Cos’è la Sugar tax
La Sugar tax, o tassa sulle bevande zuccherate, è un’imposta finalizzata a disincentivare il consumo di prodotti ad alto contenuto di zucchero. Questo tributo, previsto in Italia dal 2020, ma oggetto di numerosi rinvii, è stato concepito con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza alimentare e contrastare obesità, diabete e altre patologie legate alla cattiva alimentazione.
La Sugar tax nello specifico è un’imposta di consumo applicata su alcune bevande zuccherate, siano esse prodotte in Italia che importate. Si tratta di una misura di carattere sanitario e ambientale, ispirata a modelli già adottati in altri Paesi come Francia, Regno Unito, Messico e Ungheria. L’obiettivo principale della tassa è quello di promuovere abitudini alimentari più sane, incoraggiando le aziende a riformulare i propri prodotti con un minor contenuto calorico.
Normativa di riferimento in Italia
Questa imposta è stata introdotta in Italia con l’art. 1, commi 661-676 della Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019). L’applicazione effettiva della tassa, inizialmente prevista per il 1° luglio 2020, è stata rinviata più volte, anche a causa dell’impatto economico della pandemia e delle pressioni del settore industriale.
La normativa è stata infatti successivamente modificata dalla Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023) e da ulteriori provvedimenti attuativi, con l’entrata in vigore prevista a partire dal 1° luglio 2025, sebbene resti aperto il dibattito politico su un possibile ulteriore rinvio o abrogazione.
Chi deve pagare la Sugar tax
Il soggetto passivo dell’imposta è il produttore nazionale o l’importatore del prodotto, cioè chi:
- fabbrica o confeziona le bevande zuccherate in Italia;
- introduce le stesse nel territorio nazionale a fini commerciali.
Sono quindi le aziende produttrici e importatrici a dover corrispondere l’imposta all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, secondo le modalità stabilite dal decreto attuativo MEF.
Il pagamento non è diretto da parte del consumatore, ma può comportare un aumento del prezzo finale delle bevande soggette all’imposta.
Quali prodotti rientrano nella Sugar tax
Sono soggette alla tassa tutte le bevande analcoliche che contengono zuccheri aggiunti o dolcificanti artificiali, compresi:
- bibite gassate (cola, aranciate, toniche ecc.);
- succhi di frutta con zuccheri aggiunti;
- tè freddi industriali;
- bevande energetiche o sportive con edulcoranti;
- preparati liquidi o in polvere per bibite zuccherate.
Sono escluse:
- le acque minerali naturali o frizzanti non dolcificate;
- i succhi 100% frutta senza zuccheri aggiunti;
- le bevande medicali o dietetiche destinate a usi specifici.
Quanto si paga: importi e soglie
La Sugar tax italiana prevede un’imposta parametrata alla quantità di prodotto:
- 10 euro per ettolitro di prodotto finito;
- 0,25 euro per kg di prodotto in polvere o concentrato, da diluire o ricostituire.
Tali importi potranno essere oggetto di revisione in fase attuativa o in base a future leggi di bilancio.
Critiche e impatti
La Sugar tax è oggetto di critiche trasversali da parte delle associazioni di categoria, secondo cui:
- penalizzerebbe in modo eccessivo il comparto delle bevande analcoliche, già provato da rincari e calo dei consumi;
- comporterebbe un aumento dei prezzi per il consumatore finale;
- non sarebbe sufficientemente efficace nel modificare le abitudini alimentari senza una parallela campagna di educazione nutrizionale.
Tuttavia, studi internazionali dimostrano che una tassazione mirata può incentivare la riformulazione dei prodotti e ridurre l’acquisto di bevande ad alto contenuto calorico, con effetti positivi sulla salute pubblica.
Destinazione del gettito
Secondo le ultime disposizioni, le entrate generate dalla Sugar tax dovrebbero essere destinate a finanziare progetti di educazione alimentare nelle scuole, contribuendo così alla prevenzione dei disturbi legati a una dieta squilibrata, soprattutto tra i più giovani.
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