Bonus Maroni: in busta paga a novembre Bonus Maroni: a novembre l'ultima tranche di pagamento della misura rinnovata dalla legge di bilancio 2024 in busta paga
Bonus Maroni: cos’è
Il Bonus Maroni è una misura economica che prende il nome dall’ex ministro della Lega Roberto Maroni. Il trattamento è riservato ai lavoratori dipendenti che decidono di posticipare il pensionamento, anche se hanno raggiunto i requisiti per la pensione quota 103. Questo bonus si caratterizza per la previsione di un esonero dal pagamento dei contributi previdenziali che sono a carico del lavoratore nella misura del 9,19% della retribuzione imponibile.
Riferimenti normativi
Il bonus Maroni, ossia l’incentivo a posticipare il momento della pensione, è stato previsto dall’articolo 1, comma 286 della legge n. 197/2022 e poi è stato rinnovato con l’ultima legge di bilancio 2024. La sua attuazione è avvenuta con il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell’economia del 21 marzo 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 110 – 12 maggio 2023.
Pensione Quota 103
Il Bonus Maroni, come anticipato, riguarda quei lavoratori che hanno maturato i requisiti per andare in pensione anticipatamente con Quota 103, ovvero quando la somma della loro età e degli anni di contributi versati raggiunge il numero 103. I requisiti, nello specifico, sono i seguenti::
- aver compiuto 62 anni di età.
- aver maturato almeno 41 anni di contributi versati.
Bonus Maroni: effetti sulla busta paga
Il Bonus Maroni produce un aumento della busta paga dei lavoratori che scelgono di continuare a lavorare anche se di fatto hanno raggiunto i requisiti di legge necessari per la pensione quota 103. L’importo che corrisponde allo sgravio contributivo del 9,19% previsto dalla misura comporta l’incremento dello stipendio perché aumenta la retribuzione netta.
Come fare domanda per il bonus Maroni
Per beneficiare del bonus Maroni ci può fare domanda direttamente all’INPS, rispettando i seguenti passaggi:
- il lavoratore deve comunicare all’INPS la volontà espressa di accedere alla misura;
- l’INPS procede quindi con la certificazione del raggiungimento dei requisiti pensionistici e informa il datore di lavoro entro il termine di 30 giorni dalla richiesta;
- il datore di lavoro, una volta acquisita la certificazione, si attiva per il recupero degli sgravi contributivi maturati.
Per fare domanda in modalità telematica tramite il sito dell’INPS il richiedente deve essere in possesso dello SPID, almeno di secondo livello, della Carta Nazionale dei. Servizi o della Carta di Identità elettronica 3.0.
La domanda può essere presentata nelle seguenti diverse modalità:
- tramite il sito web ufficiale INPS: inps.it;
- avvalendosi dei servizi messi a disposizione dai Patronati;
- telefonando al Contact Center Integrato: al numero verde 803164 (da rete fissa) o al numero 06164164 (da rete mobile).
Per maggiori dettagli sulla modalità di presentazione della domanda consultare il messaggio INPS n. 2426 del 28 giugno 2023
Bonus Maroni: decorrenza
Il Bonus Maroni prevede diverse date di decorrenza diversificate per i lavoratori del settore privato e del settore pubblico e a seconda della gestione, AGO o diversa:
- 2 agosto 2024: per i lavoratori del settore privato con pensione a carico della Gestione esclusiva AGO;
- 1° settembre 2024: per i lavoratori del settore privato con pensione a carico di una Gestione diversa dall’AGO;
- 2 ottobre 2024: per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni con pensione a carico della Gestione esclusiva AGO;
- 1° novembre 2024: per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni con pensione a carico di una Gestione diversa.
Queste date corrispondono alle finestre temporali per accedere alla pensione Quota 103.
Bonus Maroni: vantaggi e svantaggi
La misura presenta degli evidenti aspetti negativi e positivi. I vantaggi sono rappresentati dall’aumento del salario netto del lavoratore nella misura di circa il 10% e dall’incentivo a restare nel mondo del lavoro. Il principale svantaggio invece consiste nel calcolo della pensione sulla base dell’anzianità contributiva fino al momento in cui si è raggiunta la Quota 103 senza considerare quindi i contributi versati in seguito.