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Accesso abusivo ai sistemi informatici Guida al reato di accesso abusivo ai sistemi informatici previsto e punito dall’art. 615-ter del codice penale

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Accesso abusivo ai sistemi informatici: il reato

Il reato di accesso abusivo ai sistemi informatici si verifica quando una persona accede, senza autorizzazione, a sistemi informatici o telematici protetti da misure di sicurezza. Questo comportamento è punito in modo severo, poiché può compromettere la sicurezza dei dati e dei sistemi coinvolti. L’illecito può avere impatti rilevanti che spaziano dal furto di informazioni sensibili fino al sabotaggio di sistemi aziendali o governativi.

L’articolo 615-ter c.p si occupa di tutelare la riservatezza e la sicurezza dei sistemi informatici, penalizzando chiunque si introduca in tali sistemi senza avere il diritto o il consenso a farlo. La legge è stata pensata per rispondere ai rischi legati all’evoluzione tecnologica, garantendo la protezione delle risorse digitali da azioni di intrusione e manipolazione non autorizzata.

Articolo 615-ter c.p.: cosa prevede

L’articolo 615-ter del Codice Penale italiano punisce l’accesso abusivo a un sistema informatico con la seguente formulazione:

“Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, ovvero di arrecare ad altri un danno, abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.”

Elementi costitutivi del reato:

  1. Accesso abusivo: la legge punisce chiunque acceda senza autorizzazione, ma il termine “abuso” implica che l’accesso non avvenga per un motivo lecito. In altre parole, se l’accesso è effettuato con il consenso del titolare del sistema o per una finalità legittima, non si configura il reato.
  2. Sistema informatico o telematico protetto: il reato si verifica esclusivamente quando l’accesso riguarda un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza. Questo significa che il sistema deve essere configurato in modo da impedire l’accesso non autorizzato (ad esempio, tramite password, codici, firewall, etc.).
  3. Finalità del reato: il legislatore prevede che l’accesso abusivo avvenga con l’intenzione di procurarsi un profitto o di arrecare danno ad altri. La finalità di danneggiare o trarre vantaggio illecito è un elemento essenziale del reato, anche se non è necessario che il danno o il profitto si materializzino concretamente.

Pene e sanzioni

Chi commette il reato di accesso abusivo ai sistemi informatici è punito con una reclusione da sei mesi a tre anni. La pena varia in base alle circostanze del reato, come la gravità del danno causato, l’entità del profitto ottenuto o altre variabili.

Aggravamenti di pena

Il reato di accesso abusivo inoltre può essere aggravato nei casi in cui l’autore del crimine:

  • sia un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
  • se il colpevole per commettere il fatto usa minaccia o violenza sulle cose o alle persone, ovvero se è palesemente armato;
  • se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento ovvero la sottrazione, anche mediante riproduzione o trasmissione, o l’inaccessibilità al titolare del sistema o l’interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.
  • Il base al comma 3 della norma inoltre se i fatti di cui ai commi primo e secondo riguardino sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è, rispettivamente, della reclusione da tre a dieci anni e da quattro a dodici anni.”

Procedibilità del reato

Il comma 4 della norma prevede che nei casi meno gravi contemplati dal comma 1 il reato è perseguibile su querela della persona offesa Nei casi aggravati previsti dai commi 2 e 3  invece si procede d’ufficio.

Ratio del reato di accesso abusivo

Il reato di accesso abusivo ai sistemi informatici previsto dall’articolo 615-ter c.p è una norma fondamentale per proteggere la sicurezza delle informazioni e la privacy degli utenti. Con l’evoluzione della tecnologia, questo tipo di crimine è diventato sempre più rilevante. Esso. Ha infatti  impatti significativi sia su scala individuale che aziendale. La prevenzione e la protezione sono quindi cruciali per evitare che i dati sensibili vengano compromessi.

Modalità di accesso abusivo

L’accesso abusivo ai sistemi informatici può avvenire in vari modi.

  1. Hacking: attacco informatico in cui il criminale sfrutta vulnerabilità nei sistemi per ottenere accesso senza autorizzazione;
  2. Phishing: tecniche di ingegneria sociale che manipolano l’utente affinché fornisca credenziali di accesso (come username e password), che poi vengono utilizzate in modo illecito.
  3. Malware e virus: introduzione di software dannosi (come virus, trojan horse, ransomware) che compromettono la sicurezza dei sistemi e consentono l’accesso non autorizzato da parte di terzi.
  4. Accesso fisico non autorizzato: alcuni attacchi informatici avvengono quando l’autore del reato ottiene l’accesso fisico ai dispositivi, come computer o server, per sottrarre dati o compromettere il sistema.

Prevenzione e protezione accesso abusivo ai sistemi

Per prevenire il reato di accesso abusivo ai sistemi informatici, è fondamentale implementare misure di sicurezza adeguate.  Per proteggere.  Sistemi si può ricorrere all’uso di firewall, software antivirus, cifratura dei dati e autenticazione a più fattori (MFA). Inoltre, le aziende e le pubbliche amministrazioni devono investire in formazione del personale. E’ infatti fondamentale sensibilizzare sui rischi legati alla sicurezza informatica e sulle buone pratiche per evitare intrusioni.

 

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