bonus anziani

Bonus anziani: indicazioni operative INPS L'istituto ha fornito nuove indicazioni operative sul bonus anziani, la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti

Bonus anziani: indicazioni INPS

Con il messaggio 18 marzo 2025, n. 949, l’INPS ha fornito nuove indicazioni operative sul bonus anziani, la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti.

La misura, si ricorda, è destinata agli anziani di almeno 80 anni, titolari di indennità di accompagnamento e con un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro, a cui è stato riconosciuto un livello di bisogno assistenziale gravissimo.

I controlli automatici

L’INPS eseguirà controlli automatici per verificare:

  • il possesso di un ISEE sociosanitario valido;
  • la titolarità dell’indennità di accompagnamento;
  • la sussistenza del bisogno assistenziale gravissimo, valutato tramite commissioni mediche e un questionario sul contesto familiare.

Quota fissa e quota integrativa

La Prestazione Universale è composta da:

  • una quota fissa, corrispondente all’indennità di accompagnamento;
  • una quota integrativa, attualmente pari a 850 euro mensili, utilizzabile esclusivamente per:
    • remunerare assistenti domiciliari regolarmente contrattualizzati;
    • acquistare servizi di assistenza non sanitaria da imprese qualificate.

L’uso della quota integrativa sarà soggetto a controlli trimestrali. La mancata dimostrazione della spesa comporterà la decadenza dal beneficio.

Bonus anziani e indennità di accompagnamento

La Prestazione Universale, una volta riconosciuta, assorbe l’indennità di accompagnamento di cui alla legge 11 febbraio 1980, n. 18, e le ulteriori prestazioni di cui all’articolo 1, comma 164, della legge 30 dicembre 2021, n. 234. Tuttavia, rammenta l’INPS, la scelta a favore della Prestazione Universale è reversibile e, pertanto, il beneficiario può rinunciare alla medesima con il conseguente ripristino dei contributi di cui all’articolo 1, comma 164, secondo periodo, della legge n. 234/2021 presentando specifica richiesta all’INPS tramite l’apposita funzione disponibile sul portale dell’Istituto. In tale caso, l’INPS provvede alla sospensione della quota integrativa prevista dalla Prestazione Universale, ripristinando l’indennità di accompagnamento.

bonus musica

Bonus musica: come si ottiene Bonus musica: cos’è, la normativa di riferimento, a chi spetta, in cosa consiste, e come indicarlo nella dichiarazione dei redditi per averlo

Cos’è il bonus musica

Il Bonus Musica 2025 è una detrazione fiscale del 19% che viene calcolata sulle spese sostenute per l’iscrizione o l’abbonamento a corsi di musica riconosciuti. L’agevolazione si applica ai figli di età compresa tra i 5 e i 18 anni e consente di ottenere un rimborso fino a un massimo di 1.000 euro per ciascun figlio. Il beneficio è riservato alle famiglie con un reddito complessivo non superiore a 36.000 euro annui.

Normativa di riferimento

Il Bonus Musica è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla legge di bilancio 2020. Esso è disciplinato dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.), dedicato alle detrazioni degli oneri, che al comma 1, lettera e-quater) così dispone: “le spese, per un importo non superiore a 1.000 euro, sostenute da contribuenti con reddito complessivo non superiore a 36.000 euro per l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni a conservatori di musica, a istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) legalmente riconosciute ai sensi della legge 21 dicembre 1999, n. 508, a scuole di musica iscritte nei registri regionali nonché a cori, bande e scuole di musica riconosciuti da una pubblica amministrazione, per lo studio e la pratica della musica.” 

La detrazione si applica quindi alle spese sostenute per corsi presso conservatori, istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), scuole di musica registrate nei registri regionali, bande musicali e cori riconosciuti dalla pubblica amministrazione.

A chi spetta il bonus musica

Il Bonus Musica è destinato quindi ai contribuenti con figli di età compresa tra 5 e 18 anni, iscritti a scuole di musica accreditate. Per accedere alla detrazione, il reddito complessivo del nucleo familiare deve essere inferiore a 36.000 euro annui. Sebbene il bonus venga generalmente richiesto dai genitori, anche un minore con reddito proprio e obbligo dichiarativo può beneficiare direttamente della detrazione per le spese sostenute.

In cosa consiste

Il Bonus Musica consente di ottenere una detrazione fiscale pari al 19% sulle spese di iscrizione o abbonamento ai corsi musicali riconosciuti. L’importo massimo detraibile è di 1.000 euro per figlio, con un risparmio massimo di 190 euro per ogni minore iscritto.

La detrazione può essere attribuita a un solo genitore oppure suddivisa tra entrambi se gli accordi lo prevedono.

Cosa si deve indicare nel 730

Per ottenere la detrazione, non è necessaria alcuna domanda preventiva. Il contribuente deve conservare la ricevuta della spesa e riportarla nella dichiarazione dei redditi.

L’importo va inserito:

  • Nel quadro RP del Modello Redditi PF
  • Nel quadro E del Modello 730 (righi da E8 a E10), specificando il codice 45

Se le spese sono state sostenute per più figli, è necessario indicare l’importo relativo a ciascuno di loro nella dichiarazione.

Come richiedere il bonus musica

Per ottenere il Bonus Musica 2025, non è necessario presentare una domanda specifica. La detrazione va richiesta direttamente nella dichiarazione dei redditi tramite il Modello 730 o il Modello Redditi PF.

Per essere ammessi alla detrazione, le spese devono essere state sostenute tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024. Il pagamento deve essere tracciabile e effettuato tramite bonifico bancario, versamento postale, assegni bancari o circolari, oppure carte di pagamento (di debito, di credito o prepagate). Non sono ammessi pagamenti in contanti.

Nel caso in cui il figlio compia 18 anni nel corso dell’anno, il requisito dell’età si considera rispettato se, per una parte dell’anno d’imposta, il figlio risulti ancora minorenne.

 

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bonus Tari

Bonus Tari: cos’è e come ottenerlo Bonus TARI 2025: pubblicato in Gazzetta il DPCM che riconosce un aiuto alle famiglie in difficoltà economica per il pagamento dei rifiuti

Bonus Tari 2025: sconto del 25%

Il Governo ha approvato il Bonus Tari  2025, una misura che prevede una riduzione del 25% sulla tassa rifiuti per i nuclei familiari con un ISEE basso. Il decreto (DPCM 24/2025) è presente sulla Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2025 e entrerà in vigore il 28 marzo 2025.

Chi può accedere al bonus

Possono accedere al bonus Tari 2025 i nuclei familiari che rispettano i seguenti requisiti economici e soggettivi:

  • un ISEE inferiore a 9.530 euro annui (che sale fino a 20.000 euro per nuclei familiari in cui sono presenti almeno quattro figli a carico);
  • il richiedente deve essere il titolare dell’utenza Tari ed essere residente nell’immobile per cui paga la tassa;
  • essere in regola con i pagamenti della TARI degli anni precedenti.

Come funziona il bonus TARI 2025

Il bonus sarà applicato automaticamente, senza la necessità di presentare una domanda specifica, sulla base dei dati ISEE che vengono forniti all’INPS. Il taglio del 25% riguarderà però solo i nuclei familiari con un ISEE inferiore a 9.350 euro, mentre per le famiglie con almeno quattro figli a carico, la soglia è stata elevata a 20.000 euro.

Esclusione dei trattamenti assistenziali dal calcolo ISEE

Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri prevede l’esclusione dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari dal calcolo del reddito ISEE per i nuclei familiari in cui vi siano persone disabili o non autosufficienti.

Passaggi successivi

Per rendere operativo il bonus, manca ancora l’approvazione del provvedimento da parte dell’Autorità per l’energia (Arera), in accordo con il Garante della privacy, che dovrà definire le modalità di trasmissione dei dati dall’INPS ai Comuni nel rispetto della privacy.

Obiettivo del bonus Tari 2025

Il Bonus Tari o bonus rifiuti rappresenta senza dubbio un sostegno economico importante per le famiglie a basso reddito, al fine di garantire un trattamento equo a livello nazionale.

 

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Allegati

flat tax

Flat tax Flat Tax: cos'è, come funziona, chi può accedere, il regime forfettario, vantaggi e svantaggi, novità 2025

Cos’è la flat tax

La flat tax o “tassa piatta” è un sistema di imposizione fiscale in cui tutti i redditi vengono tassati allo stesso tasso, senza distinzioni o scaglioni. A differenza delle imposte progressive, in cui l’aliquota aumenta con il reddito, la tassa piatta applica una percentuale fissa su ogni tipo di reddito, rendendo il sistema più semplice e trasparente.

In Italia, la flat tax è stata introdotta in maniera parziale con la Legge di Bilancio 2019 e successivamente modificata, estesa e riformata nel corso degli anni. La proposta ha suscitato ampio interesse, soprattutto per la sua capacità di semplificare il sistema fiscale e favorire la crescita economica, incentivando i contribuenti a dichiarare maggiori redditi, grazie alla riduzione della pressione fiscale.

Come funziona

Nel modello della flat tax, l’imposta è applicata su tutte le entrate del contribuente, indipendentemente dalla loro natura (stipendi, pensioni, redditi da capitale, ecc.). Una volta determinato il reddito complessivo, viene calcolata la tassa dovuta applicando l’aliquota unica. Questo tipo di sistema evita la progressività delle imposte, che è invece tipica del sistema fiscale italiano.

Aliquote della flat tax in Italia

Nel 2023, la tassa piatta in Italia ha visto l’introduzione di aliquote ridotte per i lavoratori autonomi e per piccole partite IVA, con una aliquota del 15% per i redditi fino a 85.000 euro. Per i lavoratori con reddito superiore a tale soglia, il sistema progressivo continua ad applicarsi.

A chi si applica la flat tax

La flat tax è stata inizialmente pensata per le piccole imprese e i lavoratori autonomi, con un limite di reddito annuale. Questi contribuenti possono aderire a un regime fiscale semplificato, che riduce la burocrazia e le imposte da versare. Tuttavia, negli anni successivi, si è ipotizzato di estendere la flat tax anche a una parte dei redditi da lavoro dipendente e pensioni, creando un sistema misto.

Regime forfettario

Nel contesto italiano, la flat tax è stata parzialmente implementata tramite il regime forfettario. Questo regime fiscale consente ai professionisti e alle piccole imprese di applicare una tassazione semplificata sui redditi, riducendo le imposte in base a una percentuale fissa. I soggetti che aderiscono al regime forfettario, se soddisfano i requisiti, beneficiano di una tassazione che, oltre ad essere semplificata, è anche più bassa rispetto al regime ordinario.

Soggetti che vi possono accedere in Italia

  • Lavoratori autonomi con reddito fino a 85.000 euro
  • Piccole partite IVA;
  • Professionisti con reddito sotto determinati limiti e a determinate condizioni.
  • Microimprese e start-up.

Vantaggi della flat tax

  1. Semplificazione fiscale

Uno dei principali vantaggi della flat tax è la semplificazione del sistema fiscale. Con una sola aliquota, i contribuenti non devono più preoccuparsi di calcolare e applicare le aliquote progressive, riducendo la burocrazia e i costi amministrativi. Inoltre, le piccole imprese e i liberi professionisti hanno meno oneri fiscali e dichiarativi.

  1. Incentivo alla crescita economica

Applicando una aliquota fissa e più bassa, la flat tax stimola i contribuenti a dichiarare maggiori redditi. La percezione di una tassa più leggera potrebbe indurre i lavoratori autonomi e le piccole imprese ad aumentare la loro attività economica, contribuendo così a un aumento dell’economia nazionale.

  1. Equità fiscale

In un sistema con una tassa unica, si evita il rischio di “evasione fiscale” da parte di chi cerca di nascondere una parte del reddito per ridurre il carico fiscale. In teoria, tutti i contribuenti sono tassati allo stesso modo, senza distinzioni basate su scaglioni di reddito.

  1. Maggiore attrattività per gli Investitori

Le imprese straniere potrebbero essere più incentivare ad investire in Italia se il sistema fiscale è semplice e favorevole. La flat tax, con la sua prevedibilità e stabilità, potrebbe attirare investimenti esteri e creare opportunità economiche.

Svantaggi della flat tax

  1. Disuguaglianze economiche

Un potenziale svantaggio della flat tax è che, applicando la stessa aliquota su tutti i redditi, potrebbe favorire i contribuenti con redditi elevati a discapito di quelli con redditi bassi. I contribuenti più ricchi beneficiano maggiormente della riduzione dell’aliquota fiscale, mentre i più poveri continuano a subire una pressione fiscale più alta rispetto a quella che avrebbero subito con un sistema progressivo.

  1. Perdita di entrate fiscali

L’introduzione della flat tax potrebbe comportare una perdita di entrate fiscali per lo Stato, soprattutto se la riduzione delle imposte per le fasce alte di reddito non viene compensata da un aumento significativo delle dichiarazioni di reddito da parte dei contribuenti. Se non vi è un aumento dei redditi dichiarati, il sistema potrebbe generare un buco fiscale.

  1. Efficacia nel settore pubblico

La flat tax potrebbe non risolvere alcuni problemi strutturali, come quelli legati ai settori pubblici dove la redistribuzione delle risorse è essenziale per mantenere l’equità. Il sistema progressivo consente infatti una distribuzione più equa delle risorse, mirando ad una maggiore giustizia sociale.

Novità 2025

Nel 2025, sono previste alcune modifiche importanti al sistema della flat tax, in particolare per quanto riguarda:

  • Estensione del regime forfettario a più categorie di contribuenti, comprese alcune piccole imprese e professionisti con redditi più alti.
  • Revisione delle soglie di reddito: flat tax estesa a chi guadagna fino a 000 euro, ampliando la platea di beneficiari, la cessazione da regime infatti cessa non appena si superano detto importo soglia di compensi e ricavi.
  • Introduzione di sistemi di deduzioni più favorevoli per le famiglie e per chi investe in determinate aree economiche, come l’innovazione tecnologica e la sostenibilità.

 

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domicilio digitale

Domicilio digitale per il fisco: al via il nuovo servizio È online il nuovo servizio web per comunicare un domicilio digitale per il fisco e ricevere le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate e dell’AdeR

Domicilio digitale per il fisco

Domicilio digitale per il fisco: è attivo il nuovo servizio web dell’Agenzia delle Entrate, attraverso il quale i cittadini possono scegliere di indicare un indirizzo di posta elettronica certificata al quale ricevere le comunicazioni delle Entrate (atti, avvisi, altra corrispondenza). La novità, comunica l’Agenzia, è finalizzata a rendere più semplici e sicure le modalità di recapito, in attuazione di quanto previsto dal Dlgs n. 13/2024, ed è rivolta esclusivamente alle persone fisiche, ai professionisti e agli enti di diritto privato che non sono tenuti a iscriversi in albi, elenchi, o registri professionali.

Come utilizzare il servizio

Il servizio web è disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il cittadino che sceglie la nuova modalità non deve fare altro che accedere con le credenziali Spid, Cie (Carta d’identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) e indicare il proprio “domicilio digitale”, cioè un indirizzo di posta elettronica certificata (pec) o altro servizio di recapito certificato qualificato. Riceverà a quel punto, presso la stessa casella certificata, il codice necessario a validare l’operazione. Con le stesse modalità sarà inoltre possibile comunicare la variazione o la revoca del domicilio già registrato.

A chi è rivolto

Possono eleggere il domicilio digitale speciale le persone fisiche, i professionisti e gli enti di diritto privato che non sono tenuti all’iscrizione in albi, elenchi, registri professionali o nel registro delle imprese (articolo 6-quater del Cad, “Codice dell’amministrazione digitale”).

Come specificato nel provvedimento – pdf del 7 ottobre 2024, ciascun utente avrà la possibilità di eleggere un unico domicilio digitale e non potrà indicare un indirizzo già associato ad altri. Il servizio può essere usato anche per confermare il domicilio digitale precedentemente comunicato all’Agenzia, mentre la procedura è esclusa per i soggetti i cui indirizzi Pec devono essere iscritti nell’Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti “Ini-Pec” (articolo 6-bis del Cad).

Per quali comunicazioni

In base alle modifiche introdotte dal Dlgs n. 13/2024, i cittadini possono eleggere il domicilio digitale speciale al quale ricevere gli atti e le comunicazioni per cui non è previsto obbligo di notifica, sia gli atti, gli avvisi e i provvedimenti che per legge devono essere notificati.

Lo stesso decreto ha esteso la possibilità dell’uso del domicilio digitale anche agli atti di Agenzia delle entrate-Riscossione.

rottamazione-quater

Rottamazione-quater: le istruzioni per la riammissione Al via le richieste di riammissione alla rottamazione-quater per i decaduti fino al 2024. Online il servizio dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione

Rottamazione-quater: al via le richieste di riammissione

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha attivato il servizio online per presentare la domanda di riammissione alla Rottamazione-quater, misura prevista dalla Legge n. 15/2025, che ha convertito il decreto Milleproroghe (D.L. n. 202/2024). L’opportunità riguarda i contribuenti che al 31 dicembre 2024 avevano piani di pagamento decaduti dalla Definizione agevolata. Le richieste devono essere trasmesse esclusivamente online entro il 30 aprile 2025 tramite il portale ufficiale www.agenziaentrateriscossione.gov.it, dove sono disponibili anche le FAQ per chiarire i principali dubbi.

Chi può richiedere la riammissione?

La norma consente la riammissione esclusivamente per i debiti già inseriti nelle precedenti adesioni alla Rottamazione-quater, per i quali i contribuenti risultano decaduti per mancato, insufficiente o tardivo versamento delle rate previste.

Modalità di pagamento

I contribuenti potranno scegliere tra due opzioni di pagamento:

  • Soluzione unica entro il 31 luglio 2025;
  • Rateizzazione in 10 rate, con le prime due scadenze fissate per il 31 luglio e il 30 novembre 2025 e le successive programmate il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre per gli anni 2026 e 2027.

Come presentare la domanda online

La richiesta di riammissione deve essere inviata esclusivamente tramite il servizio dedicato disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Sono previste due modalità di accesso:

  1. Area riservata:
    • Accesso con SPID, CIE, CNS o, per gli intermediari fiscali, Entratel;
    • Selezione delle cartelle e avvisi idonei;
    • Scelta del piano di rateizzazione senza necessità di allegare documenti di riconoscimento.
  2. Area pubblica:
    • Compilazione di un form online;
    • Inserimento del numero della Comunicazione delle somme dovute già ricevuta;
    • Indicazione del numero di rate desiderate (massimo 10);
    • Allegato del documento di riconoscimento;
    • Ricezione di una email di conferma con un link da convalidare entro 72 ore.

In caso di smarrimento della Comunicazione delle somme dovute, è possibile richiederne una copia seguendo le istruzioni disponibili sul sito ufficiale.

Comunicazione dell’esito della richiesta

Entro il 30 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invierà ai richiedenti:

  • L’ammontare delle somme dovute;
  • I moduli di pagamento con le relative scadenze.

Cos’è la Rottamazione-quater?

La Definizione agevolata (Rottamazione-quater), si ricorda, riguarda i carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022).

La misura consente di pagare esclusivamente:

  • Il capitale dovuto;
  • Le spese per procedure esecutive e diritti di notifica.

Non sono invece richiesti:

  • Sanzioni e interessi iscritti a ruolo;
  • Interessi di mora e aggio;
  • Maggiorazioni su multe stradali e altre sanzioni amministrative.

 

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codice fiscale

Codice fiscale Codice fiscale: cos'è, a che cosa serve, come richiederlo e ottenerlo, come si calcola e codice fiscale inverso

Cos’è il Codice Fiscale?

Il codice fiscale è un identificativo univoco assegnato a ogni cittadino italiano e a soggetti esteri con interessi in Italia. Serve per identificare le persone fisiche e giuridiche ai fini fiscali e amministrativi.

Introdotto con il D.P.R. n. 605/1973, è rilasciato dall’Agenzia delle Entrate e riportato sulla tessera sanitaria.

Come richiederlo

Questo identificativo viene assegnato automaticamente ai cittadini italiani alla nascita.

I cittadini stranieri comunitari che vogliono richiederlo devono farne richiesta a uno degli uffici dell’Agenzia presenti sul territorio (con modello AA4/8) alla rappresentanza consolare nel paese da cui proviene. Alla richiesta il soggetto deve allegare il passaporto o la carta di d’identità valida per l’espatrio in corso di validità.

I cittadini stranieri non comunitari invece lo ricevono:

  • allo sportello unico per l’immigrazione presente presso le prefetture (in caso di richiesta del permesso di soggiorno per lavoro o ricongiungimento familiare);
  • dalle Questure per coloro che richiedono altri tipi di permessi di soggiorno.

Calcolo del Codice fiscale

Il codice fiscale per le persone fisiche è composto da 16 caratteri alfanumerici, derivati da:

Cognome (3 lettere): le prime tre consonanti del cognome o, in loro assenza, le vocali.

Nome (3 lettere): prima, terza e quarta consonante del nome; se mancano, si usano le vocali.

Data di nascita e sesso (5 caratteri):

  • 2 cifre per l’anno di nascita (es. 85 per il 1985);
  • 1 lettera per il mese (A=Gennaio, B=Febbraio, C=Marzo, ecc.);
  • 2 cifre per il giorno, con 40 in più per le donne (es. 10 per un uomo nato il 10, 50 per una donna nata lo stesso giorno).

Luogo di nascita (4 caratteri): codice alfanumerico del comune italiano o dello Stato estero.

Carattere di controllo (1 lettera): calcolato con un algoritmo basato sui caratteri precedenti.

Esempio di Calcolo

Un uomo nato a Roma il 15 aprile 1985 con cognome Rossi e nome Marco avrebbe:

  • Cognome: RSI
  • Nome: MRC
  • Data di nascita e sesso: 85D15
  • Luogo di nascita: H501 (codice per Roma)
  • Lettera di controllo (calcolata dall’algoritmo): Z

Risultato: RSIMRC85D15H501Z

Codice fiscale inverso

Il codice fiscale inverso è il processo che permette di risalire ai dati anagrafici da un codice fiscale esistente. Tuttavia, non è sempre affidabile al 100%, poiché:

  • più persone possono avere lo stesso codice fiscale (casi di omocodia);
  • il codice fiscale omocodico viene modificato dall’Agenzia delle Entrate sostituendo alcuni numeri con lettere.

Per verificare la correttezza, si possono usare strumenti ufficiali dell’Agenzia delle Entrate o software di calcolo online.

 

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codice fiscale per i neonati

Codice fiscale per i neonati: il servizio online L'Agenzia delle Entrate ha implementato un nuovo servizio online per il rilascio del codice fiscale per i neonati e anche per il duplicato della tessera sanitaria

Codice fiscale sprint per i neonati

Al via il nuovo servizio online per ottenere velocemente il codice fiscale per i neonati, se il Comune di residenza non lo ha comunicato ai genitori. Questi ultimi, infatti, adesso possono richiederlo direttamente online nell’area riservata del sito dell’Agenzia. E’ il nuovo servizio implementato dalle Entrate che hanno esteso anche la possibilità di richiedere il duplicato della tessera sanitaria direttamente online. Le regole sono indicate nel provvedimento del direttore dell’Agenzia del 5 marzo 2025.

Come fare richiesta per il codice fiscale neonati

Il nuovo servizio per la richiesta del certificato di codice fiscale, spiegano dal fisco, è disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia: per accedere è quindi necessario avere Spid o in alternativa le credenziali Cie (Carta d’identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). La richiesta può essere fatta da uno dei due genitori così come dai loro eventuali rappresentanti (come per esempio i tutori). Una volta entrati nell’applicativo, basta inserire i dati anagrafici della bambina o del bambino e allegare la copia dei documenti di nascita (certificato di nascita o dichiarazione di nascita resa presso l’ospedale). Non appena l’ufficio ha lavorato la richiesta, il sistema invia una email per avvisare che il certificato è disponibile online.

Duplicato tessera sanitaria online

Più semplice anche richiedere il duplicato della tessera sanitaria, a prescindere dalla tipologia (con o senza microchip).

Grazie al nuovo servizio, disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia, è innanzitutto possibile visualizzare e stampare una copia dell’ultima tessera sanitaria attiva, chiedere la riemissione su supporto plastificato e anche verificare l’indirizzo al quale sarà spedita, che normalmente coincide con l’indirizzo di residenza registrato in Anagrafe tributaria. Qualora si volesse far recapitare la tessera presso un indirizzo diverso da quello di residenza, il servizio consente di indicare direttamente online un diverso recapito di spedizione.

bonus psicologo inps

Bonus psicologo: cos’è e come funziona Scopri a chi si rivolge, come funziona e i requisiti per accedere al beneficio del bonus psicologo

Cos’è il Bonus psicologo

Il Bonus psicologo è un contributo economico introdotto per aiutare le persone che soffrono di ansia, stress, depressione o fragilità psicologica a causa della pandemia e della crisi socio-economica. Il bonus copre fino a 50 euro a seduta di psicoterapia, per un importo massimo variabile in base al reddito ISEE.

A chi è rivolto

Il Bonus Psicologo è rivolto a tutti i cittadini italiani o residenti in Italia che:

  • hanno un ISEE inferiore a 50.000 euro;
  • hanno avuto gravi conseguenze di natura psicologica a causa della pandemia;
  • vogliono intraprendere un percorso psicoterapeutico.

Come fare domanda

Le domande per il bonus psicologo possono essere presentate esclusivamente online tramite il sito web dell’INPS utilizzando SPID, CIE o CNS.

Cosa serve per fare domanda

Per fare domanda per il Bonus Psicologo è necessario avere:

  • un ISEE in corso di validità inferiore a 50.000 euro;
  • SPID, CIE o CNS per accedere al portale INPS.

La domanda può essere presentata anche tramite il Contact Center INPS. Basta contattare il numero verde 803.164, gratuito da tutte le reti fisse o il numero 06 164.164 da rete mobile a pagamento con costo variabile al variare della tariffa del gestore.

Bonus psicologo come funziona

Una volta presentata la domanda e ricevuta l’approvazione, l’INPS eroga un codice univoco al beneficiario. Il codice deve essere consegnato allo psicologo per usufruire delle sessioni di terapia. Il bonus copre fino a 50 euro  a seduta, per un importo massimo che varia in base al reddito ISEE:

  • ISEE inferiore a 15.000 euro: massimo 1.500 euro;
  • ISEE tra 15.000 euro e 30.000 euro: massimo 1.000,00 euro;
  • ISEE tra 30.000 euro e 50.000 euro: massimo 500,00 euro.

Ci sono 270 giorni per utilizzarlo dall’approvazione: tempo limite per utilizzare il codice univoco e usufruire delle sessioni di terapia.

Bonus psicologo: i chiarimenti dell’INPS

Sulla misura, nel corso del 2024, l’INPS è intervenuto con diversi provvedimenti per fornire i dettagli necessari:

  • presentando una nuova Dichiarazione Unica corretta e completa;
  • presentando documenti idonei a provare che i dati inviati sono corretti e completi;
  • rettificando la DSU con efficacia retroattiva, se presentata tramite CAF, qualora sia stato commesso un errore materiale.

Il messaggio ricorda inoltre che il riconoscimento del bonus psicologo è subordinato al trasferimento dei fondi dalle Regioni all’INPS.

Graduatorie 2024

Con il messaggio 2584/2024 l’INPS ha comunicato la pubblicazione delle graduatorie per l’erogazione del bonus psicologo, distinte per Regioni e Province autonome di residenza.

I beneficiari sono stati individuati tenendo conto del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) più basso e, a parità del valore ISEE, dell’ordine cronologico di presentazione delle domande, nei limiti dell’ammontare delle risorse.

Ultime sul bonus psicologo

I beneficiari accedendo dalla home page del portale Inps alla pagina dedicata alla prestazione, troveranno il link di accesso al servizio (“Utilizza il servizio”), per il quale è richiesta l’autenticazione con la propria identità digitale, SPID di livello 2 o superiore, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei servizi (CNS); una volta autenticati, i soggetti richiedenti possono visionare l’esito della richiesta e, in caso di esito positivo, l’importo del contributo riconosciuto e il codice univoco assegnato per usufruire delle sedute di psicoterapia.

Ulteriori risorse

Con il messaggio n. 811/2025, l’INPS ha comunicato lo stanziamento di ulteriori risorse a valere sui fondi 2023 per il bonus psicologo. In particolare, sono stati stanziati 5 milioni di euro destinati a Regioni e province autonome per finanziarie sessioni di psicoterapia. Le graduatorie verranno aggiornate a partire dal 15 aprile 2025.

nucleo familiare

Il nucleo familiare Il nucleo familiare: definizione, composizione, importanza ai fini ISEE e fiscali e giurisprudenza di rilievo

Il concetto di nucleo familiare

Il concetto di nucleo familiare è centrale in numerosi ambiti legali, economici e fiscali. Spesso utilizzato per calcolare l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e per determinare l’accesso a prestazioni sociali e benefici fiscali. Si tratta di un concetto che può sembrare semplice, ma che in realtà presenta alcune complessità, soprattutto per quanto riguarda le definizioni giuridiche e le implicazioni pratiche.

In questo articolo, esploreremo cosa si intende per nucleo familiare, chi ne fa parte e quale importanza riveste ai fini dell’ISEE e della fiscalità, facendo riferimento anche alla giurisprudenza pertinente.

Cos’è il nucleo familiare

Il nucleo familiare è definito come il gruppo di persone che, pur non essendo necessariamente legate da vincoli di parentela diretti, vivono insieme stabilmente e condividono le risorse economiche. La composizione è determinata dalla convivenza e dalla condivisione del reddito, ma anche da relazioni di affetto e supporto reciproco.

Secondo la normativa vigente, il nucleo familiare comprende, a titolo principale, le seguenti persone:

  1. il richiedente: la persona che richiede il beneficio (ad esempio, l’ISEE).
  2. il coniuge: se il richiedente è sposato, il coniuge fa parte del nucleo familiare.
  3. i figli: sono considerati membri del nucleo familiare i figli, sia minorenni che maggiorenni, se conviventi e non economicamente autosufficienti.
  4. i genitori: se i figli vivono con i genitori, questi ultimi sono inclusi nel nucleo familiare.

In alcune circostanze esso può includere anche altri membri, come i fratelli o altri parenti, se questi vivono insieme e contribuiscono al sostentamento comune.

Composizione ed eccezioni

In generale, il concetto di nucleo familiare si basa sulla convivenza e sul reddito condiviso. Tuttavia, la normativa prevede alcune eccezioni in casi particolari. Ad esempio, nel calcolo dell’ISEE, non sono considerati parte del nucleo familiare i figli che sono sposati o che vivono in autonomia, anche se continuano a risiedere nella stessa abitazione.

La definizione di nucleo familiare può differire leggermente a seconda dell’ente o della prestazione sociale per cui viene utilizzato. Ad esempio, per l’ISEE, il nucleo familiare comprende tutti i membri della famiglia che convivono stabilmente e che hanno un reddito condiviso, mentre per altri benefici fiscali o sociali, le regole possono variare.

Il nucleo familiare ai fini ISEE

L’ISEE è uno degli strumenti più importanti per determinare l’accesso a prestazioni sociali, bonus e agevolazioni fiscali. La sua formulazione dipende dalla composizione del nucleo familiare, quindi è essenziale conoscere correttamente chi ne fa parte per calcolare l’ISEE in modo accurato, visto che le regole relative alla composizione del nucleo famigliare per quanto riguarda questo indicatore sono piuttosto complesse.

Secondo la normativa ISEE, il nucleo familiare è composto dai membri della famiglia anagrafica alla data di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), con alcune eccezioni. La famiglia anagrafica include persone legate da vincoli di matrimonio, unione civile, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi, che coabitano o hanno dimora abituale nello stesso comune. Il nucleo familiare ISEE però è diverso dal concetto di “familiare a carico” ai fini fiscali.

Per calcolare l’ISEE, si può affermare in generale che devono sommarsi i redditi e i patrimoni di tutti i membri del nucleo familiare per poi dividerli per un parametro che tiene conto del numero dei componenti del nucleo stesso, dando così un valore equivalente. Questo valore determina l’accesso a benefici come:

  • Bonus Famiglia: agevolazioni fiscali per le famiglie con figli a carico.
  • Assegni Familiari: prestazioni economiche erogate dallo Stato alle famiglie con determinati requisiti di reddito.
  • Agevolazioni per servizi sociali: accesso a sussidi per la salute, l’istruzione, e altre prestazioni comunali.

Un nucleo familiare numeroso, ad esempio, può beneficiare di una riduzione dell’ISEE, mentre un nucleo familiare con pochi componenti, ma con redditi elevati, avrà un ISEE più alto, limitando l’accesso a prestazioni agevolate.

Importanza in ambito fiscale

Oltre agli aspetti relativi all’ISEE, il nucleo familiare riveste una notevole importanza anche in ambito fiscale. Le detrazioni fiscali e le agevolazioni per il carico familiare sono determinate in base alla composizione del nucleo, come nel caso delle detrazioni per figli a carico.

In particolare, le detrazioni per familiari a carico (come per i figli minorenni o per i coniugi non lavoratori) sono applicabili ai contribuenti che dichiarano di avere un nucleo familiare che soddisfa i requisiti previsti dalla normativa fiscale.

Alcune delle principali agevolazioni fiscali legate al nucleo familiare includono:

  • detrazione per figli a carico: permette di ottenere una riduzione dell’imposta dovuta in base al numero di figli che fanno parte del nucleo familiare;
  • bonus asilo nido: le famiglie con un ISEE basso possono beneficiare di questo bonus per coprire le spese di iscrizione e frequenza a strutture educative per bambini;
  • altri bonus e sgravi: le famiglie numerose o con determinate caratteristiche possono beneficiare di altre agevolazioni, tra cui il bonus famiglia e i bonus per la casa.

Giurisprudenza di rilievo

La giurisprudenza italiana ha contribuito a chiarire numerosi aspetti di questo istituto, specialmente in relazione ai benefici economici e fiscali. Le decisioni delle corti sono fondamentali per interpretare correttamente la legge in caso di contenziosi:

Cassazione n. 16786/2024: in tema di IMU, il concetto di abitazione principale non richiede necessariamente che l’intero nucleo familiare risieda e dimori nello stesso immobile. Questo significa che un contribuente può beneficiare dell’agevolazione IMU se risiede e dimora abitualmente in un determinato immobile, anche se il coniuge risiede in un comune diverso. Tuttavia, è fondamentale che l’immobile in questione sia l’unica abitazione principale del contribuente. Non è possibile, infatti, che entrambi i coniugi rivendichino l’agevolazione IMU per due abitazioni principali distinte, sia nello stesso comune che in comuni diversi.

Tar Lazio n. 4584/2025: per individuare i parametri che consentono al titolare della pensione di vecchiaia di essere esonerato dal pagamento delle spese sanitarie è possibile interrogare le – banche dati telematiche a disposizione del Ministero dell’Interno (Punto Fisco, Anagrafe Tributaria, Ufficio Attività Produttive, INPS, Agenzia delle Entrate etc.), che “permettono di individuare in tempo reale il quadro completo della posizione economica del soggetto e di tutti i componenti del proprio nucleo familiare ovvero addivenire a tutte le informazioni descrittive del reddito, del patrimonio, degli affari, degli scambi, della produzione e dei consumi di ogni singolo contribuente, ovvero i dati identificativi di tutte le ditte regolarmente censite.”

 

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