contributo unificato

Contributo unificato: si paga solo sulle cartelle esattoriali La Cassazione ha chiarito che il contributo unificato nel giudizio tributario va versato solo sugli atti effettivamente impugnati

Contributo unificato: i chiarimenti della Cassazione

La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 6769/2025, ha chiarito che il contributo unificato nel giudizio tributario deve essere versato esclusivamente sugli atti effettivamente impugnati. Se il contribuente contesta solo le cartelle esattoriali, il pagamento del contributo non può estendersi all’intimazione di pagamento, anche se il giudice ne fa riferimento nella sentenza.

Il caso: il contribuente e l’impugnazione delle cartelle

Un contribuente, ricevuta la notificazione di intimazione di pagamento, aveva impugnato le tre cartelle esattoriali presupposte riportate nell’atto, senza contestare l’intimazione ad esse collegata.

Tuttavia, l’ufficio riteneva che il contributo unificato dovesse essere versato anche per l’intimazione di pagamento, non espressamente impugnata ma alla quale la CTP aveva operato riferimento nella sua decisione.

La questione finiva innanzi alla CTR del Lazio che riteneva fondata la tesi dell’ufficio, riformava la decisione della CTP e affermava la validità dell’atto di irrogazione delle sanzioni, compensando tra le parti le spese di lite.
Il contribuente adiva quindi il Palazzaccio, lamentando la “carenza, illogicità, erroneità e contraddittorietà della motivazione” della decisione adottata dalla CTR, perché, a suo dire, “non è dovuto il pagamento del contributo unificato in relazione ad atto non impugnato, e pertanto è illegittima l’irrogazione di sanzioni per non aver versato un contributo non dovuto”.

Il principio di diritto della Cassazione

La Cassazione ha ribaltato la decisione della CTR, accogliendo il ricorso del contribuente.

La Suprema Corte ha affermato il seguente principio di diritto, secondo cui “ai fini del
pagamento del contributo unificato nel giudizio tributario, non ogni atto cui il giudice operi riferimento nella sua pronuncia diviene, per ciò solo, un atto impugnato; pertanto qualora li contribuente, ricevuta la notificazione di una intimazione di pagamento relativa a tre cartelle esattoriali, abbia proposto impugnazione esclusivamente avverso queste ultime, solo in relazione ad esse dovrà versare il contributo unificato, anche se il giudice, nella sua
decisione, abbia proposto valutazioni anche in ordine all’intimazione di pagamento”.
Pertanto, il ricorso è accolto e l’atto irrogativo delle sanzioni annullato.

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bonus musica

Bonus musica: come si ottiene Bonus musica: cos’è, la normativa di riferimento, a chi spetta, in cosa consiste, e come indicarlo nella dichiarazione dei redditi per averlo

Cos’è il bonus musica

Il Bonus Musica 2025 è una detrazione fiscale del 19% che viene calcolata sulle spese sostenute per l’iscrizione o l’abbonamento a corsi di musica riconosciuti. L’agevolazione si applica ai figli di età compresa tra i 5 e i 18 anni e consente di ottenere un rimborso fino a un massimo di 1.000 euro per ciascun figlio. Il beneficio è riservato alle famiglie con un reddito complessivo non superiore a 36.000 euro annui.

Normativa di riferimento

Il Bonus Musica è stato introdotto nel nostro ordinamento dalla legge di bilancio 2020. Esso è disciplinato dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.), dedicato alle detrazioni degli oneri, che al comma 1, lettera e-quater) così dispone: “le spese, per un importo non superiore a 1.000 euro, sostenute da contribuenti con reddito complessivo non superiore a 36.000 euro per l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni a conservatori di musica, a istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) legalmente riconosciute ai sensi della legge 21 dicembre 1999, n. 508, a scuole di musica iscritte nei registri regionali nonché a cori, bande e scuole di musica riconosciuti da una pubblica amministrazione, per lo studio e la pratica della musica.” 

La detrazione si applica quindi alle spese sostenute per corsi presso conservatori, istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), scuole di musica registrate nei registri regionali, bande musicali e cori riconosciuti dalla pubblica amministrazione.

A chi spetta il bonus musica

Il Bonus Musica è destinato quindi ai contribuenti con figli di età compresa tra 5 e 18 anni, iscritti a scuole di musica accreditate. Per accedere alla detrazione, il reddito complessivo del nucleo familiare deve essere inferiore a 36.000 euro annui. Sebbene il bonus venga generalmente richiesto dai genitori, anche un minore con reddito proprio e obbligo dichiarativo può beneficiare direttamente della detrazione per le spese sostenute.

In cosa consiste

Il Bonus Musica consente di ottenere una detrazione fiscale pari al 19% sulle spese di iscrizione o abbonamento ai corsi musicali riconosciuti. L’importo massimo detraibile è di 1.000 euro per figlio, con un risparmio massimo di 190 euro per ogni minore iscritto.

La detrazione può essere attribuita a un solo genitore oppure suddivisa tra entrambi se gli accordi lo prevedono.

Cosa si deve indicare nel 730

Per ottenere la detrazione, non è necessaria alcuna domanda preventiva. Il contribuente deve conservare la ricevuta della spesa e riportarla nella dichiarazione dei redditi.

L’importo va inserito:

  • Nel quadro RP del Modello Redditi PF
  • Nel quadro E del Modello 730 (righi da E8 a E10), specificando il codice 45

Se le spese sono state sostenute per più figli, è necessario indicare l’importo relativo a ciascuno di loro nella dichiarazione.

Come richiedere il bonus musica

Per ottenere il Bonus Musica 2025, non è necessario presentare una domanda specifica. La detrazione va richiesta direttamente nella dichiarazione dei redditi tramite il Modello 730 o il Modello Redditi PF.

Per essere ammessi alla detrazione, le spese devono essere state sostenute tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024. Il pagamento deve essere tracciabile e effettuato tramite bonifico bancario, versamento postale, assegni bancari o circolari, oppure carte di pagamento (di debito, di credito o prepagate). Non sono ammessi pagamenti in contanti.

Nel caso in cui il figlio compia 18 anni nel corso dell’anno, il requisito dell’età si considera rispettato se, per una parte dell’anno d’imposta, il figlio risulti ancora minorenne.

 

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bonus Tari

Bonus Tari: cos’è e come ottenerlo Bonus TARI 2025: pubblicato in Gazzetta il DPCM che riconosce un aiuto alle famiglie in difficoltà economica per il pagamento dei rifiuti

Bonus Tari 2025: sconto del 25%

Il Governo ha approvato il Bonus Tari  2025, una misura che prevede una riduzione del 25% sulla tassa rifiuti per i nuclei familiari con un ISEE basso. Il decreto (DPCM 24/2025) è presente sulla Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2025 e entrerà in vigore il 28 marzo 2025.

Chi può accedere al bonus

Possono accedere al bonus Tari 2025 i nuclei familiari che rispettano i seguenti requisiti economici e soggettivi:

  • un ISEE inferiore a 9.530 euro annui (che sale fino a 20.000 euro per nuclei familiari in cui sono presenti almeno quattro figli a carico);
  • il richiedente deve essere il titolare dell’utenza Tari ed essere residente nell’immobile per cui paga la tassa;
  • essere in regola con i pagamenti della TARI degli anni precedenti.

Come funziona il bonus TARI 2025

Il bonus sarà applicato automaticamente, senza la necessità di presentare una domanda specifica, sulla base dei dati ISEE che vengono forniti all’INPS. Il taglio del 25% riguarderà però solo i nuclei familiari con un ISEE inferiore a 9.350 euro, mentre per le famiglie con almeno quattro figli a carico, la soglia è stata elevata a 20.000 euro.

Esclusione dei trattamenti assistenziali dal calcolo ISEE

Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri prevede l’esclusione dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari dal calcolo del reddito ISEE per i nuclei familiari in cui vi siano persone disabili o non autosufficienti.

Passaggi successivi

Per rendere operativo il bonus, manca ancora l’approvazione del provvedimento da parte dell’Autorità per l’energia (Arera), in accordo con il Garante della privacy, che dovrà definire le modalità di trasmissione dei dati dall’INPS ai Comuni nel rispetto della privacy.

Obiettivo del bonus Tari 2025

Il Bonus Tari o bonus rifiuti rappresenta senza dubbio un sostegno economico importante per le famiglie a basso reddito, al fine di garantire un trattamento equo a livello nazionale.

 

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flat tax

Flat tax Flat Tax: cos'è, come funziona, chi può accedere, il regime forfettario, vantaggi e svantaggi, novità 2025

Cos’è la flat tax

La flat tax o “tassa piatta” è un sistema di imposizione fiscale in cui tutti i redditi vengono tassati allo stesso tasso, senza distinzioni o scaglioni. A differenza delle imposte progressive, in cui l’aliquota aumenta con il reddito, la tassa piatta applica una percentuale fissa su ogni tipo di reddito, rendendo il sistema più semplice e trasparente.

In Italia, la flat tax è stata introdotta in maniera parziale con la Legge di Bilancio 2019 e successivamente modificata, estesa e riformata nel corso degli anni. La proposta ha suscitato ampio interesse, soprattutto per la sua capacità di semplificare il sistema fiscale e favorire la crescita economica, incentivando i contribuenti a dichiarare maggiori redditi, grazie alla riduzione della pressione fiscale.

Come funziona

Nel modello della flat tax, l’imposta è applicata su tutte le entrate del contribuente, indipendentemente dalla loro natura (stipendi, pensioni, redditi da capitale, ecc.). Una volta determinato il reddito complessivo, viene calcolata la tassa dovuta applicando l’aliquota unica. Questo tipo di sistema evita la progressività delle imposte, che è invece tipica del sistema fiscale italiano.

Aliquote della flat tax in Italia

Nel 2023, la tassa piatta in Italia ha visto l’introduzione di aliquote ridotte per i lavoratori autonomi e per piccole partite IVA, con una aliquota del 15% per i redditi fino a 85.000 euro. Per i lavoratori con reddito superiore a tale soglia, il sistema progressivo continua ad applicarsi.

A chi si applica la flat tax

La flat tax è stata inizialmente pensata per le piccole imprese e i lavoratori autonomi, con un limite di reddito annuale. Questi contribuenti possono aderire a un regime fiscale semplificato, che riduce la burocrazia e le imposte da versare. Tuttavia, negli anni successivi, si è ipotizzato di estendere la flat tax anche a una parte dei redditi da lavoro dipendente e pensioni, creando un sistema misto.

Regime forfettario

Nel contesto italiano, la flat tax è stata parzialmente implementata tramite il regime forfettario. Questo regime fiscale consente ai professionisti e alle piccole imprese di applicare una tassazione semplificata sui redditi, riducendo le imposte in base a una percentuale fissa. I soggetti che aderiscono al regime forfettario, se soddisfano i requisiti, beneficiano di una tassazione che, oltre ad essere semplificata, è anche più bassa rispetto al regime ordinario.

Soggetti che vi possono accedere in Italia

  • Lavoratori autonomi con reddito fino a 85.000 euro
  • Piccole partite IVA;
  • Professionisti con reddito sotto determinati limiti e a determinate condizioni.
  • Microimprese e start-up.

Vantaggi della flat tax

  1. Semplificazione fiscale

Uno dei principali vantaggi della flat tax è la semplificazione del sistema fiscale. Con una sola aliquota, i contribuenti non devono più preoccuparsi di calcolare e applicare le aliquote progressive, riducendo la burocrazia e i costi amministrativi. Inoltre, le piccole imprese e i liberi professionisti hanno meno oneri fiscali e dichiarativi.

  1. Incentivo alla crescita economica

Applicando una aliquota fissa e più bassa, la flat tax stimola i contribuenti a dichiarare maggiori redditi. La percezione di una tassa più leggera potrebbe indurre i lavoratori autonomi e le piccole imprese ad aumentare la loro attività economica, contribuendo così a un aumento dell’economia nazionale.

  1. Equità fiscale

In un sistema con una tassa unica, si evita il rischio di “evasione fiscale” da parte di chi cerca di nascondere una parte del reddito per ridurre il carico fiscale. In teoria, tutti i contribuenti sono tassati allo stesso modo, senza distinzioni basate su scaglioni di reddito.

  1. Maggiore attrattività per gli Investitori

Le imprese straniere potrebbero essere più incentivare ad investire in Italia se il sistema fiscale è semplice e favorevole. La flat tax, con la sua prevedibilità e stabilità, potrebbe attirare investimenti esteri e creare opportunità economiche.

Svantaggi della flat tax

  1. Disuguaglianze economiche

Un potenziale svantaggio della flat tax è che, applicando la stessa aliquota su tutti i redditi, potrebbe favorire i contribuenti con redditi elevati a discapito di quelli con redditi bassi. I contribuenti più ricchi beneficiano maggiormente della riduzione dell’aliquota fiscale, mentre i più poveri continuano a subire una pressione fiscale più alta rispetto a quella che avrebbero subito con un sistema progressivo.

  1. Perdita di entrate fiscali

L’introduzione della flat tax potrebbe comportare una perdita di entrate fiscali per lo Stato, soprattutto se la riduzione delle imposte per le fasce alte di reddito non viene compensata da un aumento significativo delle dichiarazioni di reddito da parte dei contribuenti. Se non vi è un aumento dei redditi dichiarati, il sistema potrebbe generare un buco fiscale.

  1. Efficacia nel settore pubblico

La flat tax potrebbe non risolvere alcuni problemi strutturali, come quelli legati ai settori pubblici dove la redistribuzione delle risorse è essenziale per mantenere l’equità. Il sistema progressivo consente infatti una distribuzione più equa delle risorse, mirando ad una maggiore giustizia sociale.

Novità 2025

Nel 2025, sono previste alcune modifiche importanti al sistema della flat tax, in particolare per quanto riguarda:

  • Estensione del regime forfettario a più categorie di contribuenti, comprese alcune piccole imprese e professionisti con redditi più alti.
  • Revisione delle soglie di reddito: flat tax estesa a chi guadagna fino a 000 euro, ampliando la platea di beneficiari, la cessazione da regime infatti cessa non appena si superano detto importo soglia di compensi e ricavi.
  • Introduzione di sistemi di deduzioni più favorevoli per le famiglie e per chi investe in determinate aree economiche, come l’innovazione tecnologica e la sostenibilità.

 

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domicilio digitale

Domicilio digitale per il fisco: al via il nuovo servizio È online il nuovo servizio web per comunicare un domicilio digitale per il fisco e ricevere le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate e dell’AdeR

Domicilio digitale per il fisco

Domicilio digitale per il fisco: è attivo il nuovo servizio web dell’Agenzia delle Entrate, attraverso il quale i cittadini possono scegliere di indicare un indirizzo di posta elettronica certificata al quale ricevere le comunicazioni delle Entrate (atti, avvisi, altra corrispondenza). La novità, comunica l’Agenzia, è finalizzata a rendere più semplici e sicure le modalità di recapito, in attuazione di quanto previsto dal Dlgs n. 13/2024, ed è rivolta esclusivamente alle persone fisiche, ai professionisti e agli enti di diritto privato che non sono tenuti a iscriversi in albi, elenchi, o registri professionali.

Come utilizzare il servizio

Il servizio web è disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il cittadino che sceglie la nuova modalità non deve fare altro che accedere con le credenziali Spid, Cie (Carta d’identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) e indicare il proprio “domicilio digitale”, cioè un indirizzo di posta elettronica certificata (pec) o altro servizio di recapito certificato qualificato. Riceverà a quel punto, presso la stessa casella certificata, il codice necessario a validare l’operazione. Con le stesse modalità sarà inoltre possibile comunicare la variazione o la revoca del domicilio già registrato.

A chi è rivolto

Possono eleggere il domicilio digitale speciale le persone fisiche, i professionisti e gli enti di diritto privato che non sono tenuti all’iscrizione in albi, elenchi, registri professionali o nel registro delle imprese (articolo 6-quater del Cad, “Codice dell’amministrazione digitale”).

Come specificato nel provvedimento – pdf del 7 ottobre 2024, ciascun utente avrà la possibilità di eleggere un unico domicilio digitale e non potrà indicare un indirizzo già associato ad altri. Il servizio può essere usato anche per confermare il domicilio digitale precedentemente comunicato all’Agenzia, mentre la procedura è esclusa per i soggetti i cui indirizzi Pec devono essere iscritti nell’Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti “Ini-Pec” (articolo 6-bis del Cad).

Per quali comunicazioni

In base alle modifiche introdotte dal Dlgs n. 13/2024, i cittadini possono eleggere il domicilio digitale speciale al quale ricevere gli atti e le comunicazioni per cui non è previsto obbligo di notifica, sia gli atti, gli avvisi e i provvedimenti che per legge devono essere notificati.

Lo stesso decreto ha esteso la possibilità dell’uso del domicilio digitale anche agli atti di Agenzia delle entrate-Riscossione.

rottamazione-quater

Rottamazione-quater: le istruzioni per la riammissione Al via le richieste di riammissione alla rottamazione-quater per i decaduti fino al 2024. Online il servizio dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione

Rottamazione-quater: al via le richieste di riammissione

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha attivato il servizio online per presentare la domanda di riammissione alla Rottamazione-quater, misura prevista dalla Legge n. 15/2025, che ha convertito il decreto Milleproroghe (D.L. n. 202/2024). L’opportunità riguarda i contribuenti che al 31 dicembre 2024 avevano piani di pagamento decaduti dalla Definizione agevolata. Le richieste devono essere trasmesse esclusivamente online entro il 30 aprile 2025 tramite il portale ufficiale www.agenziaentrateriscossione.gov.it, dove sono disponibili anche le FAQ per chiarire i principali dubbi.

Chi può richiedere la riammissione?

La norma consente la riammissione esclusivamente per i debiti già inseriti nelle precedenti adesioni alla Rottamazione-quater, per i quali i contribuenti risultano decaduti per mancato, insufficiente o tardivo versamento delle rate previste.

Modalità di pagamento

I contribuenti potranno scegliere tra due opzioni di pagamento:

  • Soluzione unica entro il 31 luglio 2025;
  • Rateizzazione in 10 rate, con le prime due scadenze fissate per il 31 luglio e il 30 novembre 2025 e le successive programmate il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre per gli anni 2026 e 2027.

Come presentare la domanda online

La richiesta di riammissione deve essere inviata esclusivamente tramite il servizio dedicato disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Sono previste due modalità di accesso:

  1. Area riservata:
    • Accesso con SPID, CIE, CNS o, per gli intermediari fiscali, Entratel;
    • Selezione delle cartelle e avvisi idonei;
    • Scelta del piano di rateizzazione senza necessità di allegare documenti di riconoscimento.
  2. Area pubblica:
    • Compilazione di un form online;
    • Inserimento del numero della Comunicazione delle somme dovute già ricevuta;
    • Indicazione del numero di rate desiderate (massimo 10);
    • Allegato del documento di riconoscimento;
    • Ricezione di una email di conferma con un link da convalidare entro 72 ore.

In caso di smarrimento della Comunicazione delle somme dovute, è possibile richiederne una copia seguendo le istruzioni disponibili sul sito ufficiale.

Comunicazione dell’esito della richiesta

Entro il 30 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invierà ai richiedenti:

  • L’ammontare delle somme dovute;
  • I moduli di pagamento con le relative scadenze.

Cos’è la Rottamazione-quater?

La Definizione agevolata (Rottamazione-quater), si ricorda, riguarda i carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022).

La misura consente di pagare esclusivamente:

  • Il capitale dovuto;
  • Le spese per procedure esecutive e diritti di notifica.

Non sono invece richiesti:

  • Sanzioni e interessi iscritti a ruolo;
  • Interessi di mora e aggio;
  • Maggiorazioni su multe stradali e altre sanzioni amministrative.

 

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codice fiscale

Codice fiscale Codice fiscale: cos'è, a che cosa serve, come richiederlo e ottenerlo, come si calcola e codice fiscale inverso

Cos’è il Codice Fiscale?

Il codice fiscale è un identificativo univoco assegnato a ogni cittadino italiano e a soggetti esteri con interessi in Italia. Serve per identificare le persone fisiche e giuridiche ai fini fiscali e amministrativi.

Introdotto con il D.P.R. n. 605/1973, è rilasciato dall’Agenzia delle Entrate e riportato sulla tessera sanitaria.

Come richiederlo

Questo identificativo viene assegnato automaticamente ai cittadini italiani alla nascita.

I cittadini stranieri comunitari che vogliono richiederlo devono farne richiesta a uno degli uffici dell’Agenzia presenti sul territorio (con modello AA4/8) alla rappresentanza consolare nel paese da cui proviene. Alla richiesta il soggetto deve allegare il passaporto o la carta di d’identità valida per l’espatrio in corso di validità.

I cittadini stranieri non comunitari invece lo ricevono:

  • allo sportello unico per l’immigrazione presente presso le prefetture (in caso di richiesta del permesso di soggiorno per lavoro o ricongiungimento familiare);
  • dalle Questure per coloro che richiedono altri tipi di permessi di soggiorno.

Calcolo del Codice fiscale

Il codice fiscale per le persone fisiche è composto da 16 caratteri alfanumerici, derivati da:

Cognome (3 lettere): le prime tre consonanti del cognome o, in loro assenza, le vocali.

Nome (3 lettere): prima, terza e quarta consonante del nome; se mancano, si usano le vocali.

Data di nascita e sesso (5 caratteri):

  • 2 cifre per l’anno di nascita (es. 85 per il 1985);
  • 1 lettera per il mese (A=Gennaio, B=Febbraio, C=Marzo, ecc.);
  • 2 cifre per il giorno, con 40 in più per le donne (es. 10 per un uomo nato il 10, 50 per una donna nata lo stesso giorno).

Luogo di nascita (4 caratteri): codice alfanumerico del comune italiano o dello Stato estero.

Carattere di controllo (1 lettera): calcolato con un algoritmo basato sui caratteri precedenti.

Esempio di Calcolo

Un uomo nato a Roma il 15 aprile 1985 con cognome Rossi e nome Marco avrebbe:

  • Cognome: RSI
  • Nome: MRC
  • Data di nascita e sesso: 85D15
  • Luogo di nascita: H501 (codice per Roma)
  • Lettera di controllo (calcolata dall’algoritmo): Z

Risultato: RSIMRC85D15H501Z

Codice fiscale inverso

Il codice fiscale inverso è il processo che permette di risalire ai dati anagrafici da un codice fiscale esistente. Tuttavia, non è sempre affidabile al 100%, poiché:

  • più persone possono avere lo stesso codice fiscale (casi di omocodia);
  • il codice fiscale omocodico viene modificato dall’Agenzia delle Entrate sostituendo alcuni numeri con lettere.

Per verificare la correttezza, si possono usare strumenti ufficiali dell’Agenzia delle Entrate o software di calcolo online.

 

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codice fiscale per i neonati

Codice fiscale per i neonati: il servizio online L'Agenzia delle Entrate ha implementato un nuovo servizio online per il rilascio del codice fiscale per i neonati e anche per il duplicato della tessera sanitaria

Codice fiscale sprint per i neonati

Al via il nuovo servizio online per ottenere velocemente il codice fiscale per i neonati, se il Comune di residenza non lo ha comunicato ai genitori. Questi ultimi, infatti, adesso possono richiederlo direttamente online nell’area riservata del sito dell’Agenzia. E’ il nuovo servizio implementato dalle Entrate che hanno esteso anche la possibilità di richiedere il duplicato della tessera sanitaria direttamente online. Le regole sono indicate nel provvedimento del direttore dell’Agenzia del 5 marzo 2025.

Come fare richiesta per il codice fiscale neonati

Il nuovo servizio per la richiesta del certificato di codice fiscale, spiegano dal fisco, è disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia: per accedere è quindi necessario avere Spid o in alternativa le credenziali Cie (Carta d’identità elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). La richiesta può essere fatta da uno dei due genitori così come dai loro eventuali rappresentanti (come per esempio i tutori). Una volta entrati nell’applicativo, basta inserire i dati anagrafici della bambina o del bambino e allegare la copia dei documenti di nascita (certificato di nascita o dichiarazione di nascita resa presso l’ospedale). Non appena l’ufficio ha lavorato la richiesta, il sistema invia una email per avvisare che il certificato è disponibile online.

Duplicato tessera sanitaria online

Più semplice anche richiedere il duplicato della tessera sanitaria, a prescindere dalla tipologia (con o senza microchip).

Grazie al nuovo servizio, disponibile in area riservata sul sito dell’Agenzia, è innanzitutto possibile visualizzare e stampare una copia dell’ultima tessera sanitaria attiva, chiedere la riemissione su supporto plastificato e anche verificare l’indirizzo al quale sarà spedita, che normalmente coincide con l’indirizzo di residenza registrato in Anagrafe tributaria. Qualora si volesse far recapitare la tessera presso un indirizzo diverso da quello di residenza, il servizio consente di indicare direttamente online un diverso recapito di spedizione.

bonus psicologo inps

Bonus psicologo: cos’è e come funziona Scopri a chi si rivolge, come funziona e i requisiti per accedere al beneficio del bonus psicologo

Cos’è il Bonus psicologo

Il Bonus psicologo è un contributo economico introdotto per aiutare le persone che soffrono di ansia, stress, depressione o fragilità psicologica a causa della pandemia e della crisi socio-economica. Il bonus copre fino a 50 euro a seduta di psicoterapia, per un importo massimo variabile in base al reddito ISEE.

A chi è rivolto

Il Bonus Psicologo è rivolto a tutti i cittadini italiani o residenti in Italia che:

  • hanno un ISEE inferiore a 50.000 euro;
  • hanno avuto gravi conseguenze di natura psicologica a causa della pandemia;
  • vogliono intraprendere un percorso psicoterapeutico.

Come fare domanda

Le domande per il bonus psicologo possono essere presentate esclusivamente online tramite il sito web dell’INPS utilizzando SPID, CIE o CNS.

Cosa serve per fare domanda

Per fare domanda per il Bonus Psicologo è necessario avere:

  • un ISEE in corso di validità inferiore a 50.000 euro;
  • SPID, CIE o CNS per accedere al portale INPS.

La domanda può essere presentata anche tramite il Contact Center INPS. Basta contattare il numero verde 803.164, gratuito da tutte le reti fisse o il numero 06 164.164 da rete mobile a pagamento con costo variabile al variare della tariffa del gestore.

Bonus psicologo come funziona

Una volta presentata la domanda e ricevuta l’approvazione, l’INPS eroga un codice univoco al beneficiario. Il codice deve essere consegnato allo psicologo per usufruire delle sessioni di terapia. Il bonus copre fino a 50 euro  a seduta, per un importo massimo che varia in base al reddito ISEE:

  • ISEE inferiore a 15.000 euro: massimo 1.500 euro;
  • ISEE tra 15.000 euro e 30.000 euro: massimo 1.000,00 euro;
  • ISEE tra 30.000 euro e 50.000 euro: massimo 500,00 euro.

Ci sono 270 giorni per utilizzarlo dall’approvazione: tempo limite per utilizzare il codice univoco e usufruire delle sessioni di terapia.

Bonus psicologo: i chiarimenti dell’INPS

Sulla misura, nel corso del 2024, l’INPS è intervenuto con diversi provvedimenti per fornire i dettagli necessari:

  • presentando una nuova Dichiarazione Unica corretta e completa;
  • presentando documenti idonei a provare che i dati inviati sono corretti e completi;
  • rettificando la DSU con efficacia retroattiva, se presentata tramite CAF, qualora sia stato commesso un errore materiale.

Il messaggio ricorda inoltre che il riconoscimento del bonus psicologo è subordinato al trasferimento dei fondi dalle Regioni all’INPS.

Graduatorie 2024

Con il messaggio 2584/2024 l’INPS ha comunicato la pubblicazione delle graduatorie per l’erogazione del bonus psicologo, distinte per Regioni e Province autonome di residenza.

I beneficiari sono stati individuati tenendo conto del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) più basso e, a parità del valore ISEE, dell’ordine cronologico di presentazione delle domande, nei limiti dell’ammontare delle risorse.

Ultime sul bonus psicologo

I beneficiari accedendo dalla home page del portale Inps alla pagina dedicata alla prestazione, troveranno il link di accesso al servizio (“Utilizza il servizio”), per il quale è richiesta l’autenticazione con la propria identità digitale, SPID di livello 2 o superiore, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei servizi (CNS); una volta autenticati, i soggetti richiedenti possono visionare l’esito della richiesta e, in caso di esito positivo, l’importo del contributo riconosciuto e il codice univoco assegnato per usufruire delle sedute di psicoterapia.

Ulteriori risorse

Con il messaggio n. 811/2025, l’INPS ha comunicato lo stanziamento di ulteriori risorse a valere sui fondi 2023 per il bonus psicologo. In particolare, sono stati stanziati 5 milioni di euro destinati a Regioni e province autonome per finanziarie sessioni di psicoterapia. Le graduatorie verranno aggiornate a partire dal 15 aprile 2025.

rottamazione quinquies

Rottamazione quinquies: la nuova sanatoria 2025 Rottamazione quinquies: come funziona la sanatoria che nel 2025 consentirà ai contribuenti di pagare i debiti arretrati con il fisco

Rottamazione quinquies: le novità del ddl

E’ stato già soprannominato rottamazione quinques” il disegno di legge 1375 che dal 25 febbraio è in corso di esame presso la Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato.

Il disegno di legge composto di due corposi  articoli prevede significativi elementi di novità.

  1. Il contribuente avrà la possibilità di suddividere il debito con il fisco in 120 rate mensili (la prima con scadenza 31 luglio 2025) per la durata complessiva di 10 anni, un tempo mai previsto dalle precedenti rottamazioni.
  2. Il contribuente, diversamente da quanto previsto da alcune definizioni agevolate precedenti, non dovrà versare rate iniziali di importo elevato.
  3. Il contribuente andrà incontro alla perdita del diritto alla rateizzazione solo se non riuscirà a pagare otto rate mensili del piano di rientro, che possono essere anche non consecutive. Un approccio meno rigido quindi, in linea con la volontà di andare incontro alle difficoltà economiche che possono colpire chiunque nel corso della vita e che rendono più difficile fare fronte agli impegni economici.

Debiti fiscali rientranti nella rottamazione

Al momento il testo prevede l’estinzione dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2023, senza dover corrispondere sanzioni, interessi, interessi di mora, aggi e somme ulteriori. Il contribuente si libera dal debito pagando solo il capitale e rimborsando le spese di notifica della cartella di pagamento e quelle per le procedure esecutive avviate.

Estensione rottamazione quinquies a regioni ed enti

L’articolo 2 del disegno di legge prevede che entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge anche gli enti territoriali potranno prevedere definizioni agevolate per il recupero delle somme non corrisposte dai contribuenti. Entro 30 giorni decorrenti dall’adozione del provvedimento per la definizione agevolata ne devono dare notizia mediante pubblicazione sul propri sito istituzione.

Come fare per aderire

Il disegno di legge prevede diversi passaggi per la rottamazione quinquies.

  • L’agente della riscossione nell’area riservata indica al contribuente i carichi che possono essere definiti.
  • Il debitore, entro il 30 aprile 2025 manifesta (o integra con i dati mancanti) la volontà di definire la propria posizione debitoria, compilando apposita dichiarazione in cui dichiara anche di rinunciare ai giudizi eventualmente pendenti. La presentazione della dichiarazione produce tutta una serie di effetti come la sospensione dei termini di prescrizione e di decadenza, l’impossibilità di avviare nuove procedure esecutive, la sospensione degli obblighi che derivano da dilazioni precedenti, l’impossibilità di procedere all’iscrizione di nuovi fermi amministrativi e ipoteche.
  • Entro il 30 giugno 2025 l’agente della riscossione comunica ai debitori che hanno fatto richiesta l’importo totale delle somme dovute per la definizione agevolata.
  • Il pagamento delle rate può essere effettuato con domiciliazione bancaria, con modelli di pagamento precompilati o presso l’agente della riscossione.
  • Concluso il pagamento delle somme agevolate l’agente è discaricato dal residuo e comunica entro il 31 dicembre 2030 a ciascun ente interessato, l’elenco dei debitori che si sono avvalsi della definizione e dei codici tributo per consentire ai creditori l’aggiornamento delle scritture.

Ratio della rottamazione quinquies

La gestione del contenzioso tributario e il recupero crediti dell’Agenzia delle Entrate sono fondamentali per il bilancio pubblico e il rapporto con i contribuenti. Le definizioni agevolate, soprattutto la  rottamazione quater, hanno favorito la regolarizzazione dei debiti fiscali, aumentando le entrate straordinarie e riducendo i procedimenti pendenti.

Occorre tenere presente che molti cittadini e imprese non evadono volutamente, ma affrontano difficoltà economiche aggravate da crisi e inflazione. L’accumulo di interessi e sanzioni rende il debito insostenibile, penalizzando chi vuole pagare, scoraggiando la regolarizzazione, e danneggiando i contribuenti e l’amministrazione finanziaria.

La previsione di una nuova rottamazione rappresenta un passo ulteriore dell’opera riformatrice finalizzata a creare un clima di collaborazione tra ente impositore e contribuente. I dati rivelano il successo delle precedenti rottamazioni, che hanno consentito a imprese e cittadini di ripianare i debiti fiscali beneficiando delle agevolazioni previste di volta in volta.

L’approccio che intende seguire lo Stato è quello fondato sulla solidarietà, l’equità e una visione a lungo termine per costruire un rapporto basato sulla trasparenza e sulla fiducia.

 

 

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