bonus sociale bollette

Bonus sociale bollette 2025 Bonus sociale bollette 2025: confermato il bonus per le famiglie in difficoltà ma con nuovi importi e nuovi requisiti ISEE

Bonus sociale bollette 2025: nuovi importi e requisiti

Il bonus sociale bollette è stato confermato anche per il 2025. Questo aiuto economico sostiene le famiglie in difficoltà, riducendo i costi di elettricità, gas e acqua.

Chi può accedere al bonus

L’accesso al bonus richiede il rispetto di requisiti economici misurati tramite l’ISEE. I limiti aggiornati per il 2025 sono i seguenti:

  • ISEE fino a 9.530 euro per nuclei con meno di quattro figli;
  • ISEE fino a 20.000 euro per famiglie con quattro o più figli;
  • ISEE tra 9.530 e 15.000 euro: diritto a un bonus dell’80% dell’importo totale.

Anche i residenti in condomini possono beneficiare del bonus, se rispettano i requisiti ISEE.

Bonus automatico in bolletta

I bonus, validi per 12 mesi, vengono applicati automaticamente in bolletta. Le agevolazioni variano in base alla composizione familiare e ai consumi.

Bonus sociale 2025 bollette: energia elettrica

Gli importi del bonus per l’energia elettrica sono differenziati in base alla composizione del nucleo familiare beneficiario:

  • 113,46 euro all’anno per nuclei con 1-2 componenti.
  • 146,40 euro per famiglie con 3 componenti.
  • 161,04 euro per nuclei con 4 o più componenti.

Bonus sociale 2025 gas

Il bonus gas tiene conto anche della stagione e della zona climatica. Nei mesi invernali, l’importo è superiore:

  • Per nuclei fino a 4 componenti: il bonus può arrivare a 64,64 euro nelle zone più fredde (zona F) per riscaldamento e acqua sanitaria/ cottura dei cibi.
  • Per nuclei con oltre 4 componenti invece il bonus può raggiungere l’importo di 61,64 euro nelle aree con inverni rigidi per coprire i consumi di riscaldamento, acqua sanitaria e cottura dei cibi.

Bonus sociale 2025 per l’acqua

Il bonus idrico copre 18,25 metri cubi di acqua annui per ogni componente familiare. Questo corrisponde a 50 litri al giorno per persona. Include le spese per acquedotto, fognatura e depurazione.

Come richiedere il bonus sociale 2025

Per ottenere il bonus, è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per certificare l’ISEE necessario alla domanda. Questi aiuti garantiscono un supporto concreto alle famiglie in difficoltà, alleggerendo le spese essenziali.

 

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codici ateco

Codici Ateco: classificazione 2025 Codici Ateco: aggiornata la classificazione delle attività economiche creata per motivi amministrativi ed economici

Codici Ateco aggiornati

I codici Ateco sono strumenti statistici fondamentali per classificare le attività economiche in Italia. Creati dall’ISTAT, servono a raccogliere dati economici e amministrativi. Ogni codice Ateco è una combinazione alfanumerica che identifica con precisione l’attività svolta da un’impresa. Le lettere rappresentano i macro settori, mentre i numeri indicano categorie e sotto-categorie specifiche.

Cosa cambia dal 2025

Dal 1° gennaio 2025 è in vigore la nuova classificazione Ateco 2025, che va a sostituire Ateco 2007 – Aggiornamento 2022.  Questa revisione è nata da un lavoro coordinato tra ISTAT, enti pubblici e associazioni imprenditoriali. L’obiettivo è ottimizzare la raccolta e gestione dei dati statistici e amministrativi.

La classificazione verrà implementata operativamente dal 1° aprile 2025. Da questa data, le Camere di Commercio aggiorneranno automaticamente i codici Ateco delle imprese iscritte, notificando l’avvenuta modifica.

Perché sono stati aggiornati i Codici Ateco

Il processo di revisione è iniziato nel 2023, con la raccolta di oltre 700 proposte di modifica dagli utenti. Diversi esperti e un comitato tecnico hanno analizzato i suggerimenti per adattare la classificazione alle nuove esigenze economiche.

La revisione ha coinvolto l’Istat, il Ministero delle Imprese, Unioncamere, l’Agenzia delle Entrate e altri enti. Il risultato è una classificazione più chiara e aggiornata.

Come le imprese devono aggiornare i codici Ateco

Le imprese che ne avessero bisogno potranno correggere o integrare i codici Ateco seguendo  procedure diversificate in base al tipo di errore riscontrato e relativo al codice, che può interessare la visura o i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

La nuova classificazione Ateco 2025 rappresenta un’evoluzione importante per migliorare la gestione delle attività economiche in Italia, rendendola più precisa e funzionale. Le imprese e i professionisti però devono adeguarsi tempestivamente per garantire la regolarità delle loro posizioni amministrative e fiscali.

 

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bollette luce

Bollette luce: tutele graduali per i vulnerabili fino a giugno Pubblicate dall'ARERA le modalità operative per l’accesso al Servizio a Tutele Graduali (STG), in attuazione della Legge Concorrenza 2024

Servizio a tutele graduali per i clienti vulnerabili

Bollette luce: a partire dal 22 gennaio 2025 sono disponibili le modalità attuative che permettono ai clienti domestici vulnerabili di accedere al Servizio a Tutele Graduali (STG). Tale possibilità è prevista dall’articolo 24 della Legge n. 193/2024 (Legge Concorrenza 2024).

I clienti vulnerabili, attualmente serviti nel mercato libero o nel regime di maggior tutela, possono richiedere il passaggio al STG entro il 30 giugno 2025, rivolgendosi all’esercente competente nella loro area territoriale.

Inoltre, anche i clienti già forniti nel STG che diventeranno vulnerabili entro il 30 giugno 2025 possono richiedere di mantenere questo servizio fino alla stessa data. Lo ha comunicato l’ARERA con una nota ufficiale sul proprio sito.

Obblighi per gli esercenti del Servizio a Tutele Graduali

La delibera 10/2025/R/EEL stabilisce che gli esercenti del STG devono pubblicare sui loro siti web, entro 30 giorni, le seguenti informazioni:

  • I canali disponibili (telefono, piattaforma digitale e sportelli fisici, ove presenti) per richiedere informazioni e presentare la domanda di accesso al servizio.
  • La documentazione necessaria, inclusi i moduli di autocertificazione predisposti dall’Autorità per attestare i requisiti di vulnerabilità.
  • I riferimenti al numero verde dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente (800 166 654) e alla sezione dedicata sul sito ufficiale di ARERA.

Scadenze e limitazioni

È importante sottolineare che i clienti vulnerabili che non richiederanno l’accesso al STG entro il 30 giugno 2025, così come quelli che acquisiranno i requisiti di vulnerabilità successivamente a tale data, non potranno più accedere a questo servizio.

Maggiori informazioni

La delibera 10/2025/R/EEL è disponibile sul sito ufficiale di ARERA (www.arera.it).

tarip

TARIP: cos’è e come funziona TARIP: la tariffa puntuale sui rifiuti che in più di 1.117 Comuni ha rimpiazzato la TARI e che tiene conto della produzione reale di rifiuti

TARIP: cos’è la nuova tariffa sui rifiuti

La TARIP, acronimo di Tariffa Puntuale sui Rifiuti, rappresenta un’evoluzione della tradizionale TARI. Si tratta di un sistema di calcolo più equo e sostenibile, che tiene conto della reale produzione di rifiuti di ogni utente. Questo modello premia i cittadini più virtuosi, incentivando comportamenti ecologici e responsabili.

Differenze con la TARI

La TARI si basa sulla superficie dell’immobile e sul numero di persone che vi abitano e non considera la quantità effettiva di rifiuti prodotti.
La tariffa puntuale, invece, segue il principio “Pay As You Throw” (paga per ciò che getti). Il calcolo dipende dal volume o peso reale dei rifiuti conferiti. Chi produce meno rifiuti o differenzia di più, paga meno.

Come si calcola la Tariffa

La TARIP si compone di due quote:

  • quota fissa: determinata dalla superficie dell’immobile
  • quota variabile: basata sul numero di svuotamenti effettuati. Ogni utente ha un numero minimo di svuotamenti annuali inclusi. Gli svuotamenti extra comportano un sovrapprezzo.

Il monitoraggio avviene tramite chip installati sui contenitori. Questi dispositivi registrano il numero di svuotamenti e consentono un calcolo preciso della tariffa.

Vantaggi della TARIP

La TARIP offre numerosi benefici:

  • favorisce la sostenibilità ambientale, riducendo i rifiuti e aumentando la raccolta differenziata;
  • supporta gli obiettivi dell’Unione Europea, come il 55% di riciclo dei rifiuti urbani entro il 2025;
  • assicura maggiore equità economica: chi inquina meno, paga meno;
  • migliora il servizio di raccolta, grazie al monitoraggio continuo.

Nei Comuni dove è adottata, la percentuale di raccolta differenziata raggiunge il 79,1%, contro la media nazionale del 61,3%.

Aspetti critici della TARIP

Nonostante i vantaggi, la TARIP presenta alcune problematiche:

  • la quota fissa per servizi condivisi non dipende dall’utente;
  • il numero minimo di svuotamenti obbligatori potrebbe risultare superiore alle necessità reali;
  • non è ancora chiaro se la TARIP debba essere soggetta a IVA.

Dove si applica

La TARIP è attiva in 1.117 Comuni italiani, soprattutto al Nord. La Regione Veneto detiene il primato con il 44% dei Comuni passati a questo sistema.

La TARIP rappresenta un passo verso una gestione dei rifiuti più responsabile ed efficace, incentivando cittadini e amministrazioni a tutelare l’ambiente e risparmiare.

 

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dichiarazioni 2025

Dichiarazioni 2025: i modelli dell’Agenzia delle Entrate Dichiarazioni 2025: pubblicate le bozze dei modelli per le dichiarazioni 730 e 770 e i modelli definitivi per CU 2025 e Iva 2025

Dichiarazioni 2025: modelli 730, 770, IVA e CU

Per le dichiarazioni 2025 pronti i nuovi modelli. L’Agenzia delle Entrate comunica di aver pubblicato le bozze dei modelli 730, 770 e i modelli definitivi IVA e CU per il 2025, tutti corredati dalle relative istruzioni. Questi strumenti recepiscono le novità normative in vigore dal periodo d’imposta 2024 e permettono agli operatori del settore di analizzare i modelli prima della loro approvazione definitiva. Ecco le principali modifiche.

Per informazioni più dettagliate e modelli visita le pagine dell’Agenzia delle Entrate dedicate ai provvedimenti che hanno approvato in via definitiva i modelli Iva 2025, il modello CU 2025 e quella in cui scaricare le bozze dei Modelli 730/2025 – 770/2025.

Dichiarazioni 2025: il nuovo modello 730/2025

Il modello 730/2025 introduce i quadri M e T per ampliare le tipologie di reddito dichiarabili. Ora si possono indicare redditi soggetti a tassazione separata, imposta sostitutiva e plusvalenze finanziarie, precedentemente riservati al modello Redditi PF. Le indennità per cessazione di rapporti di agenzia e la tassazione aggiuntiva di bonus e stock option rientrano nel 730.

Tra le novità più rilevanti figura la rimodulazione degli scaglioni IRPEF: i primi due scaglioni (fino a 28.000 euro) sono stati accorpati, con una riduzione dell’aliquota al 23% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro. Restano invariati gli altri scaglioni e aliquote.

Agevolazioni e detrazioni

Il modello recepisce un nuovo regime per i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e imprenditori agricoli, che concorrono al reddito complessivo con percentuali differenziate nel biennio 2024-2025. Per le locazioni brevi, l’aliquota della cedolare secca è fissata al 26%, ridotta al 21% per un’unica unità immobiliare.

Tra le detrazioni, l’importo per i redditi da lavoro dipendente è aumentato a 1.955 euro.Ai dipendenti con redditi fino a 28.000 euro e almeno un figlio a carico spetta anche un’indennità di 100 euro (“bonus tredicesima”), proporzionata ai giorni lavorati e non imponibile.

Prevista una riduzione di 260 euro per le detrazioni relative agli oneri dei contribuenti con redditi superiori a 50.000 euro. Il Superbonus e il Sismabonus per le spese del 2024 saranno detraibili in 10 rate annuali. Per il bonus mobili, il limite massimo di spesa detraibile è fissato a 5.000 euro.

Aggiornate le regole per il personale della sicurezza e difesa, il regime agevolato per i lavoratori impatriati e i redditi da lavoro dipendente prestato in zone di frontiera. Le aliquote dell’Ivie (immobili all’estero) e dell’Ivafe (prodotti finanziari in paesi a regime fiscale privilegiato) sono state aggiornate.

Modello 770/2025: semplificazioni sostituti d’imposta

Il modello 770, utilizzato dai sostituti d’imposta, introduce modifiche nei quadri ST e SV relativi a ritenute e imposte sostitutive. Il quadro SX ora consente di gestire il credito derivante dal “bonus tredicesima”, destinato ai dipendenti che rispettano i requisiti.

Certificazione Unica 2025

La Certificazione Unica, da presentare generalmente entro il 16 marzo, introduce cambiamenti significativi, tra cui il “bonus Natale” di 100 euro per i lavoratori con reddito fino a 28.000 euro e nuove sezioni per redditi derivanti da lavoro autonomo, assegni universali INPS e fringe benefit fino a 2.000 euro per dipendenti con figli a carico.

Ulteriori modifiche riguardano anche i campi relativi ai premi di risultato e al trattamento integrativo per i lavoratori del settore turistico. Novità di rilievo è l’introduzione del Codice identificativo nazionale (CIN) per le locazioni brevi.

Modello IVA 2025

Il modello IVA 2025 include cambiamenti nei quadri VM, VO e VW, con nuove sezioni per volontariato, giovani agricoltori e crediti ritrasferiti. Il quadro VM gestisce i versamenti per le immatricolazioni di veicoli da San Marino e Città del Vaticano, mentre il quadro VO è aggiornato per includere opzioni di regime agevolato.

Le dichiarazioni IVA dovranno essere trasmesse online tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2025, rispettando le nuove specifiche tecniche.

 

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isee 2025

ISEE 2025: cosa prevede il DPCM ISEE 2025: firmato il Dpcm che esclude dall’Indicatore della situazione economica equivalente i titoli di Stato fino a 50.000 euro

ISEE 2025: firmato il Dpcm

A partire dal 2025, il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) subirà importanti modifiche. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha firmato il Dpcm che cambia le regole per determinare l’ISEE, recependo novità introdotte negli ultimi anni. Questo aggiornamento mira a garantire maggiore equità e certezza per le famiglie italiane.

ISEE 2025: titoli di Stato esclusi fino a 50.000 euro

Una delle novità più rilevanti riguarda l’esclusione dal calcolo dell’ISEE, fino a un massimo di 50.000 euro, del valore di titoli di Stato e prodotti finanziari garantiti. Tra questi rientrano Buoni del Tesoro Poliennali (BTp), Certificati di Credito del Tesoro (CcT), buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale. Questa misura, già prevista dalla Legge di Bilancio 2024, diventa ora operativa grazie al nuovo decreto.

L’obiettivo è favorire il risparmio delle famiglie e incentivare l’investimento in strumenti sicuri e garantiti dallo Stato. Secondo le stime tecniche, l’esclusione di questi valori comporterà una riduzione dell’ISEE per molti nuclei familiari, consentendo l’accesso a maggiori agevolazioni sociali.

Sostegno per le famiglie con disabili

Il decreto introduce misure specifiche per nuclei familiari con persone disabili o non autosufficienti. I trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, compresi i pagamenti tramite carte di debito percepiti in ragione della disabilità, saranno esclusi dal reddito dei componenti interessati. Inoltre, il parametro della scala di equivalenza sarà maggiorato di 0,5 per ogni membro con disabilità media, grave o non autosufficienza.

Queste modifiche mirano a rendere il sistema più equo e inclusivo, garantendo un maggior supporto alle famiglie più vulnerabili.

Disciplina transitoria e nuove attestazioni

Le attestazioni ISEE già rilasciate resteranno valide fino alla loro naturale scadenza, consentendo l’accesso alle prestazioni sociali agevolate. Tuttavia, le famiglie potranno richiedere una nuova attestazione calcolata secondo le regole del Dpcm 2025.

Questa fase transitoria garantirà una transizione graduale verso il nuovo sistema, evitando disagi ai contribuenti.

ISEE 2025: impatto economico delle novità

L’esclusione dei titoli di Stato dall’ISEE comporterà un aumento della spesa pubblica per le prestazioni agevolate. Si stima un costo aggiuntivo di circa 44 milioni di euro annui, già coperti dalla Legge di Bilancio 2024. L’effetto maggiore potrebbe riguardare l’Assegno unico, grazie alla sua universalità e alla differenziazione degli importi basati sull’ISEE. Minore sarà invece l’impatto su altri incentivi, come i bonus sociali gas e luce.

Iter

Il Dpcm, firmato il 14 gennaio 2025, è ora in attesa della registrazione presso la Corte dei Conti e della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Solo dopo questi passaggi entrerà ufficialmente in vigore, segnando una svolta per le famiglie italiane.

 

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isee

ISEE: cos’è e a cosa serve ISEE: una breve guida sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per capire cos’è, a cosa serve e le novità della manovra 2025

ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente)

L’ISEE ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è uno strumento fondamentale per accedere a una vasta gamma di agevolazioni sociali ed economiche. Esso rappresenta un pilastro del sistema di welfare, garantendo che le risorse siano allocate a chi ne ha realmente bisogno.

Esso è infatti uno strumento essenziale per garantire equità nell’accesso ai servizi sociali in Italia. Grazie a questo strumento si ottiene una fotografia aggiornata della condizione economica familiare. Richiederlo annualmente è un passo fondamentale per sfruttare al meglio le risorse a disposizione per le famiglie in difficoltà e assicurare che le stesse siano distribuite a chi ne ha realmente bisogno.

Cos’è l’ISEE e come si calcola

L’ISEE misura la situazione economica complessiva di un nucleo familiare. Il calcolo tiene conto di tre principali elementi:

  1. reddito complessivo dei membri del nucleo;
  2. patrimonio mobiliare e immobiliare, valorizzato al 20%;
  3. scala di equivalenza, che considera la composizione e le caratteristiche del nucleo.

Questi dati vengono raccolti attraverso la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento autocertificato dai cittadini. L’INPS, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, verifica i dati e completa il calcolo dell’indicatore. Il calcolo dell’ISEE tiene conto dei dati economici e patrimoniali del nucleo familiare relativi ai due anni precedenti. Per il 2025 quindi si terrà conto dei redditi e dei patrimoni che si riferiscono al periodo d’imposta 2023.

A cosa serve

L’ISEE è essenziale per accedere a prestazioni agevolate, che vengono modulate in base alla reale situazione economica delle famiglie. Ecco qualche esempio:

  • Assegno Unico Universale: un sostegno economico per le famiglie con figli;
  • servizi scolastici e universitari: agevolazioni su tasse scolastiche, borse di studio e alloggi universitari;
  • agevolazioni sanitarie: accesso a prestazioni per disabili, servizi residenziali o cure a condizioni favorevoli;
  • bonus per la casa: sconti sull’affitto, contributi per l’acquisto della prima casa e agevolazioni sulle utenze;
  • servizi sociali locali: contributi per situazioni di emergenza, assistenza domiciliare e sussidi alimentari.

Validità annuale

L’ISEE è indispensabile per garantire l’accesso a numerosi aiuti. La sua validità è annuale e scade il 31 dicembre. Il suo aggiornamento periodico è necessario per mantenere i diritti acquisiti o per richiedere nuove prestazioni. Non richiederlo può comportare la perdita di importanti opportunità di sostegno economico.

Come ottenerlo

Il procedimento per ottenere l’ISEE è piuttosto semplice. Prima di tutto è necessario presentare la DSU presso un CAF o tramite il portale online dell’INPS e fornire i documenti relativi a reddito, patrimonio e composizione del nucleo familiare. Una volta verificati i dati, l’INPS elabora l’ISEE e lo rende disponibile in pochi giorni.

ISEE Precompilato

L’ISEE precompilato semplifica ulteriormente la procedura appena descritta. Questo strumento utilizza infatti i dati già presenti nelle banche dati dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate, riducendo errori e tempi di compilazione. Per richiederlo, basta accedere al portale INPS, previo utilizzo delle credenziali CNS, CIE o SPID e confermare i dati precompilati, eventualmente integrandoli con le  informazioni mancanti.

L’ISEE precompilato presenta importanti vantaggi:

  • velocità: il calcolo richiede solo 3-5 giorni se i dati sono corretti;
  • semplicità: meno documenti da raccogliere manualmente;
  • precisione: margine di errore ridotto grazie ai dati ufficiali preinseriti.

La principale differenza tra ISEE tradizionale e precompilato riguarda quindi la procedura. Nell’ISEE tradizionale, il cittadino deve raccogliere e inserire manualmente tutti i dati necessari. L’ISEE precompilato, invece, automatizza gran parte del processo.

Documenti necessari per richiederlo

Per richiedere l’ISEE è fondamentale avere a disposizione i seguenti documenti:

  • documento d’identità e codice fiscale di tutti i membri del nucleo;
  • certificazioni di redditi e patrimoni, inclusi conti correnti, titoli e proprietà immobiliari;
  • contratti di locazione, se presenti;
  • eventuali certificazioni di invalidità o inabilità per membri del nucleo.

ISEE corrente: per situazioni particolari

In caso di peggioramenti significativi della situazione economico lavorativa rispetto ai due anni precedenti, è possibile richiedere l’ISEE corrente. Questo aggiornamento riflette la nuova condizione economica, garantendo un accesso più equo ai benefici.

Bonus e prestazioni

L’ISEE è la chiave per accedere a numerosi bonus, tra i quali figurano:

  • il bonus bebè e natalità;
  • il bonus energia e gas per le utenze domestiche;
  • i contributi per gli affitti e i mutui;
  • le riduzioni su servizi comunali, come trasporti pubblici e mense scolastiche.

Novità ISEE 2025

La Legge di Bilancio 2025 introduce significative innovazioni nel calcolo dell’ISEE. Tra le principali modifiche spicca l’esclusione dell’assegno unico per i figli a carico dal calcolo dell’indicatore economico.In questo modo i genitori in difficoltà potranno accedere più agevolmente a specifici bonus dedicati alle famiglie come il bonus nascite e asilo nido.

Un’altra innovazione riguarda l’esclusione, entro una soglia di 50.000 euro, di strumenti finanziari quali BoT, BTp, libretti postali e buoni fruttiferi dal calcolo del patrimonio mobiliare. Questa misura, prevista dal Dpcm attuativo, firmato in data 14 gennaio 2025 dalla presidente Meloni, intende evitare che forme di risparmio sicuro penalizzino famiglie a basso reddito nell’accesso ai benefici sociali.

 

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cuneo fiscale

Cuneo fiscale: le novità della manovra 2025 Cuneo fiscale: le novità più importanti della manovra di bilancio 2025 che impattano in vari modi sul costo del lavoro

Legge di Bilancio 2025: le novità sul cuneo fiscale

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti modifiche al cuneo fiscale, riducendo la distanza tra il costo del lavoro e il reddito netto percepito dai lavoratori. La legge 30 dicembre 2024, n. 207 nei primi commi dell’articolo 1 in parte conferma e in parte innova alcune misure già sperimentate nel 2024, con effetti significativi sulla tassazione e sui benefici fiscali.

Revisione delle aliquote IRPEF

Dal 1° gennaio 2025, le aliquote IRPEF, in base alla previsione contenuta nel comma 2, art. 1 della legge di bilancio, sono riorganizzate in tre scaglioni di reddito:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro.

Questa struttura conferma, con modifiche minime, quanto già previsto nel 2024. Le nuove aliquote mirano a semplificare il sistema fiscale e ridurre l’impatto per i redditi medio-bassi.

Aumento della detrazione minima

La detrazione minima prevista dall’art. 13 del TUIR sale da 1.880 euro a 1.955 euro. Questo incremento, sperimentato nel 2024, diventa quindi strutturale nel 2025. Nonostante l’aumento, il trattamento integrativo, pari a un massimo di 1.200 euro, continua ad essere riconosciuto per redditi fino a 28.000 euro, in specifiche condizioni.

La nuova “No tax area” si attesta a 8.500 euro. Il trattamento integrativo compensa le situazioni in cui le detrazioni superano l’imposta lorda dovuta, garantendo un’adeguata tutela per i redditi bassi.

Cuneo fiscale: novità su bonus e detrazioni

Al posto dell’esonero contributivo sperimentato nel 2024, in favore dei titolari di reddito derivante dello svolgimento del lavoro dipendente, vengono introdotte due nuove misure:

Bonus per redditi fino a 20.000 euro, calcolato in percentuale sul reddito di lavoro dipendente:

  • 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
  • 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
  • 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.

– Ulteriore detrazione per redditi tra 20.000 e 40.000 euro:

  • 1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro;
  • importo decrescente per redditi tra 32.000 e 40.000 euro.

Il sostituto d’imposta riconoscerà automaticamente queste agevolazioni in busta paga e verificherà la correttezza delle somme e la spettanza delle stesse in sede di conguaglio. Qualora gli importi delle agevolazioni non dovessero spettare i sostituti d’imposta procederanno al recupero, che per somme superiori a 60,00 euro, dovrà avvenire in 10 rate.

Trattamento integrativo speciale e detassazione mance

Il trattamento integrativo speciale previsto dal comma 395 della legge di bilancio 2025 viene confermato per i lavoratori del settore turistico se titolari di reddito non superiore a 40.000 euro in relazione al periodo di imposta 2024.

Per chi lavora in alberghi e ristoranti, il bonus è pari al 15% delle retribuzioni lorde percepite per lavoro straordinario, notturno o festivo nel periodo tra gennaio e settembre 2025. Tale trattamento non concorre alla formazione del reddito.

La legge, tramite il comma 520, amplia le agevolazioni sulle mance per i lavoratori del comparto turistico e della ristorazione. Le mance, anche elettroniche, saranno tassate con un’imposta sostitutiva del 5%, entro il limite del 30% del reddito annuo e solo per lavoratori con redditi sotto i 75.000 euro.

Tracciabilità dei rimborsi spese

La legge al comma 81, attraverso la modifica dell’art. 51 TUIR, introduce nuovi obblighi di tracciabilità per i rimborsi spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto. Tali rimborsi non concorreranno alla formazione del reddito solo se effettuati con strumenti di pagamento tracciabili, come bonifici o carte elettroniche. Questa norma si applicherà esclusivamente ai rimborsi analitici, escludendo quelli forfettari e chilometrici.

 

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rateizza adesso

Rateizza adesso: il servizio dell’Agenzia delle Entrate Rateizza adesso: il servizio online dell’Agenzia delle Entrate che consente dal 1° gennaio di rateizzare i debiti fiscali fino a 120.000 euro

Rateizza adesso: nuove dilazioni fino a 7 o 10 anni

Dal 1° gennaio 2025 il servizio “Rateizza Adesso” dell’Agenzia delle Entrate permette di rateizzare i debiti iscritti a ruolo in base alle nuove regole previste dal decreto legislativo n. 110/2024, che ammette anche piani di pagamento fino a 84 rate con una semplice richiesta online. Vediamo i dettagli.

Rate fino a 84 mesi con richiesta semplificata

I contribuenti con debiti iscritti a ruolo fino a 120.000 euro possono dilazionare i pagamenti con un piano fino a 84 rate mensili. È sufficiente dichiarare di trovarsi in una temporanea difficoltà economica. La richiesta può essere inviata tramite il servizio online “Rateizza adesso” sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdeR).

Il servizio permette di:

  • visualizzare i debiti rateizzabili;
  • selezionare il numero di rate, fino a un massimo di 84;
  • ricevere in tempo reale l’esito e il piano di pagamento.

In alternativa, si può utilizzare la modulistica disponibile sul sito AdeR, inviandola tramite PEC o presentandola agli sportelli.

Rate fino a 10 anni con richiesta documentata

Per importi superiori a 120.000 euro o per dilazioni superiori a 84 rate, il contribuente deve dimostrare la propria difficoltà economico-finanziaria. Questo avviene allegando documenti come l’ISEE o altri indicatori previsti dalla normativa.

Gli indicatori economici considerati includono:

  • ISEE per persone fisiche e ditte individuali;
  • indici di liquidità e solidità per imprese e altri soggetti;
  • indicatori specifici per condomini e soggetti colpiti da eventi eccezionali.

Per queste richieste di rateizzo documentate il contribuente può utilizzare il servizio “Simula il numero delle rate” disponibile sul sito AdeR per verificare se sussiste la difficoltà temporanea, il numero delle rate possibili e in singolo importo delle stesse.

Aumenti progressivi del numero di rate

Il decreto prevede un aumento graduale del numero massimo di rate:

  • fino a 96 rate per le domande dal 2027 al 2028;
  • fino a 108 rate dal 2029.

Le nuove regole offrono maggiore flessibilità e semplicità per i contribuenti in difficoltà economica. Con il servizio “Rateizza adesso” e la modulistica aggiornata, si facilita la gestione dei debiti. Tuttavia, per importi elevati o piani più lunghi, restano necessarie documentazioni specifiche. Questi strumenti rappresentano un importante passo avanti nella semplificazione del sistema di riscossione.

 

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Bonifico istantaneo: le nuove regole Il Regolamento UE 2024/886, in vigore dal 9 gennaio 2025, ha modificato la normativa sui bonifici istantanei per favorirne l’utilizzo e velocizzare le transazioni

Bonifico istantaneo: in vigore il regolamento UE

Bonifico istantaneo: da aprile 2024, l’Unione Europea ha introdotto nuove normative sui pagamenti bancari attraverso il Regolamento UE 2024/886. La normativa mira a promuovere l’uso dei bonifici istantanei e ad eliminare le barriere che ne hanno ostacolato la diffusione, anche al fine di favorire la concorrenza e adeguare il mercato dei pagamenti alle innovazioni tecnologiche.

Il bonifico istantaneo, come si evince facilmente, è la possibilità di trasferire denaro da un conto corrente all’altro in meno di dieci secondi, con disponibilità immediata da parte del beneficiario.

Il regolamento è in vigore dal 9 gennaio 2025 ed obbliga le banche italiane a trattare i bonifici istantanei come quelli ordinari, per cui non si dovranno pagare costi e tariffe aggiuntive. Oltre ai costi la nuova normativa introduce anche misure di sicurezza più rigide per evitare errori o truffe nei bonifici e proteggere le transazioni.

Scopriamo quindi quali sono le principali novità sui bonifici istantanei e cosa cambia per i consumatori e le aziende.

Costi ridotti o azzerati per i bonifici istantanei

Una delle principali novità del regolamento, come anticipato, è l’obbligo per gli istituti finanziari di equiparare i costi dei bonifici istantanei a quelli dei bonifici tradizionali. Prima dell’introduzione di questa norma, molte banche applicavano commissioni elevate per i bonifici istantanei, scoraggiandone l’uso.

Con la nuova regolamentazione, i clienti potranno beneficiare della velocità dei bonifici istantanei senza costi aggiuntivi.

Accessibilità e disponibilità 24/7

Il regolamento stabilisce che tutti i fornitori di servizi di pagamento nell’area SEPA (Single Euro Payments Area) debbano rendere disponibili i bonifici istantanei 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questo significa che i clienti potranno effettuare pagamenti immediati in qualsiasi momento, migliorando notevolmente la gestione delle proprie finanze e il flusso di cassa per le aziende.

Bonifici istantanei: opzione di default

Gli istituti di pagamento devono offrire i bonifici istantanei come opzione standard, mettendoli sullo stesso piano dei bonifici tradizionali.

Questo cambiamento renderà i bonifici istantanei una scelta naturale per i consumatori, promuovendone ulteriormente l’adozione.

Immediata disponibilità di fondi

Un bonifico istantaneo permette di trasferire fondi in pochi secondi, a differenza dei bonifici tradizionali che possono richiedere fino a tre giorni lavorativi. Questo aspetto è particolarmente utile in situazioni di emergenza o per chi necessita di rapidità nelle transazioni finanziarie.

Limiti e sicurezza

Il regolamento prevede un limite massimo di 100.000 euro per i bonifici istantanei, sebbene ogni banca possa impostare limiti inferiori per singola operazione o per il totale giornaliero. Le banche sono inoltre tenute a garantire alti standard di sicurezza, inclusa la verifica dell’identità del beneficiario e controlli antiriciclaggio, per prevenire frodi e altri rischi.

Transizione e implementazione

L’attuazione completa del regolamento richiederà fino a 18 mesi. Durante questo periodo, gli istituti finanziari dovranno adeguare i loro sistemi e processi per conformarsi alle nuove regole, assicurando che i bonifici istantanei diventino una parte integrante dei servizi bancari offerti ai clienti.

Vantaggi per consumatori e aziende

La maggiore accessibilità e i costi ridotti dei bonifici istantanei offriranno numerosi vantaggi:

  • i consumatori potranno effettuare pagamenti rapidi e sicuri in qualsiasi momento, migliorando la gestione delle finanze personali.
  • le aziende beneficeranno di un miglior flusso di cassa, una riduzione dei tempi di attesa per i pagamenti e un miglioramento generale dell’efficienza operativa.

Scelta del miglior conto corrente

Con l’introduzione del Regolamento UE, diventa ancora più importante scegliere il conto corrente giusto. Utilizzare strumenti di comparazione online permette di valutare i costi fissi, le commissioni per bonifici e prelievi e altri servizi bancari per trovare la soluzione più conveniente e adatta alle proprie esigenze.

Meccanismo di verifica “VOP”

A partire dal 9 ottobre 2025, tutte le banche oltre ad offrire il servizio di bonifico istantaneo a tutti i clienti, dovranno introdurre misure di sicurezza più rigorose per evitare errori e frodi.
infatti, da quella data viene introdotto quale servizio obbligatorio un meccanismo di verifica del beneficiario, il VOP (Verification of Payee) che garantisce che IBAN e nome del beneficiario corrispondano ai dati forniti dal pagatore, evitando così i rischi di invii di fondi a destinatari o conti errati.

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