assegno unico universale figli

Assegno unico universale: la guida completa Cos’è l’assegno unico universale, quali leggi lo disciplinano, requisiti soggettivi e reddituali per richiederlo, come fare domanda e importi AUU 2025

Assegno unico universale: cos’è

L’assegno unico universale è stato previsto dalla legge n. 46/2021, che ha conferito la delega al Governo per riordinare, semplificare e rafforzare le misure a sostegno delle famiglie con figli a carico per favorire la natalità e l’occupazione femminile.

L’assegno è unico perché va a sostituire le misure precedentemente previste per i genitori con figli a carico, è universale perché si basa sul principio universalistico.

Questo beneficio economico infatti è riconosciuto su base progressiva a tutti i nuclei familiari con figli a carico. Il tutto ovviamente nei limiti delle risorse disponibili. L’assegno inoltre è modulato in base alla condizione economica del reddito familiare individuata tramite l’ISEE.

Esso inoltre può essere riconosciuto nella forma di credito d’imposta o di erogazione in danaro.

Assegno unico: quando spetta

L’articolo 2 della legge n. 46/2021 prevede il riconoscimento di un assegno mensile per ogni figlio di minore età a carico dei genitori a partire dal settimo mese di gravidanza.

Per i figli successivi al secondo l’assegno viene riconosciuto in misura maggiorata. La misura viene riconosciuta altresì per i figli maggiorenni a carico fino a 21 anni di età, con possibilità di corrispondere l’assegno direttamente al figlio, su sua richiesta, per favorirne l’autonomia. In quest’ultimo caso l’assegno spetta se il figlio maggiorenne frequenta un corso di formazione scolastico professionale, un corso di laurea o un tirocinio lavorativo (purché il reddito annuale lordo non superi gli 8000 euro lordi annuali), o è disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro o svolge infine servizio civile. La legge prevede maggiorazioni per situazioni particolari, come la disabilità del figlio o dei figli a carico, senza limiti di età.

Requisiti soggettivi del richiedente

L’assegno unico universale viene riconosciuto se il richiedente presenta contestualmente i seguenti requisiti:

– essere cittadino italiano o europeo o suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente. Se il richiedente è cittadino di un paese non europeo deve essere in possesso del permesso di soggiorno europeo per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca per la durata minima di un anno;

  • essere soggetto al pagamento dell’imposta sui redditi in Italia;
  • essere residente e domiciliato con figli a carico per tutta la durata di corresponsione dell’assegno;
  • essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche se non continuativi o essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato della durata minima di due anni.

Sono previste deroghe a questi requisiti, da parte di una specifica commissione nazionale, in presenza di comprovate necessità collegate a casi del tutto particolari e comunque per periodi limitati, su proposta dei servizi sociali e sanitari locali.

Decorrenza e regole di dettaglio

Il decreto legislativo n. 230/2021 ha attuato la legge delega n. 46/2021 istituendo l’assegno unico e universale per i figli a carico e dettando le disposizioni di dettaglio della misura.

L’assegno, decorrente dal 1° marzo 2022 costituisce un beneficio riconosciuto mensilmente da marzo a febbraio dell’anno successivo ai nuclei familiari che presentano una determinata condizione economica risultante dall’indicatore della situazione economico equivalente (ISEE).

In assenza di ISEE il nucleo di riferimento viene accertato sulla base dei dati che vengono autodichiarati nella domanda.

L’assegno unico universale spetta in parti uguali a chi esercita la responsabilità genitoriale, salvo eccezioni. In caso di affidamento esclusivo infatti l’assegno, in assenza di un accordo tra le parti, viene corrisposto al genitore affidatario. Nel caso invece in cui sia stato nominato un tutore o un affidatario l’assegno viene riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato o del minore in affido familiare.

Requisiti reddituali per l’assegno unico e universale

In base al decreto legislativo n. 230/2021 l’assegno unico universale spetta nella misura di 175 euro mensili per ogni figlio minorenne e per ogni figlio disabile senza limiti di età e nella misura di 85 euro per ogni figlio maggiorenne fino a 21 anni di età in presenza di un ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro.

Gli importi suddetti si riducono gradualmente in presenza di un ISEE di 40.000 euro. Per ISEE superiori a 40.000 euro l’importo resta costante e senza maggiorazioni.

Per le mamme di età inferiore ai 21 anni sono previste delle maggiorazioni di 20 euro mensili per ogni figlio. Maggiorazioni sono previste anche quando entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro o quando uno dei genitori sia deceduto al momento della presentazione della domanda. In questo caso la maggiorazione spetta fino a 5 anni dall’evento morte.

Maggiorazioni particolari sono previste anche per i nuclei con ISEE non superiore a 25.000 euro, come previsto dall’articolo 5 della legge n. 230/2021.

Valori ISEE e importi assegno unico 2025

La circolare INPS n. 33/2025 rende noto l’aggiornamento annuale dei valori dell’assegno e delle soglie ISEE di riferimento in base all’indice del costo della vita. Nel 2024 la variazione ISTAT valida dal 1° gennaio 2025 è dello 0,8% per cui gli importi adeguati a detto valore sono stati indicati nella tabella allegata alla circolare.

Al di là delle maggiorazioni indicate nella tabella continuano ad applicarsi anche le seguenti:

  • maggiorazione transitoria (per i mesi di gennaio 2025 e febbraio 2025) per compensare le perdite rispetto al regime preveggente per i nuclei con ISEE fino a 25.000 euro e figli minori;
  • per nuclei con figli di età inferiore a un anno si ha un incremento del 50% fino al compimento di un anno;
  • per nuclei familiari con almeno 3 figli (di età fino a 3 anni) e un ISEE pari o inferiore a 45.939,56 per il 2025 l’incremento è del 50% per ogni figlio;
  • per nuclei con almeno 4 figli a carico si ha una maggiorazione di 150 euro.

Ovviamente per determinare l’importo della prestazione in base alla relativa soglia ISEE è necessario presentare una nuova Dichiarazione Sostituiva Unica per il 2025. Si ricorda che per velocizzare i tempi è possibile presentare la DSU in modalità precompilata.

Come fare domanda

La domanda può essere presentata a partire dal 1° gennaio di ogni anno ed è riferita al periodo compreso tra il mese di marzo dell’anno di presentazione e il mese di febbraio dell’anno successivo. Può provvedere a tale incombenza un genitore o chi esercita la responsabilità genitoriale.

L’istanza può essere presentata:

  • online tramite SPID, CIE o CNS dal sito dell’INPS nel servizio dedicato “Assegno unico e universale per i figli a carico”;
  • presso gli istituti di patronato;
  • contattando il numero verde 803164, gratis da rete fissa o lo 06.164.164 (a pagamento da cellulare);
  • tramite l’app “INPS mobile”.

Assegno unico universale 2025: domanda e arretrati

La circolare INPS n. 33/2025 ricorda che, nel rispetto del principio di semplificazione, l’assegno unico è erogato d’ufficio, in continuità per chi ha già beneficiato di questa misura.

Per il 2025 quindi, chi ha già beneficiato dell’AUU, non dovrà presentare una nuova domanda per l’assegno unico universale, fermo restando l’obbligo di comunicare eventuali variazioni come la nascita di un figlio o il raggiungimento della maggiore età da parte di un altro.

Erogazione dell’assegno

Presentata alla domanda l’assegno viene riconosciuta a partire dal mese successivo a quello di presentazione. Ferma restando la decorrenza l’INPS riconosce l’assegno entro il termine di 60 giorni dalla sua presentazione.

La corresponsione dell’assegno avviene tramite accredito su conto corrente bancario o tramite bonifico domiciliato, salvi casi particolari.

f24 elide

F24 Elide: cos’è e a cosa serve F24 Elide: cos’è il modello Elide, a che cosa serve, come si può pagare, dove scaricarlo e quali dati indicare in fase di compilazione

Cos’è l’F24 Elide

L’F24 Elide (Elementi Identificativi) è un particolare modello di pagamento utilizzato in Italia per versare tributi che richiedono informazioni specifiche, non gestibili con il modello F24 ordinario. La principale caratteristica di questo modello è l’inserimento degli elementi identificativi, necessari per collegare il pagamento a un determinato atto o contratto.

A cosa serve

L’F24 Elide è impiegato per il versamento di diversi tipi di imposte, tra cui:

  • l’imposta di registro su locazioni e contratti di comodato;
  • le sanzioni e gli interessi relativi a tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate;
  • le tasse per successioni e donazioni;
  • l’imposta sostitutiva sui finanziamenti.

Questo modello è obbligatorio quando il pagamento necessita di informazioni specifiche per essere correttamente abbinato a un atto o un contratto.

Come si può pagare l’F24 Elide

Il pagamento di questo modello  può avvenire attraverso diverse modalità:

  • online tramite Fisconline o Entratel: utilizzabile da contribuenti con accesso ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate;
  • home banking: per chi ha un conto corrente presso banche convenzionate;
  • presso gli sportelli bancari e postali: con addebito diretto sul conto corrente, carta Pagobancomat, assegni bancari, circolari, postali, vaglia, Postamat e Postepay.
  • tramite intermediari abilitati: come commercialisti o centri di assistenza fiscale (CAF).

Dal 1° luglio 2020, il pagamento in contanti è stato eliminato e tutti i versamenti devono essere effettuati con metodi tracciabili.

Dove scaricare il modello

Questo modello F24 può essere scaricato direttamente dal sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate ai seguenti link:

Scheda informativa: Agenzia Entrate – F24 Elide

Modello e istruzioni: Modello e istruzioni F24 Elide

Come compilare l’F24 Elide

La compilazione dell’F24 Elide richiede particolare attenzione ai seguenti campi:

  • Dati anagrafici del contribuente: codice fiscale, nome e cognome (o denominazione per le società), data e comune di nascita; domicilio fiscale;
  • Codice tributo: il codice identificativo dell’imposta da versare (disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate);
  • Elementi identificativi: informazioni relative al contratto o atto per cui si effettua il pagamento;
  • Anno di riferimento: indicazione dell’anno fiscale cui si riferisce il tributo;
  • Importo dovuto: suddiviso in tributo, sanzioni e interessi, se applicabile.

Compilare correttamente il modello è essenziale per evitare errori che potrebbero portare a contestazioni fiscali.

 

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nuova rateizzazione

Nuova rateizzazione delle cartelle: la guida del fisco Online la guida dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione sulla nuova rateizzazione delle cartelle con le regole introdotte a partire dal 1° gennaio 2025

Nuova rateizzazione delle cartelle: online la guida

E’ online la guida dell’Agenzia delle entrate-Riscossione sulla nuova rateizzazione delle cartelle: un vademecum utile che illustra le regole in vigore dal 1° gennaio 2025, introdotte dal decreto di riordino del sistema nazionale della riscossione (D. Lgs. n. 110/2024) nell’ambito della Legge delega di riforma del fisco (Legge n. 111/2023).

Aumento delle rate

In particolare, la riforma ha modificato l’articolo 19 del DPR n. 602/1973, disponendo il progressivo aumento del numero massimo di rate richiedibile per la rateizzazione su semplice richiesta dei debiti fiscali, rispetto alle precedenti 72.

Si è passati a:

• 84 rate, cioè 7 anni, per le istanze presentate nel 2025 e nel 2026;

• 96 rate, 8 anni, per le istanze presentate negli anni 2027 e 2028;

• 108 rate, 9 anni, per le istanze presentate dal 2029.

Per cui, il contribuente che intende rateizzare una somma pari o inferiore a 120 mila euro (la soglia vale per ogni singola richiesta), deve dichiarare di trovarsi in una temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria per ottenere fino a un massimo di 84 rate mensili per le istanze presentate nel 2025 e nel 2026.

Per ottenere un numero maggiore di rate, il contribuente deve documentare la situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria. Inoltre, per importi superiori a 120 mila euro l’istanza di dilazione va sempre documentata e può essere concessa fino a un massimo di 120 rate.

Come chiedere la rateizzazione

Dall’area riservata del sito di AdeR (accessibile con identità digitale) è possibile chiedere e ottenere online, dal proprio pc o smartphone, le rateizzazioni su semplice richiesta.

La pagina di accesso all’area riservata è raggiungibile anche utilizzando il Qr code disponibile sull’apposito modello di istanza.

Sul sito di AdeR è disponibile anche un simulatore che consente di calcolare, quando il contribuente deve documentare la situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria, il numero massimo di rate concedibili e l’importo indicativo della rata.

Per informazioni, modulistica e form per trasmettere le richieste di rateizzazione basta collegarsi al sito istituzione dell’Ader.

 

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bonus sociale bollette

Bonus sociale bollette 2025 Bonus sociale bollette 2025: confermato il bonus per le famiglie in difficoltà ma con nuovi importi e nuovi requisiti ISEE

Bonus sociale bollette 2025: nuovi importi e requisiti

Il bonus sociale bollette è stato confermato anche per il 2025. Questo aiuto economico sostiene le famiglie in difficoltà, riducendo i costi di elettricità, gas e acqua.

Chi può accedere al bonus

L’accesso al bonus richiede il rispetto di requisiti economici misurati tramite l’ISEE. I limiti aggiornati per il 2025 sono i seguenti:

  • ISEE fino a 9.530 euro per nuclei con meno di quattro figli;
  • ISEE fino a 20.000 euro per famiglie con quattro o più figli;
  • ISEE tra 9.530 e 15.000 euro: diritto a un bonus dell’80% dell’importo totale.

Anche i residenti in condomini possono beneficiare del bonus, se rispettano i requisiti ISEE.

Bonus automatico in bolletta

I bonus, validi per 12 mesi, vengono applicati automaticamente in bolletta. Le agevolazioni variano in base alla composizione familiare e ai consumi.

Bonus sociale 2025 bollette: energia elettrica

Gli importi del bonus per l’energia elettrica sono differenziati in base alla composizione del nucleo familiare beneficiario:

  • 113,46 euro all’anno per nuclei con 1-2 componenti.
  • 146,40 euro per famiglie con 3 componenti.
  • 161,04 euro per nuclei con 4 o più componenti.

Bonus sociale 2025 gas

Il bonus gas tiene conto anche della stagione e della zona climatica. Nei mesi invernali, l’importo è superiore:

  • Per nuclei fino a 4 componenti: il bonus può arrivare a 64,64 euro nelle zone più fredde (zona F) per riscaldamento e acqua sanitaria/ cottura dei cibi.
  • Per nuclei con oltre 4 componenti invece il bonus può raggiungere l’importo di 61,64 euro nelle aree con inverni rigidi per coprire i consumi di riscaldamento, acqua sanitaria e cottura dei cibi.

Bonus sociale 2025 per l’acqua

Il bonus idrico copre 18,25 metri cubi di acqua annui per ogni componente familiare. Questo corrisponde a 50 litri al giorno per persona. Include le spese per acquedotto, fognatura e depurazione.

Come richiedere il bonus sociale 2025

Per ottenere il bonus, è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per certificare l’ISEE necessario alla domanda. Questi aiuti garantiscono un supporto concreto alle famiglie in difficoltà, alleggerendo le spese essenziali.

 

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bollette luce

Bollette luce: tutele graduali per i vulnerabili fino a giugno Pubblicate dall'ARERA le modalità operative per l’accesso al Servizio a Tutele Graduali (STG), in attuazione della Legge Concorrenza 2024

Servizio a tutele graduali per i clienti vulnerabili

Bollette luce: a partire dal 22 gennaio 2025 sono disponibili le modalità attuative che permettono ai clienti domestici vulnerabili di accedere al Servizio a Tutele Graduali (STG). Tale possibilità è prevista dall’articolo 24 della Legge n. 193/2024 (Legge Concorrenza 2024).

I clienti vulnerabili, attualmente serviti nel mercato libero o nel regime di maggior tutela, possono richiedere il passaggio al STG entro il 30 giugno 2025, rivolgendosi all’esercente competente nella loro area territoriale.

Inoltre, anche i clienti già forniti nel STG che diventeranno vulnerabili entro il 30 giugno 2025 possono richiedere di mantenere questo servizio fino alla stessa data. Lo ha comunicato l’ARERA con una nota ufficiale sul proprio sito.

Obblighi per gli esercenti del Servizio a Tutele Graduali

La delibera 10/2025/R/EEL stabilisce che gli esercenti del STG devono pubblicare sui loro siti web, entro 30 giorni, le seguenti informazioni:

  • I canali disponibili (telefono, piattaforma digitale e sportelli fisici, ove presenti) per richiedere informazioni e presentare la domanda di accesso al servizio.
  • La documentazione necessaria, inclusi i moduli di autocertificazione predisposti dall’Autorità per attestare i requisiti di vulnerabilità.
  • I riferimenti al numero verde dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente (800 166 654) e alla sezione dedicata sul sito ufficiale di ARERA.

Scadenze e limitazioni

È importante sottolineare che i clienti vulnerabili che non richiederanno l’accesso al STG entro il 30 giugno 2025, così come quelli che acquisiranno i requisiti di vulnerabilità successivamente a tale data, non potranno più accedere a questo servizio.

Maggiori informazioni

La delibera 10/2025/R/EEL è disponibile sul sito ufficiale di ARERA (www.arera.it).

tarip

TARIP: cos’è e come funziona TARIP: la tariffa puntuale sui rifiuti che in più di 1.117 Comuni ha rimpiazzato la TARI e che tiene conto della produzione reale di rifiuti

TARIP: cos’è la nuova tariffa sui rifiuti

La TARIP, acronimo di Tariffa Puntuale sui Rifiuti, rappresenta un’evoluzione della tradizionale TARI. Si tratta di un sistema di calcolo più equo e sostenibile, che tiene conto della reale produzione di rifiuti di ogni utente. Questo modello premia i cittadini più virtuosi, incentivando comportamenti ecologici e responsabili.

Differenze con la TARI

La TARI si basa sulla superficie dell’immobile e sul numero di persone che vi abitano e non considera la quantità effettiva di rifiuti prodotti.
La tariffa puntuale, invece, segue il principio “Pay As You Throw” (paga per ciò che getti). Il calcolo dipende dal volume o peso reale dei rifiuti conferiti. Chi produce meno rifiuti o differenzia di più, paga meno.

Come si calcola la Tariffa

La TARIP si compone di due quote:

  • quota fissa: determinata dalla superficie dell’immobile
  • quota variabile: basata sul numero di svuotamenti effettuati. Ogni utente ha un numero minimo di svuotamenti annuali inclusi. Gli svuotamenti extra comportano un sovrapprezzo.

Il monitoraggio avviene tramite chip installati sui contenitori. Questi dispositivi registrano il numero di svuotamenti e consentono un calcolo preciso della tariffa.

Vantaggi della TARIP

La TARIP offre numerosi benefici:

  • favorisce la sostenibilità ambientale, riducendo i rifiuti e aumentando la raccolta differenziata;
  • supporta gli obiettivi dell’Unione Europea, come il 55% di riciclo dei rifiuti urbani entro il 2025;
  • assicura maggiore equità economica: chi inquina meno, paga meno;
  • migliora il servizio di raccolta, grazie al monitoraggio continuo.

Nei Comuni dove è adottata, la percentuale di raccolta differenziata raggiunge il 79,1%, contro la media nazionale del 61,3%.

Aspetti critici della TARIP

Nonostante i vantaggi, la TARIP presenta alcune problematiche:

  • la quota fissa per servizi condivisi non dipende dall’utente;
  • il numero minimo di svuotamenti obbligatori potrebbe risultare superiore alle necessità reali;
  • non è ancora chiaro se la TARIP debba essere soggetta a IVA.

Dove si applica

La TARIP è attiva in 1.117 Comuni italiani, soprattutto al Nord. La Regione Veneto detiene il primato con il 44% dei Comuni passati a questo sistema.

La TARIP rappresenta un passo verso una gestione dei rifiuti più responsabile ed efficace, incentivando cittadini e amministrazioni a tutelare l’ambiente e risparmiare.

 

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dichiarazioni 2025

Dichiarazioni 2025: i modelli dell’Agenzia delle Entrate Dichiarazioni 2025: pubblicate le bozze dei modelli per le dichiarazioni 730 e 770 e i modelli definitivi per CU 2025 e Iva 2025

Dichiarazioni 2025: modelli 730, 770, IVA e CU

Per le dichiarazioni 2025 pronti i nuovi modelli. L’Agenzia delle Entrate comunica di aver pubblicato le bozze dei modelli 730, 770 e i modelli definitivi IVA e CU per il 2025, tutti corredati dalle relative istruzioni. Questi strumenti recepiscono le novità normative in vigore dal periodo d’imposta 2024 e permettono agli operatori del settore di analizzare i modelli prima della loro approvazione definitiva. Ecco le principali modifiche.

Per informazioni più dettagliate e modelli visita le pagine dell’Agenzia delle Entrate dedicate ai provvedimenti che hanno approvato in via definitiva i modelli Iva 2025, il modello CU 2025 e quella in cui scaricare le bozze dei Modelli 730/2025 – 770/2025.

Dichiarazioni 2025: il nuovo modello 730/2025

Il modello 730/2025 introduce i quadri M e T per ampliare le tipologie di reddito dichiarabili. Ora si possono indicare redditi soggetti a tassazione separata, imposta sostitutiva e plusvalenze finanziarie, precedentemente riservati al modello Redditi PF. Le indennità per cessazione di rapporti di agenzia e la tassazione aggiuntiva di bonus e stock option rientrano nel 730.

Tra le novità più rilevanti figura la rimodulazione degli scaglioni IRPEF: i primi due scaglioni (fino a 28.000 euro) sono stati accorpati, con una riduzione dell’aliquota al 23% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro. Restano invariati gli altri scaglioni e aliquote.

Agevolazioni e detrazioni

Il modello recepisce un nuovo regime per i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e imprenditori agricoli, che concorrono al reddito complessivo con percentuali differenziate nel biennio 2024-2025. Per le locazioni brevi, l’aliquota della cedolare secca è fissata al 26%, ridotta al 21% per un’unica unità immobiliare.

Tra le detrazioni, l’importo per i redditi da lavoro dipendente è aumentato a 1.955 euro.Ai dipendenti con redditi fino a 28.000 euro e almeno un figlio a carico spetta anche un’indennità di 100 euro (“bonus tredicesima”), proporzionata ai giorni lavorati e non imponibile.

Prevista una riduzione di 260 euro per le detrazioni relative agli oneri dei contribuenti con redditi superiori a 50.000 euro. Il Superbonus e il Sismabonus per le spese del 2024 saranno detraibili in 10 rate annuali. Per il bonus mobili, il limite massimo di spesa detraibile è fissato a 5.000 euro.

Aggiornate le regole per il personale della sicurezza e difesa, il regime agevolato per i lavoratori impatriati e i redditi da lavoro dipendente prestato in zone di frontiera. Le aliquote dell’Ivie (immobili all’estero) e dell’Ivafe (prodotti finanziari in paesi a regime fiscale privilegiato) sono state aggiornate.

Modello 770/2025: semplificazioni sostituti d’imposta

Il modello 770, utilizzato dai sostituti d’imposta, introduce modifiche nei quadri ST e SV relativi a ritenute e imposte sostitutive. Il quadro SX ora consente di gestire il credito derivante dal “bonus tredicesima”, destinato ai dipendenti che rispettano i requisiti.

Certificazione Unica 2025

La Certificazione Unica, da presentare generalmente entro il 16 marzo, introduce cambiamenti significativi, tra cui il “bonus Natale” di 100 euro per i lavoratori con reddito fino a 28.000 euro e nuove sezioni per redditi derivanti da lavoro autonomo, assegni universali INPS e fringe benefit fino a 2.000 euro per dipendenti con figli a carico.

Ulteriori modifiche riguardano anche i campi relativi ai premi di risultato e al trattamento integrativo per i lavoratori del settore turistico. Novità di rilievo è l’introduzione del Codice identificativo nazionale (CIN) per le locazioni brevi.

Modello IVA 2025

Il modello IVA 2025 include cambiamenti nei quadri VM, VO e VW, con nuove sezioni per volontariato, giovani agricoltori e crediti ritrasferiti. Il quadro VM gestisce i versamenti per le immatricolazioni di veicoli da San Marino e Città del Vaticano, mentre il quadro VO è aggiornato per includere opzioni di regime agevolato.

Le dichiarazioni IVA dovranno essere trasmesse online tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2025, rispettando le nuove specifiche tecniche.

 

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isee

ISEE: cos’è e a cosa serve ISEE: una breve guida sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per capire cos’è, a cosa serve e le novità della manovra 2025

ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente)

L’ISEE ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è uno strumento fondamentale per accedere a una vasta gamma di agevolazioni sociali ed economiche. Esso rappresenta un pilastro del sistema di welfare, garantendo che le risorse siano allocate a chi ne ha realmente bisogno.

Esso è infatti uno strumento essenziale per garantire equità nell’accesso ai servizi sociali in Italia. Grazie a questo strumento si ottiene una fotografia aggiornata della condizione economica familiare. Richiederlo annualmente è un passo fondamentale per sfruttare al meglio le risorse a disposizione per le famiglie in difficoltà e assicurare che le stesse siano distribuite a chi ne ha realmente bisogno.

Cos’è l’ISEE e come si calcola

L’ISEE misura la situazione economica complessiva di un nucleo familiare. Il calcolo tiene conto di tre principali elementi:

  1. reddito complessivo dei membri del nucleo;
  2. patrimonio mobiliare e immobiliare, valorizzato al 20%;
  3. scala di equivalenza, che considera la composizione e le caratteristiche del nucleo.

Questi dati vengono raccolti attraverso la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento autocertificato dai cittadini. L’INPS, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, verifica i dati e completa il calcolo dell’indicatore. Il calcolo dell’ISEE tiene conto dei dati economici e patrimoniali del nucleo familiare relativi ai due anni precedenti. Per il 2025 quindi si terrà conto dei redditi e dei patrimoni che si riferiscono al periodo d’imposta 2023.

A cosa serve

L’ISEE è essenziale per accedere a prestazioni agevolate, che vengono modulate in base alla reale situazione economica delle famiglie. Ecco qualche esempio:

  • Assegno Unico Universale: un sostegno economico per le famiglie con figli;
  • servizi scolastici e universitari: agevolazioni su tasse scolastiche, borse di studio e alloggi universitari;
  • agevolazioni sanitarie: accesso a prestazioni per disabili, servizi residenziali o cure a condizioni favorevoli;
  • bonus per la casa: sconti sull’affitto, contributi per l’acquisto della prima casa e agevolazioni sulle utenze;
  • servizi sociali locali: contributi per situazioni di emergenza, assistenza domiciliare e sussidi alimentari.

Validità annuale

L’ISEE è indispensabile per garantire l’accesso a numerosi aiuti. La sua validità è annuale e scade il 31 dicembre. Il suo aggiornamento periodico è necessario per mantenere i diritti acquisiti o per richiedere nuove prestazioni. Non richiederlo può comportare la perdita di importanti opportunità di sostegno economico.

Come ottenerlo

Il procedimento per ottenere l’ISEE è piuttosto semplice. Prima di tutto è necessario presentare la DSU presso un CAF o tramite il portale online dell’INPS e fornire i documenti relativi a reddito, patrimonio e composizione del nucleo familiare. Una volta verificati i dati, l’INPS elabora l’ISEE e lo rende disponibile in pochi giorni.

ISEE Precompilato

L’ISEE precompilato semplifica ulteriormente la procedura appena descritta. Questo strumento utilizza infatti i dati già presenti nelle banche dati dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, riducendo errori e tempi di compilazione. Per richiederlo, basta accedere al portale INPS, previo utilizzo delle credenziali CNS, CIE o SPID e confermare i dati precompilati, eventualmente integrandoli con le  informazioni mancanti.

L’ISEE precompilato presenta importanti vantaggi:

  • velocità: il calcolo richiede solo 3-5 giorni se i dati sono corretti;
  • semplicità: meno documenti da raccogliere manualmente;
  • precisione: margine di errore ridotto grazie ai dati ufficiali preinseriti.

La principale differenza tra ISEE tradizionale e precompilato riguarda quindi la procedura. Nell’ISEE tradizionale, il cittadino deve raccogliere e inserire manualmente tutti i dati necessari. L’ISEE precompilato, invece, automatizza gran parte del processo.

Documenti necessari per richiederlo

Per richiedere l’ISEE è fondamentale avere a disposizione i seguenti documenti:

  • documento d’identità e codice fiscale di tutti i membri del nucleo;
  • certificazioni di redditi e patrimoni, inclusi conti correnti, titoli e proprietà immobiliari;
  • contratti di locazione, se presenti;
  • eventuali certificazioni di invalidità o inabilità per membri del nucleo.

ISEE corrente: per situazioni particolari

In caso di peggioramenti significativi della situazione economico lavorativa rispetto ai due anni precedenti, è possibile richiedere l’ISEE corrente. Questo aggiornamento riflette la nuova condizione economica, garantendo un accesso più equo ai benefici.

Bonus e prestazioni

L’ISEE è la chiave per accedere a numerosi bonus, tra i quali figurano:

  • il bonus bebè e natalità;
  • il bonus energia e gas per le utenze domestiche;
  • i contributi per gli affitti e i mutui;
  • le riduzioni su servizi comunali, come trasporti pubblici e mense scolastiche.

Novità ISEE 2025

La Legge di Bilancio 2025 introduce significative innovazioni nel calcolo dell’ISEE. Tra le principali modifiche spicca l’esclusione dell’assegno unico per i figli a carico dal calcolo dell’indicatore economico.In questo modo i genitori in difficoltà potranno accedere più agevolmente a specifici bonus dedicati alle famiglie come il bonus nascite e asilo nido.

Un’altra innovazione riguarda l’esclusione, entro una soglia di 50.000 euro, di strumenti finanziari quali BoT, BTp, libretti postali e buoni fruttiferi dal calcolo del patrimonio mobiliare. Questa misura, prevista dal Dpcm attuativo, firmato in data 14 gennaio 2025 dalla presidente Meloni, intende evitare che forme di risparmio sicuro penalizzino famiglie a basso reddito nell’accesso ai benefici sociali.

 

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cuneo fiscale

Cuneo fiscale: le novità della manovra 2025 Cuneo fiscale: le novità più importanti della manovra di bilancio 2025 che impattano in vari modi sul costo del lavoro

Legge di Bilancio 2025: le novità sul cuneo fiscale

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti modifiche al cuneo fiscale, riducendo la distanza tra il costo del lavoro e il reddito netto percepito dai lavoratori. La legge 30 dicembre 2024, n. 207 nei primi commi dell’articolo 1 in parte conferma e in parte innova alcune misure già sperimentate nel 2024, con effetti significativi sulla tassazione e sui benefici fiscali.

Revisione delle aliquote IRPEF

Dal 1° gennaio 2025, le aliquote IRPEF, in base alla previsione contenuta nel comma 2, art. 1 della legge di bilancio, sono riorganizzate in tre scaglioni di reddito:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro.

Questa struttura conferma, con modifiche minime, quanto già previsto nel 2024. Le nuove aliquote mirano a semplificare il sistema fiscale e ridurre l’impatto per i redditi medio-bassi.

Aumento della detrazione minima

La detrazione minima prevista dall’art. 13 del TUIR sale da 1.880 euro a 1.955 euro. Questo incremento, sperimentato nel 2024, diventa quindi strutturale nel 2025. Nonostante l’aumento, il trattamento integrativo, pari a un massimo di 1.200 euro, continua ad essere riconosciuto per redditi fino a 28.000 euro, in specifiche condizioni.

La nuova “No tax area” si attesta a 8.500 euro. Il trattamento integrativo compensa le situazioni in cui le detrazioni superano l’imposta lorda dovuta, garantendo un’adeguata tutela per i redditi bassi.

Cuneo fiscale: novità su bonus e detrazioni

Al posto dell’esonero contributivo sperimentato nel 2024, in favore dei titolari di reddito derivante dello svolgimento del lavoro dipendente, vengono introdotte due nuove misure:

Bonus per redditi fino a 20.000 euro, calcolato in percentuale sul reddito di lavoro dipendente:

  • 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
  • 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
  • 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.

– Ulteriore detrazione per redditi tra 20.000 e 40.000 euro:

  • 1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro;
  • importo decrescente per redditi tra 32.000 e 40.000 euro.

Il sostituto d’imposta riconoscerà automaticamente queste agevolazioni in busta paga e verificherà la correttezza delle somme e la spettanza delle stesse in sede di conguaglio. Qualora gli importi delle agevolazioni non dovessero spettare i sostituti d’imposta procederanno al recupero, che per somme superiori a 60,00 euro, dovrà avvenire in 10 rate.

Trattamento integrativo speciale e detassazione mance

Il trattamento integrativo speciale previsto dal comma 395 della legge di bilancio 2025 viene confermato per i lavoratori del settore turistico se titolari di reddito non superiore a 40.000 euro in relazione al periodo di imposta 2024.

Per chi lavora in alberghi e ristoranti, il bonus è pari al 15% delle retribuzioni lorde percepite per lavoro straordinario, notturno o festivo nel periodo tra gennaio e settembre 2025. Tale trattamento non concorre alla formazione del reddito.

La legge, tramite il comma 520, amplia le agevolazioni sulle mance per i lavoratori del comparto turistico e della ristorazione. Le mance, anche elettroniche, saranno tassate con un’imposta sostitutiva del 5%, entro il limite del 30% del reddito annuo e solo per lavoratori con redditi sotto i 75.000 euro.

Tracciabilità dei rimborsi spese

La legge al comma 81, attraverso la modifica dell’art. 51 TUIR, introduce nuovi obblighi di tracciabilità per i rimborsi spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto. Tali rimborsi non concorreranno alla formazione del reddito solo se effettuati con strumenti di pagamento tracciabili, come bonifici o carte elettroniche. Questa norma si applicherà esclusivamente ai rimborsi analitici, escludendo quelli forfettari e chilometrici.

 

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rateizza adesso

Rateizza adesso: il servizio dell’Agenzia delle Entrate Rateizza adesso: il servizio online dell’Agenzia delle Entrate che consente dal 1° gennaio di rateizzare i debiti fiscali fino a 120.000 euro

Rateizza adesso: nuove dilazioni fino a 7 o 10 anni

Dal 1° gennaio 2025 il servizio “Rateizza Adesso” dell’Agenzia delle Entrate permette di rateizzare i debiti iscritti a ruolo in base alle nuove regole previste dal decreto legislativo n. 110/2024, che ammette anche piani di pagamento fino a 84 rate con una semplice richiesta online. Vediamo i dettagli.

Rate fino a 84 mesi con richiesta semplificata

I contribuenti con debiti iscritti a ruolo fino a 120.000 euro possono dilazionare i pagamenti con un piano fino a 84 rate mensili. È sufficiente dichiarare di trovarsi in una temporanea difficoltà economica. La richiesta può essere inviata tramite il servizio online “Rateizza adesso” sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdeR).

Il servizio permette di:

  • visualizzare i debiti rateizzabili;
  • selezionare il numero di rate, fino a un massimo di 84;
  • ricevere in tempo reale l’esito e il piano di pagamento.

In alternativa, si può utilizzare la modulistica disponibile sul sito AdeR, inviandola tramite PEC o presentandola agli sportelli.

Rate fino a 10 anni con richiesta documentata

Per importi superiori a 120.000 euro o per dilazioni superiori a 84 rate, il contribuente deve dimostrare la propria difficoltà economico-finanziaria. Questo avviene allegando documenti come l’ISEE o altri indicatori previsti dalla normativa.

Gli indicatori economici considerati includono:

  • ISEE per persone fisiche e ditte individuali;
  • indici di liquidità e solidità per imprese e altri soggetti;
  • indicatori specifici per condomini e soggetti colpiti da eventi eccezionali.

Per queste richieste di rateizzo documentate il contribuente può utilizzare il servizio “Simula il numero delle rate” disponibile sul sito AdeR per verificare se sussiste la difficoltà temporanea, il numero delle rate possibili e in singolo importo delle stesse.

Aumenti progressivi del numero di rate

Il decreto prevede un aumento graduale del numero massimo di rate:

  • fino a 96 rate per le domande dal 2027 al 2028;
  • fino a 108 rate dal 2029.

Le nuove regole offrono maggiore flessibilità e semplicità per i contribuenti in difficoltà economica. Con il servizio “Rateizza adesso” e la modulistica aggiornata, si facilita la gestione dei debiti. Tuttavia, per importi elevati o piani più lunghi, restano necessarie documentazioni specifiche. Questi strumenti rappresentano un importante passo avanti nella semplificazione del sistema di riscossione.

 

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