costo complessivo dell’opera a oltre 13 miliardi di euro.

Un miliardo per la Tav Torino – Lione e 1 milione per le Ferrovie, 200 milioni saranno destinati alla Sibari Catanzaro, 708 milioni per il settore idrico, 36 milioni invece andranno per la diga di Campolattaro. Fondi per la Metro C della capitale.

Spese di giustizia

Chi chiederà al giudice di fare una ricerca online per trovare i beni da pignorare di un debitore, dovrà pagare subito il contributo unificato. Se non paga, la sua richiesta non verrà presa in considerazione. In materia sono state introdotte anche le seguenti  modifiche:

  • se non viene pagata almeno la tassa minima di 43 euro, il procedimento civile non partirà;
  • la società Equitalia si occuperà di riscuotere le tasse non pagate nei procedimenti civili;
  • la Cassa previdenziale dei cancellieri non riceverà più alcuna percentuale sui crediti recuperati nei processi;
  • aumentata la tassa per le cause legate al riconoscimento della cittadinanza italiana.

Rimborso per i ministri non parlamentari

I ministri non parlamentari avranno diritto solo a un rimborso delle spese per il tragitto da e per residenza-domicilio, non lo stipendio previsto per i ministri colleghi eletti.

Lotto e Superenalotto

Confermata l’estrazione aggiuntiva del venerdì per Lotto e Superenalotto. I ricavi extra generati da queste estrazioni andranno a incrementare di 50 milioni di euro il Fondo emergenze nazionali nel 2025. Si ricorda che, in caso di festività nazionale, l’estrazione sarà posticipata al primo giorno feriale successivo o, in casi eccezionali, anticipata al giorno feriale precedente.

Leggi anche: Legge bilancio 2025: ok del governo

riforma fiscale irpef

Riforma fiscale Irpef e Ires Riforma fiscale IRPEF e IRES: tante le novità per i lavoratori dipendenti, ma soprattutto per liberi professionisti,  autonomi e forfettari

Riforma IRPEF e IRES

Il decreto legislativo di riforma IRPEF E IRES, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 3 dicembre 2024, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 dicembre per entrare in vigore il 31 dicembre 2024.

L’intervento attua la Legge delega fiscale (L. n. 111/2023), con l’obiettivo di modernizzare e rendere più equo il sistema fiscale italiano.

Il decreto n. 192/2024, formato da 21 articoli è diviso in tre titoli distinti.

  • Titolo I: revisione redditi agrari, nuove forme di coltivazione, incentivi per l’agricoltura tecnologica e moderna.
  • Titolo II: cambia la tassazione del lavoro dipendente, autonomo e d’
  • Titolo III: aggregazioni fiscali per gli studi professionali, maggiore neutralità fiscale in presenza di fusioni, trasformazioni e conferimenti.

Obiettivi della riforma fiscale IRPEF e IRES

La riforma punta a semplificare la tassazione, ridurre gli oneri per i cittadini e le imprese e favorire l’innovazione economica. Il testo introduce misure che toccano lavoratori dipendenti, autonomi, professionisti e imprese. L’approvazione  di questo decreto segna un importante passo verso un fisco più competitivo e allineato agli standard europei.

Novità per i lavoratori dipendenti

La riforma introduce importanti benefici per i redditi derivanti dallo svolgimento del lavoro dipendente. Tante le novità, vediamo quelle principali.

  • I premi e i contributi versati dal datore di lavoro per polizze assicurative, inclusi quelli per patologie gravi, non saranno più tassati. Questo vale anche per i familiari a carico.
  • Le agevolazioni riguardano le spese legate alla mobilità sostenibile, alla previdenza complementare, all’ assistenza sanitaria e all’efficientamento energetico.
  • Le indennità per i trasporti e i viaggi non richiederanno più una documentazione specifica per non essere tassate.
  • I regali di Natale fino a 258,23 euro saranno esenti da tassazione. Superata questa soglia, l’intero valore sarà tassato come fringe benefit.

Cosa cambia per chi svolge un lavoro autonomo

Per i lavoratori autonomi, la riforma IRPEF introduce misure di semplificazione e di omogeneità fiscale particolarmente interessanti e innovative.

  • Le operazioni straordinarie tra gli studi associati e le società di professionisti non subiranno impatti fiscali, al fine di garantire una maggiore efficienza.
  • Dal 2024, le sopravvenienze e le liberalità saranno tassate. In questo modo si amplia la base imponibile e il sistema risulta più trasparente.
  • Per i beni immateriali come la clientela, ad esempio, il periodo di ammortamento sarà ridotto da 18 a 5 anni.

Principio di onnicomprensività

La riforma fiscale IRPEF e IRES, nel rispetto del principio di onnicomprensività, che diventa il criterio per calcolare il reddito da lavoro autonomo, stabilisce che lo stesso andrà calcolato considerando la differenza tra tutti i compensi percepiti e le spese sostenute nel periodo d’imposta, relative all’attività professionale. Viene così superata la problematica dei rimborsi spese contrattualmente a carico del committente, che non concorreranno più al reddito imponibile dell’autonomo né saranno deducibili. Questo approccio evita l’assoggettamento a ritenuta su somme che non rappresentano un reale incremento di reddito, confidando nel contrasto di interessi tra professionista e committente per prevenire comportamenti evasivi. Ne risulta un sistema più equo e semplificato.

Regime forfetario: rimborsi spese esenti

Dal 2025 i professionisti che operano in regime forfetario beneficeranno di un’importante modifica fiscale. I rimborsi per i viaggi, il vitto e l’alloggio non saranno più tassati. Questa modifica elimina una penalizzazione che gravava sui forfetari, alleggerendo coì il loro carico fiscale.

Quali benefici per le imprese?

La riforma agevola anche le imprese con misure che favoriscono l’efficienza fiscale.

Le spese per le ristrutturazioni e gli ammodernamenti saranno deducibili in sei anni. In questo modo   la gestione fiscale subisce un’ importante semplificazione.  Le plusvalenze derivanti da cessioni di partecipazioni in società inoltre saranno soggette a tassazione separata, per favorire in questo modo la competitività.

Impatto generale della riforma IRPEF e IRES

Questa riforma rappresenta un progresso significativo nel processo di modernizzazione del sistema fiscale italiano. Riduce la complessità burocratica e favorisce la competitività economica, garantendo maggiore equità tra diverse categorie di contribuenti. Sebbene alcune misure entreranno in vigore nel 2025, l’approvazione del decreto segna un passo avanti per un fisco più semplice e inclusivo.

 

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Ddl concorrenza: legge in vigore In vigore dal 18 dicembre 2024 la legge annuale per il mercato e la concorrenza che prevede novità in materia di concessioni autostradali, startup e dehors

DDL concorrenza e mercato

Il ddl concorrenza è in vigore. Dopo l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge di conversione del decreto approvato dal CdM il 26 luglio 2024, il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 dicembre per entrare in vigore il 18 dicembre 2024.

La nuova legge n. 193/2024 prevede diverse misure in materia di concessioni autostradali, dehors per migliorare la ricettività e il decorso urbano, di portabilità delle scatole nere per favorire la mobilità, di trasporto pubblico non di linea per contrastare l’abusivismo, di monitoraggio e rilevazione dei prezzi, di shrinkflation a garanzia del consumatore e di start up innovative per premiare le imprese che presentano maggiore potenzialità.

Ecco le misure più importanti della legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023.

Concessioni autostrade: procedure pubbliche o in house

Si mira a far incassare allo Stato una parte dei pedaggi, invece che alle aziende concessionarie, per redistribuire i fondi. Le concessioni autostradali saranno aggiudicate per mezzo di procedure pubbliche o con affidamenti diretti del ministero dei Trasporti a società in house posta sotto il  controllo dal ministero dell’Economia. I pedaggi verrano versati in un fondo per investire nelle reti autostradali e in un dedicato alle concessioni, che verranno gestiti dal Ministero dei Trasporti.

Dehors: più servizi ai cittadini e decoro urbano

Nuove regole del Ddl concorrenza 2024 sui dehors per migliorare i servizi ai cittadini e il decoro urbano. Regole precise per mettere ordine nel settore, incentivando investimenti e migliorando la qualità delle aree urbane. Entro un anno, un decreto legislativo sarà emanato su proposta del Mimit e in concerto con vari ministeri, per coordinare la concessione di spazi pubblici ai locali. Particolare attenzione alle aree di interesse culturale e paesaggistico. I Comuni dovranno aggiornare i regolamenti per garantire il passaggio sicuro dei pedoni e delle persone con disabilità. Le norme legate alla pandemia rimarranno in vigore fino alla fine del 2025.

Scatole nere: nuove regole per la portabilità

Le assicurazioni non potranno inserire clausole che impediscano ai clienti di disinstallare senza costi i dispositivi di monitoraggio (scatole nere) alla scadenza del contratto. Si introduce la portabilità dei dati registrati dalle scatole nere, che i consumatori possono richiedere per mezzo della compagnia assicurativa. I dati (percorrenza totale, strade percorse, orari di guida) devono essere forniti in un formato leggibile e comune. Istituito un sistema informativo per prevenire le frodi assicurative, sotto la vigilanza di IVASS, con costi a carico delle assicurazioni.

Trasporto pubblico non di linea: lotta all’abusivismo

Per contrastare l’abusivismo nel trasporto pubblico non di linea prestato da taxi e Ncc, sono previste sanzioni per la mancata iscrizione al registro, come la sospensione e la revoca della licenza. I Comuni possono verificare i dati nel registro e comunicare eventuali revoche al Ministero dei Trasporti, per facilitare un controllo più efficace delle licenze.

Monitoraggio e rilevazione prezzi più efficiente

Il monitoraggio dei prezzi e delle tariffe, attività compiuta dalle Camere di Commercio, viene reso più efficiente. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi può infatti individuare i prodotti da controllare e adottare linee guida per uniformare le rilevazioni dei prezzi.

Shrinkflation: etichette per informare i consumatori

Per contrastare la shrinkflation, pratica che consiste nel ridurre la quantità di prodotto mantenendo lo stesso confezionamento, viene introdotto lobbligo di informare i consumatori mediante unetichetta specifica sui prodotti esposti.

Startup innovative

Ampliata la definizione di start up innovative attraverso l’introduzione di nuovi criteri per premiare le imprese con più potenziale.  La stessa deve essere una micro impresa o un’impresa piccola o media (raccomandazione Commissione UE 2003/361/CE) e non deve svolgere attività di agenzia e consulenza.

Buoni pasto

Dal 1° gennaio 2025 ai gestori privati dei ticket privati sarà applicato il tetto del 5% alle commissioni. La novità riguarderà solo i ticket di nuova emissione, per quelli già emessi varranno le regole previste fino al 31 agosto 2025.

Energia

I clienti vulnerabili potranno chiedere di accedere ai servizi che prevedono tutele graduali presentando domanda entro il 30 giugno del 2025.

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dl fiscale

Dl Fiscale: in vigore la legge In vigore dal 13 dicembre la legge di conversione del dl fiscale recante "misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali” 

Dl Fiscale: in vigore dal 13 dicembre

Il ddl di conversione del Dl Fiscale nella giornata di mercoledì 4 dicembre 2024 ha ricevuto, dopo l’ok del Senato, anche la fiducia della Camera con 192 voti a favore e 112 contrari. Il dl n. 155/2024 era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre scorso, unitamente al Ddl Bilancio e a un decreto di revisione delle accise ed era entrato in vigore il 20 ottobre.

La nuova legge n. 189/2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 12 dicembre 2024 per entrare in vigore il giorno successivo.

Dl fiscale: le misure

Il provvedimento di iniziativa governativa, ora legge dello Stato, introduce misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali.

Il testo spazia dall’Ape Social al PNRR alle imposte, comprendendo anche misure in favore di grandi eventi e relative al pagamento del lavoro straordinario per il personale delle forze di polizia. Ampliata inoltre la platea dei beneficiari del Bonus Natale.

In fase di conversione nel testo è confluito anche il testo del decreto legge n. 167/2024, contenente disposizioni urgenti per la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, alcuni benefici per i dipendenti e alcune disposizioni per gestire le emergenze.

Di seguito alcune tra le principali previsioni.

Rifinanziamento autorizzazioni di spesa

Si dispongono rifinanziamenti per la gestione dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, il contratto di programma RFI e il servizio civile universale.

Ape sociale 2024

Viene incrementata di 20 milioni di euro per l’anno 2025, di 30 milioni di euro per l’anno 2026, di 50 milioni di euro per l’anno 2027 e di 10 milioni di euro per l’anno 2028, l’autorizzazione di spesa relativa all’indennità APE sociale.

Payback farmaceutico

L’articolo 9-quater modifica la disciplina sul riparto del payback farmaceutico tra regioni e province autonome in caso di superamento del limite di spesa per gli acquisti diretti di farmaci ospedalieri. La norma prevede che metà della quota di ripiano a carico delle aziende farmaceutiche sia attribuita in base al criterio attuale, cioè in proporzione alla popolazione residente (pro capite). L’altra metà sarà ripartita in base all’eccedenza registrata da ciascun ente territoriale rispetto al limite di spesa. La quota complessiva di ripiano resta suddivisa equamente: il 50% a carico delle aziende farmaceutiche e il restante 50% a carico delle regioni e province autonome responsabili dello sforamento. Con un decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia, saranno definiti i criteri per redistribuire le quote variabili di ripiano, garantendo che queste siano comprese tra il 30% e il 70% dello sforamento registrato da ciascun ente.

Misure in materia di PNRR

Si introduce un complesso di misure urgenti per rafforzare le misure già previste per la riduzione dei tempi di pagamento, dando attuazione alla milestone M1C1-72-bis del PNRR.
In particolare, si legge nel comunicato dell’esecutivo, “si introduce l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di adottare, annualmente, un piano dei flussi di cassa, contenente un cronoprogramma dei pagamenti e degli incassi relativi all’esercizio di riferimento, sulla base di modelli elaborati dal Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato”.
Inoltre, lo stesso Ministero, al fine di consentire alle amministrazioni centrali titolari di misure del PNRR, di poter avere la disponibilità delle risorse necessarie per i trasferimenti in favore dei soggetti attuatori degli interventi, effettuerà, a titolo di anticipazione, i suddetti trasferimenti a carico delle risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione del Next generation Eu – Italia nel termine di 15 giorni decorrenti dalle richieste formulate dalle predette amministrazioni attraverso il sistema informatico ReGis. Tali richieste devono attestare, in particolare, l’esigenza di liquidità per far fronte alle erogazioni in favore dei soggetti attuatori degli interventi del PNRR.
Su richiesta formulata dalle amministrazioni titolari di misure PNRR, il Ministero dell’economia e delle finanze potrà effettuare anticipazioni di cassa nei limiti delle disponibilità esistenti.

Disposizioni fiscali

In materia fiscale alcune misure sono state confermate altre invece sono state introdotte ex novo in sede di conversione.

  • Novità in materia di concordato preventivo: i soggetti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31.10.2024 e non hanno aderito al concordato (escluse certe categorie come forfettario esercenti arti e professioni o impresa) hanno tempo fino al 12 dicembre 2024.
  • Il nuovo art. 7 quinquies che interviene sulle cause di esclusione e cessazione dal concordato preventivo dispone che la società o associazione perde l’accesso al concordato o ne vede cessare l’efficacia non solo in caso di modifiche alla compagine sociale, come previsto dalla normativa attuale, ma solo se tali modifiche comportano un aumento del numero di soci o associati. È prevista un’eccezione per il subentro di due o più eredi in caso di decesso di un socio o associato.
  • Il decreto fiscale introduce ex novo una proroga per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro. Il termine per il versamento del secondo o unico acconto delle imposte sui redditi, inizialmente fissato al 2 dicembre 2024, è spostato al 16 gennaio 2025. La misura offre la possibilità di effettuare il pagamento in un’unica soluzione o in cinque rate mensili, da gennaio a maggio 2025.
testo unico rinnovabili

Testo Unico Rinnovabili Testo Unico energie rinnovabili: semplificazioni, zone di accelerazione e nuove regole amministrative per la produzione di energia 

Approvato il Testo Unico Rinnovabili

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Testo Unico Rinnovabili, una normativa che ridefinisce i regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER). Sebbene l’obiettivo dichiarato sia la semplificazione delle procedure, il decreto rischia di aggiungersi alla già complessa giurisprudenza in materia energetica.

Il Testo Unico Fer rappresenta un tentativo di bilanciare le esigenze di sostenibilità con la necessità di semplificazione amministrativa. Tuttavia, resta il dubbio che questa nuova normativa possa creare sovrapposizioni con il quadro normativo esistente, accentuando la complessità anziché ridurla. Sarà fondamentale un attento monitoraggio per valutarne l’efficacia e l’impatto sul settore delle energie rinnovabili in Italia.

La normativa entrerà in vigore il 30 dicembre 2024. Regioni ed enti locali avranno 120 giorni per adeguarsi alle nuove disposizioni.

Testo Unico Rinnovabili: obiettivi e ambiti di applicazione

Il decreto si propone di favorire la diffusione degli impianti di energia rinnovabile, garantendo al contempo la tutela dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio. Le principali novità includono la definizione di tre regimi amministrativi: attività libera, procedura abilitativa semplificata (PAS) e autorizzazione unica. L’introduzione di meccanismi come il silenzio-assenso e la riduzione dei tempi per la PAS (ora fissati a 30 giorni) mirano a snellire gli iter burocratici, incentivando gli investimenti nel settore.

Modifiche principali

Diverse le novità che meritano di essere segnalate.

  • Eliminata la comunicazione di inizio lavori (CIL), per semplificare la gestione per molti interventi.
  • Ampliate le attività in regime di attività libera, che ora includono interventi su aree vincolate, purché non visibili dall’esterno e realizzati con materiali tradizionali.
  • Nuove disposizioni sulla PAS, che prevedono una sola sospensione per eventuali integrazioni documentali e oneri istruttori per progetti sopra 1 MW di potenza.
  • Autorizzazione unica, concessa entro 120 giorni dalla Conferenza dei Servizi, con validità minima di cinque anni.

Le violazioni alle disposizioni comporteranno sanzioni amministrative più severe, per prevenire abusi e difformità.

Zone di accelerazione e impatti ambientali

Il decreto introduce anche il concetto di zone di accelerazione, aree in cui le procedure autorizzative vengono ulteriormente semplificate. Il GSE (Gestore dei Servizi energetici) si occuperà di una mappatura nazionale per individuare le aree terrestri e marine idonee, che saranno poi regolamentate da piani regionali e nazionali. Inoltre, interventi in attività libera e PAS non saranno soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), grazie a modifiche apportate al decreto legislativo n. 152/2006.

Leggi anche: Decreto Ambiente: cosa prevede

Allegati

liste d'attesa

Liste d’attesa: il decreto contro i ritardi Liste d’attesa: un nuovo decreto del Governo riconosce poteri sostitutivi all’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria

Liste d’attesa: il nuovo decreto del Governo

Le lunghe liste d’attesa per le prestazioni sanitarie rappresentano un problema cronico nel nostro Paese. Le legge n. 107/2024, che ha convertito il decreto legge n. 73/2024 e che è in vigore da agosto 2024 si è occupata dettagliatamente del problema al fine di ridurre i tempi.

Ora però è pronto il nuovo decreto del Governo che attribuisce al Ministero della Salute poteri più incisivi per rendere più concreta la legge e attuarne gli obiettivi in modo più efficiente. Il decreto  individua infatti modalità e procedure per l’esercizio dei poteri sostitutivi dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria.

Organismo di controllo per il rispetto delle liste d’attesa

Al centro del nuovo decreto c’è infatti l’attribuzione di importanti poteri sostituivi all’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, dipendente dal Ministero della Salute.

Questo organismo ha il compito di monitorare costantemente le attività delle Regioni e di intervenire in caso di ritardi o inadempienze nell’erogazione delle prestazioni.

In caso di mancata individuazione del Ruas o di ripetute violazioni degli obiettivi fissati dal decreto n. 73/2023, l’Organismo può infatti esercitare il potere sostitutivo, intervenendo direttamente nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria regionale.

Tempi e modi dell’ intervento sostitutivo

Il decreto prevede una procedura dettagliata per l’esercizio del potere sostitutivi in caso di inadempimenti o ritardi rispetto agli obiettivi previsti dal decreto.

L’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, dopo avere contattato il ritardo o l’inadempimento, previa comunicazione al Ministero, concede all’amministrazione un termine massimo 30 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni o porre rimedio alla situazione.

Decorso questo termine, l’Organismo può decidere di sostituirsi alla Regione o di indicarle le linee operative da seguire. La sostituzione viene comunicato al Ministero della Salute.

Nei casi più complessi, in cui il potere sostitutivo sia durevole, il potere del soggetto titolare non è escluso e costui può anche chiedere di esercitarlo. L’Organismo da parte sua può anche autorizzarlo assegnando però un termine entro il quale il titolare deve provvedere.

Concluso il procedimento se il titolare ha tenuto un comportamento attivo l’Organismo può anche revocare il provvedimento adottato in sostituzione.

Relazioni per una maggiore trasparenza

L’Organismo che esercita detto potere sostitutivo deve renderne edotto il Ministero. A tale fine è  tenuto a redigere una relazione dettagliata sulla  propria attività, garantendo così la massima trasparenza e rendicontazione da consegnare anche all’amministrazione interessata.

 

Leggi anche: Decreto liste d’attesa: legge in vigore

bonus natale

Bonus Natale: cos’è e a chi spetta Ampliata dal Governo la platea dei beneficiari del bonus Natale (ex bonus Befana) che verrà erogato su richiesta, ai lavoratori che ne hanno diritto a partire dal 2024

Bonus Natale in tredicesima

Bonus Natale nel mese di dicembre, al posto del bonus Befana che ha ricevuto un colpo di spugna grazie all’emendamento approvato nel decreto Omnibus convertito nella legge n. 143/2024 e in vigore dal 9 ottobre 2024.

L’importo verrà erogato già a partire dal prossimo dicembre.

Vediamo in cosa consiste e chi ne può beneficiare.

Bonus Natale a chi spetta

L’indennità di 100 euro per il 2024, ex art. 2-bis della nuova legge, è destinata ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore a 28mila euro e con coniuge o almeno un figlio fiscalmente a carico.

L’indennità “non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore”, per cui i 100 euro saranno netti, ed è rapportata al periodo di lavoro.

Tra le condizioni richieste il lavoratore deve avere un coniuge “non legalmente ed effettivamente separato e almeno un figlio, anche se nato fuori dal matrimonio, riconosciuto, adottivo o affidato”, che siano fiscalmente a carico. Oppure “almeno un figlio” fiscalmente a carico in presenza di un nucleo familiare monogenitoriale.

Nella determinazione del reddito complessivo, non si terrà conto del reddito dell’immobile adibito ad abitazione principale e di quello delle relative pertinenze.

Platea ampliata dal governo

Con il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 12 novembre 2024, recante “Misure urgenti per la riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo biennale e disposizioni finanziarie per la gestione delle emergenze”, il Governo ha deciso di ampliare la platea dei beneficiari del bonus Natale, aggiuntivo rispetto alla tredicesima mensilità.

Il testo (dl 167/2024) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 novembre, per entrare in vigore il giorno stesso, e, confermando le attese, il bonus è stato esteso anche alle famiglie monogenitoriali.

In pratica, viene di fatto eliminato il requisito del coniuge a carico, per cui rimane quale condizione necessaria avere almeno un figlio a carico.

In tal modo, da circa 1,1 milioni di persone stimate quale platea si arriva a 4 milioni e mezzo.

Come ottenerlo

L’una tantum sarà riconosciuta su richiesta del lavoratore, “che attesta per iscritto di avervi diritto” e sarà corrisposta unitamente alla tredicesima mensilità.

Spetterà ai sostituti d’imposta, ossia ai datori di lavoro, verificare in sede di conguaglio la spettanza dell’indennità e, qualora non si rilevi spettante, provvedere al recupero del relativo importo.

L’indennità è rideterminata nella dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente ed è riconosciuta anche qualora non sia stata erogata dal sostituto d’imposta ovvero se le remunerazioni percepite non sono state assoggettate a ritenuta. Qualora l’indennità erogata dal sostituto d’imposta risulti non spettante o spettante in misura inferiore, il relativo importo è restituito in sede di dichiarazione.

decreto salva infrazioni

Decreto Salva Infrazioni: legge in vigore Il decreto Salva infrazioni UE, dopo l'ok definitivo del Parlamento al ddl di conversione è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 15 novembre

Decreto Salva infrazioni UE

Il decreto Salva infrazioni UE (Decreto legge n. 131/2024) che si pone l’obiettivo di risolvere le procedure di infrazione e pre-infrazione che gravano sullo Stato Italiano, è stato convertito in legge dal Parlamento e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 novembre, per entrare in vigore il giorno successivo.

Il testo del decreto era stato approvato mercoledì 4 settembre 2024 dal Consiglio dei Ministri per risolvere 16 casi di infrazioni contestate.

Vediamo cosa prevede il testo della nuova legge n. 166/2024, recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”.

Scarica il testo coordinato (del dl 131/2024 con la legge di conversione 166/2024)

Decreto Salva infrazioni UE: procedure interessate

Le procedure di cui si occupa la nuova legge spaziano dai contratti a termine, al trattamento previdenziale dei magistrati onorari al recepimento della direttiva sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati, fino alle misure adeguate per migliorare la qualità dell’aria.

Contratti a termine

L’articolo 11 della nuova legge si occupa dell’indennità risarcitoria onnicomprensiva prevista per la violazione della disciplina dei contratti di lavoro a tempo determinato nel settore privato. La legge italiana (art. 28, co. 2, Dlgs 81/2015) era contestata per i paletti previsti nel computo dell’indennità, in quanto prevedeva una misura compresa tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità, quale somma onnicomprensiva.

La nuova disposizione, invece, permette al lavoratore di ottenere un’indennità superiore se lo stesso dimostra di aver subito un maggior danno. La norma, inoltre, abroga la disposizione (comma 3) che prevedeva la riduzione della metà dei minimi e massimi del risarcimento allorquando i CCNL prevedano l’assunzione di già occupati con contratti a termine in specifiche graduatorie.

Magistrati onorari

Tra le procedure interessate il trattamento previdenziale dei magistrati onorari (n. 2016/4081), il diritto di avvalersi di un difensore  in alcuni atti di indagine e il diritto di informare le autorità consolari e di dare avviso a un familiare o ad un altra persona di fiducia in caso di arresto e di fermo (n. 2023/2006)”.

Ministero giustizia

Il testo si occupa poi delle: “Misure per il rafforzamento della capacità amministrativo-contabile del Ministero della giustizia finalizzato alla riduzione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali e dei servizi di intercettazione nelle indagini penali (n. 2021/4037), del corretto recepimento della direttiva 2016/800 sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali (n. 2023/2090), del completo recepimento della direttiva 2020/1057 relativamente al controllo su strada (n. 2022/0231) e della procedura in materia di diritto d’autore (n. 2017/4092)”.

Concessioni balneari

Tra le procedure di infrazione di maggior rilievo ci sono quelle che riguardano le concessioni balneari. La soluzione al problema è il risultato della collaborazione tra Roma e Bruxelles.

Il compromesso raggiunto tiene conto della necessità di aprire il mercato delle concessioni, tutelando nel contempo le aspettative degli attuali concessionari.

Per raggiungere questo obiettivo le concessioni balneari attualmente in essere vengono prorogate fino al 30 settembre 2027. Il decreto prevede però l’obbligo di avviare le gare per le nuove concessioni entro giugno 2027.

Le nuove concessioni potranno avere una durata minima di 5 anni e massima di 20 anni. In questo modo il concessionario può ammortizzare i costi sostenuti per il personale e gli investimenti sostenuti. Non solo, il concessionario subentrante sarà tenuto a riconoscere a quello uscente un indennizzo. L’importo dovrà essere “pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, ivi compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati dalle autorità competenti ovvero in conseguenza di sopravvenuti obblighi di legge, al netto di ogni misura di aiuto o sovvenzione pubblica eventualmente percepita e non rimborsata, nonché pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente unequa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni.”

Miglioramento della qualità dell’aria

Di estremo interesse le misure finalizzate a superare le procedure di infrazione  n. 2014/2147, n. 2015/2043 e n. 2020/2299.

La norma, modificata alla Camera prevede lo stanziamento di risorse per concorrere all’attuazione efficace degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei  relativi interventi in materia di mobilità e per finanziare gli interventi nelle zone in cui è intervenuto il superamento dei valori limiti di qualità dell’aria.

Previsto poi un Piano elaborato dalla cabina di regia e approvato con delibera del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza unificata della durata di 24 mesi, prorogabile di altri 24, sulla cui attuazione è tenuto a monitorare il Ministero dell’Ambiente.

Vedi il dossier della Camera

Ti interessa l’argomento? Leggi “Concessioni balneari: la proroga viola la Bolkestein

Allegati

fattura elettronica

Fattura elettronica: prova idonea per il decreto ingiuntivo La fattura elettronica potrà essere utilizzata per dimostrare il credito vantato e ottenere il decreto ingiuntivo dal giudice competente

Fattura elettronica: prova per il decreto ingiuntivo

La fattura elettronica costituirà una prova scritta idonea per richiedere e ottenere il rilascio del decreto ingiuntivo. Lo prevede il correttivo più recente della Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 164/2024), approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 29 ottobre 2024 e pubblicato in GU l’11 novembre 2024 per entrare in vigore il prossimo 26 novembre.

La fattura elettronica entra nell’art. 634 c.p.c.

I correttivi intervengono sull’articolo 634 c.p.c. La norma si occupa infatti delle prove scritte idonee a fondare la domanda per ottenere dal giudice competente il decreto ingiuntivo, atto che consente  di recuperare i crediti liquidi ed esigibili.

Dopo il primo periodo il correttivo aggiunge un secondo periodo nel quale dispone che i crediti per i quali sarà possibile ottenere l’ingiunzione di pagamento, potranno essere dimostrati anche con le fatture elettroniche trasmesse tramite il Sistema di interscambio gestito dall’Agenzia delle Entrate e istituito dal Ministero dell’economia e delle Finanze.

L’intervento correttivo equipara la fattura elettronica a quella cartacea annotata nelle scritture contabili. Si tratta di una novità molto rilevante perché l’articolo 634 c.p.c include tra le condizioni di ammissibilità per ottenere il decreto ingiuntivo, la prova scritta del credito.

La novità legislativa descritta è stata preceduta da alcuni importanti interventi giurisprudenziali. Diversi i giudici di merito hanno infatti emesso diversi decreti ingiuntivi sulla base delle fatture elettroniche prodotte come prova scritta dai creditori richiedenti.

Scritture contabili tenute con strumenti informatici

Questa novità sulle fatture elettroniche è in linea con le modifiche apportate anche al comma 2 dell’articolo 634 c.p.c.

La norma nella sua formulazione attuale dispone che: “Per i crediti relativi a somministrazioni di merci e di danaro nonché per prestazioni di servizi fatte da imprenditori che esercitano una attività commerciale e da lavoratori autonomi anche a persone che non esercitano tale attività, sono altresì prove scritte idonee gli estratti autentici delle scritture contabili di cui agli articoli 2214 e seguenti del codice civile, purché bollate e vidimate nelle forme di legge e regolarmente tenute, nonché gli estratti autentici delle scritture contabili prescritte dalle leggi tributarie, quando siano tenute con l’osservanza delle norme stabilite per tali scritture.” 

In base alla modifica contenuta nel correttivo la norma assumerà il seguente tenore:Per i crediti relativi a somministrazioni di merci e di danaro nonché per prestazioni di servizi fatte da imprenditori che esercitano una attività commerciale e da lavoratori autonomi anche a persone che non esercitano tale attività, sono altresì prove scritte idonee gli estratti autentici delle scritture contabili di cui agli articoli 2214 e seguenti del codice civile nonché di quelle prescritte dalle leggi tributarie, purché tenute, anche con strumenti informatici, con losservanza delle norme stabilite dalla legge.”

 

Leggi anche: Riforma processo civile: ecco i nuovi correttivi

decreto paesi sicuri

Decreto Paesi sicuri In vigore dal 24 ottobre il decreto legge in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale

Decreto Paesi sicuri

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 24 ottobre 2024, il cd decreto Paesi sicuri, approvato dal Governo il 21 ottobre scorso, che modifica le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale.

Il decreto legge n. 158/2024 (pubblicato in GU il 23 ottobre e in vigore dal giorno successivo) detta nuove regole per la sospensione dei provvedimenti impugnati e, analogamente a quanto previsto da altri Paesi europei, aggiorna con atto avente forza di legge l’elenco dei Paesi di origine sicuri.

Paesi di origine sicuri: la lista

Tenuto conto dei criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea e dei riscontri rinvenuti dalle fonti di informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti, sono considerati come Paesi di origine sicuri i seguenti: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.

L’elenco dei paesi di origine sicuri, dispone il decreto, “è aggiornato periodicamente con atto avente forza di legge ed è notificato alla Commissione europea”.

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