Concordato preventivo biennale: cos’è e come funziona Il Concordato preventivo biennale stimola le imprese e i liberi professionisti ad adempiere spontaneamente ai propri obblighi dichiarativi. Ecco cos'è e quale novità ha introdotto il dl economia n. 95/2025 convertito in legge
Cos’è il Concordato Preventivo Biennale
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è uno strumento di compliance fiscale introdotto dal Decreto Legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024, finalizzato a incentivare il rispetto volontario degli obblighi dichiarativi di imprese e professionisti. Il suo scopo è di stabilizzare le posizioni fiscali per un periodo di due anni al fine di favorire una pianificazione tributaria e ridurre il rischio di contenziosi con l’Amministrazione finanziaria.
Concordato Preventivo Biennale: destinatari
Possono aderire al CPB i contribuenti che svolgono attività d’impresa, arti o professioni e che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (articolo 9-bis del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50).
Per l’ammissione il contribuente:
- non deve avere debiti tributari o contributivi definitivamente accertati con sentenza irrevocabile;
- se ha debiti residui, questi devono essere inferiori a 5.000 euro, comprensivi di interessi e sanzioni.
Sono esclusi dal CPB coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti, o che hanno subito condanne per reati fiscali negli ultimi tre anni.
Proposta e calcolo del concordato
Il CPB prevede la possibilità per il contribuente di proporre una definizione biennale del reddito derivante dall’attività esercitata e del valore della produzione netta rilevanti ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP. La proposta viene calcolata utilizzando il software “Il tuo ISA 2024 CPB”, che consente di determinare gli importi tenendo conto dei dati forniti per l’applicazione degli ISA e degli altri elementi specifici per il CPB.
Il software considera anche eventuali eventi straordinari che possono influenzare i risultati del primo anno di applicazione del Concordato, permettendo al contribuente di segnalare questi eventi nel modello dichiarativo.
Cause di esclusione
L’adesione al CPB è soggetta a determinati requisiti e limitazioni. Tra le principali condizioni ostative si segnalano:
- la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi nei periodi d’imposta precedenti;
- l’aver riportato condanne per reati fiscali o per specifici reati del codice penale;
- aver conseguito reddito esente o escluso dalla base imponibile per oltre il 40% del reddito totale nel periodo precedente;
- aver aderito al regime forfetario durante il primo periodo d’imposta oggetto del concordato;
- aver realizzato operazioni societarie straordinarie (fusioni, scissioni, conferimenti) durante il biennio.
In caso di dichiarazioni false, sono previste sanzioni penali ai sensi del DPR n. 445/2000.
Oggetto del concordato
Il CPB riguarda principalmente:
- il reddito da lavoro autonomo, senza considerare plusvalenze e minusvalenze straordinarie;
- il reddito d’impresa, senza includere componenti straordinarie come sopravvenienze attive e passive; utili e perdite derivanti da partecipazioni societarie o in gruppi di interesse economico (GEIE).
Il reddito dichiarato non può essere inferiore a 2.000 euro e deve essere riportato in tutte le dichiarazioni annuali. Anche il valore della produzione netta, rilevante ai fini IRAP, non può scendere sotto questa soglia.
Effetti dell’adesione al concordato preventivo biennale
L’adesione al concordato produce diversi effetti per il contribuente:
- l’esenzione dagli accertamenti previsti dall’articolo 39 del DPR n. 600/1973, salvo specifiche cause di decadenza;
- l’accesso ai benefici premiali del regime ISA, inclusi vantaggi sull’imposta sul valore aggiunto (IVA);
- l’obbligo di rispettare i normali adempimenti contabili e dichiarativi per i periodi d’imposta coperti dal Concordato.
L’adesione al Concordato non produce effetti per l’IVA, ma il contribuente deve comunque rispettare i requisiti previsti per le dichiarazioni fiscali.
Cessazione e decadenza
Il CPB può perdere efficacia in determinati casi:
- cessazione dell’attività o modifica significativa dell’attività svolta rispetto al periodo precedente.
- eventi eccezionali che riducono significativamente i redditi o i valori della produzione, oltre il 30% rispetto agli importi concordati;
- adesione al regime forfetario o realizzazione di operazioni societarie straordinarie durante il biennio;
- superamento dei limiti di ricavi o compensi previsti dagli ISA.
In caso di decadenza dal Concordato, restano comunque dovute le imposte calcolate sul reddito e sul valore della produzione concordati, se superiori a quelli effettivamente conseguiti.
Correttivo al concordato preventivo biennale
Il correttivo al concordato preventivo biennale, approvato dal Governo il 4 giugno 2025, con l’obiettivo di rendere il meccanismo più conveniente e attrattivo, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 13 giugno 2025.
Il testo (D.Lgs. n. 81/2025, recante “Disposizioni integrative e correttive in materia di adempimenti tributari, concordato preventivo biennale, giustizia tributaria e sanzioni tributarie“, ), prevede diverse novità, tra cui: la possibilità per i forfetari di determinare il reddito imponibile applicando i coefficienti di redditività; la modifica del termine di adesione al 30 settembre 2025.
Dl economia: 5 giorni in più per i versamenti
Il dl economia n. 95/2025 convertito dalla legge n. 118/2025 introduce un’importante novità per il concordato preventivo biennale (CPB), lo strumento che permette a imprese e professionisti di concordare il proprio reddito imponibile con l’Agenzia delle Entrate per due anni.
Per evitare che i contribuenti decadano dal regime per ritardi minimi e non intenzionali, l’art. 9 bis concede una tolleranza di cinque giorni per i versamenti dovuti. Pertanto, i pagamenti effettuati entro cinque giorni dalla scadenza sono considerati tempestivi, a condizione che avvengano prima della notifica di eventuali atti di accertamento.
Leggi anche: Concordato preventivo biennale: le istruzioni del fisco