affidamento diretto

Affidamento diretto Affidamento diretto negli appalti pubblici: cos'è, come funziona e cosa prevede il nuovo Codice

Cos’è l’affidamento diretto

L’affidamento diretto è una modalità semplificata di acquisizione di beni, servizi e lavori da parte delle pubbliche amministrazioni, che consente di assegnare un contratto senza gara formale, nel rispetto di determinati limiti economici e presupposti normativi. Con l’entrata in vigore del Codice dei contratti pubblici – D.lgs. 31 marzo 2023, n. 36, l’istituto dell’affidamento diretto ha subito importanti modifiche e semplificazioni, con l’obiettivo di rendere più snelle le procedure sotto soglia.

Trattasi quindi di una procedura di selezione del contraente che consente alla stazione appaltante di individuare un operatore economico senza pubblicazione di un bando di gara e senza previa consultazione di più soggetti, pur restando obbligatorio il rispetto dei principi di legalità, trasparenza, rotazione e buon andamento.

L’affidamento diretto rappresenta un importante strumento di semplificazione per le pubbliche amministrazioni, soprattutto in ambito sotto soglia. Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla corretta applicazione delle regole procedurali e dal rispetto dei principi di imparzialità e trasparenza. Il nuovo Codice degli appalti pubblici ha consolidato la legittimità di questo istituto, introducendo regole più chiare e una digitalizzazione delle procedure che punta a una maggiore accountability.

La normativa di riferimento

La disciplina dell’istituto quindi è contenuta nel:

  • Codice dei contratti pubblici – D.lgs. n. 36/2023, in particolare agli artt. 49 e 50;
  • Allegato II.1 al Codice, che dettaglia le soglie di rilevanza comunitaria e sotto soglia;
  • Linee guida dell’ANAC, tra cui il Vademecum del 30 luglio 2024 sugli affidamenti diretti;
  • Normativa previgente (D.lgs. n. 50/2016), oggi abrogata, utile per confronto interpretativo.

Quando è possibile l’affidamento diretto: soglie economiche

Ai sensi dell’art. 50 del nuovo Codice, è possibile ricorrere all’affidamento diretto per importi inferiori a:

  • € 150.000 per lavori;
  • € 140.000 per servizi e forniture, anche nei settori speciali e per le centrali di committenza.

All’interno di queste soglie, la stazione appaltante può procedere con affidamento diretto, previa motivazione nella determina a contrarre e verifica dei requisiti generali e speciali dell’operatore economico selezionato.

Come funziona l’affidamento diretto: procedura

La procedura, pur semplificata, deve rispettare passaggi fondamentali:

  1. determina a contrarre semplificata: atto amministrativo che autorizza l’avvio della procedura, motivando la scelta dell’affidamento diretto;
  2. individuazione dell’operatore: può avvenire tramite indagini di mercato, elenco fornitori o rotazione tra precedenti affidatari;
  3. verifica dei requisiti: l’operatore deve possedere i requisiti di ordine generale (art. 94) e, se previsto, i requisiti tecnico-professionali;
  4. stipula del contratto: può avvenire anche in forma semplificata, con tracciabilità finanziaria e rispetto della normativa anticorruzione;
  5. pubblicazione degli esiti: gli esiti dell’affidamento diretto devono essere pubblicati sulla piattaforma digitale di approvvigionamento o sul sito dell’amministrazione.

Differenze con la procedura negoziata

Affidamento diretto

Procedura negoziata

Nessun obbligo di confronto concorrenziale

Consultazione di un numero minimo di operatori

Utilizzabile solo sotto soglia

Utilizzabile entro soglie specifiche

Maggiore rapidità e semplicità

Maggiore formalizzazione della procedura

I principi da rispettare

Anche in caso di affidamento diretto, la PA deve rispettare i principi generali dell’evidenza pubblica:

  • Rotazione: evitare affidamenti ripetuti allo stesso operatore senza adeguata motivazione;
  • Trasparenza: pubblicare gli atti rilevanti sul profilo del committente;
  • Concorrenza potenziale: anche se non è richiesta la consultazione di più operatori, la PA deve giustificare la scelta dell’affidatario.

Vantaggi e rischi dell’affidamento diretto

La procedura presenta indubbi vantaggi ma anche rischi inevitabili.

Vantaggi:

  • procedura rapida e snella;
  • costi inferiori di gestione amministrativa;
  • adattabilità a esigenze urgenti o di valore limitato.

Rischi:

  • eccessiva discrezionalità nella scelta del fornitore;
  • possibili violazioni del principio di rotazione;
  • contenziosi se la scelta non viene adeguatamente motivata.

Per prevenire criticità, l’ANAC ha predisposto un vademecum operativo (luglio 2024) con indicazioni sulle best practices in tema di rotazione, indagini di mercato e scelta dell’affidatario.

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Le autorità amministrative indipendenti Autorità amministrative indipendenti: quali sono, definizione, normativa, compiti e funzioni

Cosa sono le autorità amministrative indipendenti

Le autorità amministrative indipendenti sono organismi pubblici dotati di autonomia rispetto al potere esecutivo, istituite per garantire il corretto funzionamento di settori strategici dell’economia e della società. Il loro ruolo è fondamentale per assicurare imparzialità, trasparenza e tutela degli interessi collettivi, specialmente nei settori in cui lo Stato non deve esercitare un controllo diretto.

Le autorità amministrative indipendenti sono enti pubblici che operano in maniera autonoma dal governo e dalla pubblica amministrazione tradizionale. Il loro obiettivo è quello di regolare specifici settori di rilevanza economica e sociale senza essere soggette a pressioni politiche.

Normativa di riferimento

Le autorità amministrative indipendenti non sono disciplinate da un unico testo normativo, ma trovano la loro regolamentazione in diverse leggi settoriali. Alcuni riferimenti normativi fondamentali sono:

  • Legge n. 287/1990: istitutiva dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
  • Legge n. 481/1995: disciplina le autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità.
  • Legge n. 675/1996, poi sostituita dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR): relativa alla protezione dei dati personali, che ha portato alla creazione del Garante per la protezione dei dati personali.
  • D.Lgs. n. 259/2003: relativo all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).

Quali sono le principali autorità amministrative indipendenti

In Italia, le principali autorità amministrative indipendenti sono:

  • AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato): tutela la concorrenza e il mercato.
  • AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni): regola i settori delle telecomunicazioni, dell’editoria e delle poste.
  • ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente): vigila sui settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico e dei rifiuti.
  • Garante per la protezione dei dati personali: tutela la privacy e il trattamento dei dati personali.
  • ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione): previene e combatte la corruzione nella pubblica amministrazione.
  • IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni): supervisiona il mercato assicurativo.
  • CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa): vigila sui mercati finanziari.

Compiti e funzioni

Le autorità amministrative indipendenti svolgono funzioni di regolazione, controllo e garanzia, tra cui:

  1. Regolazione: emettono norme e linee guida per disciplinare i settori di competenza.
  2. Vigilanza e controllo: monitorano il rispetto delle normative da parte delle imprese e degli enti regolati.
  3. Sanzione: applicano sanzioni in caso di violazione delle norme di riferimento.
  4. Tutela dei consumatori e degli utenti: garantiscono trasparenza e correttezza nei rapporti tra imprese e cittadini.
  5. Pareri e raccomandazioni: forniscono consulenza a governo e parlamento su questioni di loro competenza.

 

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Piattaforma digitale dati: attivati i certificati per Anac Il Ministero della Giustizia ha attivato i primi servizi per l'Anac. Attualmente due i certificati disponibili, quello del Casellario giudiziale e quello delle Sanzioni Amministrative

Piattaforma Digitale Nazionale Dati

Il Ministero della Giustizia ha attivato negli scorsi mesi i primi servizi tramite la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), destinati all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Questa iniziativa, allineata con il nuovo Codice degli Appalti, rappresenta un passo iniziale verso un futuro più trasparente, rapido ed efficiente per il Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE) ed è anche un passo in avanti significativo verso la digitalizzazione dei processi amministrativi e la semplificazione delle procedure che rientra fra le priorità dell’azione di Governo. Lo rende noto via Arenula con un avviso su Gnewsonline.it.

Certificati disponibili

In questa prima fase i servizi chiave messi a disposizione sono rappresentati da due certificati disponibili attraverso la PDND, fondamentali per verificare la legalità e l’affidabilità degli operatori economici:

  1. Certificato del Casellario Giudiziale ex art 28 D.P.R. 313/2002: Una certificazione completa e dettagliata dei precedenti penali di chi partecipa alle gare d’appalto.
  2. Certificato Sanzioni Amministrative ex art 32 D.P.R. 313/2002: Un documento essenziale per verificare l’integrità degli operatori economici sottoposti a verifica, inclusivo delle sanzioni amministrative ricevute.

La fattiva collaborazione tra il Dipartimento per l’innovazione tecnologia della Giustizia ed il personale del Casellario Giudiziale del Dipartimento degli Affari di Giustizia, unitamente al personale ANAC per le attività di competenza, ha reso tali certificati facilmente accessibili, riducendo drasticamente i tempi e i costi delle procedure amministrative.

I prossimi step

L’integrazione tra Ministero della Giustizia e ANAC, resa possibile grazie alla PDND, punta a rinnovare profondamente il modo in cui le informazioni vengono condivise e utilizzate nella gestione degli appalti pubblici.

Questo primo passo è solo l’inizio di un percorso di innovazione della Pubblica Amministrazione in Italia. L’obiettivo, fra le altre cose, è quello di arrivare a consentire ai cittadini di ottenere il casellario giudiziario accedendo online attraverso lo spid, senza doversi recare presso gli uffici giudiziari.